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Autore: Merry brandybuck    24/12/2020    1 recensioni
Giovanni e Franz sono due soldati di ventitré anni, su due fronti opposti. È Natale e siamo in guerra, ma cosa può accadere quando i generali non guardano ?
Genere: Generale, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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È Natale: venite da noi

 

24 Dicembre 1915

Era tutto buio fuori dalla trincea; Giovanni era seduto sulla nuda terra imputridita dalla neve e gelata dal freddo, stretto insieme a suo fratello e ad altri compagni che mangiavano le loro misere razioni. Avrebbe pagato oro per ritornare in Piemonte, a casa, da sua moglie, da sua madre con cui aveva stipulato un giuramento: avrebbe riportato indietro Carlo illeso, in modo che avrebbe potuto vivere la sua vita da diciottenne campagnolo in tutta tranquillità. Non era facile vivere in guerra: ogni granata che cadeva, ogni sparo che partiva dal fucile, il rinculo delle armi e le grida dei feriti a morte era presente in ogni sogno e lo portava in un profondo stato di angoscia che perdurava fino a quando non vedeva gli occhi impauriti dei suoi commilitoni e provava a farsi coraggio. Stava ancora stringendo il fratello per non farlo andare in ipotermia e parlottando con i suoi compagni del Sud, quando udì uno strano suono: era come un canto e non veniva da lontano…

***

Franz aveva ventitré anni e stava studiando per diventare un tenore prima della guerra: adesso era seduto tra la neve e il sangue ghiacciato, che provava ad accendere una candela. Dei suoi compagni avevano preso dei rami che avevano trovato in giro e avevano avuto la brillante idea di allestire dei piccoli alberelli di Natale, per dare un po’ di calore a quella situazione che faceva paura e dava il tormento; il suo amico Otto aveva un’armonica a bocca che si era portato dalla sua casa di Monaco e stava provando a suonare, cosa alquanto complicata dato il freddo che faceva: tutti insieme avevano pensato di allietare quella notte con qualche canto, mentre gli altri mangiavano, tanto erano soli nel valico. I loro commilitoni avevano tra le mani le gavette contenenti la cena e i due ragazzi iniziarono a scaldare le voci: “ Stille Nacht! Heilige Nacht! Alles schläft; einsam wacht Nur das traute hochheilige Paar. Holder Knab´ im lockigen Haar, Schlafe in himmlischer Ruh! Schlafe in himmlischer Ruh! Stille Nacht! Heilige Nacht! Gottes Sohn! O wie lacht Lieb´ aus deinem göttlichen Mund, Da uns schlägt die rettende Stund´,Jesus in deiner Geburt! Jesus in deiner Geburt!..”

***

Giovanni alzò la testa, si mise l’elmetto e si sporse un po’ dalla trincea: all’orizzonte splendevano delle lucette e provenivano suoni di risa ed esclamazioni in tedesco, accompagnate da una melodia bellissima e da una voce meravigliosa. Improvvisamente si accorse di riconoscere la canzone: era “ Astro del ciel”, la stessa che si cantava a casa sua quando venivano i nonni per le feste; non sapeva se essere più spaventato del fatto che ci fossero dei nemici nella valle o meravigliato del fatto che fossero molto diversi dalle descrizioni che gli erano state date. Qualcuno dal profondo gli disse di dover fare qualcosa e scese dalla cassa su cui stava in piedi ; prese lo zaino semi sfasciato e ci frugò dentro: trovò quasi subito il corno di toro che suonavano nelle occasioni importanti e che la mamma gli aveva rifilato per “ suonarlo quando vincerete”. Guardò i suoi compagni, sorpresi quanto lui, prese un respirone e iniziò a suonare… 

***

Franz sentì una risposta e si azzittì; si aspettava una bomba che gli sarebbe cascata in testa o che i fucili nemici li avrebbero riempiti di buchi come uno scolapasta, ma non successe niente: gli italiani continuarono a suonare e in lui si fece strada la bonaria idea che non avrebbero fatto niente, perciò continuò a cantare più forte di prima. Quando finì, sentì un’ovazione provenire dalla buca dall’altra parte della terra di nessuno e poi attese in silenzio…

***

Carlo afferrò il fratello per il colletto e lo sbatte contro il suolo: “ Par paghè e mori j’è sempar temp”*1 gli sussurrò, mentre lo aiutava a mettersi seduto; il loro sergente, Antonino da Napoli, li osservò e poi diede un ordine: non sparare a qualsiasi cosa sarebbe comparso sull’altro fronte. Giovanni, sentite quelle parole, prese una decisione drastica; mollò lo strumento al minore, dicendogli di preparare la focaccia che faceva papà, e scavalcò il filo spinato: i suoi compagni gli urlarono di fermarsi e di tornare indietro, ma lui non li sentiva per via della troppa voglia di scoprire come erano fatti i tanto temuti tedeschi. Si voltò e disse al fratello di suonare “ l’adeste fideles” e iniziò a cantare…

***

L’aspirante tenore riconobbe il canto e balzò anche lui nel campo neutro: tra i cadaveri dei caduti e i crateri delle granate, i due giovani si corsero incontro, cantando in latino e si abbracciarono, saltellando come bambini. “ È Natale: venite da noi” gli disse il nuovo amico, mentre gli altri soldati uscivano dalle trincee correndo incontro ai nemici.

 

La tana della scrittrice 

Salve ! Buon Natale ! L’unico asterisco che c’è nel testo è un proverbio piemontese che vuol dire letteralmente: “ Per pagare e morire c’è sempre tempo”. Questa storia è una riadattazione del famosissimo episodio della Tregua di Natale raccontato anche nel film “Joyeux Noel”; non ho scritto questa storia con uno scopo preciso ma spero che vi piaccia. Come sempre mi scuso per eventuali errori nel testo o se il racconto non è stato di vostro gradimento. Buon Natale e felici feste a voi e alle vostre famiglie, saluti e baci hobbit

Sempre vostro

 

Merry

   
 
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