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Autore: Mari Lace    23/12/2020    10 recensioni
What if? in cui Remus si scusa con Severus dopo lo "scherzo" di Sirius, ma questo non rende i loro rapporti molto più cordiali.
«Non ha importanza» afferma soltanto, infine, voltandosi verso Lily.
Non c’è altro da dire.
Non potrebbero mai essere amici, non in quell’universo.

Questa storia è stata scritta come regalo per LadyPalma❤
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Remus Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Forse, in un altro universo

Forse, in un altro universo

 

Coraggio. Coraggio.

È Grifondoro: non dovrebbe essere così difficile trovare il coraggio di fare la cosa giusta.

Forse non spetterebbe a lui... No.

Che lo voglia o no, è stato coinvolto. È anche affar suo ora – deve sistemare le cose.

 

«Remus».

Lily lo saluta, cordiale ma un po’ stupita; Piton gli rivolge un’occhiata di puro disgusto. «Sei venuto a finire il lavoro?» gli domanda secco. L’espressione di Lily si fa confusa.

«Non... non lo sapevo» riesce a mormorare Remus; acquista sicurezza e volume parola dopo parola. «Non avrei mai accettato di far parte del piano di Sirius. Mi dispiace».

Severus vorrebbe rispondere male, ma suo malgrado deve ammettere che è sincero. Nessun mi dispiace gli avrebbe salvato la vita… ma non l’ha persa. Stringe il pugno, comunque arrabbiato. «Non ha importanza» afferma soltanto, infine, voltandosi verso Lily.

Non c’è altro da dire.

Non potrebbero mai essere amici, non in quell’universo.

 

 

«Sai, Sev, Remus è gentile. A volte mi chiedo perché vada in giro con Potter e Black… Se gli dessi una possibilità andreste d’accordo, ne sono certa!»

Chiude gli occhi, scacciando quel ricordo. Una delle tante conversazioni che aveva quasi dimenticato.

Lily conosceva la sua teoria – più di una teoria, considerando che era quasi morto sotto i suoi artigli –, ma non vi aveva mai dato importanza. Per lei non faceva davvero differenza se Remus Lupin era un licantropo: lo considerava una persona gentile, qualcuno con cui anche lui avrebbe potuto trovarsi bene. Si sbagliava.

«Severus» mormora, appena arrivato, il professor Lupin accompagnando il nome a un cenno di saluto.

«Lupin» replica, freddo. Un licantropo che insegna a difendersi da quelli come lui? Ironico.

 

«Allora addio, Severus». Lupin appare serio, quasi malinconico – non arrabbiato o triste. «Ti ringrazio. Il tuo aiuto mi è stato prezioso, quest’anno».

La sincerità di quel ringraziamento lo spiazza, ma è abile a non mostrarlo. «Addio, Lupin» pronuncia laconico, trovandosi a corto di sarcasmo. Il lupo mannaro gli volta le spalle e raggiunge la carrozza, sparendo presto dalla sua vista.

È quel che voleva – è giusto.

 

 

Nel caos della battaglia la sua abilità negli incantesimi non verbali si rivela molto utile per intervenire, non visto, negli scontri. Salva la vita di alcuni studenti senza che i loro sfidanti lo notino. Ha la sensazione pressante di star perdendo tempo, tuttavia: deve trovare Potter e consegnargli l’ultimo messaggio di Silente. Deve…

Si ferma; ai suoi piedi c’è un corpo. Un’ombra gli oscura il volto nel riconoscerlo.

Remus Lupin – morto. Non c’è dubbio, gli basta uno sguardo.

Dolohov, lì vicino, ride.

Sectumsempra.

 

Voldemort l’ha chiamato prima che potesse trovare il ragazzo. Dovrà convincerlo a lasciarlo andare, ma non è questo a occupare i suoi pensieri al momento.

Di fronte al cadavere di Lupin ha reagito d’istinto. Perché? Perché la sua morte gli lascia l’amaro in bocca?

Non sono mai stati amici, né avrebbero potuto – poco importa che Lily credesse di sì.

È arrivato. Deve rimuovere i pensieri inutili e concentrarsi solo sul presente, sul piano di Silente che ancora non comprende del tutto.

 

La sua coscienza scivola via lentamente, insieme ai suoi ricordi. Ha assolto il suo compito.

Pensa a Lily, ma accanto a lei appare – indesiderato, a tradimento – Lupin. Sono morti lo stesso giorno, c’è qualcosa di ironico in questa consapevolezza.

Non sono mai stati amici, ma forse, in un altro universo, avrebbero potuto esserlo.

 

 

 

 

 

NdA

Non c’è molto da dire, a parte urlare perché o mio Dio ho scritto su Severus Piton.

Questa storia è un regalo per Martina, autrice di magnifiche storie che trovate sul suo profilo LadyPalma, ma soprattutto amica preziosa che ho avuto il piacere di conoscere sempre più nel corso di quest’anno. Insomma… tantissimi auguri, Marti, spero davvero che questa OS ti possa piacere :3

Un abbraccio grande.

Mari

  
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