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Autore: inzaghina    23/12/2020    8 recensioni
Natale è sinonimo di gioia, o per lo meno dovrebbe esserlo, ma quest'anno non sarà così per Scorpius Malfoy che si appresta a vivere le sue prime feste senza la presenza della madre al proprio fianco.
Il ragazzo cercherà la solitudine e la distanza dal resto dei compagni, senza sapere che invece quello di cui ha bisogno è la vicinanza di una persona che riempia i suoi silenzi con il proprio chiasso e una serie di emozioni tutte da scoprire - e quel qualcuno è Rose Weasley.
[Questa storia partecipa all'iniziativa "A scatola chiusa" indetta dal gruppo facebook "Caffè e Calderotti"]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Questa storia partecipa all'iniziativa "Un regalo tutto per te" del gruppo facebook "Caffè e Calderotti", come regalo a Marti e Gaia e anche all'iniziativa "A scatola chiusa" indetta dal medesimo gruppo in occasione del Natale.
 

 


 
Angeli di neve
 
 
 
“A volte le parole non bastano.
E allora servono i colori.
E le forme.
E le note.
E le emozioni.”

Alessandro Baricco


 
17 dicembre 2021
 
L’atmosfera festosa della Sala Grande lo colpisce con la stessa forza di un bolide, rammentandogli l’incombere del Natale e di quello che è sempre stato il suo periodo dell’anno preferito. Gli abeti addobbati gli ricordano le decorazioni del Manor, di cui sua madre si è sempre occupata personalmente; le lucine fatate rendono ancora più spettacolare il contrasto con il soffitto che replica il cielo che sovrasta il castello e l’aria festosa coinvolge tutti – tranne lui. Alla sola idea di celebrare il Natale finisce preda della nausea e teme il ritorno a casa per delle feste che non avranno nulla a che fare con quelle degli anni precedenti. Non ha ancora raggiunto il tavolo verde-argento, quando sente il bisogno di invertire la rotta e mettere quanta più distanza possibile tra sé e quella stanza chiassosa, alla ricerca di conforto nei giardini innevati. Corre a perdifiato, certo di non incontrare nessuno, fino a che l’aria gelida che spira dal Lago Nero e che gli sferza il viso penetra dolorosamente nei suoi polmoni e lo costringe a cercare riparo sotto a un albero. Là riesce a normalizzare il proprio respiro, che gli si era mozzato in quella sala troppo luminosa, troppo colorata, troppo viva.
Negli ultimi mesi ha vissuto spesso momenti di sconforto improvvisi ed è consapevole che Al lo coprirà con gli insegnanti e il resto dei compagni: spesso non c’è bisogno di parlare, hanno la capacità di essere amici anche nel silenzio. Lo sguardo che Scorpius ha rivolto all’amico quel mattino è stato più eloquente di mille parole, l’altro ha capito che quel venerdì non sarebbe stato affatto una giornata semplice per l’amico. Lascia scorrere il suo sguardo sul paesaggio circostante: tutto intorno a lui è un tripudio di candida bellezza cristallizzata, il cielo perlaceo si riflette nella superficie immobile del lago e il vento freddo trasporta altre nuvole cariche di neve.
Lo scalpiccio di passi in lontananza gli segnala l’incombere delle lezioni pomeridiane e Scorpius si alza per trovare un altro rifugio in cui passare il resto della giornata scolastica, dirigendosi verso la torre di Astronomia. È lì che decide di trascorrere le ore che avrebbe dovuto dedicare allo studio dell’Aritmanzia e degli Incantesimi; rimane fermo a osservare il cielo farsi sempre più nuvoloso, fino a che fiocchi via via più grandi cominciano a scendere silenziosi, ovattando tutto ciò che lo circonda, emozioni comprese, e gli viene data la possibilità di lasciarsi andare ai ricordi.
 
“Non posso credere che tu non abbia mai fatto gli angeli di neve, Draco!”
L’uomo chiamato in causa scuote la testa e s’acciglia leggermente, alla vista dell’espressione sbalordita della moglie, “forse dimentichi di chi sono figlio, Astoria…”
“Cosa sono gli angeli di neve, mamma?” chiede il piccolo Scorpius.
“È una tradizione che io e zia Daphne abbiamo sempre avuto, insieme a nonna e qualche volta anche a nonno,” spiega Astoria, con un sorriso nostalgico che le illumina il volto e gli occhi color della giada.
“Se ci tieni tanto potremmo trasformarla in una tradizione anche noi…” borbotta Draco, decidendo che qualsiasi cosa renda così felice sua moglie sia degna di essere vissuta.
“Oh, vedrai che lo adorerai, ma soprattutto Scorpius si divertirà tantissimo!” s’entusiasma Astoria, facendo indossare al figlio di tre anni il mantello invernale prima di condurlo fuori.
I tre Malfoy passano ore spensierate in mezzo alla neve che ha imbiancato il giardino del Manor, alternandosi tra angeli nella neve e la creazione di una famiglia di pupazzi che li rappresenta, tra una lotta con le palle incantate che fanno ridere Scorpius e Astoria che spinge il marito nella neve a tradimento. Quando rientrano infreddoliti e ridenti, Draco decide che è con momenti come questi che vuole popolare l’infanzia del figlio e che gli angeli di neve sono una tradizione a cui non potrà mai rinunciare.
 
Scorpius e sua madre avevano rispettato la tradizione anche durante il Natale precedente, inconsapevoli che per lei sarebbe stato l’ultimo. Una lacrima solitaria scorre lungo il viso del ragazzo, trascinando con sé emozioni con cui è difficile venire a patti, e Scorpius si rende conto che si è ormai fatto buio e forse è arrivato il momento di tornare in dormitorio. Eppure non trova la forza di staccarsi dalla balaustra, sente la madre estremamente vicina a sé e non ha voglia di abbandonarne il ricordo, così come non si sente pronto ad affrontare i compagni e l’atmosfera festosa che ha infiltrato ogni anfratto del castello.
Non ha idea di quanto tempo sia passato quando la porta che dà sulla torre si apre silenziosamente per poi chiudersi, seguita da una serie di passi leggeri che si fermano a poca distanza da lui.
“Al, sto bene non preoccuparti…” mormora senza voltarsi.
“Non sono Al e sono più che convinta che tu non stia bene,” risponde una voce limpida che lo costringe a voltarsi.
Gli occhi di Scorpius sono attirati come dei magneti da quelli cristallini di Rose Weasley, che lo osserva a braccia conserte avvolta in uno spesso maglione rosso che le dona particolarmente.
“E così tuo cugino ha mandato te in avanscoperta?” domanda, tentando di mascherare il proprio disagio.
“E dire che sostieni di conoscerlo bene…” lo rimbecca Rose, “ovviamente Al non voleva affatto che io venissi, ma secondo te c’era qualche possibilità che gli dessi ascolto?”
Scorpius solleva gli angoli della bocca in un sorriso, nonostante non avesse avuto alcuna intenzione di farlo, ma Rose è così diretta da fargli dimenticare il senso di smarrimento che aveva provato fino a un attimo prima che lo raggiungesse.
“Spero che non vorrai fargliene una colpa,” aggiunge poi, avvicinandosi con cautela e porgendogli un paio di Zuccotti ancora caldi, “so che sono i tuoi preferiti e ipotizzo che tu non abbia mangiato nulla dopo la colazione…”
Non si era nemmeno reso conto di aver fame, ma addenta con piacere un dolcetto colorato che gli colma la bocca del dolce sapore della zucca miscelato a quello delle spezie.
“Al è un buon amico, non potrei mai avercela con lui,” sentenzia prima di mordere il secondo Zuccotto, “ma tu come sai che sono i miei preferiti?”
“Ci frequentiamo da anni, credevi che non avessi notato che li selezionavi sempre per primi?” ribatte Rose, stringendosi nelle spalle e inspirando a pieni polmoni l’aria fredda ancora profumata di neve.
“Proprio come so che le tue preferite sono le Cioccorane,” commenta Scorpius.
“Piuttosto banale, lo so,” ghigna Rose, “però adoro anche le Api Frizzole e i Fildimenta…”
“Ne prenderò nota,” sussurra Scorpius, scrutandola alla ricerca della forza di porgerle la domanda che lo tormenta dal momento in cui lo ha raggiunto. Respira profondamente, prima di buttarsi: “come mai sei qui?”
“Hai saltato le lezioni del pomeriggio, ma non sono qui per farti una ramanzina se è questo che pensi e ti prometto che ti darò i miei appunti di Artimanzia e anche quelli di Incantesimi, perché temo che Al stesse scarabocchiando schemi di gioco relativi al vostro incontro con Corvonero…”
Scorpius sbuffa e scuote la testa, decidendo che è tipico del suo migliore amico estraniarsi nelle ultime lezioni di dicembre, “grazie del pensiero, ma immagino che tu non sia qui per questo…”
“In effetti no, è che mi sono preoccupata un po’ quando non ti ho visto all’incontro dei Prefetti,” gli confessa Rose, distogliendo lo sguardo per sbirciare il cielo che si distingue a fatica, “credi che abbia davvero smesso?” domanda poi, quando capisce che Scorpius non le risponderà.
“Penso che faccia troppo freddo per nevicare ormai…”
“Allora immagino che non ci sia problema se rimaniamo qui fuori ancora un po’…”
Scorpius rimane in silenzio, spronandola a continuare ché Rose non è brava a stare in silenzio – a differenza del cugino.
“Domani verrai alla festa di Natale organizzata da James e Freddie?”
“Avevo già detto ad Al che ci sarei stato…” borbotta Scorpius, mascherando a fatica il fastidio che prova, incapace di esprimere a parole quanto l’idea di festeggiare gli sembri estranea e dolorosa.
“Credevo che non ti andasse più, insomma dopo la giornata di oggi e con il primo Natale senza...” Rose si morde il labbro, tentando invano di trovare le parole giuste da dire, riuscendo solo a mormorare qualcosa di incomprensibile, prima di abbassare nuovamente lo sguardo e ammettere la sconfitta. “Se preferisci stare solo posso andarmene, mi spiaceva solo immaginarti qui fuori, ma… immagino che Al avesse ragione e ti chiedo scusa…” balbetta, iniziando ad avviarsi verso la porta.
“Resta,” implora Scorpius, afferrando il polso di Rose tra le dita gelide e tirandola nuovamente vicino a sé, “potrei non essere la miglior compagnia, anzi, sicuramente non lo sarò, ma…”
“Ma?” lo pungola Rose.
“Ma sono felice che tu sia venuta a cercarmi.”
“Anche se Al ha detto che era una pessima idea?”
“Tu non sei Al,” dichiara Scorpius, riempiendo una pausa protrattasi per diversi secondi.
“Mhmm, in effetti no,” annuisce Rose, ringraziando il buio che maschera le sue guance arrossate – e non a causa del freddo.
“Sicuro che non ci sia niente che di vada di fare?”
“Credi che sprechi il mio tempo rimanendo qui al buio?”
“No, ognuno vive il dolore nella maniera che trova più adatta, solo mi chiedevo se non ci fosse qualcosa che desiderassi fare per cercare di tirarti un po’ su…”
“In effetti qualcosa ci sarebbe, se ti va di farmi compagnia.”
“Se non include i ragni, conta pure su di me!”
“Che ne dici di un volo notturno?”
Gli occhi cerulei di Rose vengono illuminati dalla luce della sfida, che la porta a sorridere al Serpeverde, “pronto a mangiare polvere come nel confronto di novembre, Malfoy?”
“Nei tuoi sogni, Weasley,” controbatte, osservandola appellare le loro scope dal deposito posizionato all’interno dello stadio.
Afferra la sua Firebolt e ci sale a cavalcioni, prima di essere imitato da lei.
“Se la McGranitt dovesse beccarci finiremmo in un mare di guai…”
“Vuoi forse rinunciare?” lo sfida Rose, affiancandosi a lui.
“Mai…”
“Allora fammi strada!” lo esorta, librandosi insieme a lui tra le torri del castello.
L’aria invernale lo sferza, proprio come quel pomeriggio in riva al lago, eppure ora le emozioni provate da Scorpius sono in netto contrasto con quelle che lo hanno turbato fin dall’alba, la voce di Rose risuona nelle sue orecchie e lui è spinto a chiudere la distanza tra le loro scope, per poi sorpassarla e puntare deciso verso il lago. Volare lo ha sempre fatto sentire bene, il freddo non lo infastidisce e nemmeno l’aria che finisce con l’annebbiargli la vista, percepisce il dolore sciogliere lentamente la morsa con cui ha attanagliato il suo cuore e vorrebbe urlare il suo grazie a Rose. L’avverte dietro di sé e la guida fino alla riva dello specchio d’acqua, per poi inoltrarsi verso le acque più profonde e spingersi a sfiorare la superficie che riflette le poche stelle che illuminano il cielo dicembrino.
“È gelata!” esclama Rose.
“Che ti aspettavi?”
La ragazza scuote la testa, prima di sterzare e dirigersi verso lo stadio, “l’ultimo che arriva paga pegno!”
È un testa a testa serrato quello che si conclude sul campo in cui si sono affrontati numerose volte da avversari, ma Rose riesce a superarlo e si volta compiaciuta a osservarlo.
“Vedo che la situazione non si è evoluta rispetto a novembre…”
“Sei partita in anticipo!”
“Questa è la tipica frase di chi non sa perdere.”
Scorpius scuote la testa, decidendo che non vale la pena continuare questo discorso, “hai già stabilito la mia pena?”
“Mhmm, in realtà ci devo pensare…” borbotta Rose, osservando la distesa bianca di fronte a loro.
Scorpius approfitta della concentrazione di lei per scrutarla alla fievole luce delle stelle, notando la punta del suo naso e quelle labbra che tormenta sempre con gli incisivi.
“Ho deciso!”
“Cosa?” ribatte, colto di sorpresa.
“La tua punizione…”
Il ragazzo incrocia le braccia, senza smettere di fissarla.
“Dovrai fare un angelo di neve insieme a me…”
Scorpius si ritrova a trattenere il fiato, sbalordito che, tra tutte le opzioni che Rose avrebbe potuto proporre, fosse uscita proprio con quella.
“Immagino che tu non abbia idea di cosa siano, ma sono davvero semplici in realtà…”
“Li ho sempre fatti con mia madre,” confessa lui a mezza voce, interrompendola.
“Oh, scusami tanto… oggi non ne azzecco una, sono peggio di mio padre! Penserò a qualcosa di diverso o, meglio ancora, ti lascerò finalmente in pace…”
“No,” il mormorio di Scorpius è a malapena udibile, ma nasconde una forza incredibile.
“No?”
Il ragazzo scuote la testa con veemenza, tentando di scacciare le lacrime.
“No, cosa?”
“No, non voglio che tu pensi a qualcos’altro… no, non credo affatto che non ne azzecchi una… ma, soprattutto, no, non voglio che te ne vada…”
“Oh,” per un attimo Rose non sa davvero cosa rispondere, ma recupera in fretta e gli sorride, “allora resterò e, se preferisci, possiamo semplicemente parlare… se questo era qualcosa di speciale che facevate voi due…”
“Non sono molto bravo con le parole, Rose.”
Lei annuisce, mordicchiandosi il labbro inferiore.
“Però mi piacerebbe ricordarla facendo un angelo di neve insieme a te.”
“Allora facciamolo,” ribatte lei, afferrando la sua mano e conducendolo verso la neve più alta.
Si lasciano cadere all’indietro, senza fiatare, avvolti dal freddo piacevole che solo la neve possiede; muovono braccia e gambe, nel vano tentativo di scaldarsi oltre che per dar vita all’angelo, e Scorpius può sentire più che mai la presenza di sua madre al proprio fianco. Passa qualche minuto e Rose inizia a sentirsi intorpidita, ma il respiro di Scorpius è l’unica cosa che distingue e sapere che sono soli nella neve ha il potere di farla sentire in pace assoluta e non ha alcuna intenzione di spezzare questo momento – sa che lo ricorderà a lungo.
“Grazie,” riesce finalmente a dire Scorpius, sorprendendo Rose.
“E di che?”
“Di essere venuta a cercarmi, di aver insistito per starmi accanto…”
“Veramente sei stato tu a chiedermi di restare.”
“Hai ragione, vuoi dire che devo ringraziare me stesso?”
“No,” ridacchia Rose, “credevo che non fossi bravo con le parole…”
“E infatti non lo sono,” sussurra Scorpius alzandosi in piedi e afferrando la mano di Rose, “sei congelata…”
“Anche tu,” gli fa notare lei, battendo i denti.
La trascina con sé verso gli spogliatoi, aprendo l’acqua bollente delle docce e voltandosi verso di lei, “se non vogliamo ammalarci immagino che sia meglio toglierci questi vestiti…”
“Forse fare gli angeli di neve non è stata proprio la mia idea più brillante,” mormora Rose, liberandosi del maglione.
“Shh,” Scorpius le posa l’indice sulle labbra, “non so come sarei riuscito a superare questa serata senza di te, Rose.”
“Non ho idea di cosa significhi perdere un genitore, ma ciò non vuol dire che io non possa semplicemente starti accanto…” dichiara lei, sfiorando il dito di Scorpius con le labbra.
“Proprio non sei capace di lasciarmi parlare, eh?” celia lui, scuotendo la testa.
“Ci devo lavorare su,” s’imbroncia Rose, battendo lentamente le palpebre.
“Grazie, perché hai preso una giornata orribile e sei riuscita a farmi dimenticare, anche se solo per un po’, i sentimenti contrastanti che stavo vivendo… rifare gli angeli di neve con te mi ha permesso di ricordare il sorriso di mia madre e di percepirla proprio qui,” le spiega, portandosi una mano sul cuore.
Lei rimane attonita, permettendogli di continuare a parlare, “ribadisco che non credo di essere la miglior compagnia possibile, ma sarei davvero felice di accompagnarti alla festa di domani sera, anche se non posso prometterti che sarò di ottimo umore per tutto il tempo…”
“Ti accetterò anche in versione Grinch,” lo rassicura Rose, sfiorandogli una guancia.
“E chi sarebbe scusa?”
“A volte mi dimentico quanto tu sia così poco avvezzo a tutto ciò che riguarda i Babbani…”
Le iridi di Scorpius si adombrano brevemente, portandolo ad assumere un’espressione che Rose non esita a considerare adorabile.
“Il Grinch è un personaggio creato dal Dr. Seuss ed è misantropo, scontroso, solitario e irascibile, odia il periodo natalizio e ha il cuore più piccolo del dovuto…”
“Non esagerare con i complimenti, mi raccomando,” sbuffa Scorpius.
“Giunti alla fine della storia però, il suo cuore aumenta a dismisura e lui s’innamora di ciò che rappresenta il Natale: l’amore per gli altri, la voglia di essere migliori e il significato più profondo di questa festa.”
“Non oso immaginare quanto sarà difficile il primo Natale senza mamma…” confessa Scorpius, avvicinandosi impercettibilmente a Rose e riuscendo a percepire il suo profumo di vaniglia e cocco.
“Sai, se dovesse esserlo troppo potrai sempre raggiungerci alla Tana,” gli propone lei.
“E lasciare mio padre solo?”
“Potresti portare anche lui…”
“Mhmm, potrebbe essere divertente in effetti… ci penserò.”
“Ma noi non dovevamo toglierci i vestiti bagnati?” domanda Rose.
“Se volevi vedermi nudo, bastava che chiedessi…” sogghigna Scorpius, togliendosi il maglione e la camicia in un unico gesto.
“Hai detto che non volevi che ci ammalassimo…” borbotta lei in risposta, arrossendo quasi quanto i suoi capelli.
“Sei bellissima quando arrossisci,” confessa Scorpius, invadendo lo spazio vitale di Rose, decidendo che la vita è troppo breve per non cogliere l’occasione.
Lei apre la bocca, ma stranamente non esce alcun suono e si ritrova a fissare il volto di Scorpius avvicinarsi sempre di più; il ragazzo si concentra sulle efelidi che tempestano il viso di Rose, pianificando di baciarle una a una — quando si presenterà l’occasione. Si specchia negli occhi cerulei di Rose, le cui iridi sono state quasi fagocitate dalle pupille dilatate dal desiderio, osserva i suoi denti candidi affondare nel labbro inferiore, prima di posare le proprie labbra su quelle di Rose e soffocare un gemito. Le bocche si schiudono, dando all’altro libero accesso, le lingue si sfiorano delicatamente, per poi lambire ogni angolo e provocare in entrambi un piacere inaspettato, le mani di Scorpius risalgono la schiena di Rose fino a raggiungere i suoi capelli disordinati, mentre quelle di lei si posano sulle spalle nude del ragazzo. Scorpius libera le labbra di Rose, per sfiorarle le guance, poi il collo e le spalle, coperte solo dalla camicia mezza sbottonata, intravede anche sulle clavicole un’infinità di lentiggini che costellano la sua pelle candida e tenta d’immaginare quante ne possa avere nelle parti del corpo che non ha mai avuto il piacere di vedere. Rose lo afferra per i capelli, riconducendolo verso la propria bocca e baciandolo in maniera famelica – quasi predatoria – e Scorpius è attraversato da scosse di piacere mai provate prima. Quando le loro labbra si separano nuovamente, il ragazzo fatica a percepire i pensieri, offuscati dal battito martellante del proprio cuore nelle orecchie, posa la fronte su quella di lei e osserva le sue labbra languide, ancora umide a causa dei suoi baci.
“Se avessi saputo che il modo migliore per zittirti era baciarti lo avrei fatto molto prima,” le sussurra contro il broncio in cui si piegano quelle labbra di cui non è ancora lontanamente sazio.
“E se avessi saputo che eri un così bravo baciatore, forse lo avrei fatto io…”
Scorpius piega gli angoli della bocca in un ghigno, “e così sarei bravo, eh?”
“Non male…” ribatte Rose, simulando indifferenza.
“Tu sei fenomenale,” le confessa, sfiorandola per un bacio che avrebbe voluto fosse dolce, ma che finisce per farli rimanere entrambi senza fiato, preda di emozione ignote e ingovernabili.
“Non dovevamo scaldarci con una doccia?” domanda Rose.
“Sinceramente adesso sono anche troppo accaldato…”
“Mhmm, non so cosa avevi in mente, ma io parlavo di docce separate,” chiarisce la Grifondoro.
“Per chi mi hai preso? Io sono un perfetto gentiluomo, non ti forzerei a fare nulla al primo appuntamento.”
“Questo era un appuntamento?” s’informa Rose, togliendosi la gonna e le calze di lana, totalmente a proprio agio all’idea di rimanere in biancheria davanti a lui.
“Non lo era?” il tono di Scorpius è incerto, mentre si spoglia dei pantaloni.
“Devo dire che è stato decisamente meglio del mio primo appuntamento con Owens…”
“Allora posso considerare quella di domani la nostra seconda uscita?”
“Direi proprio di sì,” conferma Rose, baciandolo brevemente e raggiungendo le docce femminili.

 
*
 

18 dicembre 2021
 
La sera successiva, quando Scorpius raggiunge la Stanza delle necessità insieme ad Albus, il resto del clan Weasley-Potter è già presente, ma lui ha occhi solamente per Rose che ride assieme a Dominique e Lily con indosso uno splendido abito blu notte.
“Hey, ce l’avete fatta!” esclama, abbracciandolo di slancio.
Lui la stringe a sé, inspirando il profumo dei suoi capelli e quello della sua pelle, che è rimasto incastrato nei suoi pensieri e che gli ha fatto compagnia durante la notte.
“Sei bellissima,” le sussurra all’orecchio.
“Anche tu non sei affatto male,” ribatte, occhieggiando la camicia scura che mette in risalto il color piombo dei suoi occhi.
“Ci siamo perse qualcosa?” ridacchia Lily, dando di gomito a Dominique.
“Immagino che finalmente abbiano parlato,” risponde l’anglo-francese, stringendosi nelle spalle.
“Se dovesse diventare troppo difficile, fammi un cenno e possiamo filarcela quando vuoi…” lo rassicura Rose.
“Va bene…”
“Solo, non sparire senza dirmi nulla, ok?”
“Vuoi solo approfittarti di me in occasione del nostro secondo appuntamento, vero?” ribatte Scorpius.
Rose rotea gli occhi, prima di colpirlo scherzosamente a un braccio, “sei impossibile,” ha il tempo di borbottare prima che le labbra di Scorpius si schiudano sulle sue.
“Ora che ho imparato a zittirti non credo che smetterò mai di farlo…”
“Mhmm, vieni qui!” ridacchia Rose, attirandolo nuovamente a sé, incurante degli sguardi del resto del gruppo.
E Scorpius si ritrova a ricambiare il sorriso di lei, mentre ne assapora le labbra screpolate e stringe il corpo della ragazza a sé, ripensando agli angeli di neve che hanno creato insieme e a ciò che è riuscito a confessarle nell’intimità dei momenti che hanno vissuto. Riesce a credere che questo sia l’inizio di qualcosa di speciale e il suo cuore accelera immaginandosi sua madre che veglia su di lui e gli sorride orgogliosa.
Più tardi, nel corso della serata, quando si sente sopraffatto dalla marea di persone che lo circondano, è sufficiente un sorriso di Rose per calmarlo, o un tocco delle sue dita per riuscire a riprendere il controllo del proprio respiro. È da poco passata la mezzanotte, quando i due ragazzi sgattaiolano fuori dalla stanza per cercare rifugio sulla torre di astronomia. Nel silenzio del cielo invernale che li protegge, i due ragazzi si scrutano e si sfiorano, si baciano seguendo il ritmo dei propri cuori e tracciano i contorni dei loro corpi senza alcuna fretta. Scorpius ha finito con il trovare la strada per la persona migliore per lui, proprio quando era convinto di essersi smarrito e di star vivendo il suo momento peggiore. E, con Rose accanto, sa che potrà continuare la tradizione degli angeli di neve tanto cara a sua madre.



 


 
 
 
Nota dell’autrice:
Lo sanno tutti ormai, quanto io ami questi due e non potevo resistere all’idea di scrivere un pezzo dedicato a loro ambientato in questo periodo, soprattutto avendo l’occasione di dedicarlo a due loro fan come Marti e Gaia 
– 
che spero proprio apprezzeranno il mio sforzo.
Non avendo letto “The cursed child” la morte di Astoria è tutta farina del mio sacco, così come la reazione di Scorpius al primo Natale senza sua madre.
Immagino che Rose condivida con il padre l’odio per i ragni, così come in generale me la immagino molto attaccata a lui e un po’ impulsiva proprio come Ron.
Spero che questa storia vi sia piaciuta e che l’idea non sia troppo poco originale.
Un abbraccio a tutti e Buon Natale!
   
 
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