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Autore: pilafchan    24/12/2020    2 recensioni
One shot ambientato durante il secondo anno di Riki come pet di Iason ad Eos.
Riki ha provocato dei problemi a Iason intrattenendosi in una rissa tra animali domestici ed è in attesa di scoprire quale sarà la sua reazione.
Genere: Erotico, Hurt/Comfort, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Iason, Iason Mink, Riki
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Bondage
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Ambientato durante il secondo anno di Riki come animale domestico di Iason ad Eos.

Per la stesura della fic, mi sono ispirata a quest’immagine https://postimg.cc/cr2K5WHc creata dall'artista Herio13 http://herio13.deviantart.com/. Apritela perché ne vale la pena.

Avvertimenti: nudità, sottomissione, limitazione sensoriale

Scritto per l'Advent Calendar del gruppo facebook Hurt/Comfort Italia.

***

Riki udì la voce di Iason provenire dall'altro lato della porta e si sedette sul pavimento di fianco alla grande finestra che occupava quasi un’intera parete della stanza. In questo modo, se il Blondie fosse entrato, avrebbe potuto far finta di non essersene accorto perché assorto a osservare le luci di Midas in lontananza.

‘Cosa farai Iason?’ si domandò tra sé e sé con curiosità ‘Farai finta di niente? Mi rimprovererai? Mi punirai?’

Non c'erano dubbi sul fatto che fosse già stato messo al corrente delle sue azioni del pomeriggio. Ad Eos i pettegolezzi rimbalzavano da una bocca all'altra come palline da pingpong.

Mobili, animali domestici, Elites, androidi minori, non importava quale fosse la tua categoria di appartenenza: tutti gli abitanti di quella torre asettica e impersonale erano annoiati e pronti ad afferrarsi a qualsiasi novità pur di spezzare la monotonia delle loro esistenze.

Per questo motivo, anche una semplice rissa tra animali domestici poteva diventare un fatto di cronaca, soprattutto se in quello scontro era coinvolto il dibattuto animale domestico impuro di Lord Mink.

Riki si affrettò a dirigere lo sguardo verso il panorama prima che la tecnologica porta scorrevole della camera finisse di aprirsi.

‘Quindi hai deciso di venire ad affrontarmi, Iason’

Fingendo di non averlo udito, continuò a guardare fissamente un punto in lontananza in attesa che il Blondie parlasse per primo.

“Vedo che stai ancora cercando di screditare la mia posizione col tuo cattivo comportamento, Riki.” pronunciò l'Elite con voce di ghiaccio leggermente velata di sarcasmo.

“Non so di che cosa tu stia parlando.” rispose il ragazzo alzando le spalle.

“Quattro animali domestici in infermeria, tra cui quello di Aisha Rosen con la mandibola fratturata e quello di Silbert Domina con una commozione cerebrale.” Proseguì il Blondie senza alcuna deflessione nel tono della sua voce.

“Beh … se la sono cercata. E comunque non c'entrava niente con te. Non sei il centro del mondo, Iason!”

Il sorriso sinistro che sin dal momento in cui era entrato in quella stanza aveva increspato le labbra di Lord Mink, divenne più pronunciato. Riki era l'unico in tutta Amoi che avesse il coraggio di sfidarlo, contraddirlo e schiaffargli la verità in faccia in quel modo e ciò lo riempiva di soddisfazione.

“Eppure sappiamo entrambi che il tuo maggior desiderio è quello di macchiare la mia reputazione.” Proseguì il Blondie senza staccare i suoi freddi occhi acquamarina dall'umano dai capelli corvini che giaceva accovacciato sul pavimento, contro la finestra.

“Non mi dispiacerebbe vederti diventare lo zimbello di Eos” ammise l’altro “ma oggi non era con te!”

“Allora spiega! Le videocamere di sorveglianza della torre hanno mostrato che sei stato tu ad iniziare. Perché?”

Riki sbuffò uno svogliato “Non me lo ricordo.”

“Spogliati!” Ordinò Lord Mink seccamente. Le sue pupille artificiali fecero una scatto che Riki conosceva bene. Significava che era davvero arrabbiato.

‘Quindi hai optato per una punizione, Iason …’

Senza obiettare, Riki obbedì. Si sfilò velocemente la canotta, la cintura, i pantaloni di cuoio nero e le mutande.

“Vedo che non hai neanche un segno di lotta sul corpo.” Constatò il Blondie.

“Tsk, come se fossi così incapace da farmele dare da una mandria di bambole del sesso senza cervello.” affermò l'impuro con aria di sufficienza, tornando per un momento ad essere il fiero leader della gang che era riuscita a imporsi su tutte le altre e a dominare i bassifondi ma immediatamente, alla vista dello sguardo di rimproverò del suo Maestro, dovette tornare sui suoi passi. “Cosa vuoi che faccia?” domandò rassegnato.

Iason aprì il cassetto del comodino e ne estrasse una striscia coprente di raso rosso scuro. Si avvicinò al suo animale domestico, gliela avvolse intorno agli occhi e la annodò dietro alla nuca. Riki rabbrividì. Era abituato ad ogni tipo di tormento sessuale ma quella era una novità.

“Non … posso vedere niente …” mormorò.

“Così deve essere. Possiedi una gran bella voce, Riki, ma finché non ti deciderai ad usarla per rivelarmi il motivo del tuo attaccar briga di oggi, verrai privato della vista.”

Il ragazzo deglutì. Nonostante fosse ormai assuefatto alla nudità al cospetto di Iason, quella più il fatto di essere cieco lo facevano sentire estremamente vulnerabile.

“Andrò a sbattere contro i mobili …” obiettò.

“Ti guiderò.”

Riki udì i passi leggeri del Blondie allontanarsi per poi tornare accompagnati da un familiare tintinnio metallico.

Il collare d'oro che gli venne stretto intorno al collo sembrava, oggi, anche più freddo del solito. Il Blondie, sostenendo fermamente l’altro capo della catena a cui era agganciato, iniziò a camminare e lo strattone fece intendere al ragazzo che non gli restava altra opzione che seguirlo. Stese le braccia e iniziò ad annaspare a tentoni davanti a sé per paura di scontrarsi contro un muro.

Riki, a distanza di circa un anno e mezzo da quando era diventato suo malgrado l’animale domestico di Iason, si era ormai abituato a tutto: a che gli venisse ordinato di masturbarsi o di assumere posizioni umilianti in pubblico; ad essere preso sessualmente dal suo Maestro per ore ed ore; ad essere toccato ovunque; alle catene e ai collari; agli afrodisiaci e, soprattutto, alla tortura dell'anello, cioè il pet ring stretto intorno alla base del suo pene col quale Iason poteva provocargli dolore, piacere oppure proibirgli la consumazione. Ma niente di tutto ciò avvenne.

Le ore passarono e il Blondie si limitò a svolgere le sue normali attività della giornata col ragazzo alla catena. Lavorò sul terminale, bevve un tè, parlò al telefono con Raoul, lesse un libro e consumò la sua cena.

Riki, a seconda dei casi, lo seguiva camminando oppure si sedeva sul pavimento ai suoi piedi, prendendo la posizione tipica degli animali domestici come era stato addestrato a fare.

Durante la cena Iason lo imboccò avvicinandogli i bocconi di cibo alla bocca con la forchetta. Il cuore di Riki accelerava ogni volta che l’utensile gli sfiorava le labbra invitandolo ad aprirle, perché non sapeva che cosa il Blondie gli stesse per infilare in bocca.

Quando le lune gemelle furono alte nel cielo di Amoi e iniziarono ad illuminare col loro magnetismo la luccicante metropoli di Tanagura sottostante, della quale la torre di Eos era l'edificio principale, Iason si sedette sul sofà e attivò il riproduttore musicale. Una potente sinfonia di trombe, tromboni e fagotti inondò la stanza e Riki sentì come se ogni nota riverberasse sulla sua pelle facendogli rizzare i peli.

Passarono i minuti. Molti minuti. Tanti che divennero ore.

Riki si sentiva circondato da una bolla di ghiaccio in cui la sensazione peggiore non era l’oscurità in cui erano stati costretti i suoi occhi o l’aria fresca che solleticava sulla sua pelle scoperta.

Era il silenzio.

Reso ancora più assordante dal rimbombare degli strumenti a fiato.

Iason non gli aveva rivolto una sola parola dal momento in cui era iniziata quell’inquietante punizione.

Riki aveva provato a porgli delle domande o a instaurare una semplice conversazione, ma non aveva mai ottenuto risposta.

Non solo: il Blondie, che in condizioni normali si dilettava a posare le mani sulla sua pelle olivastra e ad osservare le reazioni spontanee e incontrollate del suo corpo, oggi non l’aveva neanche sfiorato. Tutto ciò che era entrato in contatto con la cute sensibile di Riki era stato il freddo collare di prezioso metallo sul collo oppure la ruvida superficie del tappeto sui suoi piedi, gambe e natiche.

Improvvisamente, senza comprenderne il motivo, iniziò a tremare e a battere i denti.

Iason, senza emettere alcun suono, osservò quell'improvvisa perdita di controllo con estasi, come se Riki fosse la più ammaliante delle creature su quel pianeta, e attese.

Presto i tremori si trasformarono in singhiozzi sommessi.

“Basta. Ti prego basta. Parlami.”

“...”

“Iason per favore! Ti chiedo scusa, ma parlami!”

La melodia continuava a riempire lo spazio tra loro.

“Si tratta di Ceres” confessò con le labbra leggermente tremanti. Iason spense la musica.

“Non mi importa se offendono me, a quello sono abituato, ma hanno iniziato a parlare di Ceres. Hanno detto che è un cumulo di spazzatura, che tutti coloro che ci vivono sono feccia umana inferiore anche ai topi di fogna e che Giove dovrebbe incenerirla insieme a tutti i suoi abitanti. Che noi Ceresiani siamo la vergogna di Amoi.”

Copiose lacrime iniziarono a ricadere dalle sue iridi di ossidiana bagnando la striscia di tessuto. Iason gli posò una mano sulla schiena.

“Come possono parlare in quel modo?” Proseguì con rabbia, quasi gridando “Come possono affermare che Ceres e coloro che ci vivono sono spazzatura? Loro non ci sono mai stati! Vivono in una torre dorata e non sanno niente del mondo esterno, eppure si permettono di dire che le strade di casa mia sono una discarica e che i miei amici sono ratti da sterminare. Cosa ne sanno loro di quanto amore e quante speranze si nascondono sotto quel cumulo di polvere e immondizia? Di quanti sforzi dobbiamo compiere ogni singolo giorno per sopravvivere!”

Il Blondie aprì il collare, sfilò via la benda e si sedette di fianco a lui sul pavimento. Continuando ad accarezzargli la schiena tonica e magra i cui muscoli sussultavano ad ogni singhiozzo, attese che si fosse calmato.

“Perché non hai voluto dirmelo?” domandò con tono calmo e rilassato.

“Perché … non volevo che mi vedessi piangere.” Confessò il ragazzo dopo un momento d’esitazione.

Iason si tolse il soprabito e lo posò sulle spalle del giovane, quindi gli porse la mano per invitarlo ad alzarsi.

“Sei una brava persona, Riki, i tuoi sentimenti sono molto più veri e sinceri di quelli di tutti gli altri inquilini di Eos messi insieme. Ti rendono speciale e non devi vergognartene.”

L’impuro spalancò gli occhi esterrefatto. ‘Ho sentito bene? Iason … ha appena detto qualcosa di bello su di me? Non sta ridendo della mia debolezza?’ “Grazie” sussurrò.

Dopo aver riportato il suo animale domestico a dormire, Lord Mink rimase a lungo sveglio a osservare l’immagine ripresa in diretta dalla videocamera di sorveglianza posizionata all’interno della camera di Riki, che era puntata proprio sul letto.

Lo vide addormentarsi e rimase a guardarlo respirare. Ogni alzarsi e abbassarsi del suo sterno lo riempivano di beatitudine e appagamento. Stavano a significare che il suo Riki era lì, più vivo che mai, e che giorno dopo giorno avrebbe continuato a condividere con lui un po’ della sua meravigliosa umanità.

‘Aspetterò, Riki. Attenderò con ansia quel giorno in cui diverrai mio non solo nel corpo ma anche nell’anima. Pazienterò, perché so che prima o poi succederà. Anche se dovessero volerci cento anni. Anche se dovessi morire nell’intento. Ti aspetterò, Riki.’

   
 
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