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Autore: Schmetterlinge    19/12/2020    1 recensioni
SPOILER - Episodio 178 di Boruto
Cammina tranquilla Ino, le braccia lungo i fianchi, le spalle ampie e la schiena eretta quando scorge una figura appollaiata al muro, le mani in tasca e il mento rivolto al cielo.
“Ino?”
Sorride nel specchiarsi in quegli occhi così scuri, del color della pece.
“Come mi hai trovato?”
“Non è stato difficile, genio.”
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Ino si era guardata attorno distrattamente, domandandosi dove si fosse cacciato; eppure le era sempre stato accanto, come aveva fatto a volatilizzarsi nel nulla?

 

Sospira, rilassando le spalle, mentre rivolge un’occhiata eloquente a Choji.

 

“Ci vediamo questa sera, d’accordo?”

 

Le sorride, l’amico paffutello, regalandole una carezza.

 

“Non tornare a mani vuote.”

 

“Ci proverò.”

 

Abbassa gli occhi, la kunoichi di Konoha, lasciando ondeggiare la lunga coda bionda mentre si prodiga a scomparire.

 

 

 

 

Proprio come aveva fatto lui.

 

 

 

 

Cammina tranquilla, le braccia lungo i fianchi, le spalle ampie e la schiena eretta quando scorge una figura appollaiata al muro, le mani in tasca e il mento rivolto al cielo.

 

 

 

Il ragazzo di molti anni addietro non aveva più nulla di fanciullesco.

 

Ormai era diventato un uomo.

 

 

 

Sorride nel specchiarsi in quegli occhi così scuri, del color della pece.

 

“Ino?”

 

“Ehi…”

 

“Come mi hai trovato?”

 

“Non è stato difficile, genio.”

 

Prende un respiro profondo la bella kunoichi, accostando le spalle alla parete fredda e spoglia,  accanto al suo migliore amico, spalla contro spalla.

 

“Che stai facendo, Shikamaru?”

 

“Niente …”

 

Cala un silenzio di tomba; la giovane non parla, restando in attesa.

 

 

 

Era sempre stato così tra di loro.

 

I lunghi silenzi, gli sguardi incerti.

 

Spesso riuscivano a comprendersi ancor prima di aprir bocca.

 

 

 

“Questa ricorrenza non fa che riportarmi a quel giorno.”

 

Ino in tutta risposta aveva abbassato il volto, facendosi seria. 

 

Ricordare e onorare i caduti in guerra era sempre stato un tasto dolente per entrambi.

 

“Lo stesso vale per me.”

 

D’altronde come poter dare loro torto, erano rimasti orfani di padre.

 

“Ti confesso…”

 

Shikamaru si era voltato, incontrandone le disarmanti iridi azzurro cielo.

 

“Che non mi entusiasma sapere che pensiamo le stesse cose.”

 

Il giovane aveva strabuzzato gli occhi, assumendo un’espressione corrucciata.

 

“Così sei ingiusta, Ino!”

 

La bella kunoichi aveva portato una mano alla bocca, trattenendosi dal prorompere in un fragoroso sghignazzo.

 

Poteva anche essere cambiato fisicamente ma non caratterialmente.

 

 

Era sempre esilarante punzecchiarlo.

 

 

“A pensarci bene, i nostri padri ci hanno lasciato una situazione davvero gravosa da gestire. Non credo avessimo molta scelta.”

 

“E sono riusciti a farlo con stile.”

 

“Ma di che …?”

 

“Non è forse così?”

 

Shikamaru aveva schiuso le labbra senza riuscire a emettere alcun suono, lo sguardo serioso e impensierito, incastonato nelle profonde pozze celesti della sua migliore amica.

 

“Già …”

 

“…”

 

Aveva abbozzato un flebile sorriso, reclinando gli angoli della labbra all’insù, un velo di tristezza in volto.

 

Ricordava le parole di incoraggiamento di suo padre, nonché di Inoichi, per non parlare della loro fiducia incondizionata nei confronti di due ragazzi all’epoca poco più che sedicenni, chiamati ad affrontare qualcosa di infinitamente più grande di loro.

 

“Credi pensassero davvero quelle cose?”

 

“Shikamaru …”

 

“O credi volessero solo incoraggiarci?”

 

Ino si era lasciata cadere sulla spalla del compagno, socchiudendo gli occhi.

 

“Non lo sapremo mai.”

 

“…”

 

Un altro dei loro consueti silenzi.

 

“Riusciremo a dare lo stesso esempio ai nostri figli?”

 

Sorride Ino nell’intravedere le figure di Shikadai e Inojin tra la folla.

 

Non saprei.”

 

Aveva sollevato il mento, la dolce kunoichi, mordicchiandosi il labbro mentre andava a specchiarsi negli occhi del suo più caro amico.

 

“Quando arriverà il momento, dici che lo capiremo? Perché ho qualche dubbio a riguardo.”

 

Shikamaru aveva trattenuto il respiro, preso in contropiede e basito per quanto quella amorevole seccatura - la chiamava così da anni - si divertisse ad essere responsabile per un minuto ed irrecuperabile per il resto del tempo.

 

“Sono serio, Ino!”

 

Lei in tutta risposta aveva gonfiato le guance, sul punto di scoppiare a ridergli in faccia, tanto da coinvolgere anche lui.

 

“Dai, non farmi ridere!”

 

Questo era la sua compagna di squadra, la sua migliore amica; Ino non aveva mezze misure, era tutto o niente e soprattutto, era una delle poche - pochissime - persone in grado di farlo sorridere anche nei momenti più bui.

 

Forse anche più di Choji.

 

“Shikamaru …”

 

Improvvisamente si era fatta seria, spaventosamente seria, cancellando ogni ilarità.

 

“Sai che non ti permetterò mai di fare come i nostri padri, vero?”

 

Lo guardava apparentemente impassibile, irremovibile, le labbra serrate, il respiro corto e irregolare.

 

 

 

Questa volta non stava scherzando 

 

 

“Non ti azzardare, Ino.”

 

“Puoi sbraitare quanto vuoi, tanto non servirà a nulla.”

 

Fece per allontanarsi quando si sentì afferrare per il polso, sbattendo contro la parete.

 

“Non voglio sentire certe stupidaggini.”

 

“Non lo permetterò mai, né con te né con Choji.”

 

La presa del giovane aumenta, tanto da indurla a stringere i denti e assottigliare le iridi chiare.

 

“Rimangia quello che hai detto.”

 

Ino gli prende le mani tra proprie, ricambiando quella stretta tanto soffocante.

 

“Non posso.”

 

“Adesso basta, Ino!”

 

Lo scruta, schiudendo le labbra non appena lo vede poggiarsi alla sua fronte.

 

“Basta, ti prego …”

 

La giovane gli carezza la folta chioma scura per poi scivolare via da quella stretta così salda, dandogli le spalle.

 

“Si sta facendo tardi.”

 

Shikamaru la osserva allontanarsi, preso in contropiede, raggiungendola in un paio di falcate e guardandola con la coda dell’occhio, incapace di ribattere oltre.

 

Ino sapeva essere dannatamente ostinata quando ci si metteva, un osso duro persino per lui.

 

Aveva chiuso bruscamente la conversazione, intenzionata a troncare ogni confronto, e nulla avrebbe potuto indurla a cambiare idea.

 

“Sei una seccatura insopportabile!”

 

“Lo sapevi già.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

Ao li osservava pacato.

 

Shikamaru aveva chiuso gli occhi mentre Ino si era carezzata le labbra con le dita, altrettanto commossa e sul punto di scoppiare in un pianto rovinoso.

 

 

 

Notevole fu lo sforzo per tornare a sorridere.

 

 

 

Quelle parole di incoraggiamento - le ultime dei propri padri - che avevano affollato i pensieri di Shikamaru per così tanti anni erano state pronunciate perché sinceramente sentite.

 

 

 

Erano vere e autentiche.

 

 

 

Shikaku e Inoichi non avevano mai avuto dubbi che quei due ragazzi sedicenni - insieme, uno accanto all’altra - avrebbero condotto i loro compagni alla vittoria.

 

“Sei contento adesso?”

 

“Tu?”

 

Ino aveva sorriso quando le proprie dita avevano intrecciato quelle di Shikamaru.

 

“Può darsi.”

 

“Ma davvero?”

 

Si scrutano l’un l’altra, occhi negli occhi, lasciando parlare per loro quel silenzio così carico di significato.



 

Dopotutto, bastava uno sguardo tra loro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 












Scritta di getto, o meglio di pancia.

Impossibile resistere alla tentazione dopo aver visto l’episodio 178 di Boruto.

Una rivisitazione di quei momenti tanto delicati, nulla di particolarmente pretenzioso ma spero abbastanza efficace da arrivare al cuore.

Ringrazio già chiunque vorrà dedicare il proprio tempo alla lettura di questa fic!

Alla prossima! ^.^


 

 
   
 
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