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Autore: vanessie    25/12/2020    1 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

 

Capitolo 19

“Midtown”

 

 

POV Kate

La luce soffusa del mattino mi portò nel dormiveglia. Ero ancora assopita, ma riuscivo a fare dei pensieri stentati e confusi. Il tepore delle coperte mi avvolgeva, sebbene fossi nuda, invitandomi a dormire ancora un po’. L’odore di Matthew mi circondava, lo sentivo sulle lenzuola, sulla trapunta, sul cuscino e soprattutto sulla mia pelle. Oh giusto, era venerdì e dovevamo fare shopping per il Black Friday, oltre che girare la città. La voglia di riposarmi era molta, dato che quando facevamo l’amore mi lasciava sempre una sensazione di spossatezza totale, ma avevo anche voglia di stare con lui il più possibile, visto che presto sarei tornata in Irlanda. Aprii gli occhi, lui però non era a letto. Dal soggiorno proveniva molta più luce, insieme all’eco lontano della televisione. Presi dal mio bagaglio degli slip e un reggiseno puliti, un paio di pantaloni adatti ad una giornata in giro e una maglia di cotone a maniche lunghe, alla quale più tardi avrei sommato un maglioncino di lana. In quel momento preferii però metterci sopra una sua felpa con la zip, che aveva lasciato sulla sedia. Se proprio dovevo alzarmi, perlomeno volevo fare colazione con il suo profumo addosso. Andai in bagno velocemente, lavai il viso, sistemai i capelli e lo raggiunsi. Era seduto a tavola, doveva aver finito la colazione e guardava il notiziario con un’espressione rilassata e serena. “Buongiorno” lo salutai “Hey, buongiorno” rispose sorridendomi “Spero di non aver fatto tardi” mi scusai alzando gli occhi verso l’orologio da parete “Tranquilla, bella felpa comunque!” esclamò ridendo “Ti piace? Se vuoi posso prestartela” scherzai “Credo che sia della mia taglia, quindi ok” rispose giocando. Mi misi seduta lasciandogli un bacio a stampo sulla bocca, ma lui ne voleva uno vero, dunque lo assecondai senza protestare.

 

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Feci colazione, poi indossai il mio maglioncino di lana, cappotto, scarpe, sciarpa e via. Avevamo stabilito di fare il giro in due centri commerciali nella zona di Union Square, per trovare delle occasioni a buon prezzo, visti i grandi sconti del Black Friday. Trovai un vestito molto carino, una borsa e un paio di stivali, oltre che ai souvenir che volevo riportare a parenti e amici stretti. Anche lui fece degli acquisti: delle scarpe da ginnastica, un paio di occhiali da sole, una t-shirt e un giubbotto di pelle. Perché gli stava bene tutto? Ogni volta sembrava che le cose gli fossero cucite addosso. Per non dover stare tutta la giornata con i pacchi tra le mani, tornammo a casa per lasciarli nel suo appartamento, poi girammo a piedi, poiché dovevamo visitare il quartiere di Midtown, ossia il suo.

Prima di tutto Times Square, immensa, affollata e coloratissima con i suoi maxischermi sparsi ovunque. Il Rockfeller Center, dove stavano terminando i preparativi per l’accensione del grande albero di Natale e della pista di pattinaggio sul ghiaccio. Dopo un pranzo veloce, transitammo dalla Grand Central Station, letteralmente stupenda e dal Chrysler Building. Una passeggiata sulla Fifth Avenue, la celebre via dello shopping di lusso, dove guardare le vetrine era l’unico sport ammesso. Serviva un mutuo per avvicinarsi a comprare qualcosa. Lasciammo per ultimo l’ingresso all’Empire State Building, il più celebre edificio dello skyline newyorkese. Mi portò sulle terrazze panoramiche, erano il luogo più giusto per vedere la città dall’alto, inoltre il tramonto era l’ora perfetta per la visita. Restai a bocca aperta, in Europa eravamo abituati a tutt’altro genere di bellezza classica, niente a che vedere con quel panorama, che tuttavia era altrettanto meraviglioso. “Oggi i miei preferiti sono stati Times Square e la vista dall’Empire State Building” affermai mentre tornavamo verso casa. “Hai buon gusto, come darti torto” rispose ridendo “New York mi sta piacendo molto, se non fosse per l’odore di inquinamento e l’affollamento di grattacieli, che tolgono l’aria per una ragazza irlandese abituata ai grandi spazi verdi” “Te lo avevo detto che c’erano i suoi difetti” disse. Salimmo sull’ascensore e restammo sul divano a riposare. “Ti lascio libera di usare il bagno per prima, sappi che cuciniamo qualcosa di veloce perché poi si esce” annunciò “Dove andiamo?” “Per terminare la visita del quartiere, ti porto a vedere uno spettacolo a Broadway” “Wow, dici sul serio?” chiesi emozionata “Sì, certo” “Filo in bagno, devo farmi molto carina” conclusi dandogli un bacetto e sparendo dal soggiorno. 

Mentre mi preparavo in vista della serata, riflettevo sul fatto che non mi aspettavo che Matt organizzasse così bene la mia permanenza a Manhattan. In quelle due giornate mi aveva mostrato tanti posti caratteristici, muovendosi con destrezza da una zona all’altra della città, progettando con accuratezza gli spostamenti, i tempi delle visite. Era vero che quella era diventata la sua città da sette anni, era dunque logico che la conoscesse e sapesse concentrare al meglio il tour, annullando perdite di tempo e giri a vuoto. Broadway era un sogno, mi ero vestita a strati, cappotto e maglione con cerniera da lasciare al guardaroba del teatro, vestito elegante e leggero da sfoggiare all’interno. Dovevo essere il ritratto della felicità quella sera, una bambina in un negozio di giocattoli. “Puoi anche smetterla di sorridere così” mi disse lui dopo un po’ che eravamo seduti sulle nostre poltroncine, in attesa dell’inizio. “Non ci riesco!” esclamai al settimo cielo “Capisco che questo posto sia molto famoso e direi magico, ma non mi aspettavo che tu reagissi così” affermò.

 

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“Perché sono stupita. È una scena da film americano, capisci? Uscire con un ragazzo che ti porta a Broadway, nemmeno nei miei sogni migliori” risposi “Sono contento che ti piaccia” “Dimmi la verità: anche se sei molto carino e non hai bisogno di niente per conquistare una ragazza, visto che bastano i tuoi occhi azzurri e il tuo carattere solare e leale, le inviti qui per essere sicuro di portarle a letto?” scherzai. Lui si mise a ridere “Non direi! Hai idea di quanto costino due biglietti per Broadway?” “No” “Praticamente se portassi qui una che mi piace solo per andarci a letto, non so cosa dovrebbe farmi per ripagare la serata” disse ridendo “Capito” “Ci sono venuto solo due volte con Jane” chiarì, alludendo alla sua ex ragazza.

 

cap-19

 

La sua unica storia seria e duratura era stata quella con Jane, una ragazza americana con la quale aveva avuto una relazione per due anni. Me ne aveva parlato diverse volte, avevo visto le loro foto sui social quando stavano insieme e sapevo che ne era stato innamorato. Quella relazione tuttavia era finita quando lui aveva 21 anni. “Oh che onore, allora! Ci sei venuto solo con Jane e con me, grazie” dissi “Nella tua prima visita a Manhattan non poteva mancare Broadway” rispose. Gli diedi un bacio sulla guancia, lui però se ne prese uno dalla bocca. Lo spettacolo fu bellissimo e travolgente, vedere recitare dal vivo e con quella maestria era fantastico! Rimasi entusiasta della serata, fu perfetta, come del resto lo era qualsiasi cosa che facevamo insieme. Il freddo della notte era calato, il maglione unito al cappotto mi facevano comunque sentire freddo nel tragitto verso casa. Matt mi prestò anche la sua giacca, rimanendo con la camicia e il cappotto. La infilai addirittura sopra al mio cappotto, tanto era grande per la mia taglia. Trovai tepore solo restandogli abbracciata. Per una giornata e una serata del genere gli offrii molto più che una ricompensa, quando restammo soli nel suo appartamento. In realtà gli avrei offerto ugualmente tutto quanto anche senza lo spettacolo, raccontavo solo una piccola bugia a me stessa, per giustificare il fatto che mi fossi concessa in quel modo in vari angoli della casa. Eravamo nel suo letto, ci eravamo finalmente sdraiati e stavamo solo giocando a farci il solletico, come quando eravamo ragazzini, solo che in quel momento eravamo nudi.

 

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“Smettila adesso” dissi dopo un po’ sdraiandomi sul suo braccio “Comunque ti sei indebolita parecchio in questi anni” affermò alludendo alla resistenza che opponevo al solletico “Non mi sono indebolita, è che tu sei cresciuto e sei diventato più forte, come faccio a competere, guarda che differenza” precisai mostrandogli a confronto i miei bicipiti e i suoi.

 

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Parlammo un pochino, poi dormimmo. Mi risvegliai tardi, erano le nove e mezzo. Mi sistemai in fretta e furia, lui era in cucina, forse erano rientrati i suoi coinquilini, perché lo sentivo parlare con altre due voci maschili dal tipico accento americano. “Buongiorno a tutti” dissi raggiungendoli “Ciao, piacere di conoscerti, sono Michael” disse il ragazzo di colore “Katelyn, piacere mio” “E io sono Daniel, finalmente ti conosciamo!” si presentò l’altro ragazzo di pelle bianca. “Vale lo stesso per me, ho visto le vostre foto e Matt mi ha parlato molto di voi” spiegai “Sì, anche noi abbiamo visto le tue foto e Matt ci ha raccontato della vostra amicizia” aggiunse Michael. “Sono rientrati stamattina dopo le visite ai parenti per il Ringraziamento” si intromise Matthew riferendosi ai coinquilini “Sì, personalmente sono rientrato con dieci chili in più” scherzò Daniel “A chi lo dici? Mia madre mi ha rimpinzato di cibo” confermò Michael. “Ti piace Manhattan?” mi domandò Daniel “Sì, è bellissima, così diversa da Dublino e dalle altre città europee! Per adesso ho visitato i quartieri di Financial District, Union Square, Midtown e ognuno ha la sua particolarità” spiegai entusiasta “E oggi che programmi avete?” chiese Michael “Oggi pensavo di portarla nel quartiere di Upper West Side: vedremo un po’ di Central Park facendo una passeggiata e poi il Museo di storia naturale, non credo ci entri altro visto che ora sono quasi le dieci” affermò Matthew “Faccio colazione in un baleno e usciamo” risposi. Mi lasciarono libera la zona, spostandosi verso la stanza di Michael, mentre si allontanavano riuscii ugualmente a sentirli, sebbene avessero abbassato la voce “Michael e io rientriamo con i chili in più, tu invece mi sa che ti sei dato daffare! Guarda come sei sciupato” ridacchiò Daniel “Shhh” “Comunque è molto carina la tua amichetta, ci credo che sei sciupato dopo due giorni e mezzo da soli” intervenne Michael “Smettetela” “Stasera noi due usciamo, avete casa libera” insistè Daniel “Non è necessario” rispose Matt “Oh sì che lo è, hai detto che riparte lunedì mattina, vorrai averli altri due giorni liberi per sciuparti del tutto, bel faccino” lo prese in giro Michael. Seguirono delle risate e altre parole sussurrate, che non compresi. “Sono pronta” gridai senza avvicinarmi, per evitare di sorprenderli a parlare di chissà cosa. Matt mi raggiunse, salutammo e uscimmo. Andammo subito a Central Park, era immenso quindi impossibile girarlo tutto, era il polmone verde di New York, rigoglioso di vegetazione. Ospitava alberi, fiori di vario genere, laghetti, scoiattoli, anatre, uccelli. Per un’irlandese abituata al verde era una boccata d’ossigeno. Oltrepassato il parco sul lato ovest, ci ritrovammo al Museo di storia naturale. Fu semplicemente magnifico: tra fossili, ricostruzione di habitat con i loro animali, ala della ricerca scientifica spaziale, preferii la sezione con i fossili dei dinosauri, che era imponente! C’erano il tirannosauro, il triceratopo, quello con il collo lungo, una serie di dinosauri poco conosciuti ma sorprendenti e addirittura uno spaventosamente gigante, di ben 37 metri di lunghezza, il titanosauro. Non avevo mai visto nulla di simile. Nel museo impiegammo quattro ore, inclusa la sosta per il pranzo e la fila per entrare e fare i biglietti, ma ne era valsa la pena. “Questo museo è grandioso” affermai una volta usciti “Sapevo che ti sarebbe piaciuto, è una delle cose più belle della Grande Mela” “Solo che quattro ore qui dentro e un’oretta al Central Park, sommate al fatto che stamattina, per colpa mia, siamo partiti a più delle dieci, hanno fatto esaurire il nostro tempo” dissi notando che erano già passate le quattro di pomeriggio. “Beh era comunque questo il piano per oggi, non abbiamo perso niente” mi consolò “Sicuro?” “Certo, comunque sei in vacanza ed è anche giusto che se vuoi dormire di più la mattina tu possa farlo tranquillamente, Kate” “Abbiamo solo domani per finire il tour” “E siamo in perfetto orario. Domani mattina infatti ti porterò di nuovo in giro nel mio quartiere, Midtown, ma questa volta andiamo dritti al Moma, il museo di arte moderna. Lo devi vedere assolutamente e infine, dopo pranzo, ho lasciato per ultima la cosa più spettacolare di tutte!” esclamò “Cioè? Già sono felice per il Moma” “Sorpresa…” “Ok” mi arresi. Rientrati a casa solito rituale, riposo assoluto sul divano per i nostri piedi, cena, dopocena in camera sua. Michael e Daniel non rientrarono, meglio per noi, potei godermi ancora un’intera giornata da luna di miele con Matt.

 

NOTE:

Ciao e prima di tutto BUON NATALE a tutte voi <3 Spero che lo festeggerete al meglio, seppur in maniera diversa da come siamo abituate a viverlo. Matthew le sta mostrando la città in cui vive e che è diventata la sua casa da sette anni. Dimostra di conoscere bene non solo New York ma soprattutto Katelyn, selezionando quelli che sono i monumenti imperdibili e le esperienze migliori che a lei potrebbero piacere. Mi sembra ovvio che lui la conosca a fondo, sono amici dalla nascita. Daniel e Michael rientrano dopo la visita alle loro famiglie, nel prossimo capitolo interagiranno di più con Kate, sarà interessante scoprire cosa si diranno... inoltre esce fuori per la prima volta anche l'argomento Jane, ne avevano parlato solo nel primo capitolo e comunque brevemente.

Anche stavolta vi aspetto per un doppio appuntamento settimanale MARTEDì 29 dicembre! Ancora auguri,

Vanessie

   
 
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