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Autore: _ K a r i n    19/12/2020    0 recensioni
[OC x Senku; platonico] [OC x Ryusui; romantico] “Non sei solo un amico per me, Senku, sei come un fratello! Non ti libererai presto di me, è ovvio al millemila per cento che ti aiuterò a risvegliare l’umanità!”.
Harukaze Hana era sempre stata una bambina estremamente curiosa. Cresciuta leggendo libri di medicina e di botanica al posto di manga, lei ama tutti i tipi di piante, ma le sue preferite sono i sempreverdi: Hana ama ergersi a busto alto e schiena dritta con le braccia aperte, come dei rami, e con le mani invitanti, proprio come le sue foglie verdi. Sempre pronte ad accogliere ed aiutare i suoi amici come meglio poteva, non importa le intemperie del tempo o cosa potesse accaderle. Così, quando il mondo venne investito da una luce verde che pietrificò tutta l’umanità, lei si risvegliò in una caverna accanto ad un Taiju ancora pietrificato, in una seconda età della pietra.
Con la consapevolezza di essere la seconda umana risvegliata, dopo l’amico-fratello Senku, il medico-tuttofare del regno della scienza si promise di aiutarlo a tutti i costi nel loro obiettivo di risvegliare l’intera umanità.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ishigami Senku, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo Due:

Piccoli primi passi

 

In quella seconda età della pietra, Hana, accanto a Senku, ci mise poco ad abituarsi a quella nuova situazione. Probabilmente, Hana doveva ringraziare quegli anni in cui, da piccola, faceva parte del gruppo scout e tutte le escursioni e giornate all’aperto persi nella foresta che il capogruppo Reiko faceva loro fare.

Hana era stata il capitano del club di karatè del liceo e delle medie, ma comunque non era abbastanza forte da cacciare grossi animali. Così, con le sue forti gambe, cercava di rimediare con quelli di piccola taglia, funghi e altri cibi che trovava in giro. Non era una grandissima cuoca, ma riusciva comunque a cucinare del cibo commestibile. Aiutava Senku come meglio poteva, anche se erano ancora lontani nel completare il liquido che serviva loro. Ormai era diventato il suo motto: “fare quello che puoi, meglio che puoi”.

Senku, inoltre, approfittava del talento che la ragazza aveva anche per l’intaglio, per farle fabbricare oggetti e dimezzare in due il lavoro d’entrambi.

Hana, inoltre, aveva capito presto che la sua lunghezza di capelli, nell’età della pietra, non era molto pratico, così s’intagliò un fermaglio, da un pezzo di legno, per raccoglierli. Quel fermaglio le rese più facile lavorare senza i capelli a darle fastidio: Hana ringraziò la se stessa più piccola per aver deciso di tormentare i suoi nonni materni nell’insegnarle quell’arte. Ancora adesso, non smetteva di ringraziare la sua natura curiosa e la sua voglia di conoscenza e acquisizione di abilità nuove… di nuovo, non avrebbe mai immaginato che tutto quello che aveva imparato nei suoi sedici anni di vita le sarebbero servite in quel modo.

Questa routine andò avanti per circa un mese. Quando arrivò il 5 ottobre, Taiju si risvegliò dalla pietrificazione e si aggiunse a loro, formando un trio di lavoro. Appena lo vide, Hana si lanciò ad abbracciarlo, proprio come lei stessa fece circa un mese prima, con Senku. Taiju quasi non le ruppe qualche ossa, dalla foga con cui si mise ad abbracciarla, ma per Hana ne valeva la pena. Le era mancato tantissimo. L’aggiunta di Taiju fu una benedizione per Hana e Senku anche per il cui carico di lavoro, il quale si dimezzò ancora di più, nonostante alla ramata toccasse sempre distinguere fra i cibi commestibili da quelli velenosi, che Taiju innocentemente raccoglieva.

 

 

-Cos’è questo vaso? Ci sono altre persone sopravvissute a parte me, Hana e Senku?-.

-L’ho lasciato io lì, cretino-.

-Sei stato tu?!-.

Hana non riuscì a trattenersi dal ridacchiare alla scena tra Taiju e Senku davanti alla caverna in cui si erano risvegliati, prima lei e poi Taiju. La ragazza doveva ammettere che le era mancata quella compagnia: le ricordava di quando avevano aiutato Senku a costruire il razzo alle medie. Mancava solo Yuzuriha e il quartetto sarebbe stato al completo.

-Ripopolare il pianeta è il nostro compito più importante!- esclamò Senku. -Pensi ci siano speranze per il genere umano con solo due maschi e una ragazza?-.

-Hai ragione!-.

-E non vi sembra strano che solo noi tre ci siamo risvegliati dopo più di 3700 anni?- continuò Senku, domandando.

-È vero. La pietra si è corrosa… non è così?- rispose Hana.

-Esatto. Se ipotizzassi quello… kukuku.. non trovate ancora più strano che ci siamo tutti e tre svegliati a poco più di sei mesi di distanza? Non può essere una coincidenza… deve esserci una spiegazione logica a tutto questo!-.

Poi Senku si portò vicino alla caverna e indicò le gocce che calavano dall’alto. -Osserva! Questa è acqua miracolosa prodotta dagli escrementi di questi pipistrelli. Acido nitrico!-.

-Hai detto acido nitrico?- esclamò Taiju scioccato. -Aspetta, perdonami Senku… ma non capisco cosa significa…-.

Hana gli sorrise, mentre i tre si incamminavano verso il loro campo.

-Tranquillo, Taiju. Ti basta sapere che l’acido nitrico è un ingrediente importante per quello che vogliamo creare-.

-Oooh! Ho capito!-.

-Peccato che non sia così semplice…- continuò Senku.

Una volta nel campo, con un campione di piccione gli mostrò cosa dicevano… fallendo con l’ennesimo tentativo.

-Abbiamo provato diversi metodi e materiali diversi… tentato e ritentato, forse centinaia di volte. Purtroppo adesso non abbiamo la strumentalizzazione adatta per studiarlo meglio…-

-Quindi ci sono cose che anche la scienza non può spiegare?- disse Taiju e Senku sghignazzò.

-Ecco il vecchio cliché! È per questo motivo che continuo a formulare nuove ipotesi ed effettuare esperimenti. La scienza è diretta e onesta-.

-…Se solo avessimo del sakè- continuò Senku, poi.

Hana annuì. -Per il nital, già…-.

-Esatto. Con la sua componente alcolica, cioè l’etanolo… combinato con l’acido nitrico potremo ottenere il nital. È un solvente corrosivo usato come detergente in diversi campi industriali-.

-Aspetta un attimo, Senku.- bloccò Taiju -Potresti ripetere quello che hai detto?-

-Il nital? Intacca il legame molecolare dei minerali ferrosi…—.

-No non quello! Non capirò mai un concetto del genere!- lo bloccò nuovamente Taiju.

-Parli del sakè, allora?- intervenne Hana e Taiju annuì forte.

-Si! Con quest’uva non potremmo creare del vino?- esclamò poi,  indicando l’uva che aveva raccolto prima.

I tre si fissarono per un secondo, prima che la lampadina si accese.

-Ben fatto, scimmione!-.

-Grande Taiju!-.

Fu così che i tre iniziarono a produrre del vino fatto in casa. Ci misero tre settimane per finirlo.

-Oh, è venuto meglio di quanto pensassi. È solo dieci miliardi di volte peggio del vino che si trova in un negozio- disse Senku, quando i tre assaggiarono il vino che avevano prodotto.

-M-meglio di nulla…- commentò Hana, dopo un piccolo sorso. La ramata si ripromise di non assaggiare più dell’alcol, o almeno un prodotto come quello che aveva nel bicchiere.

-Avanzeremo un passo alla volta. Da adesso dovremo romperci qualche osso per proseguire! Cominciamo con la distillazione del vino! Cercheremo di produrre brandy!- esclamò Senku.

Fu così che il trio cominciò a lavorare per distillare il vino, entrando dentro la stagione invernale. Ci misero un sacco di tempo e dedizione, ma alla fine durante un tentativo riuscirono a liberare una piuma di piccione. Con la speranza negli occhi provarono il prodotto che avevano ottenuto in uno dei tanti esemplari di piccione pietrificati che Senku conservava per i suoi esempi.

-Taiju, Hana, lasciate che vi dica una cosa… non c’è nulla che la scienza non possa spiegare- cominciò Senku, osservando la pietra intorno al piccione spaccarsi piano piano.

-Cercare una regola che spieghi cosa ci è ignoto… l’instancabile sforzo che percorre quella linea perfettamente retta… questo è ciò che chiamiamo scienza!- esclamò Senku, guardando il risultato del loro esperimento.

Il piccione si era completamente liberato e adesso volava libero nel cielo. Taiju e Hana erano raggianti; finalmente i loro sforzi erano giunti a un qualcosa di concreto.

Senku si sedette, mentre ci pensava su.

-È passato un anno da quando ho iniziato questo esperimento… finalmente ho raggiunto una soluzione dopo centinaia di fallimenti… kukuku… quel percorso perfettamente rettilineo, si raggiunge più in fretta di quel che pensi. Alla fine la scienza vince sulla fantasia. Sto iniziando ad eccitarmi!-.

Poi Senku si riferì al moro. -Taiju, dobbiamo ringraziare la tua uva per tutto questo… perciò puoi scegliere tu la prima persona da liberare dalla pietrificazione! Sei d’accordo anche tu, non è vero Hana?-.

Hana annuì sorridendo. -Certamente!-.

-Grazie Senku, Hana!- Taiju sorrise, la sua risposta era ovvia.

 

**

 

Tutti e tre andarono all’albero di canfora, l’obiettivo era liberare Yuzuriha.

-Quindi se versiamo addosso quel liquido su Yuzuriha… lei verrà liberata dalla pietrificazione?- domandò Taiju euforico.

-Certo! Quando l’ho sperimentato su frammenti di altre statue si sono tramutate tutte in cadaveri-.

-Sei inquietante!-. Hana dovette annuire alla reazione di Taiju.

-Hey, ho provato a riunire i pezzi, ma a quanto pare non possiamo fare nulla se uno è già morto. Sono stati preziosi sacrifici per il nostro futuro, dovremmo dedicare loro una preghiera- rispose Senku e Taiju si mise subito a fare una veloce preghiera buddista.

-Dai risvegliamo Yuzu!- cinguettò Hana. La ramata non vedeva l’ora di poterla riabbracciare (e avere una compagnia femminile).

Stavano per buttare il liquido sulla statua, quando Taiju si bloccò.

-Aspettate! Non possiamo!-.

-Ah?- esclamarono Senku e Hana all’unisono.

-Yuzuriha è completamente nuda! Non possiamo liberarla in questo stato!-.

-Ah! È vero!- osservava la ramata, dandosi della stupida per non averci pensato prima lei stessa. Senku non era dello stesso avviso, però.

-…ed ecco che te ne esci con un’altra delle tue. Certo è un po’ imbarazzante, ma guardati intorno. Siamo nell’età della pietra!-.

-Certo che è importante!-.

-…che importa se mostri le chiappe al vento o sventoli il pisello a destra e a manca?-.

Hana, che era rimasta in disparte a fissare la scena, non sapendo come commentare, si unì al discorso. -Hey, Senku! Io vorrei vedere certe immagini solo se si tratta del mio futuro marito, grazie mille!-.

-Yuzuriha non ha il pisello!-.

-Non è questo il punto, voi due!-

Ma Taiju non lo ascoltò. Invece si caricò in spalla la statua di Yuzuriha, con l’intenzione di portarla al loro campo, vestirla e dopo risvegliarla. Hana approvò totalmente quel comportamento da gentiluomo, nonostante Senku non capisse ancora il motivo di tutto quel trambusto. Durante la scena, però, Senku e Hana fermarono Taiju all’improvviso. Dietro di loro, un vero leone che li squadrava, insieme a delle leonesse.

-Cosa ci fa un leone in Giappone!- domandò Taiju urlando.

-Devono essere scappati dallo zoo, no? I loro guardiani sono stati pietrificati e si devono essere liberati!- gli rispose Senku, mentre cercavano di seminare l’animale. -Proprio ora il soprannome di re degli animali gli sta a pennello!-.

-Già!- annuì velocemente Hana alle parole di Senku. -Io sarei anche brava a karatè, ma so cacciare conigli, non leoni! Quindi, per favore, risparmiate il fiato per correre e basta! Sono in cima alla catena alimentare loro!-.

I tre saltarono giù da un dirupo, ma nonostante ciò il branco di leoni li stava ancora alle calcagna.

-Ma perchè ci stanno alle calcagna?- domandò Taiju.

-Bella domanda- rispose Senku. -Probabilmente ci avranno osservati per un lungo tempo. È la prima volta che vedono dei bipedi-.

-AH! Ho capito… essendo gli unici esseri umani…-.

-Già, ci avranno osservati con cautela prima di attaccare-.

Taiju all’improvviso lanciò la statua di Yuzuriha a Senku e si fermò davanti a loro, con l’intenzione di fare da scudo.

-La scienza è l’ultima roccaforte dell’umanità!- esclamò il castano.

-Senku, tu devi rimanere in vita, insieme ad Hana!-.

I due in questione, però, lo bloccarono immediatamente.

-Non ti azzardare a farlo, Taiju! Non te lo permetto!-disse la prima, con un tono preoccupato e con una punta di panico nella sua voce.

-Il tuo punto forte è la resistenza non il combattimento! Sin dalle elementari non hai mai reagito a nessuno! Riflettici razionalmente, io ho il cervello, tu i tuoi muscoli, Hana la sua versatilità manuale! Dipendiamo l’uno dall’altro! Riflettici razionalmente, quando sarà il momento di fuggire, lo faremo insieme!- gli urlò Senku e Taiju si riprese la statua di Yuzuriha, dando loro ragione e continuando a correre via insieme. Le parole di Senku fecero venire in mente un’idea a Taiju, e ne parlò subito ad alta voce.

-Se non riusciamo a sfuggirli, possiamo provare un azzardo..!-

Senku e Hana seguirono Taiju verso il punto dove aveva prima visto la statua di Shishio Tsukasa, conosciuto in tv come il liceale più forte.

-Scusami Yuzuriha, per adesso ci serve la sua forza! Ma ti prometto che ti risveglieremo subito dopo!- disse Taiju mentre appoggiava la statua della ragazza su un tronco lì vicino.

-Oi scimmione, forza versagli il liquido!- esclamò Senku, tendendo il contenitore del liquido, ma Hana lo prese in mano al posto di Taiju.

-Faccio io!- dicendo questo, Hana versò il liquido su Tsukasa, proprio quando i leoni li circondarono.

-Ci stanno per attaccare!-.

Ma la pietra che circondava Tsukasa si ruppe leggermente, mostrando parte del viso. Taiju subito si mise a chiamarlo.

-Scusaci, ti abbiamo risvegliato dopo migliaia di anni in una situazione in cui sei all’oscuro…-.

-Qual è la situazione?- la voce di Tsukasa risultava calma e ciò sorprese Senku ed Hana.

Senku però si riprese subito e gli spiegò la situazione velocemente.

-Il tuo corpo è ricoperto da una sostanza rocciosa e siamo circondati da un branco di leoni da ore nove a ore due!-

-Ok!- rispose semplicemente lui, prima di liberarsi dalla pietra con solo la sua forza e si mise immediatamente a colpire i leoni. Li abbatté in pochissimo tempo, la scena fece sorprendere il trio che lo guardava. O almeno, il duo. Hana si era ripresa subito a circa metà combattimento e si girò di spalle con le mani a coprirsi gli occhi: non voleva fissare per sbaglio qualcosa del corpo di quel Tsukasa che non avrebbe voluto vedere.

-Riguardo quello che sta succedendo potrete raccontarmi tutto con calma… ma vi prometto una cosa! D’ora in poi non dovrete temere alcun pericolo- promise loro Tsukasa, una volta aver abbattuto i leoni.

-Perchè d’ora in avanti ci penserò io!-.
 

**
 

Nonostante un’iniziale scetticismo di Senku sul tipo di persona che Tsukasa avrebbe potuto rivelarsi, il trio lo condusse nel loro campo. Era vero che sembrava una brava persona, come diceva Taiju, ma Hana comprendeva anche i sospetti di Senku. La ramata sperava solo che non succedesse nulla di male.

-Permettetemi di presentarmi nuovamente. Mi chiamo Shishio Tsukasa, ma potete chiamarmi semplicemente Tsukasa- disse il castano, dopo aver osservato il loro campo.

-I cognomi non rappresentano nulla in questo mondo. Io sono Senku, il cervello. Questo sempliciotto invece si occupa del lavoro manuale e Ivy si occupa di un bel paio di mansioni con la sua versatilità, come botanica, cucina e artigianato.- disse Senku con nonchalance, mentre Taiju e Tsukasa si stringevano la mano.

-Io sono Taiju, il sempliciotto, piacere! Se c’è qualcosa che ti preoccupa, dillo pure a Senku! E se ti senti male, parlane con Hana! Sa un sacco di cose su un sacco di piante!- esclamò Taiju, mentre Tsukasa si girava verso la ragazza.

-Puoi chiamarmi Hana, piacere!- rispose con un sorriso. -Come hanno detto loro sono abbastanza versatile su molti campi, perciò se hai bisogno di qualcosa, basta chiedere!-.

Tsukasa rispose al sorriso e tese una mano anche alla ragazza, che strinse immediatamente.

-Quindi io rappresento la forza combattiva… allora io mi occuperò della caccia- disse alla fine Tsukasa.

Fu proprio come Tsukasa aveva detto: ogni giorno riusciva a cacciare un sacco di grossi animali e a pescare tantissimi pesci, molti di più di quando erano Taiju e Hana gli addetti a raccogliere cibo.

Hana, mentre affumicava i pesci che Tsukasa aveva raccolto, pensò che finalmente potevano fare un passo in avanti per l’obbiettivo che si erano prefissati.

 

***

   
 
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