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Autore: Barby_Ettelenie_91    25/12/2020    12 recensioni
24 dicembre. Per molti la Vigilia di Natale era un giorno di festa anche in ufficio, già dalla tarda mattinata le persone smettevano di lavorare per brindare con i colleghi e scambiarsi auguri e regali parlando delle imminenti feste che avrebbero trascorso a casa. Alle cinque poi il Ministero si svuotava, salvo qualche rara eccezione. Una di queste era Hermione.
La giovane strega alle otto era ancora immersa nelle pratiche di cui si stava occupando, e sembrava che avrebbe continuato a oltranza, se qualcuno non l'avesse interrotta bussando alla porta.

 
Buona lettura e buon Natale!
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dopo anni di scuola passati a odiarsi e una guerra che aveva segnato profondamente tutti, le strade di Hermione e Draco si erano incrociate nuovamente al Ministero.

Con il tempo però l’odio e i reciproci pregiudizi lasciarono piano piano spazio alla stima lavorativa, nonostante i rapporti rimanessero comunque piuttosto freddi.

Di rado s'incontravano per gli spesso affollati corridoi o a causa di un comune incarico, visto che lavoravano per uffici diversi.

Hermione dopo la promozione all'ufficio regolamentazione delle leggi sulla magia aveva rotto lo storico fidanzamento con Ron. La palese invidia del ragazzo nei confronti dei suoi successi lavorativi li aveva portati a un punto di non ritorno, ogni scusa era buona litigare.

Non per questo la giovane si arrese al dispiacere, anzi, si buttò anima e corpo nel lavoro, sembrava puntasse a diventare addirittura Ministro della magia.

Draco invece dovette lottare con le unghie e con i denti per dimostrare che lui era diverso da suo padre, e che l'ormai sbaindita cicatrice del Marchio Nero sull'avambraccio fosse solo il ricordo di un obbligo imposto dalla famiglia a un adolescente che non aveva avuto scelta.

 

*

 

24 dicembre. Per molti la Vigilia di Natale era un giorno di festa anche in ufficio, già dalla tarda mattinata le persone smettevano di lavorare per brindare con i colleghi e scambiarsi auguri e regali parlando delle imminenti feste che avrebbero trascorso a casa. Alle cinque poi il Ministero si svuotava, salvo qualche rara eccezione. Una di queste era Hermione.

La giovane strega alle otto era ancora immersa nelle pratiche di cui si stava occupando, e sembrava che avrebbe continuato a oltranza, se qualcuno non l'avesse interrotta bussando alla porta.

"Avanti!" esclamò seccata.

Pensava che i suoi colleghi fossero già usciti tutti, chi mai aveva da disturbare a quell'ora!

"Malfoy?"

"Sorpresa, Granger? Mi serve solo una tua firma su questo documento."

Draco allungò una grossa pergamena a Hermione, che la prese iniziando a leggerla, facendogli poi cenno di sedersi.

Dopo alcuni minuti in cui l'unico rumore che si sentiva nella stanza era il crepitare del caminetto acceso, Hermione firmò il documento riconsegnandolo al collega ma Draco non sembrava volesse andarsene.

"Beh, non hai altro da fare che stare qui? Non hai nessuno che ti aspetta a casa per festeggiare?"

"Potrei farti la stessa domanda! Comunque la risposta è no, da quando ho rifiutato il matrimonio combinato con la Greengrass i rapporti con mio padre non sono più tanto idilliaci, e non ho tutta questa gran voglia di vederlo a Natale!"

Hermione rimase sorpresa da quell'affermazione, oltre a non esserne a conoscenza, si chiedeva perché mai Malfoy la stava raccontando proprio a lei.

"I miei sono in vacanza all'estero, io vivo sola, allora tanto vale che mi porti avanti con il lavoro!"

Draco ridacchiò.

"Lo sanno tutti che il Ministro stravade per te, appena lascerà il posto la poltrona sarà tua, anche senza sgobbare tanto come a scuola! Immagino comunque tu sia qui perché non sei più la benvenuta in casa Weasley!"

"Colpita e affondata!" pensò Hermione con amarezza.

"Malfoy, fatti gli affari tuoi!"

"Ma cosa ho detto, lo sanno anche i muri che tu e Lenticchia vi siete lasciati, lo hanno scritto pure sul Profeta... Niente lieto fine per gli eroi del mondo magico! E poi a dir la verità hai fatto anche bene, una donna in carriera come te cosa ci fa dietro un invidioso e mammone, bravo solo a vendere gli scherzi scemi di suo fratello!"

"Non ti permettere più di insultare Ronald!"

Draco alzò gli occhi al cielo sbuffando.

"Sempre il solito caratterino... sentiamo, trovami almeno un pregio di Weasley, e giuro che ti chiederò scusa e mi rimangerò quello che ho detto!"

Hermione voleva ribattere con una frase tagliente ma non ci riuscì. Malfoy aveva maledettamente ragione, trovare un pregio di Ron il quel momento era quasi impossibile! Di sicuro era coraggioso e aveva un gran cuore, ma alla fine della guerra quello non bastava più. Lei era forte, indipendente, con una solida posizione lavorativa, mentre lui si era rivelato un eterno ragazzino, aveva mollato quasi subito il lavoro da Auror per aiutare George ai Tiri vispi, appena possibile correva sempre tra le braccia della mamma, e quando provavano a intavolare una conversazione un po' più seria lui aveva la faccia tosta di dire che lei si comportava in modo troppo noioso! No, decisamente Ron Weasley non era l'uomo che faceva per lei.

"Dal tuo silenzio mi sembra di capire che ho ragione io!"

La voce di Draco la riportò bruscamente alla realtà.

"Io, a differenza tua, per lo meno ci ho provato! Certo, il lavoro e la carriera sono importanti, ma lo sono altrettanto la famiglia e gli amici!"

Lo sguardo di Malfoy si adombrò di colpo.

"Tu cosa ne sai di me? Pensi forse che sia facile vivere e farsi accettare con questo?!"

Con un gesto rabbioso alzò la manica sinistra della camicia mettendo in mostra la sbiadita cicatrice del Marchio nero, ancora visibile sull'avambraccio.

La ragazza fissò inorridita l'indelebile segno di fedeltà dei Mangiamorte al Signore Oscuro.

"Vedi, il tuo sguardo ti ha già dato tutte le risposte!"

Draco abbassò in fretta la manica e si alzò di scatto con l'intenzione di andarsene.

"No, aspetta!"

Hermione si alzò a sua volta per fermarlo e scusarsi ma, a causa del brusco movimento, rovesciò un'intera boccetta d'inchiostro sulla scrivania, macchiando anche il documento appena firmato.

"Oh no, che disastro!"

Prima che potesse fare qualcosa Malfoy aveva già estratto la bacchetta.

"Tergeo!"

Un attimo dopo la scrivania era di nuovo in ordine, ma i documenti che vi erano sopra erano irrimediabilmente macchiati.

"Il lavoro degli ultimi tre giorni, buttato via! E ora come faccio?!"

Hermione sospirò afflitta prima di ricordarsi la cosa più importante.

"Scusami, prima io non volevo, è solo che..."

Malfoy la interruppe con un gesto della mano.

"Non ti preoccupare, ci sono abituato! Non so cosa mi sia preso a farti vedere..."

Hermione con un nodo in gola sollevò anche lei la manica della camicia.

Mudblood , quell'unica parola sbiadita ma incisa sulla pelle chiara si leggeva ancora.

Draco rabbrividì sentendo ancora nelle orecchie le urla strazianti dell'allora compagna di scuola quando quella psicopatica di sua zia Bellatrix la stava torturando. All'epoca però non aveva assistito e scoprì solo in quel momento quello che davvero le aveva fatto.

"Adesso siamo pari! Ognuno ha le sue cicatrici, e fanno tutte male allo stesso modo. Sta a noi decidere di andare avanti!"

Quello fu il turno di Draco di chiedere scusa.

"Mi dispiace, è una cosa tremenda, non sapevo... mia zia era una persona davvero orribile! Scusami ancora, adesso però forse è meglio che vada!"

Malfoy stava per andarsene, piuttosto a disagio, quando Hermione lo fermò. Il ragazzo la guardò perplesso. Lei ricambiò lo sguardo, non sapendo cosa dire, in realtà non sapeva nemmeno il perché di quel gesto.

"Granger cosa c'è, uno snaso ti ha rubato la lingua?" chiese Draco con un sopracciglio alzato.

"No, è solo che pensavo... i documenti di cui mi stavo occupando sono da buttare, sono quasi le nove di sera della vigilia di Natale, a casa non mi aspetta nessuno e in tutto il ministero, se va bene, siamo rimasti solo io e te, che non ci siamo mai nemmeno sopportati! La vita è proprio strana..."

"È un invito?" chiese Draco in tono sbrigativo.

"Se vuoi, ho un panettone che mi hanno regalato dall'Ufficio auror!" rispose Hermione eludendo la domanda.

"Regalo babbano di Potter eh?"

"È un dolce natalizio che hanno comprato in Italia di ritorno dall'ultima missione all'estero! Ma cosa vuoi saperne tu che sei sempre in giro per uffici e basta!"

Malfoy sbuffò ma non rispose, in quel momento non aveva proprio voglia di discutere.

"E dimmi un po', gli italiani brindano anche mangiando panone?"

"Si dice panettone! E comunque sì, perché?"

Senza dare spiegazioni, Draco lasciò l'ufficio, davanti allo sguardo allibito di Hermione.

Pochi minuti dopo era di ritornono con un'elegante bottiglia di fire whisky.

"Pensi forse di essere l'unica che riceve regali dai colleghi?"

Poco dopo Hermione e Draco erano seduti vicino all'albero di Natale che si trovava a fianco al caminetto dell'ufficio, parlando come due vecchi amici che si erano appena incontrati.

"Se ieri mi avessero detto che avrei passato il Natale con te, avrei pensato che fossero tutti impazziti, e invece... se lo venisse a sapere mio padre!"

"Passare il Natale in ufficio, con una lurida mezzosangue invece che in famiglia, sacrilegio!" esclamò la strega ridacchiando.

Lo sguardo di Draco s'incupì. Gli tornarono alla mente tanti ricordi, sia dei tempi di scuola che della guerra. Tante persone erano state rovinate e tante vite spezzate, per colpa della fissazione per il sangue puro da parte di Voldemort e dei suoi seguaci, in primis suo padre e quella psicopatica di sua zia Bellatrix.

"Non dirlo nemmeno per scherzo! Nel corso degli anni ho fatto tanti errori, ma se c'è una cosa che ho capito, è che lo stato di sangue non è così importante. Persone che non lo meritavano sono morte per questo! E tu insieme a Potter e Weasley hai messo fine a una guerra ingiusta. Una lurida mezzosangue ha impedito a gente malvagia e senza scrupoli, gente come mio padre, di fare ancora del male!"

Hermione era davvero senza parole, non avrebbe mai pensato di sentire Draco Malfoy dire una cosa del genere. A quanto pare nel corso degli anni era davvero cambiato molto. Era sempre stato un razzista come la sua famiglia, ma il Marchio nero, le violenze cui ha assistito, e l'omicidio di Silente, che sarebbe dovuto morire per mano sua, a quanto pare l'avevano segnato nel profondo.

"Alla fine non sei così pessima come ho sempre pensato, ma acora adesso sul lavoro a volte rimani un'insopportabile sotuttoio eh!" concluse con un ghigno.

Le labbra di Hermione si sollevarono in un impercettibile sorriso. Quel velato complimento mascherato da sarcasmo valeva davvero molto, visto tutto quello che era successo in passato.

"Lo prendo come un complimento! Io però adesso comincio ad avere fame... che dici se la smettessimo di parlare e apriamo il panettone? Siamo a Natale, non è il caso di starci a incupire inutilmente pensando al passato!"

Poco dopo, mentre Hermione tagliava il panettone, Draco aprì la bottiglia.

"Quando si apre una bottiglia, il brindisi è d'obbligo!"

La ragazza prese il suo bicchiere pensierosa.

"Va bene... allora a un futuro migliore!"

"A un futuro migliore e alla libertà!" rispose Draco facendo tintinnare il bicchiere contro il suo.

I ragazzi continuarono a chiacchierare, mangiando e bevendo, fin quando i rintocchi della piccola pendola sopra il camino batterono la mezzanotte.

"Oh cielo è davvero tardissimo!"

"Direi che è proprio il caso di andare a casa..."

Draco s'infilò nel caminetto prendendo la Polvere volante dal vaso che Hermione gli porgeva.

"Buon Natale Granger!" esclamò prima di pronunciare la destinazione di casa sua.

Prima che Hermione potesse rispondere, era già sparìto in un turbinio di fiamme color smeraldo.

 

*

Dopo le feste natalizie il lavoro al Ministero era ripreso caotico come al solito.

Hermione e Harry stavano aspettando l'ascensore per rientrare nei rispettivi uffici. Quando le porte finalmente si aprirono ne uscì Draco Malfoy.

" 'giorno Potter! Ciao Hermione, trascorso bene le feste?"

"Oh ehm, sì tutto ok, grazie Draco!"

Mentre le porte si richiudevano davanti a loro, Harry e Hermione videro Draco fare un vago cenno di saluto.

"Hermione, da quando tu e Malfoy vi chiamate per nome?! Siete mica sotto l'effetto di un Confundus, o mi sono perso qualcosa?" chiese Harry allibito.

"No niente... chissà forse le feste di Natale l'avranno fatto rinsavire!" rispose l'amica ridendo.

 

*

 

"Ma come, il primo Natale insieme te e papà lo avete passato in ufficio?"

Hermione rise della faccia allibita del piccolo Scorpius, seduto sul tappeto davanti al camino.

"Abbiamo passato anni a scuola e pure dopo a non sopportarci... quella volta ci siamo trovati per caso insieme, è un miracolo se non ci siamo mandati a quel paese a vicenda!"

Draco rise a sua volta.

"La mamma ha proprio ragione! Da quella sera sono passati secoli prima che uscissimo insieme!"

"Quella di Potter però non me l'avevi mai raccontata!" aggiunse poi rivolto alla moglie.

Hermione sbuffò.

"Riuscirai mai a chiamare Harry per nome?"

"Mi dispiace, è più forte di me! Scorpius poi ti chiedi perché ci abbiamo messo una vita a uscire?"

Il bambino si arrampicò sul divano, abbracciando i genitori.

"Ma voi siete bellissimi così! Ora però mangiamo il panettone?"

Hermione gli scompigliò i capelli con tenerezza.

"Ehi non provare furbo con queste scuse! Tanto la fetta più grossa non te la do!"

"Questa volta la mamma ha ragione!"

"Ma uffa!" esclamò Scorpius con aria imbronciata, facendo ridere i genitori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice

Questa storia doveva essere lo sviluppo del prompt Dramione fluff che mi era uscito nel Gioco di scrittura, ma poi i personaggi sono andati bellamente per gli affari loro (come sempre!), di fluff c’è giusto il finale… sono anni che non scrivo di Hermione e Draco, spero di non aver fatto danni!

Non so se questa sarà l’ultima storia di quest’anno, ma colgo l’occasione per fare a tutti tantissimi auguri di buon Natale e buone feste! Mi sa che ci rivedremo l’anno prossimo!

Un abbraccio,

Barby

   
 
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