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Autore: Funlove96    18/12/2020    1 recensioni
Arriva il Natale anche per i nostri amici di Fairy Tail ed Edens Zero. E anche per loro è un Natale speciale, passato tra affetti lontani e vite scombussolate in pochi mesi. Come affronteranno queste giornate?
Se vi va, possiamo andare a scoprirlo insieme.
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Raccolta partecipante al Christmas Lockdown indetto dal forum FairyPiece.
Spero vi piaccia, buona lettura.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction partecipante al Christmas Lockdown, indetto dal forum FairyPiece-Fanfiction&Images.

Stanza: Cucina.
Prompt: Gelosia.



Spense il gas e la fiamma sparì dal fornello sotto la moka, ormai borbottante per via del caffè che l'aveva appena riempita col proprio caldo e scuro liquido, mentre afferrava, aiutandosi con uno straccio in una mano, il manico per posizionare l'oggetto sul tavolo, dove la presina lo attendeva per attutire il calore che ne scaturiva. Il profumo del caffè si spandeva per l'intera cucina dai toni chiari tra pareti e arredamento, dando col suo aroma quel tocco rilassante al calore che, grazie al termosifone posto sotto la finestra, avvolgeva la stanza in quella fredda mattina dicembrina.
Aveva appena preparato tutto per la colazione, assicurandosi che non mancassero all'appello lo yogurt e le pesche, che sapeva bene la sua Luce adorava mangiare. Li divorava e a lui piaceva da morire guardarla mentre le guance le si riempivano nel mangiarne -non senza approfittare della loro dolcezza, saggiandone le note di sapore posate sulle labbra rosee della bionda, con conseguente imbarazzo di quest'ultima, nonostante stessero insieme già da mesi, e si fossero spinti ben oltre i baci- e gli occhi smeraldini si riempivano di quella visione di cui, il rosato era certo, mai sarebbero stati sazi.
Ma quella mattina la combine yogurt e pesche, unita al caffè che, soprattutto nell'ultimo periodo -causa la maggiore difficoltà nello studio e gli ultimi esami ormai alle porte- era diventato come linfa vitale per la ragazza, era fondamentale se voleva farsi perdonare il torto fatto alla ormai compagna...

Quella volta l'aveva fatta proprio grossa, lo ammetteva, e la ragazza non gli parlava dalla sera prima, quando, dopo lo scatto di gelosia con cui aveva chiuso, stizzito e senza troppe spiegazioni, la videochiamata coi genitori di lei, aveva deciso di andarsene a dormire, quelle poche ore che ci riusciva tra Shakespeare, Hemingway e Dickens, sul divano-letto della casa che li vedeva conviventi ormai da cinque anni, lasciando a lui il letto, dove più volte si era rigirato quella notte, in preda ai sensi di colpa per la scena pietosa che aveva fatto di fronte a quelli che sarebbero stati i suoi suoceri effettivi, non appena tutto quello che il mondo stava vivendo da mesi gli avesse concesso la possibilità di raggiungerli, così da parlare apertamente con loro del sentimento che legava lui e la bionda da diversi mesi, ben prima che il pianeta fosse scosso dalla serie di eventi che si erano susseguiti nell'ultimo anno.

Cresciuti entrambi a Magnolia, avevano lasciato la casa natale, lui da circa sette anni, seguito da lei due anni dopo, per frequentare l'università più famosa della capitale, andando a dividere un appartamento in affitto con altri ragazzi. Nessuno dei due si era mai accorto del sentimento che li legava, e che andava ben oltre l'amicizia che li aveva accompagnati sin dai primi anni di vita. E si che anche quel ghiacciolo del loro coinquilino Gray si era accorto che tra i due ci fosse qualcosa di forte, e lui non era molto sveglio sul quel fronte, soprattutto considerando che la povera Juvia ancora gli moriva dietro senza che lui ammettesse l'interesse, fin troppo palese anche nel suo caso, che aveva per la bella vicina.

Insomma, gli era servito il non poter più vivere come prima, costretti a passare molte più ore in casa, per accorgersi di ciò che stava accadendo realmente: Che il dormire nello stesso letto, nonostante lui condividesse, teoricamente, la stanza con gli altri due, non era dovuto al numero delle camere -erano tre escludendo la cucina e i due bagni- di cui quell'appartamento, in quel condominio abitato quasi esclusivamente da studenti universitari essendo vicino al complesso, era composto, o che la gelosia del rosato non era quella di un semplice amico...

Stavolta però aveva davvero passato il limite!

"Buongiorno!" il moro, a torso nudo e in mutande -si domandava come facesse a stare così col freddo che faceva- si presentò in cucina, strappando, oltre a qualche fetta biscottata rubacchiata dalla colazione che aveva appena preparato, Natsu ai propri pensieri. "Ehi! Quelle non sono per te, e mettiti qualcosa addosso pervertito!" ringhiò il ragazzo frapponendosi tra il moro e il tavolo. "Calma cervello bruciato! No te la rovino la tua opera d'arte!" rispose l'altro indicando col mento la tavola. "Ma in questa casa siamo in sei e, se non lo avessi ancora notato, questo spazio è di tutti!" concluse uscendo dalla cucina, non prima di essersi allungato ad afferrare una pesca, per poi correre via: Aveva un bel po' di cose da fare quella mattina. Il bucato chiamava, e poi non voleva trovarsi nelle vicinanze quando il rosato avrebbe dovuto schivare qualche piatto, o peggio, quando lui stesso avrebbe rischiato di essere l'ascoltatore di una riappacificazione un po' troppo rumorosa...

"Nudista del cavolo..." borbottava intanto l'altro mentre controllava i danni lasciati dal moro.
Ma il rumore di passi che sentì alle sue spalle lo fece fermare solo per voltarsi e urlare a Gray di andarsene, bloccandosi quando si ritrovò una Lucy ancora assonnata -e con il suo pigiama rosa che, sebbene scendesse morbido sulle curve, rendeva poca giustizia alla bellezza disarmante della bionda- davanti, zittendosi e ingoiando gli insulti che stava per dedicare al moro.
"B-Buongiorno Luce..." sorrise più per perché impossibilitato a fare altro di fronte a quel cruccio che le adornava i lineamenti. Era ancora arrabbiata senza dubbio...
"Ho preparato... ho preparato la colazione... c'è tutto ciò che ti piace..." le indicò il tavolo, che lei guardò solo per qualche secondo prima di avvicinarsi al frigorifero sorpassando così il rosato, prendendo un paio di uova e qualche striscia di bacon, e avvicinandosi al fornello, accendendolo dopo avervi adagiato la padella appena presa dal mobiletto marroncino chiaro sottostante. Non era arrabbiata... era furiosa!

"A-Amore?" riprovò, consapevole che non fosse una buona idea quella di farla innervosire più del dovuto mentre aveva tra le mani qualcosa che poteva essere lanciato e, se non si fosse scansato in tempo, avrebbe potuto fargli molto male, ma da qualche parte doveva pur cominciare per mettere in mezzo il discorso che si era preparato più volte mentalmente. "Perché non ti siedi?" provò ancora scostandole la sedia, che lei rifiutò sedendosi su un'altra, esattamente dalla parte opposta del tavolo, facendolo sospirare ormai rassegnato. Sarebbe stata dura, ma non sarebbe stato Natsu Dragneel se si fosse arreso così facilmente.

"Senti... so che mi sono comportato male, e chiederò scusa ai tuoi il prima possibile... ma davvero, quel tizio mi ha montato una rabbia... volevo che la smettesse e ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente..." sembrava non lo scoltasse, impegnata nello scrollare le notizie sul cellulare, mentre le uova finivano di cuocere.
Sapeva che la ragazza lo stava ascoltando e che quella era solo una scusa per non guardarlo, facendogli sentire il peso del senso di colpa -come se non lo sentisse già abbastanza...- e per questo continuò il discorso, sperando non afferrasse la moka per lanciargliela. "Lu lo so che ho sbagliato, mi puoi perdonare? Farò qualunque cosa..." e lo avrebbe fatto!
Lui non parlava mai a vanvera, se poi era per farsi perdonare da lei per una delle sue cavolate, allora nulla lo fermava, soprattutto ora che aveva realizzato quel sentimento senza il quale, era sicuro, non sarebbe vissuto. Quando ancora erano rinchiusi nell'illusione dell'amicizia, non esitava quelle volte che, triste per l'ennesima delusione d'amore, la bionda aveva urgentemente bisogno del suo MC consolatore -sfortunatamente, il primo era a diversi kilometri di distanza- partiva in auto, lui, Natsu Dragneel, in un'auto, per portarle il suo Happy Meal e vederla di nuovo sorridere con le sorprese che uscivano da lì. Aveva un'intera mensola colma di piccoli gattini dai vari colori, che avevano la buffa particolarità di essere corredati di due ali bianche sulla schiena. Erano piccoli, così tanto da stare tra due dita, ma ammetteva che anche lui un po' li trovava carini...

Agli occhi color cioccolato le varie news sembravano quasi non esistere, causa la fatica di restare impassibile a quel tono pentito. E lo sapeva Lucy che a Natsu non erano mai andati giù quei ragazzi che le stavano costantemente dietro, già quando, ancora ciechi e incoscienti sul loro amore reciproco, erano amici. Se poi ci si mettevano anche Loki e il suo amico Dan a darle noia la situazione diveniva ancora più snervante.
Nonostante quasi tutta l'università sapesse della loro relazione -il rosato aveva messo le cose in chiaro fin da subito, soprattutto a quei due, con quel bacio nel cortile dell'istituto con cui tutti gli occhi si erano posati su di loro, chi stupito e chi felice per gli amici, mandando un messaggio che definire cristallino sarebbe stato fin troppo riduttivo- nel gruppo di studio allestito in DAD quei due non la piantavano di regalarle commenti non richiesti, costringendo il ragazzo a passare le ore in giro per casa, tentando di distrarsi in cucina. Una nota positiva era che era diventato abbastanza bravo in cucina, e almeno adesso poteva cuocere un uovo senza bruciarlo...
Quel pensiero ridestò la bionda, che si alzò di scatto andando al fornello, dove uova e bacon si mostravano ben cotti, pronti per essere messi nel piattino bianco che Lucy aveva preso e portati a tavola. Natsu non fiatava, sulle spine aspettava che lei proferisse parola, una soltanto. Anche un'offesa, uno sbuffo o un sospiro... qualunque cosa sarebbe stata meglio di quel silenzio così pesante.
Aveva smesso di nevicare, notò la bionda, guardando oltre il vetro, leggermente opaco per via dell'aria fredda -nonostante il sole facesse già capolino da dietro le nuvole l'aria restava fredda, in linea con il clima natalizio in cui erano- e nel vedere la strada vuota, tranne per quelle poche persone che passeggiavano nella solitudine di quella gelida mattina, un nodo le strinse lo stomaco nel mandare giù l'ultimo boccone della propria colazione, magiucchiata in fretta per andarsene via il prima possibile da lì...
Sarebbe andata in salotto, ma sapeva sarebbe stato occupato, e non poteva privare i suoi amici della giusta intimità. Magari nella loro camera, ma Natsu l'avrebbe seguita di certo, in silenzio, attendendo una risposta che lei, diabolica, continuava a negargli. E no, per quanto potesse comportarsi come la ragazzina bionda che era stata anni addietro, quando le sue uniche preoccupazioni erano le forcine per capelli alle elementari o il vestito da indossare per uscire con un ragazzo quando era poi cresciuta, nemmeno lei sarebbe riuscita a stare a lungo nella stessa camera con un Natsu così... così poco Natsu... si, era proprio così...
Il drago pentito e silenzioso non era minimamente paragonabile a quello spontaneo, talvolta pasticcione, ma dal grande cuore e pronto a difendere la propria principessa da tutto, anche quando la minaccia era inesistente, che l'aveva fatta innamorare non era quello che ora, a capo chino, lo sguardo incapace di alzarsi e affrontare il suo colore cioccolato, se ne stava lì ad aspettare come un condannato a morte in attesa della grazia che gli poteva evitare la forca...
No, andarsene non sarebbe stata la soluzione, meglio togliersi quel peso dal cuore che, come un dannato, anche lui chiedeva pietà per bel drago dagli occhi verdi come la speranza di cui il muscolo al centro del petto era ricolmo.

Avrebbe volentieri mandato al diavolo la sera prima, certa che sarebbe bastata una semplice spiegazione a cuore aperto per aggiustare tutto. I suoi adoravano Natsu, e suo padre, uomo all'antica, aveva accettato -non subito, era servito l'intervento di Layla per convincerlo a lasciar andare la loro bambina- la convivenza di sua figlia col ragazzo solo perché i due erano amici fin da piccoli, e che egli fosse, oltre a Sting, l'unica persona di cui si fidava per stare vicino a Lucy. Soprattutto in una casa con altri ragazzi, seppure impegnati. Lo sapeva lui, lo ripeteva sempre, come si comportavano i ragazzi a quell'età.
Ma era orgogliosa la bionda e, complice il nervosismo dovuto alla situazione, non riusciva proprio a farsela passare. Per quanto anche la sua coscienza le ribadiva quanto fosse stupida...

"Giorno!" entrò in quel momento il moro, col sorriso sornione di chi si stava bellamente prendendo gioco dell'amico stampato sul volto da demone tentatore che si portava appresso, il quale posò il suo sguardo assassino su di lui, che veloce prese una vaschetta di yogurt sul tavolo -tanto la bionda non lo avrebbe mangiato quella mattina- e un cucchiaino, voltandosi poi per andarsene in salotto. Quei due dovevano chiarire, e lui aveva qualcuno che lo attendeva...
"Shiki..." quel dannato si stava prendendo gioco di lui pur sapendo della propria missione impossibile, e no, non gli stava facilitando le cose, almeno, a giudicare dallo sbuffo che il suo udito attento catturò, appena uscito dalle labbra rosee della bionda. La ragazza intanto si era alzata mettendosi a lavare le stoviglie. Lo notava quanto quel testone si stesse impegnando per fare ammenda, eppure lei non gli aveva ancora concesso uno squarcio in cui intravedere il perdono che tanto il suo cuore voleva concedergli. Era ancora furiosa, bambinescamente ottusa, come lo era ogni volta che finiva per arrabbiarsi, soprattutto con lui. E la cosa non migliorava se pensava anche lei stessa a quanto fosse stupido comportarsi così.
L'unica cosa che poteva fare era ciò che il cuore le suggeriva da quando, entrando, lo aveva visto di spalle, con quel pigiama che tanto adorava addosso -la stampa rappresentava un drago dalle scaglie rosse nell'atto di sputare fuoco, e le fiamme si spandevano lungo tutta la parte inferiore della maglia, proseguendo sui lunghi pantaloni. Lo aveva sempre pensato che quello era ciò che meglio rappresentava il suo ormai fidanzato, e non negava che quella fosse l'immagine che più preferiva del suo drago- e intento a sistemare la colazione che aveva preparato. Lo sapeva, e non poté che arrendersi al fatto che non poteva avercela per una cosa che, alla fine, era più stupida di quanto le sembrasse. In fondo non aveva fatto nulla oltre interrompere bruscamente la piccola riunione di famiglia -non per lei, che lo aveva capito subito quale, o meglio chi, fosse il problema del rosato- e sarebbe bastato parlarne apertamente coi suoi. Tanto aveva già deciso di fare le... poteva definirle "presentazioni"?
Per questo aveva insistito per farlo essere presente, voleva che sapessero finalmente della loro relazione. Avrebbe voluto organizzare una cena, come, sapeva bene, anche suo padre avrebbe preferito, e sarebbe stato più avvezzo all'accettare quella novità, ma c'erano state tante cose a impedirle di poterlo fare. L'università, il lavoro alla biblioteca dell'ateneo, e infine l'emergenza che aveva coinvolto l'intero globo...
Aveva optato per rivelarlo a Layla e Jude proprio quella sera, dopo una lunga riflessione che l'aveva condotta alla conclusione che non poteva tergiversare ancora a lungo. Sperava solo che suo padre non si opponesse, motivo per il quale aveva temuto di più. Con sua madre sarebbe andata bene, lo sentiva. Le bastava guardarla negli occhi per capire il suo stato d'animo, e anche attraverso uno schermo avrebbe visto la felicità che riempiva l'animo della figlia. Ma suo padre, così protettivo e all'antica, come avrebbe preso la notizia che il ragazzo di cui si era fidato per lasciar andare sua figlia in un'altra città, addirittura a vivere con dei ragazzi, convinto che avrebbe badato a lei -lo sapeva che uno dei motivi che lo avevano convinto era stata la promessa di Natsu di vegliare su di lei da bravo amico- era lo stesso che le aveva rubato il cuore?
Andata a studiare a Crocus, si ritrovava convivente col proprio ragazzo. Che non era chissà cosa, ma a venticinque anni e ancora una carriera universitaria da concludere, era ancora troppo presto per sposarsi, e per come la pensava suo padre, una unione non consacrata era inammissibile! L'avrebbe presa male, non era stupido, sapeva che quasi più nessuno aspettava il matrimonio per certe cose, ma non avrebbe ammesso quella vita per sua figlia. Su questo era stato chiaro quando aveva acconsentito alla sua partenza dove, credendo di non essere visto da Lucy, si era lasciato scappare una smorfia di tristezza sul volto sempre serioso...

Avrebbe voluto che continuasse per lui l'attività di famiglia, credeva nelle sue capacità, e sapeva che avrebbe portato avanti il nome degli Heartphilia, catena di alberghi famosa in tutta Fiore, con l'ardore che l'aveva sempre caratterizzata, ma si era dovuto alla fine arrendere al fatto che non fosse la vita che sua figlia desiderava. Layla aveva faticato non poco a fargli capire che doveva seguire quelli che erano i suoi sogni, anche lui era stato giovane in fondo, e aveva capito -dopo un po' certo, la testardaggine era una delle cose che più lo accomunava a sua figlia, che dalla madre aveva preso invece la bellezza, oltre alla pazienza, messa più volte a dura prova proprio da lui in quasi trentadue anni di matrimonio- che non poteva tarparle le ali, non permettendole di andare a costruire il proprio futuro...

L'avrebbe presa malissimo...

Era già agitata di suo, e Natsu non aveva affatto aiutato, anche se, alla fine, non era successo chissà cosa. Il punto era che lei stessa era nervosa all'idea di come avrebbe reagito Jude nell'apprendere la notizia, e tra gli esami, le varie difficoltà durante le lezioni, interrotte di continuo da problemi tecnici e vari buontemponi intenti a giochicchiare, il suo stato d'animo era già alterato. In fondo lo sapeva che tutto ciò era dovuto al suo carattere, e lei stessa si era data più volte della stupida quando, rigirandosi più volte sul divano, si era trattenuta dall'alzarsi e buttarsi nel loro letto, facendosi avvolgere dalle calde braccia del compagno, in cui di solito ansia e timori si disperdevano all'istante...

Ma stavolta non era agitata per un esame -impazziva per quello, Natsu ne aveva avuto prova l'ultima volta, circa dieci mesi prima, quando, causa un sospetto contagio di uno dei professori, avevano annullato tutte le sessioni, rispedendo a casa gli esaminandi, e lei era tornata inviperita, facendogli pagare con l'astinenza per tre interi giorni una colpa non sua- era agitata per tutto ciò che la circondava, e il presentare a suo padre il suo nuovo fidanzato, senza neanche poterlo fare di persona, la faceva sentire a disagio.
Forse reagiva male a tutto ciò che stava succedendo, ed esagerava -glielo aveva ripetuto Levy giusto la sera prima, e anche se dentro di sé le dava ragione, non era riuscita a farsela passare. Magari hai solo bisogno di dormirci su, le aveva detto l'azzurra poco prima di tornare nella propria camera- finendo per farla pagare anche al ragazzo.

Ripose le stoviglie pulite e asciugate e, dopo un respiro profondo -sua madre le aveva detto che l'amore non è tutto rose e fiori, e probabilmente avrebbe avuto accanto una persona che spesso l'avrebbe fatta arrabbiare, eppure, ricordava perfettamente, altrettante volte, se non di più, l'amore che provavano avrebbe saputo darle la pazienza necessaria per andare avanti. O, nel suo caso, per non commettere un omicidio...- si voltò per guardarlo.
E si, vedendolo a capo chino, così diverso dal drago che amava, lo capì. Levy aveva ragione, e anche sua madre, su tutto...

"Natsu..." era la prima cosa che diceva quella mattina, e il tono faceva ben sperare il ragazzo, che si affrettò ad alzare la testa, facendo incontrare lo smeraldo e il cioccolato. Attese, impaziente e spaventato, che la bionda continuasse, senza proferire parola, ma pronto ad ascoltare qualsiasi cosa sarebbe uscita dalle sue labbra. Intanto la bionda lo guardava, e mentre egli resisteva alla voglia di stringerla tra le proprie braccia e baciarla -quegli occhi avevano uno strano potere su di lui, uno strano e piacevole potere- cominciò a parlargli, col cuore stavolta, di ciò che avrebbe voluto -e dovuto- dirgli la sera prima.
"Il punto non è come hai reagito tu, ma come sto reagendo io..." la voce le tremava appena, quasi impercettibilmente. Quasi, perché nulla sfuggiva al rosato, soprattutto se si trattava di lei. "È che avrei voluto andasse diversamente... non mi aspettavo che Loke mi telefonasse in quel momento... e nemmeno che finissi per dirlo a quel modo..." si poggiò al lavandino ricordando la sera prima, quando finalmente si era decisa, portata anche dalla situazione, ad annunciare la cosa ai suoi.

Mentre parlavano del più e del meno, l'aranciato l'aveva chiamata con la scusa dello studio, e prima che lei potesse dirgli che era impegnata, aveva cominciato con le solite frasi sul come fosse carina o quanto fosse lui fortunato ad essere suo amico col tono smielato di sempre. Ma quella espressione costernata che la bionda aveva sfoggiato di fronte ai suoi per scusarsi dell'interruzione non era passata inosservata a Natsu, che già di suo anche lui era non poco nervoso di ufficializzare ulteriormente la cosa con loro.
Lei aveva provato a chiudere la chiamata, ma il ragazzo continuava a interrompere i suoi tentativi di salutarlo, facendo imbestialire Natsu, che già non nutriva simpatia per i modi che aveva con la sua ragazza.

Esasperato, aveva strappato lo smartphone a Lucy, urlando al ragazzo di smetterla di infastidire la sua ragazza. E lì era scoppiato il delirio, Lucy non aveva idea di cosa avesse risposto Loke, ma di certo aveva fatto arrabbiare ancora di più il rosato, che si era recato in cucina a continuare lo sproloquio con l'aranciato, lasciandola sola, e con un po' di spiegazioni da dare, coi suoi genitori, che a quel punto avevano saputo dei due, e non nel modo in cui avrebbe sperato. No, non era andata come sperava, e la connessione aveva deciso di dare il proprio contributo, saltando proprio mentre suo padre le chiedeva spiegazioni.

Jude non lo avrebbe mai detto a nessuno, ma se c'era una cosa che sperava per sua figlia, era che si mettesse con un ragazzo come Natsu, sempre attento e protettivo nei suoi confronti. Fin da quando erano piccoli era sempre stato la spalla pronta ad accogliere Lucy, nel bene e nel male. E lei era sempre stata molto legata a quel ragazzino dagli strani capelli rosa che abitava nel loro stesso quartiere.
Anche lui e sua moglie si erano affezionati al ragazzo e alla sua famiglia, composta solo da lui, suo fratello maggiore Zeref, e il loro padre Igneel. Sua moglie era morta in un incidente quando il rosato aveva pochi mesi, e Igneel si era trasferito coi suoi figli per lavoro poco meno di un anno dopo.

Nella vita l'uomo mai avrebbe pensato di trovare un amico come Igneel, lo stesso uomo che lo aveva colpito per l'insolito colore roseo della capigliatura, eppure erano ancora lì, dopo vent'anni a fare grigliate in giardino, o a mangiare tutti insieme a tavola quando i ragazzi tornavano per le vacanze che, quell'anno, avrebbero dovuto passare lontani.
Non era felice del modo in cui era avvenuta quella rivelazione, in cuor suo sempre sperata, e del non poter parlare di persona col ragazzo, e fargli il classico discorsetto sul non spezzare mai il cuore a sua figlia, passando il testimone a suo nipote Sting, per poi gustare una cena in famiglia per celebrare l'evento. Rimaneva un uomo d'altri tempi, e voleva che le cose si facessero per bene.
Ma quell'anno lo aveva costretto a cambiare la propria visione delle cose, così come le care e vecchie abitudini a cui era tanto legato. Ci aveva messo un po' ad abituarsi a quel nuovo modo di interagire con sua figlia, lui al massimo aveva avuto a che fare con qualche videoconferenza, a cui però, almeno per la parte tecnica, era totalmente nelle mani di qualche segretaria. E ora veniva a sapere che sua figlia si era fidanzata attraverso un computer, e con un ragazzo che stava dando di matto nell'altra stanza.
Non poteva dargli torto, ma doveva mostrarsi serio in quel momento, voleva comunque incutere un certo timore nel ragazzo, fargli capire che doveva comportarsi bene, anche se non aveva dubbi che già lo facesse. Sapeva bene però come fosse essere innamorati.
Lui con Layla si sarebbe sentito -e si sentiva ancora, sua moglie era una bellissima donna, e lui si era scoperto sempre più innamorato di lei- allo stesso modo. Lui non era tanto differente da quel ragazzo caotico che fino a poco prima aveva visto, forse per la prima volta in vita sua, indeciso e, forse, timoroso, seduto su quel divano bordeaux.

Alla fine avevano dovuto rimandare le spiegazioni per via della connessione saltata a casa di Lucy, ennesimo imprevisto che lo infastidiva non poco, ma Layla era stata capace, come tante altre volte in tutti quegli anni, di calmarlo, ricordandogli che, per l'intera situazione, forse era meglio che fosse andata così. Magari avrebbero potuto parlarne quando Natsu si fosse calmato, e lui avrebbe atteso il momento in cui avrebbero potuto vedersi di nuovo di persona per festeggiare come si doveva.
Per prima cosa avrebbe atteso di poterlo dire ad Igneel, magari farlo stare in chiamata -se non ricordava male si poteva fare anche quello- e godersi la sua reazione...
Sarebbe impazzito di gioia!

Si, dovevano solo aspettare, entrambi, in parte, anche tranquillizzati nel sapere Natsu ufficialmente loro genero, oltre che almeno loro due non sarebbero rimasti divisi quell'anno...

"Forse ho esagerato, e so che basterà spiegare le cose con calma ai miei... ma non volevo andasse così ecco... non volevo che andasse male... l'unica cosa che non finisse male in quest'anno del cavolo!" ormai i singhiozzi erano evidenti, e quasi le impedivano di parlare. Natsu lo sapeva che a volte finiva per esagerare -non con lui, che le dava sempre motivo di farlo. Che le facesse il solletico o la prendesse in giro, bonariamente, per i fianchi più tondeggianti, che mai si sarebbe stancato di stringere tra le mani callose a causa del lavoro in officina che gli aveva permesso di conoscere gli altri idioti del gruppo, finiva sempre per farla impazzire. E si, ne andava anche fiero, soprattutto se c'entrava anche il letto...- ma mai si sarebbe aspettato che la situazione fosse così destabilizzante per Lucy.
La bionda si ritrovò col volto infossato nella muscolosa spalla del ragazzo che, mandando al diavolo i sensi di colpa, l'aveva stretta forte a sé, lasciando che le lacrime scendessero copiose a bagnargli prima la stoffa del pigiama e poi la spalla.

Non voleva nemmeno sapere perché non gliene avesse semplicemente parlato, sapendo che poteva dirgli sempre tutto. Era troppo preso a rimproverarsi per non aver fatto più attenzione a ciò che provava lei, limitandosi a sfogare la frustrazione del momento da un'altra parte, su quegli stessi fornelli che adesso, guardandoli, iniziava a detestare.

Solo adesso si rendeva conto di aver pensato solo a sé stesso, a come sia la facoltà di ingegneria, sia il lavoro, andato a farsi bellamente benedire, che anche suo padre da solo.
Zeref era andato a vivere lontano da Magnolia insieme alla compagna. Partito subito dopo le ultime vacanze natalizie, quelle di nemmeno dodici mesi prima, quando avevano finalmente conosciuto la biondina dagli occhi smeraldo che gli aveva rubato il cuore. A lui, che certe volte nemmeno sembrava avercelo, e solo pochi eletti, tra cui lui, il loro padre, e gli Heartphilia, sapevano in realtà quanto potesse essere buono sotto quella maschera di apparente menefreghismo che poteva dare l'impressione di avere.
Erano dovuti crescere senza madre, e il moro aveva fatto di tutto per aiutare il padre, facendo di fatto le veci della bellissima donna dagli scuri capelli che era stata la loro genitrice, occupandosi di quel fratellino che amava alla follia.
Aveva trovato la sua strada, l'avvocato Zeref Dragneel, e non importava dove fosse, se vicino o lontano dalla propria famiglia, quello che contava era che quella strada sarebbe stata con la donna che gli aveva stretto il cuore nella rete più bella che esista, quella dell'amore, che adesso anche lui aveva scoperto essere il posto più bello del mondo...

Guardava la neve appena caduta attraverso i vetri della finestra, ed era un vero spettacolo. Non bello, non brutto, semplicemente uno spettacolo. Uno di quelli da godersi al caldo, sotto le coperte, pensando ai brividi che da il solo guardare i fiocchi freschi adagiati sulla strada, sentendoli appena e rannicchiandosi nel letto in cerca di calore...
"Senti... oggi non ci sono le lezioni. Che ne dici di meterci a letto finché ci va?" non aveva menzionato le solite coccole, che tanto le mandavano il volto in fiamme. Adorava vederla arrossire con le premesse di passione che regolarmente superavano le aspettative annunciate con quella voce roca per il fuoco che si accendeva nel ventre, per bruciare tra le calde lenzuola. Non erano quelle le sue intenzioni, voleva solo che lei stesse bene. Aveva il volto stanco, per il pianto, ormai scemato nonostante i rari singulti ancora presenti, e per la nottataccia, passata sicuramente in gran parte a messaggiare con le amiche e rigirarsi su quel divano comunque scomodo. "Tanto non avremmo nulla da fare comunque, meglio starsene a letto a scaldarsi, magari guardare quel film che tanto ti piace, com'era?" avevano deciso di guardarlo la sera, ma tanto valeva farlo subito, al massimo lo avrebbero rivisto...
Non alzava il volto dal petto caldo del rosato Lucy, ancora troppo imbarazzata per il suo stesso comportamento. Certe volte era una ragazzina e come tale piagnucolava, facendosi consolare dal ragazzo, che ancora se lo chiedeva come facesse a stare con una lei. Non era disinibita come tante sue compagne, e non sempre parlava delle esperienze intime, anche col suo ragazzo, con così tanta disinvoltura. Arrossiva anche solo nel buio della loro camera, se la prendeva per cose futili -anche il suo modo di gonfiare le guance indispettita per una qualsiasi sciocchezza mostrava quanto ragazzina sapeva essere- ed era capace di non rivolgere la parola a chi le faceva qualsiasi torto per tempi anche piuttosto lunghi. Se contava anche la testardaggine, erano tanti i difetti che la caratterizzavano, e si domandava perché Natsu, così malizioso e sfacciato, stesse ancora con lei.
Non immaginava che lui non l'avrebbe cambiata per nessun'altra persona al mondo. Avere una pantera a letto non era nemmeno paragonabile alla sensazione delle guance rosse e calde di vergogna della sua Lucy che, come una cavallerizza, lentamente dondolava su di lui, beandolo della dolce visione di quella eterea bellezza.
No, Natsu non avrebbe mai cambiato quei momenti in cui, come quello, le carezzava lentamente la schiena, calmandola, per poi prenderla a mo di sposa e portarla in camera, stenderla sul letto e fare lo stesso poco dopo, solo per abbracciarla e restare così.
Solo un pazzo avrebbe rinunciato a tutto ciò. E solo un pazzo poteva preoccuparsi del resto, del bello e del brutto di quel mondo così scombussolato, quando aveva il suo, di mondo, proprio lì accanto...

Avrebbero pensato al resto una volta che ne avrebbero avuto la voglia. Una cosa positiva era che non dovevano sentirsi degli sfaticati nel restare a letto un po' di più. E in quel momento, meglio prendersi tutto ciò che di positivo poteva portare il restare dentro casa. Una quotidianità troppo sottovalutata, riscoperta ormai da mesi, di cui avrebbero potuto e voluto godere al massimo.
Domani è un altro giorno, dicevano in un famoso film, ma perché non godersi anche l'oggi, dato che se ne ha l'opportunità?



[5164 parole]



Angolo autrice.
E comincia un'altra avventura (giuro che non mi sono dimenticata delle altre storie, ma ho un po' un blocco su quelle al momento, sorry🥺💔) stavolta dedicata a queste feste e il momento delicato che stiamo vivendo. Così diamo una piccola sbirciatina nelle vite dei nostri personaggi preferiti.
Ringrazio le admin del FairyPiece forum per aver organizzato questo evento in cui già mi sto divertendo un mondo.
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Grazie per aver letto e, se volete, a domani!
Ciao❤️
   
 
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