*Fandom: Bungou Stray Dogs
*Prompt: 23. Guardare il tramonto
*Personaggi/Ship: Osamu Dazai, Atsushi Nakajima //DazAtsu
 
 





-Atsushi-kun! Forza, mangia! Non è certo velenoso!
Ancora perplesso, il giovane ragazzo dai capelli bianchi passava lo sguardo dall’uomo alla nuvola rosa di zucchero filato che gli aveva comprato, e viceversa. Dovette persino proteggerlo da una ventata di aria fresca, per non farlo finire in una pozzanghera a terra – e dall’ombra di un grande albero si levarono alcune foglie verdissime assieme a petali rosati.
Balbettò, stringendosi sopra quella panchina umidiccia.
-N-non sto pensando che ci sia della roba strana dentro, Dazai-san-
-Ah, no?
Il sorriso malizioso di lui lo fece arrossire.
-Mi chiedevo solo perché.
Il rumore del carrello dei dolci che si allontanava li distrasse per qualche secondo.
Lungo il viale che dava alla baia passeggiavano ben poche persone, in quella giornata dal tempo sereno: nella stagione dei monsoni, era quantomeno insolito che nel cielo non ci fosse che mezza nuvola biancastra, colorata di colori accesi.
Anche Osamu si sedette sulla panchina, poco distante da lui, e imitò il gesto di stiracchiare gambe e braccia, quasi avesse della spossatezza addosso.
-Non ti sembra una serata perfetta per mangiare qualcosa davanti a un bellissimo tramonto?
-In realtà sono molto stanco, oggi Kunikida-san non mi ha dato tregua neanche un istante…
-Vero, il lavoro è stato molto duro per tutti noi-
-Tu non hai fatto altro che passare le tue pratiche a me, Dazai-san.
Il sorriso dell’uomo non si scalfì neppure alle parole mordaci del giovane pupillo che, al contrario, più passavano secondi di silenzio più si sentiva in colpa e si agitava, benché non ne avesse minimamente motivo. Era Dazai che lo metteva in soggezione, in qualsiasi modo.
Provò a dare un morso a quella nuvola rosa, impiastricciadosi tutta la bocca. Registrò quindi solo in un secondo momento che l’uomo si era fatto più vicino a lui – giusto per vedergli prendere con due dita un po’ di zucchero filato e servirsi.
-Permettimi di ricompensare la tua fatica con questo, Atsushi-kun.
Il ragazzo sospirò, rilasciando tutta la tensione che aveva accumulato e la stanchezza del giorno. Quando riuscì a sentire il sapore del dolce e a gustarlo per bene, una sensazione di benessere lo invase assieme al fresco e al profumo della primavera, la piacevolezza della calma.
Sentì la sua mano scostargli i capelli e poi avvicinarsi al suo viso.
-Buon compleanno.
Un bacio leggero, o forse la sua impressione sulla guancia morbida.
Con gli occhi colorati del tramonto all’orizzonte, il giovane si voltò di scatto di lato.
-D-Dazai-san, tu-
Se l’era ricordato – Atsushi arrossì furiosamente mentre lui rideva del suo imbarazzo, gonfiando le guance come il ragazzino che era alla sua prima cotta. Gli riempì la bocca di zucchero filato, per vendetta, anche se dal sorrisetto di lui non sembrò ottenere molti risultati.
Forse anche per quella mano scivolata, non si ricordava quando, attorno alla sua vita, gli fu davvero difficile a quel punto allontanarsi dall’uomo e scappare al secondo bacio sulle labbra, un vero e proprio regalo.