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Autore: Marti Lestrange    24/12/2020    8 recensioni
Dal testo:
❝ Passo davanti a casa tua sul mio skateboard, butto un’occhiata al portico sul retro, alle colonnine in legno stinte di bianco, che tuo padre promette sempre di sistemare — laddove ti ho guardata per lungo tempo, e, nel bel mezzo di quella lunga estate del 1976, ho capito di amarti. Tu indossavi un paio di shorts di jeans — cortissimi — e una camicia azzurra, i capelli rossi ti arrivavano alla vita ed eri a piedi scalzi, e sorridevi mettendoti un lucida-labbra alla ciliegia. Ora, pensandoti, mi manca il fiato: lancio un ultimo sguardo al portico, ma tu non ci sei. ❞
[ breve oneshot AU sulla coppia James/Lily, in un universo senza magia, e ispirata alla canzone "Betty" di Taylor Swift; storia partecipante all’iniziativa “#unastoriatuttaperte” del gruppo Facebook “Caffè e Calderotti” ]
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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ho sognato di te per tutta l’estate

 

 

Betty, I won’t make assumptions 
About why you switched your homeroom, but
I think it’s ‘cause of me
Betty, one time I was riding on my skateboard
When I passed your house
It’s like I couldn’t breathe

 

[ agosto 1977 ]

Passo davanti a casa tua sul mio skateboard, butto un’occhiata al portico sul retro, alle colonnine in legno stinte di bianco, che tuo padre promette sempre di sistemare — laddove ti ho guardata per lungo tempo, e, nel bel mezzo di quella lunga estate del 1976, ho capito di amarti. Tu indossavi un paio di shorts di jeans — cortissimi — e una camicia azzurra, i capelli rossi ti arrivavano alla vita ed eri a piedi scalzi, e sorridevi mettendoti un lucida-labbra alla ciliegia. Ora, pensandoti, mi manca il fiato: lancio un ultimo sguardo al portico, ma tu non ci sei. 

 

You heard the rumors from Inez
You can’t believe a word she says
Most times, but this time it was true
The worst thing that I ever did

Was what I did to you

 

[ agosto 1977 ]

So che hai sentito i pettegolezzi, Marlene McKinnon non sa tenere la bocca chiusa, ti avrà sicuramente raccontato tutto mentre prendevate il sole nel giardino posteriore, distese su due asciugamani scoloriti, la pelle cosparsa di crema solare e degli occhiali da sole appariscenti. Non ci credi mai, a quello che Marlene ti racconta, la maggior parte delle volte si tratta di racconti infarciti, poca verità e tanta invenzione, ché dici sempre che la tua amica avrebbe un futuro come sceneggiatrice — ma sai che questa volta è tutto vero, lo senti perché il petto ti vibra, e senti le guance arrossarsi, e la mani stringere spasmodicamente un lembo dell’asciugamano. E io so che la cosa peggiore che potessi fare, l’ho fatta proprio a te.

 

But if I showed up at your party
Would you have me? Would you want me?
Would you tell me to go fuck myself
Or lead me to the garden?
In the garden, would you trust me
If I told you it was just a summer thing?
I’m only seventeen, I don’t know anything
But I know I miss you

 

[ agosto 1977 ]

E se io piombassi alla tua festa, Lily? Quella che hai organizzato per il diciassettesimo compleanno di Marlene, a fine agosto, nella calura di un’estate inclemente. 

E se io piombassi alla tua festa? 

Tu mi avrai? Tu mi vorrai?

Oppure mi dirai di andare al diavolo?

Oppure…

Oppure mi guiderai in giardino — in mezzo alle campanule viola delle aiuole di tua madre?

E in giardino, ti fiderai di me quando ti dirò che non è stata altro che una cosa estiva? Una di quelle cose che nascono in fretta e delle quali ti scordi la mattina dopo?

Ho solo diciassette anni, e non so niente, di niente.

Ma so che mi manchi.

Mi manchi, Lily.

 

Betty, I know where it all went wrong
Your favorite song was playing
From the farside of the gym
I was nowhere to be found
I hate the crowds, you know that
Plus, I saw you dance with him

 

[ giugno 1977 ]

So bene quando tutto è andato storto, quando il mondo si è accartocciato e mi sono sentito cadere — precipitare giù. Il DJ — Sirius Black della classe di letteratura — ha messo la tua canzone preferita — “Rebel Rebel” di David Bowie —, mentre la palestra affollata contiene tutta la scuola, stretta in completi discutibili a tinte accese e vestiti voluminosi e bouquet appuntati ai polsi, e ti guardo, in piedi dalla parte opposta. Sai che odio le folle, ma ti guardo — ti guardo anche se balli con lui.

 

I was walking home on broken cobblestones
Just thinking of you when she pulled up like
A figment of my worst intentions
She said “James, get in, let’s drive”
Those days turned into nights
Slept next to her, but
I dreamt of you all summer long

 

[ giugno 1977 ]

Così me ne torno a casa su una strada di ciottoli rotti e penso a te, solo a te — e alle sue mani a cingerti la vita, le dita corte a stringerti a lui, la tua testa reclinata sulla sua spalla, la guancia rosea e i capelli rossi raccolti. Ed è qui che arriva lei, colei che ha generato tutte le mie più cattive intenzioni, rappresentazione vivente della mia oscurità. Mi dice, «James, salta sù, andiamo a fare un giro», sporgendosi dalla sua nuova automobile — rossa come i tuoi capelli — e sorridendomi. Ha un anno in più di noi, è sempre stata “la-ragazza-irraggiungibile” della scuola, e ora sta parlando proprio con me. Così, quei giorni si sono tramutati in notti, e dormo accanto a lei su lenzuola umide in notti afose, pelle scoperta e membra allacciate, ma sei tu quella che sogno — ho sognato di te per tutta l’estate, Lily.

 

Betty, I’m here on your doorstep
And I planned it out for weeks now
But it’s finally sinkin’ in
Betty, right now is the last time
I can dream about what happens when
You see my face again

 

[ agosto 1977 ]

Ora sono qui, davanti ai tuoi scalini, Lily, e l’ho pianificato per giorni e giorni, settimane ormai, durante le quali ho sognato cosa sarebbe successo quando finalmente ti avrei avuta davanti, quando finalmente avrei rivisto il tuo viso — quando tu avresti rivisto il mio —, quando finalmente sarei stato in grado di spiegarti. Mi tremano le gambe, ed è strano, Remus Lupin ha detto che sto male perché ti amo, io gli ho riso in faccia, non ho trovato il coraggio di ammetterlo, nemmeno con i miei amici. In realtà, mi riesce benissimo ammetterlo con me stesso, ma ancora non lo dico — attendo di dirlo a te, prima.

 

The only thing I wanna do
Is make it up to you
So I showed up at your party
Yeah, I showed up at your party

 

[ agosto 1977 ]

L’unica cosa che voglio, ora, è rimediare, è farmi perdonare, è scucirti un po’ di clemenza. Così mi presento alla tua festa, sì, mi presento alla festa per Marlene. 

 

Yeah, I showed up at your party
Will you have me? Will you love me?
Will you kiss me on the porch
In front of all your stupid friends?
If you kiss me, will it be just like I dreamed it?
Will it patch your broken wings?
I’m only seventeen, I don’t know anything
But I know I miss you

 

[ agosto 1977 ]

Sì, sono piombato alla tua festa, Lily — quella che hai organizzato per il diciassettesimo compleanno di Marlene, a fine agosto, e avete invitato mezza scuola. 

Sono piombato alla tua festa.

Tu mi avrai? Tu mi amerai?

Mi bacerai, magari? 

Mi bacerai sotto quel portico?, di fronte a tutti i tuoi stupidi amici?

E se mi bacerai, sarà proprio come l’ho sempre sognato? 

Le tue labbra che sanno di ciliegia, morbide e calde, che incontrano le mie, e sarà diverso da tutto ciò che è stato prima.

Questo bacio riuscirà a guarire le tue ali spezzate, Lily?

Ho solo diciassette anni, e non so niente, di niente.

Ma so che mi manchi.

Mi manchi, Lily.

 

Standing in your cardigan
Kissin’ in my car again
Stopped at a streetlight
You know I miss you 

 

[ agosto 1977 ]

Te ne stai lì, in piedi, avvolta nel tuo cardigan color panna dai bordi neri, intrecciato, quello col buco nella tasca, quello che abbiamo comprato insieme in quel negozio in centro. E poi mi baci, nell’automobile di mio padre, sui sedili che sanno di lucido da scarpe e deodorante alla menta. Camminiamo e ci fermiamo sotto un lampione, ci stringiamo le mani, intrecciamo le dita, ti bacio lentamente, sento il tuo sapore, le tue mani sono ovunque e le mie anche. Sai che mi sei mancata. Mi sei mancata, Lily.

 


 

Note

  • Allora, vorrei fare qualche piccola precisazione riguardo questa AU: si tratta di un universo alternativo dove James, Lily e altri membri del “gruppo” (Sirius, Remus e Marlene, nello specifico) non hanno poteri magici e vivono la loro vita “alla Babbana” in un piccolo paesino dell’Inghilterra; i riferimenti temporali ci sono, ma in ogni caso le vicende “al presente” si svolgono nell’estate del 1977, l’estate dei 17 anni di James e Lily
  • La storia, come avrete capito, è ispirata alla canzone “Betty” di Taylor Swift, che vi consiglio di ascoltare QUI (o su Spotify); alcuni nomi sono stati da me sostituiti e alcuni dettagli modificati per renderla adatta ai personaggi da me narrati
  • “Rebel Rebel” è uscita nel 1974 e la potete ascoltare QUI (oppure sempre su Spotify, ve lo consiglio perché la qualità del suono è decisamente migliore)

 

Esaurite le “note tecniche”, ci tengo a specificare che questa storia nasce come regalino di Natale per la mia amica Fede (che è letteralmente pazza per “Betty” — e per la Jily, ovvio), ma la vorrei regalare anche a Franci e Traumerin, anche loro fan della coppia: spero che questa AU così particolare possa piacervi, buon Natale, ragazze ♥︎

   
 
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