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Autore: Magica Emy    24/12/2020    4 recensioni
Piccola one shot natalizia con I miei migliori auguri di buon Natale.
Cosa succederebbe se, la vigilia di Natale, Akane e Ranma si trovassero improvvisamente bloccati a casa, da soli, da una violenta tempesta di neve? Ho provato a immaginarlo... Buona lettura
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stella dei desideri 


Il suo respiro si addensò sul vetro freddo della finestra in una macchia opaca dai contorni sfocati che Akane cancello' con un gesto della mano, sospirando affranta. Fuori da quella casa accogliente, nient'altro che neve. La tempesta che ormai da ore imperversava senza un attimo di tregua l'aveva messa in allarme, rendendola ansiosa e malinconica. Tutta colpa di quel folle del preside se lei e Ranma erano rimasti a casa. L'accordo era che dopo il campionato sportivo a cui, per volere di quello stupido del padre di Kuno erano stati costretti a partecipare, pena l'espulsione immediata, entrambi avrebbero raggiunto la famiglia alle Terme, luogo scelto per trascorrere le feste. Non avevano però fatto i conti con la tempesta di neve che senza preavviso si era abbattuta sulla città, bloccandoli a casa la vigilia di Natale. Se non altro grazie a loro l'istituto Furinkan ne era uscito vincitore. Già, magra consolazione viste le condizioni in cui si trovavano. Erano comunque riusciti a collegarsi telefonicamente, tranquillizzando i rispettivi genitori prima che le linee saltassero definitivamente per colpa del maltempo, finendo per isolarli del tutto. 

Maledizione. 

-Eccolo qui il tuo dannato giocattolo! Mi sono quasi rotto l'osso del collo per recuperarlo in mezzo a tutte quelle cianfrusaglie, e… Etciù! Accidenti alla polvere! 

La voce di Ranma la distolse dai suoi pensieri, riportandola coi piedi per terra mentre si voltava verso di lui, prendendo dalle sue mani la piccola stella di cristallo a dieci punte, ornamento finale dello splendido albero di Natale che avevano allestito nel soggiorno. Come poteva averla dimenticata? 

Sorrise, rigirandola tra le dita per contemplarla a lungo, come se si trattasse di un tesoro di inestimabile valore. 

-Su, piantala di brontolare. Non è Natale senza la mia stella dei desideri, sai quanto ci tengo. 

Rispose. 

-Se ci tenevi così tanto perché non sei scesa tu in cantina a prendertela da sola? Ma no, certo, perché nel frattempo hai preferito riempire casa di tutte queste inutili decorazioni e lustrini che la fanno assomigliare tanto a una specie di circo. Già che c'eri potevi travestirti da babbo Natale, appendere delle altalene al soffitto ed esibirti in un volo da acrobata. Roba da matti! 

-Hai finito di dire scemenze? Questa si chiama atmosfera natalizia e il fatto che tu, signor Scrooge, sia allergico alle giornate di festa non mi fermerà dall'addobbare ogni angolo di questa stanza con tutto ciò che mi pare. E adesso metterò questa stella in cima all'albero, dove è sempre stata. 

Disse, ignorando la sua buffa espressione ingrugnata prima di accingersi a salire sulla scala, un gradino per volta, adempiendo a ciò che si era appena ripromessa di fare, rimirandone poi soddisfatta il risultato. Ecco fatto. La stella dei desideri brillava finalmente al suo posto e tutto le sembrò subito più bello e luminoso. Quel minuscolo oggetto a lei tanto caro racchiudeva in sé lo spirito del Natale e, come le ripeteva spesso la sua povera mamma quando era ancora soltanto una bambina, se si pregava intensamente esprimendo un desiderio, questo si sarebbe di certo avverato. Scosse la testa, abbassando lentamente lo sguardo. Chissà se il suo, di desiderio, si sarebbe mai realizzato. Forse era troppo grande per rimettere in quelle punte di cristallo tutte le sue speranze, ma sapeva che, nonostante tutto, non avrebbe mai smesso di credere all'affascinante potere magico che pareva irradiare. 

-Che diavolo ci sarà mai da festeggiare in questa assurda situazione non lo capirò mai. Guardati intorno, siamo praticamente soli. E questa stupida porta è… 

Ranma si interruppe per lo sforzo, cercando per l'ennesima volta di aprire l'uscio cigolante con un colpo ben assestato che non ebbe purtroppo il risultato sperato. 

-Bloccata - la giovane completò la sua frase - è inutile che continui a provarci, la neve e il gelo l'hanno bloccata. Non si può neppure mettere il naso fuoriiiiii! 

Il ragazzo col codino lasciò qualunque cosa stesse facendo per precipitarsi da Akane, che appena ruzzolata giù dalla scala con un sordo tonfo che lo aveva spaventato a morte se ne stava ora stesa sul pavimento, intenta a massaggiarsi vigorosamente un grosso bernoccolo comparso intanto sulla sua fronte. 

-Akane! Akane, guardami, come ti senti? Ti fa molto male? 

Esclamò, l'aria visibilmente preoccupata. La tirò su delicatamente, controllando con apprensione che non avesse niente di rotto. 

-Ahi, la mia testa! 

La sentì bofonchiare e il suo viso si fece d'un tratto pallido e tirato. 

-Ci mancava solo questa! Possibile che sia sempre così imbranata da combinare un guaio dietro l'alt… Ehi, cosa c'è adesso, perché mi stai guardando in quel modo? 

Disse, alludendo al suo sguardo trasognato quando la scoprì a fissarlo così intensamente da sentirsi avvampare dall'imbarazzo. 

-Tu… Tu sei bellissimo. 

Mormorò la ragazza, prendendogli il volto fra le mani senza alcuna esitazione e in un gesto talmente inaspettato da lasciarlo completamente basito. 

-C… Cosa? Ma che stai dicendo? Ho paura che abbia battuto la testa molto più forte di quanto credessi. Forse hai bisogno di stenderti un po'. 

Balbetto' in soggezione, tentando inutilmente di placare i battiti impazziti del suo cuore. Akane percorse piano con le dita quelle guance ormai paonazze e, senza smettere di specchiarsi nei suoi occhi chiari, gli rivolse un dolce sorriso che in un attimo abbatté ogni possibile barriera, rendendolo preda di violente emozioni che si accorse di fare veramente fatica a controllare. Era sempre stato così e, anche se non lo avrebbe mai ammesso con nessuno, quello splendido sorriso rappresentava il suo punto debole. Ogni volta che Akane sorrideva, infatti, non poteva fare a meno di sentirsi sciogliere come neve al sole. 

-In realtà credo di non essermi mai sentita meglio, e tu sei così bello che, tutto a un tratto, ho solo voglia di… 

-Akane, che fai? Ferma. 

La incalzò con scarsa convinzione, anche se troppo tardi. Il suo viso era già  vicino, pericolosamente vicino. 

-Vorrei tanto baciarti. 

Concluse lei in un soffio, socchiudendo le palpebre e fermandosi a pochi centimetri dalle sue labbra. Ranma deglutì nervosamente un paio di volte, incapace di credere alle proprie orecchie. 

-Allora, tu lo vuoi davvero. 

Sussurrò timoroso e col cuore in gola, poi chiuse gli occhi a sua volta, ma… Il bacio non arrivò. Al suo posto una risata cristallina echeggiò nell'aria, costringendolo a riaprire gli occhi di colpo solo per accorgersi che Akane, ormai a debita distanza, si era appena presa gioco di lui. Perché di questo si trattava. Abbassò lo sguardo, talmente avvilito da non avere il coraggio di proferire parola. 

-Ci sei cascato - cantilenava intanto la piccola Tendo, tenendosi la pancia per il gran ridere - Ahah è stato esilarante, avresti dovuto vedere la tua faccia! 

-Molto divertente. E io che mi ero seriamente preoccupato per te. 

Riuscì infine a dire con uno sforzo tremendo, sentendo il cuore andare a fondo come una pietra. 

-Su, non fare così - proruppe Akane, cui non era certo sfuggita quell'aria inspiegabilmente affranta - era solo uno scherzo innocente. 

Già, solo uno scherzo. Come poteva essere stato così stupido? Dopotutto erano fidanzati per volere dei rispettivi genitori e l'amore non era certo compreso nel pacchetto. Akane non provava niente di romantico per lui. Stava giocando, tutto qui. Anche se ammetterlo non lo fece sentire meglio. 

-O preferivi davvero che ti baciassi? 

-Che cosa? Perché dovrei voler baciare una che ha il sex appeal di un criceto con l'alzheimer? 

Lo sentì risponderle con voce tremante, forse un po' troppo in fretta quando le voltò le spalle. 

-Allora si può sapere per quale motivo sei così arrabbiato? 

-Sono arrabbiato perché ti sei divertita a prendermi in giro, facendomi fare la figura del perfetto imbecille! Perché, anche se solo per un attimo, ho pensato sul serio che volessi… Senti, lasciamo perdere, ok? 

E fece per andarsene, ma la voce di Akane lo bloccò sul tempo. 

-Ranma, aspetta! Mi dispiace, non credevo che te la saresti presa così. 

Il giovane strinse forte i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. 

-Non me la sono presa affatto! 

Gridò, facendola trasalire di colpo e mandando al diavolo tutti i suoi buoni propositi di tenere a freno la collera, che ora sentiva scorrergli dentro come lava bollente. Fu in quel momento che tutte le luci si spensero a un tempo, segno evidente che anche la corrente li aveva definitivamente abbandonati, lasciandoli al buio. 

-Dannazione!

Imprecò a denti stretti, cercando invano delle torce e inciampando più volte tra i vari ostacoli sparsi sul suo cammino prima di riuscire a trovare l'unica candela in circolazione. L'accese con non pochi sforzi e la sua debole luce rischiarò ben presto i loro volti tesi e preoccupati. La situazione stava degenerando in fretta, la tempesta non accennava a diminuire e, quel che era peggio, cominciava a fare decisamente freddo. Almeno, con tutte le provviste che Kasumi aveva fatto prima di partire, non avrebbero rischiato di morire di fame. Anche se sentiva lo stomaco talmente chiuso che mangiare in quel momento era sicuramente l'ultimo dei suoi pensieri. La notte stava arrivando e di certo sarebbe stata tra le più gelide. 

-Credo che ci servano delle coperte - considerò Akane, dando voce anche ai suoi pensieri e cercando il suo sguardo sfuggente - vado a prenderle. 

-Lascia, ci penso io. 

Lo sentì risponderle senza guardarla, portando con sé la candela per tornare subito dopo con due futon che srotolo' con attenzione sul pavimento accanto a loro, ma ben distanziati l'uno dall'altra. 

-Immagino sia più sicuro passare la notte qui in soggiorno, è il posto meno freddo della casa. 

Disse, senza neppure accorgersi di quanto il suo tono distaccato l'avesse ferita. Ma lei, orgogliosa com'era, non lo diede certo a vedere. Assunse anzi un'espressione quasi ostile rannicchiandosi sotto le coperte, ma presto sentì il gelo penetrarle le ossa e a quel punto, tremante e vergognosa, chiese a Ranma di avvicinare il futon al suo. Forse, se avessero dormito più vicini sarebbero riusciti a scaldarsi almeno un po'. Dopo un momento di esitazione il ragazzo obbedì. Poi, senza dire una parola spense la candela con un soffio ed entrambi ripiombarono nell'oscurità. Akane avverti' il fruscio di lenzuola e coperte accanto a sé, segno evidente che Ranma si era a sua volta sistemato a letto, così cominciò lentamente a rilassarsi. Era contenta di non trovarsi da sola in quella spiacevole situazione, la presenza del fidanzato le infondeva una certa sicurezza. Anche se lui adesso era così freddo e distante da non rivolgerle quasi la parola. Tutto per colpa di quello stupido scherzo che probabilmente avrebbe potuto risparmiarsi. Che idiota era stata a comportarsi a quel modo, ma non immaginava certo che così facendo avrebbe urtato la sua suscettibilità. Non lo faceva tanto sensibile eppure se l'era presa, e ora pareva avercela a morte con lei. Si rese conto di non poter sopportare ancora a lungo quel silenzio opprimente che le pesava dentro come un macigno. Si schiarì la voce, facendosi coraggio. Parlargli sarebbe stato più semplice per lei se, dato il buio, non poteva vedere la sua espressione. 

-Ranma? 

Sussurrò. 

-Mmm? 

-Senti, hai fame? 

-No. 

-Neppure io. 

-Bene, allora. Buonanotte. 

-Ranma? 

Riprovo' qualche secondo dopo. Silenzio. 

-Ran… 

-Cosa c'è ancora? 

Ribatté spazientito. 

-Stai già dormendo? 

-Mi spieghi come faccio a dormire se mi chiami di continuo? 

-Sei ancora arrabbiato con me, vero? 

-Non sono arrabbiato, Akane. È solo che… 

-Cosa? 

Di nuovo quel familiare fruscio. Si era voltato verso di lei, riusciva chiaramente a percepirlo. Lo immaginò intento a fissarla e arrossì nel buio, facendo poi dei respiri profondi per trovare il coraggio di proseguire. 

-Scusami per il mio comportamento, io… 

Si interruppe bruscamente, incapace di aggiungere altro mentre lasciava che gli occhi si abituassero pian piano all'oscurità e, prima ancora di distinguere la sua sagoma sdraiata accanto a lei, lo avvertì chiaramente. Il suo respiro sulle guance. Doveva essere molto vicino, adesso. Troppo vicino. Così tanto che in quel momento il suo cuore perse un battito. Provò allora a dire qualcosa, sporgendosi forse più di quanto intendesse fare, e fu allora che accadde. Le sue labbra sfiorarono accidentalmente quelle di Ranma e lui si ritrasse di scatto, allontanandosi con un gesto brusco che la ferì più di quanto fosse stata disposta ad ammettere. Era durato solo un secondo, ma si rese conto di non voler rinunciare a quel contatto. Ne aveva bisogno, lo desiderava disperatamente ed era sicura che anche lui provasse la stessa cosa, nonostante si ostinasse a dimostrare il contrario. Altrimenti perché se la sarebbe presa tanto per quel bacio che gli aveva negato, e che ora lui stesso stava negando a lei? Sì, tutto era finalmente più chiaro. Lo sapeva. Lo sentiva. Sfiorò le sue mani, risalendo lentamente ad accarezzargli le braccia fino a ritrovare il suo dolce respiro. 

-Se questo è un altro dei tuoi ridicoli giochetti, giuro che stavolta… 

A quel punto, smettendo totalmente di pensare, Akane lasciò che le labbra premessero timidamente sulle sue in un casto bacio che interruppe qualunque cosa stesse per dire e che sperò fugasse ogni dubbio. Ma, la ferma determinazione che avvertì dall'altra parte quando lo sentì irrigidirsi, ritraendosi di nuovo in una insopportabile tortura, bruciò le sue palpebre sotto forma di lacrime cocenti. 

-Adesso sei tu che stai giocando con me e questo non vale. Non respingermi, non un'altra volta. Non lo sopporterei. Solo… Baciami, perché è l'unica cosa che desidero. E so che lo vuoi anche tu. 

Lo supplicò con voce rotta. Bastò questo a spazzar via definitivamente dal cuore di Ranma qualsiasi sospetto ancora esistente, prima che le loro labbra si incontrassero ancora e ancora. Era vero. Lo voleva, lo voleva almeno quanto lei. Entrambi, tuttavia, erano così teneramente inesperti da non sapere bene che cosa fare finché la ragazza schiuse d'istinto le labbra, permettendo alla sua lingua di scivolare dolcemente in quell' umido calore che anche lui aveva tanto sognato e che ora poteva finalmente assaporare. Ma non era un sogno, stava accadendo davvero. I loro movimenti divennero via via meno impacciati e i baci sempre più appassionati, mentre stretti l'un l'altra si lasciavano travolgere da meravigliose emozioni tutte nuove. Akane sapeva di menta e le labbra di Ranma erano calde quando si spostarono ad assaggiare la pelle morbida delle guance profumate, prima di tornare a coprire la sua bocca invitante, orfana di quei lunghi baci attesi ormai con impazienza. Le mani si mossero audaci sotto la sua maglietta del pigiama, accarezzandola piano e facendola sussultare e rabbrividire insieme. Questo lo rese di colpo insicuro, spingendolo a fare marcia indietro. Forse stava andando un po' troppo in fretta e l'aveva messa a disagio. Non avrebbe di certo fatto nulla che non desiderasse anche lei. 

-Mi… Dispiace. 

Balbetto', credendo di aver sbagliato qualcosa. 

-Perché ti scusi? 

-Stai tremando. Sicura che… 

-Sto bene. Non fermarti, ti prego. Non smettere di toccarmi. Mi piace da morire. 

Lo incoraggiò la fidanzata, affondando le dita tra i suoi folti capelli corvini per attirarlo nuovamente a sé, ebbra d'amore. Non si era mai sentita così e non sapeva cosa le stesse accadendo ma, qualunque cosa fosse, la faceva stare talmente bene da desiderare che quel momento non finisse mai.  Le luci si riaccesero all'improvviso, sorprendendo i due giovani che, costretti a guardarsi negli occhi arrossirono imbarazzati, staccandosi bruscamente ora che la corrente, finalmente tornata, aveva permesso loro di spiare le rispettive reazioni. Di certo era stato molto più facile baciarsi al buio. Con le guance ancora violacee e le labbra tumide Akane si rialzò in piedi, ridacchiando nervosa e abbandonando temporaneamente il tepore di quelle forti braccia per correre a spegnere le luci, quando passando davanti alla finestra si accorse con sollievo che la bufera era cessata. Il paesaggio, bello da togliere il fiato, si delineava chiaro in un'immensa distesa candida e smagliante mentre la luna faceva capolino tra le fronde degli alberi innevati, rischiarando la splendida notte stellata che pareva avvolgerli in un morbido manto di velluto blu. Rapita da quell'affascinante spettacolo, si accorse della presenza di Ranma solo quando lo sentì posarle gentilmente una coperta sulle spalle, abbracciandola da dietro. 

-Ehi, torna a letto. Fa davvero freddo. 

Disse piano, stampandole un bacio sulla guancia. 

-Hai visto? Ha smesso di nevicare, adesso sembra tutto talmente bello! 

Esclamò lei con entusiasmo. 

-Ti amo. 

Le sussurrò d'un tratto all'orecchio, cogliendola completamente alla sprovvista mentre sentiva il cuore farle una capriola nel petto, mozzandole il respiro. Quelle parole pronunciate così, di punto in bianco e come se fosse la cosa più naturale del mondo la riempirono di felicità, facendole tremare le ginocchia tanto violentemente che era sicura che, se Ranma non fosse stato lì a sorreggerla, avrebbe seriamente rischiato di cadere. Il suo sguardo grato si posò sulla stella dei desideri che brillava in cima all'albero come un gioiello prezioso, ringraziando silenziosamente lo spirito del Natale per aver finalmente avverato il suo più grande desiderio. 

-Oh, che peccato! Con tutto quello che è successo non ho nemmeno avuto modo di comprarti un regalo. 

Considerò il ragazzo, sinceramente dispiaciuto per quella mancanza e Akane si voltò verso di lui, il bel volto illuminato da un caldo sorriso. 

-Non importa perché, sai, in realtà mi hai appena fatto il dono più bello che potessi ricevere. 

-Come sarebbe a dire, se non ho… 

Posò un dito sulle sue labbra, impedendogli di finire la frase. 

-Ti amo anch'io. Buon Natale, Ranma. 

Fu tutto ciò che disse, guardandolo con infinito affetto. Lo vide sorridere a sua volta, stringendola a sé affinché potesse sentir galoppare il suo cuore, che ora batteva più forte solo per lei. 

-Buon Natale, Akane. 

 

Fine. 


 
   
 
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