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Autore: GReina    19/12/2020    2 recensioni
[Iwaoi | Kuroken | Daisuga | Tsukkiyama | Bokuaka | Sakuatsu + accenni di Kagehina | Tanakiyo].
Haikyuu ad Hogwarts: segue le vicende dei nostri protagonisti per un anno (quinto per Hinata e co; settimo per Daichi e co).
Daichi è il papà di tutti i Grifondoro e Suga la mamma dei Corvonero; Kenma nasconde un segreto; Oikawa è paranoico; Tsukishima è irritato (be', non è una sorpresa!); Sakusa vuole liberarsi di Atsumu; Osamu e il suo amore per il cibo sono l'unica certezza. Venite a scoprire il resto!
Genere: Demenziale, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hogwarts' Series'
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Hinata
Hinata non aveva capito di voler entrare in squadra fino alla scorsa estate ma, una volta innestata, nulla era riuscito a togliergli quell’idea dalla testa.
Sebbene avesse ormai iniziato e concluso ben quattro anni nella più grande scuola di Magia e Stregoneria in assoluto, la famiglia di Shoyo non era ancora pratica di quel mondo. Comprendere la magia risultava già quasi del tutto impossibile persino per lui, non si stupiva, quindi, che sua madre e sua sorella non avessero la minima idea di come comportarsi all’interno della sua nuova realtà.
A spiegargli che lui era un natobabbano era stato il professor Takeda; Shoyo non ci aveva creduto, si era invece messo a ridere, contento della nuova trovata di sua madre per far divertire lui e la sorellina. Il professore ci aveva messo un bel po’ per convincerlo che non era uno scherzo, e ancora più tempo gli era servito per convincere la signora Hinata. Da quel giorno, poi, per mesi il ragazzo aveva aspettato la propria lettera, e una volta arrivata non era più riuscito a stare fermo. Il professore – Shoyo lo ricordò con un pizzico di delusione – non si era assolutamente dilungato in spiegazioni, limitandosi a spiegare alla famiglia lo stretto indispensabile:
“Capirai meglio una volta arrivati ad Hogwarts.” aveva ripetuto alle insistenti domande dell’esaltato decenne. Takeda aveva spiegato loro dei gufi usati a mo’ di postini, del muro da attraversare per giungere all’Hogwarts Express, delle lezioni, del castello, delle Case… ma – ad esempio – aveva dimenticato di parlare del Quidditch! Hinata ne aveva scoperto la natura alla sua prima lezione di Volo e da allora ne era rimasto del tutto affascinato. Passava ore nella Sala dei Trofei a leggere targhe ed immaginare partite, e ancora di più ne passava sulle tribune ad ammirare i giocatori! Agli studenti del primo anno non era permesso entrare in squadra, quindi si limitava ad osservare ed ammirare da lontano il gioco. Tornato a casa, non aveva tardato: aveva raccontato alla madre ogni singola azione eseguita nell’ultima partita del Campionato delle Case e a gran voce aveva chiesto un manico di scopa! A fine agosto, quindi, Shoyo e la sua famiglia avevano varcato la soglia del negozio sportivo di Diagon Alley e – arrivati al bancone – il proprietario era riuscito a spiazzare il giovane mago:
“Che modello stai cercando?” l’uomo non aveva ottenuto risposta, solo un’espressione confusa, ma questa non aveva demoralizzato il commerciante “Vuoi un manico da corsa? Da passeggio? Sei alle prime armi o sai già volare?” alla fine, sua madre aveva basato la scelta sul costo, più che sulle qualità della scopa ed Hinata era uscito dal negozio felice della sua Scopalinda 15. Aveva avuto solo una settimana, poi, per allenarsi, ed ovviamente aveva fallito le selezioni. Il terzo anno non era stato diverso ed al quarto era ormai preparato per il rifiuto. Quello di cui aveva bisogno, lo sapeva bene, era allenamento! Un mentore, magari, che gli spiegasse le manovre più difficili. Tutto ciò che aveva, invece, era una mediocre scopa e tanta forza di volontà. Poi, era arrivato lo sprono di cui aveva bisogno: Kageyama era stato preso in squadra.
I due non avevano messo neanche piede a Hogwarts, durante il loro primo anno, che già erano diventati rivali. Per Hinata era tutto nuovo, e la partenza da Londra non poteva che renderlo euforico. Aveva quindi salutato felice la madre e la sorella ed era corso sul treno. Aveva presto trovato uno scompartimento in cui potersi sedere; all’interno, solo un ragazzo serio e silenzioso che guardava tranquillo e impassibile fuori dal finestrino. Shoyo aveva buttato di fretta lo zaino sul sedile per tornare a salutare la sua famiglia sporgendosi dal finestrino e non si era accorto del fastidio dell’altro – a cui aveva invaso lo spazio personale – fino a quando il treno non aveva svoltato, nascondendo alla vista dei ragazzi in partenza i familiari rimasti sulla banchina.
“Sei del primo anno anche tu??” Hinata sapeva ancora poche cose del mondo magico o di Hogwarts, ma non ci aveva messo molto a notare che il ragazzo del treno indossava la divisa scolastica ancora priva di stemmi. “Il professor Takeda mi ha spiegato delle quattro Case di Hogwarts! Le conosci? Sono Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero!” l’altro non si decideva a rispondere, tutto ciò che Hinata aveva ottenuto erano stati sguardi truci, forse increduli, quindi aveva continuato “Io spero di finire in Grifondoro! Sembrano i più fighi, vero? Audacia, Fegato, Cavalleria! Culla dei cavalieri e dei puri di cuore!”
“Culla degli esaltati.” la sua risposta era stata poco più che un brontolio, ma tanto era bastato per far capire ad Hinata che non sarebbero mai potuti andare d’accordo. Kageyama, però, era anche il primo, vero mago e suo coetaneo che Shoyo incontrava! Iniziò quindi a tempestarlo di domande, fino a che quello che sarebbe stato il suo più grande nemico non aveva sbottato
“Ma insomma! Ti sembro forse un professore? Non è colpa mia se non sai niente! Che cosa hai fatto negli ultimi undici anni?” quell’ultima domanda aveva lasciato il natobabbano spiazzato: “Che cosa intende?” si era chiesto “Non sa che non avevo nessuno a cui fare tutte queste domande?”
“Guarda che io sono un natobabbano.” gli aveva quindi risposto come se quello spiegasse tutto, ma Kageyama si era solo arrabbiato di più, quindi Hinata aveva lasciato lo scompartimento, scocciato dal comportamento del compagno e speranzoso d’incontrare qualcuno più propenso ad assecondare le sue domande.
Tobio Kageyama, poi, era stato chiamato prima di lui ad indossare il Cappello Parlante, e ad Hinata non era sfuggito il suo sussurro “1 a 0 per me”. Non c’era stato bisogno di aggiungere altro per capire, il ghigno del moro parlava già chiaro, e fu da allora che iniziarono le sfide.
Chi riusciva a versare più estratto di asfodelo nella propria pozione prima che esplodesse, chi riusciva ad arrivare per primo a lezione partendo dalla Sala Grande, chi riusciva a far levitare più in alto la propria piuma o a trasfigurare per primo il proprio stuzzicadenti in ago. Kageyama era stato smistato in Serpeverde, mentre Hinata in Grifondoro: le sfide si sprecavano, ma era stato il Volo, alla fine, a far di loro i rivali per eccellenza. Durante tutto il primo anno, Hinata aveva diviso quella lezione con la classe di Tassorosso, ma era stato al suo secondo anno che dividerla con Kageyama aveva fatto venir fuori tutto il suo potenziale. Quel perfetto signorino purosangue era schifosamente eccezionale sulla scopa, Hinata non aveva neanche la pur minima possibilità di batterlo, ma ancor meno c’era la possibilità che si arrendesse all’evidenza! In breve tempo, le loro sfide erano diventati allenamenti; le lezioni di Volo un modo per farsi notare dal professor Ukai. Adesso, era pronto per le selezioni della squadra.
 
Si trovava al centro del campo con le protezioni addosso e la scopa sottobraccio. Aveva un buon presentimento! Il cielo era sereno ed il sole abbastanza alto da non dare fastidio agli occhi; aveva osservato, si era allentano, aveva imparato. Sapeva che non sarebbe stato subito il migliore, ma non aveva dubbi: un giorno anche lui avrebbe avuto il posto d’onore nella Sala dei Trofei come il cercatore di Grifondoro Udai Tenma e – soprattutto – avrebbe battuto Kageyama. Era stato il ruolo del rivale, più che quello del suo idolo della Sala dei Trofei, a spingerlo a fare il provino come cercatore. Kageyama, come al solito, era stato fortunato, ed un infortunio del cercatore Serpeverde, lo scorso anno, gli era valso un posto in squadra. A Hinata invece, tutto – in quel mondo – risultava più difficile, ed essere ancora lì, pronto a sfidare il compagno purosangue, la considerava una vittoria personale.
Era stato il primo ad arrivare, e adesso il Capitano – un ragazzo impostato che ricopriva anche la carica di Caposcuola – stava guardando l’orologio
“Direi che possiamo cominciare.” disse subito dopo. Esaminò con lo sguardo tutti i presenti indugiando appena un attimo di troppo su di lui. Hinata non se ne stupì: era il secondo anno che Sawamura Daichi passava da Capitano, ma già per ben tre anni aveva osservato Hinata provare (e miseramente fallire) le selezioni.
“Quest’anno sarà diverso!” Shoyo lo pensò, ma non lo disse. Non sapeva se la sua espressione stesse riflettendo la propria determinazione, ma se Daichi ritenne che esaminare anche lui fosse una perdita di tempo, non lo diede a vedere.
A differenza degli altri capitani, quello di Grifondoro ogni anno apriva le selezioni per ogni ruolo: a nessuno era garantito il posto, neanche se lo si aveva ricoperto l’anno prima. Hinata inforcò il proprio manico ed attese; quell’anno, il ruolo di cercatore se lo contendevano lui ed un ragazzo del suo stesso anno: Tsutomu Goshiki. L’aveva visto volare durante le lezioni del professor Ukai e la cosa lo spaventava; era un mezzosangue e in dormitorio non faceva altro che vantarsi di come casa sua fosse intrisa di ogni genere d’incantesimo anti-babbano solo per permettere a lui e ai suoi fratelli di giocare a Quidditch durante le vacanze. Stava ancora maledicendo la sua sfortuna quando il fischio del capitano e poi un bagliore di luce dorata catturarono tutta la sua attenzione: ogni distrazione era sparita e, ad un tratto, c’erano solo lui ed il boccino. Spostò il peso in avanti e iniziò a sfrecciare verso il bagliore, Goshiki – lo percepiva a malapena – gli era alle calcagna. La scopa del compagno di dormitorio era molto più veloce della sua, eppure la Nimbus 2009 di Tsutomu non poteva competere con la Firebolt 2.0 di Kageyama, ed Hinata era quest’ultima che aveva puntato di sconfiggere. Aveva studiato per due anni affinché le proprie manovre aree colmassero la differenza di velocità, e adesso quell’allenamento dava i suoi frutti. Goshiki l’aveva quasi raggiunto quando Hinata provò per la prima volta il Tackle Transilvano, il compagno credette alla sua finta e rallentò; Hinata sorrise: non si impegnava quasi per niente nello studio e avrebbero dovuto torturarlo per convincerlo ad aprire un libro di sua iniziativa, ma con il Quidditch era diverso! Aveva sfogliato ogni volume possibile della biblioteca per imparare più mosse possibili, e quando aveva letto del Tackle non si era potuto impedire di pensare a sé stesso e a Kageyama fianco a fianco sulle scope ad inseguire il boccino. Fingere di colpire il signorino Serpeverde era assolutamente nel loro stile.
L’improvvisa frenata di Goshiki ed il successo della finta diede maggiore carica a Shoyo che si appiattì sul proprio manico ed accelerò! Gli parve quasi di sfiorare il boccino quando un bolide lanciato con violenza nella sua direzione lo costrinse a frenare. Si voltò solo per vedere Ryunosuke Tanaka e Yu Nishinoya battersi il cinque. Quei due, era chiaro, sarebbero di nuovo stati confermati come battitori titolari. L’aspirante cercatore sbuffò e riportò lo sguardo di fronte a sé, luogo adesso totalmente vuoto. Decise quindi di sollevare la punta del proprio manico ed osservare il campo dall’alto in attesa che il boccino si palesasse per la seconda volta.
Tanaka e Nishinoya erano sicuramente al loro apice, ma Taketora Yamamoto, era chiaro, non aveva intenzione di rimanere in panchina come lo scorso anno e – come gli altri due – si dava da fare per mandare i bolidi che gli capitavano a tiro il più violentemente possibile verso gli avversari. Uno di questi riuscì un paio di volte a sbilanciare Hajime Iwaizumi che provava a riconfermarsi come cacciatore, mentre Kotaro Bokuto zigzagava tra le palle impazzite con una maestra tale da sembrare che fossero i bolidi ad evitarlo più che il contrario. Lev e Kindaichi, del suo stesso anno, invece, non sembravano riuscire a gestirli.
Hinata avrebbe voluto assistere a qualche parata di Tetsuro Kuroo, che ogni anno durante le selezioni sostituiva Daichi come portiere, ma un brilluccichio dorato, proprio accanto agli anelli, lo costrinse a distogliere l’attenzione dal cacciatore relegato in porta. Shoyo osò buttare uno sguardo fugace verso Goshiki prima di agire: il suo avversario si trovava tra lui e il boccino, e la sua scopa era di gran lunga più veloce della Scopalinda 15 di cui Hinata si doveva accontentare. Sorrise: era arrivato il momento di mostrare al capitano la sua mossa migliore. C’era voluto un anno intero per impararla, ma adesso era pronto: prese la rincorsa verso il rivale cercatore e, attirata la sua attenzione, si tuffò in picchiata. L’altro sicuramente non aspettò di vedere a sua volta il boccino e seguì Hinata in quell’assurda corsa verso il terreno. La Nimbus ci mise poco a raggiungerlo e quasi a superarlo, e fu proprio quando questo avvenne che Hinata interruppe la picchiata grazie a delle spirali che rallentarono la caduta: era la Finta Wronski.
Il fischio di Daichi, subito dopo che ebbe afferrato il boccino, parve ad Hinata il suono più bello che avesse mai sentito: “Vuol dire che il Capitano mi stava guardando!!”. Subito dopo, Daichi si ritirò negli spogliatoi e ne uscì solo dieci, interminabili minuti dopo
“Tanaka, Noya, riconfermati come battitori.” annunciò “Yamamoto, sei notevolmente migliorato. Ti alternerai con Ryu e Yu.” le urla di esultanza dei tre vennero subito quietate da un’occhiataccia di Iwaizumi, poi Daichi continuò:
“Bokuto, Kuroo e Iwaizumi, cacciatori.” nessuno se ne stupì “Aran, Koganegawa, voi sarete le riserve.” i due annuirono, ed Hinata ebbe come la sensazione che non puntassero ad altro. Infine, si voltò verso di lui
“Shoyo Hinata, cercatore.” sorrise “Benvenuto in squadra, finalmente.”

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n.a.
Ho ideato questa storia insieme a LorasWeasley. Ho scritto tutto io, ma le idee sono di entrambe. L'idea per il titolo me l'ha data proprio lei, infatti potrete trovare nel suo profilo una Percy Jackson!Hogwarts AU con lo stesso nome.
Per chi fosse spaventato all'idea di iniziare qualcosa di incompiuto, voglio precisare che la storia è già fatta e finita. Gli aggiornamenti saranno quindi costanti, ma le lunghezze dei capitoli no. Proprio per questo se mai dovessi essere costretta a postare un capitolo troppo corto rimedierò con un doppio appuntamento per quella settimana.
Spero che concordiate con me nello smistamento! Io devo dire di essere abbastanza soddisfatta di come li ho divisi. Fatemi sapere nelle recensioni!
A presto!


   
 
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