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Autore: lapacechenonho    24/12/2020    6 recensioni
Ron era seduto sulla poltrona di casa sua. Aveva la piccola Rose appoggiata su una spalla, profondamente addormentata. Nel salotto di casa Weasley-Granger, c’era un silenzio innaturale per una casa con due bambini, ma succedeva così quando Rose e Hugo facevano le ore piccole per aspettare Babbo Natale e poi crollavano addormentati appena toccavano una superficie morbida. Hugo era attaccato al seno della madre che succhiava il latte avidamente ed Hermione lo guardava con un sorriso innamorato. Ron si concentrò sulla figura della moglie, i suoi capelli vaporosi, i suoi occhi castani, le sue labbra increspate in un sorriso.
[La storia partecipa alla challenge Secret Santa Challenge indetta da Lita_EFP sul forum di EFP]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Kindred spirit. 
 
 
Quando si incontra la persona giusta, lo capisci subito.
 
Ron era seduto sulla poltrona di casa sua. Aveva la piccola Rose appoggiata su una spalla, profondamente addormentata. Nel salotto di casa Weasley-Granger, c’era un silenzio innaturale per una casa con due bambini, ma succedeva così quando Rose e Hugo facevano le ore piccole per aspettare Babbo Natale e poi crollavano addormentati appena toccavano una superficie morbida. Hugo era attaccato al seno della madre che succhiava il latte avidamente ed Hermione lo guardava con un sorriso innamorato. Ron si concentrò sulla figura della moglie, i suoi capelli vaporosi, i suoi occhi castani, le sue labbra increspate in un sorriso.  
Ripensò a quando si era reso conto di amarla, mentre era a Villa Conchiglia da Bill. Era nel letto che pensava a quanto fosse stato stupido a scappare e a lasciare Harry ed Hermione da soli, quando la figura di Hermione si era materializzata davanti ai suoi occhi e gli aveva scaldato il cuore. Solo in quel momento si era reso conto che la sua amica, non era solo un’amica, non era solo una cotta passeggera. Era quanto di più prezioso avesse nella sua vita.

 
Non riesci a smettere di pensarla
 
Ron si era appena ripreso dall’avvelenamento e negli ultimi giorni si sentiva piuttosto strano. Era stato convinto che la causa fossero i residui dell’Idromele Barricato avvelenato, ma ben presto si accorse che non era così. Non erano gli effetti collaterali del veleno o degli antidoti perché quella sensazione di stranezza aumentava a livelli esponenziali quando c’era Hermione vicino a lui e cioè praticamente sempre. Non era ancora ben chiaro come si era lasciato con Lavanda, sapeva solo che si era svegliato e improvvisamente era single e la sua ex-ragazza sembrava avercela a morte con lui. Non che a lui dispiacesse, Lavanda era diventata veramente fastidiosa, ma sentiva che gli mancavano dei pezzi.
Anche Hermione era piuttosto strana, ogni volta che cercava di chiedere a lei o ad Harry come era successo che Lavanda l’aveva lasciato, Harry sorrideva compiaciuto ed Hermione abbassava il capo imbarazzata, affondando la testa in qualche lettura più interessante di lui.
Per qualche strano motivo, ultimamente non faceva altro che pensare a lei, spesso prima di addormentarsi la sera, immaginava di scambiare quattro chiacchiere con lei, senza Harry, pericoli mortali, libri misteriosi o Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Solo loro due a parlare del più e del meno. Hermione compariva spesso nei suoi sogni e spesso sognava scene che aveva vissuto con Lavanda, solo che al posto di Lavanda c’era Hermione. E Ron non si stancava mai di lei. Nei sogni, si scambiavano un bacio e lui voleva sempre più. Poi si svegliava e si rendeva conto che per Hermione era solo l’amico scemo.
 
Diventa la tua migliore amica, la tua anima gemella.
 
Dopo la guerra era stato difficile riprendere in mano la propria vita. Fred non c’era più e sentire i singhiozzi di George, provenienti dalla stanza che una volta era stata la camera dei gemelli, era straziante.
Harry, Ron ed Hermione stavano vivendo una fase di riassestamento, avevano letteralmente passato l’adolescenza a dare la caccia al mago più oscuro di tutti i tempi e ora, qualche giorno dopo la fine di tutto, si chiedevano come si vivesse normalmente.
«Ehi» Hermione lo raggiunse sul prato della Tana. Entro pochi giorni sarebbe partita per l’Australia, Ron non se la sentiva di partire, perciò sarebbe andata con Harry. Nessuno dei due si era lamentato, comprendevano profondamente cosa significasse perdere qualcuno di così importante.
«Ciao» rispose guardandola di sfuggita per poi tornare a fissare l’orizzonte. Dopo quei convenevoli, rimasero entrambi in silenzio non sapendo bene cosa dire. 
«Come vanno i preparativi?» domandò per stemperare la tensione.
«Molto bene…Harry non sembra molto entusiasta ma gli passerà» rispose Hermione alzando le spalle. «Più che altro sembra sempre arrabbiato» aggiunse poco dopo. Anche Hermione si era persa a fissare l’orizzonte davanti a loro. Il sole era alto nel cielo e sembrava incurante del dolore che si celava in quegli osservatori attenti.
«È normale, credo…» rispose. Una parte di Ron era convinta che in parte fosse dovuto ai sentimenti contrastanti che provava per Ginny, ma adesso era troppo preso da altro per fare caso al suo amico. Per la prima volta da quando erano in giardino, Ron si voltò verso Hermione, fissando intensamente le sue iridi nocciola. Sentiva uno strano impulso dentro di sé, un impulso che gli suggeriva di imitare ciò che Hermione aveva fatto durante la Battaglia.
Probabilmente avrebbe dovuto parlarle, vedere se lei era d’accordo, dire qualcosa di sensato, ma l’unica cosa che fece, fu accarezzare le guance della ragazza e avvicinare le labbra alle sue per baciarla con fare amorevole. E, come qualche giorno prima, sentì le viscere farsi liquide tanto era emozionato, tanto era felice di trovarsi insieme a lei, di poter finalmente baciare la sua migliore amica che aveva osservato di nascosto per un bel po’ di tempo durante gli anni scolastici. Ciò che fece battere ancora più forte il suo cuore, fu che anche Hermione ricambiava il bacio con la stessa intensità.
Stavolta non c’era una guerra da combattere, non c’era Harry che urlava loro di smettere di baciarsi, si separarono solo quando entrambi erano a corto di ossigeno, e risero imbarazzati. Ma Ron si sentiva come se, accanto ad Hermione, niente potesse andare male.
 
Sei impaziente di trascorrere la vita con lei.
 
Da quel secondo e timido bacio, erano passati un po’ di anni. Ron ed Hermione erano ormai diventati una coppia solida e niente poteva scalfire ciò che provavano l’uno per l’altra. Avevano passato già troppo tempo ad inseguirsi durante Hogwarts per permette a qualcosa o qualcuno di separarli.
Ron camminava agitato per la casa che condivideva con Hermione da un po’ di tempo, incerto se farle quella domanda o se fosse ancora troppo presto per loro. Insomma, lui aveva appena finito l’Accademia degli Auror e lei era appena entrata al Ministero, forse conveniva aspettare ancora un altro po’. Ma sentiva di non farcela, sentiva che era il momento di suggellare la loro unione in maniera ufficiale e sentiva che anche Hermione lo voleva.
Quando arrivò a casa, la accolse con un lungo e profondo bacio e mentre lei era sotto la doccia, preparò la cucina. Aveva trasfigurato il tavolo che da rettangolare era diventato rotondo e al centro vi aveva posizionato una candela. Quando Hermione lo raggiunse, si guardò intorno sospettosa.
«Ehm, Ron, non facciamo l’anniversario oggi» gli fece notare. Ron rise piano. «Non è neanche San Valentino» aggiunse. Prese la mano di Hermione e la condusse al tavolo, spostando la sedia per farla accomodare.
«Volevo solo fare una cenetta romantica per la mia fidanzata, c’è qualcosa di sbagliato?» domandò al suo orecchio. Hermione sorrise compiaciuta, Ron sapeva bene che quel tipo di sorprese le piacevano.
La cena proseguì come al solito, si aggiornarono sulla giornata di lavoro appena passata e poi arrivarono al dolce. Quando terminarono anche quello Ron si schiarì la voce e si toccò la tasca dei jeans dove c’era una scatolina che adesso sembrava rovente. Con un coraggio maggiore di quello di cui aveva avuto bisogno durante la Battaglia, fece il giro del tavolo e si avvicinò ad Hermione. Sospirò e si inginocchiò.
Prese la scatolina di velluto e fece scattare l’apertura, dentro sapeva che c’era un anello in oro bianco con un diamante non troppo vistoso dalla forma esagonale. L’espressione sul volto di Hermione era tra l’estasiato e lo stupito, riusciva a scorgere gli occhi gonfi di lacrime. Stava racimolando un po’ di aria nei polmoni prima di parlare, quando Hermione esclamò: «Per la barba di Merlino, certo che ti sposo Ronald!»
In una risata liberatoria, sfilò l’anello dalla scatolina e con mani tremanti lo infilò nell’anulare sinistro della ragazza, poi Hermione lo baciò con così tanto trasporto che Ron dovette reggersi al tavolo.
Era la donna della sua vita, indubbiamente.
 
 
Niente e nessuno regge il confronto.
 
«Terra chiama Ron!» esclamò Hermione con voce bassa. Sbattendo le palpebre più volte, Ron tornò al presente. Hermione aveva smesso di allattare il piccolo Hugo e Rose continuava a dormire sulla spalla del padre, indisturbata. «A che stavi pensando?» sussurrò per non svegliare i bambini. Diede uno sguardo veloce all’esterno dove la neve continuava a cadere copiosa ed incessante. L’indomani avrebbero dovuto spalare un bel po’ di neve dal giardino.
«A noi» rispose sincero. C’era stato un periodo in cui si vergognava di condividere i pensieri più intimi con Hermione, ma ormai era storia del passato. Era sua moglie, la madre dei suoi figli e la donna che amava.
«A noi?» chiese titubante con un sopracciglio alzato. Ron annuì.
«Tu hai mai pensato che saremmo riusciti a creare questo?» con lo sguardo indicò la casa e i bambini che dormivano addosso a loro. Per sette anni si erano abituati all’idea di poter morire da un momento all’altro che in certi momenti a Ron sembrava strano essere ancora vivo. Magari in realtà era sotto le macerie di Hogwarts in uno stato di incoscienza e si stava immaginando tutto. Ma poi c’erano quei piccoli gesti, Rose che si attaccava alle sue gambe per abbracciarlo, i baci di Hermione quando si salutavano al mattino, le dita paffute di Hugo che stringevano il suo dito, che lo riportavano alla realtà e gli rammentavano che tutto quello che gli stava intorno era reale, non era un sogno o una visione ottimistica del futuro.
«Be’ onestamente no» rispose dando ragione al marito. Come sempre quando succedeva, Ron assunse un’espressione vittoriosa. «Ma non mi sembra il caso di pensarci all’una della notte di Natale, tu che dici?» aggiunse spegnendo l’entusiasmo del rosso.
«Ti odio» bofonchiò mettendo su un broncio degno di Rose. Hermione rise e si alzò dal divano con movimenti cauti per non svegliare il neonato. Poi si avvicinò al marito e gli stampò un bacio a fior di labbra.
«Tu mi ami, ricordatelo sempre» sussurrò guardandolo dritto negli occhi. Ron sorrise e mentre Hermione si dirigeva al piano di sopra per mettere a dormire Hugo, si disse che non c’era niente di meglio della sua vita che avere accanto una persona come Hermione.
 
 
Angolo autrice.
Ecco la mia storia per la “Secret Santa Challenge” indetta da Lita_EFP sul forum di EFP. La mia storia è un regalo per Inzaghina.EFP che spero gradisca. Ron ed Hermione insieme mi piacciono ma per qualche ragione non ho mai scritto di loro, quindi mi auguro di non aver fatto un pasticcio. La frase che fa da filo alla storia è tratta dalla 7x10 di How I met your mother. Appena l’ho letta in un post su Instagram ho pensato fosse perfetta per Ron ed Hermione.
Spero che il regalo sia gradito!
A presto,
Chiara.
   
 
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