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Autore: Kim WinterNight    28/12/2020    6 recensioni
Dopo tante lezioni di nuoto nella piscina dei bambini, Joe sta per entrare per la prima volta nella vasca grande insieme alla sua adorata istruttrice, Monica.
Poco dopo, però, un bambino dispettoso e antipatico giunge a distruggere quel momento che tanto aspettava.
DAL TESTO:
Proprio in quel momento, uno schizzo improvviso colpisce entrambi in pieno viso e Joe, con l’intento di ripararsi, lascia la presa sul bordo e per un attimo rischia di finire sott’acqua.
Monica è subito accanto a lui e lo sostiene per un braccio.
Una risata cristallina e irritante raggiunge le orecchie del bambino cieco, facendogli storcere il naso; anche Dylan ride in quel modo quando lo prende in giro o gli fa qualche scherzo.

[Scritta per il compleanno di Carmaux ♥]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Kidfic | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Martin&Joe'
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A Carmaux,
amica buona e paziente,
con cui condividere scleri,
shipping compulsivo e
un sacco di passioni ed emozioni.
Buon compleanno, ti abbraccio forte






Che cos’è il nero?






Joe, accompagnato da suo padre, zampetta impaziente verso la piscina più piccola.
È felice perché oggi Monica lo porterà per la prima volta nella vasca dei grandi, visto che ormai sa rimanere a galla e trattenere il respiro se va sott’acqua.
L’istruttrice li raggiunge e li saluta con quella voce che sorride – come ama definirla Joe.
«Pronto per oggi?» chiede la giovane, prendendo la mano del bambino di sette anni.
«Sì! Che bello!»
Harold sorride intenerito in direzione del figlio, poi sposta lo sguardo sull’istruttrice. «Grazie. Vado a fare un paio di commissioni e torno tra un’oretta.»
«Certo, non preoccuparti» la rassicura lei.
Poco dopo, lei e Joe sono seduti sul bordo della piscina più grande e il bimbo strepita perché non vede l’ora di buttarsi in acqua.
«Piano, con calma. ricordati che qui non si tocca bene come sempre. Devi tenerti al bordo, almeno all’inizio.»
Lui inclina il capo verso sinistra e ascolta i suoni che lo circondano: voci di altri bambini e di persone adulte, acqua che schizza, musica in lontananza. L’aria odora di cloro, è umida e familiare. A Joe non sembra di essere in una vasca diversa, fatta eccezione per il bordo che è un po’ più ruvido.
Monica scende in acqua e gli prende delicatamente le mani. «Vieni» suggerisce.
Joe si lascia andare, ormai non ha più paura dell’acqua e vuole dimostrare di essere grande e capace di nuotare dappertutto.
Rabbrividisce per il freddo, però sul suo viso delicato e arrotondato si è dipinto un sorriso raggiante.
Monica indietreggia un poco e lo aiuta ad aggrapparsi al bordo. «Non possiamo fare il giro di tutta la piscina come abbiamo fatto in quella piccola, perché questa è enorme e l’acqua diventa molto alta in alcuni punti. Però puoi trattenere il respiro come ti ho insegnato e scendere a controllare dov’è il fondo» spiega pazientemente la ragazza.
«Sì!» Joe annuisce con vigore, poi prende fiato e si immerge, tenendo le mani strette al bordo ruvido; poco dopo riemerge e scoppia a ridere. «È vicinissimo!» esclama.
«Hai ragione!» Monica ridacchia in quel modo gentile e dolce che il bimbo ormai conosce bene.
Proprio in quel momento, uno schizzo improvviso colpisce entrambi in pieno viso e Joe, con l’intento di ripararsi, lascia la presa sul bordo e per un attimo rischia di finire sott’acqua.
Monica è subito accanto a lui e lo sostiene per un braccio.
Una risata cristallina e irritante raggiunge le orecchie del bambino cieco, facendogli storcere il naso; anche Dylan ride in quel modo quando lo prende in giro o gli fa qualche scherzo.
«Martin!» strilla la voce di una donna. «Com’eravamo rimasti d’accordo? Anche se sai già nuotare, devi comportarti con educazione!»
L’istruttrice sospira appena. «Tu sei Martin, il nuovo allievo? Piccolo, la tua lezione non è in questa corsia.»
«Perché no?» gracchia il bambino, trotterellando nell’acqua e continuando a schizzare tutt’attorno a sé.
Joe, infastidito, sta per mettersi a piangere e si nasconde nell’abbraccio di Monica. «Smettila!» mugola.
«Martin, datti una calmata!» esclama ancora la donna fuori dalla piscina.
«Piccolo, questa corsia serve a Joe» riprende Monica. «Lui non può stare insieme a tutti gli altri, ora. È la prima volta che entra in una piscina grande e ha bisogno di stare tranquillo. Lo capisci?»
«No! Perché lui ha una corsia tutta sua? L’ha comprata?» chiede ancora Martin in tono impertinente.
«No, è che Joe…»
«Sei un grandissimo maleducato, devi sempre farmi fare delle figuracce! Esci dall’acqua e andiamo dal tuo istruttore» ordina quella che deve essere la madre del bambino antipatico.
«No, io voglio sapere perché lui può stare qui e io no!»
«Joe non vede, Martin. Per questo ha bisogno di spazio, per evitare di sbattere contro gli altri bambini mentre nuota» spiega pazientemente Monica, ma Joe – ancora arpionato alle sue spalle – la sente irrigidirsi un po’.
Martin si ferma e fissa l’altro bambino. «È per questo che non mi guarda quando parlo? La mamma mi ha insegnato che è maleducazione non guardare le persone in faccia!»
«Ma Joe è cieco, piccolo. Capisci adesso?»
«Quindi vede tutto nero?» chiede ancora l’altro, avvicinandosi un po’ e facendosi più curioso e interessato.
«Questo non lo so. Perché non glielo chiedi?» Monica accarezza piano il braccio del bambino che tiene ancora stretto a sé. «Ti va di fare amicizia con Martin?»
«Mmh» mugola Joe, non troppo convinto. Non vuole essere preso in giro, si sente un po’ triste perché quel bambino ha disturbato la sua lezione di nuoto.
«Allora? Vedi tutto nero?» domanda Martin.
«Non lo so» mormora Joe. «Che cos’è il nero?»
L’altro bimbo scoppia a ridere, ma stavolta non è irritante come prima. «È un colore. Non è molto bello, io preferisco il celeste.» Fa una pausa e Joe avverte la sensazione del suo sguardo su di sé. «Celeste come i tuoi occhi. Anche se sono strani, non guardano mai dalla stessa parte!»
«Davvero?»
«Sì. Quanti anni hai?»
Joe sorride. «Sette. E tu?»
«Cinque. E so già nuotare benissimo! Quando impari anche tu, facciamo una gara? Ti prometto che non ti faccio sbattere!» propone Martin – la sua voce è diventata più gentile e amichevole.
Così il più grande sorride apertamente e lascia andare le spalle di Monica, rimanendo a galla per far vedere all’altro che è già capace di fare qualcosa. «Sì, una gara, che bello!» esclama felice.
Monica gli picchietta sulla spalla. «Coraggio, adesso dobbiamo fare lezione.»
«Martin, vieni fuori di lì e lasciali in pace!» interviene ancora la madre dell’altro bambino.
«E va bene! Allora ciao!» strilla il più piccolo, arrampicandosi su per la scaletta e balzando all’esterno.
«Ciao!» replica Joe.
Si sente più tranquillo perché in fondo quel bambino gli sta simpatico e non voleva davvero prenderlo in giro. Sono diventati amici e non vede l’ora di fare la gara con lui per dimostrargli che può vincere anche se i suoi occhi non guardano mai dalla stessa parte.
E poi Martin ha detto che gli piacciono lo stesso perché sono celesti, anche se Joe non sa che colore sia.
«Pronto?» lo richiama Monica.
Il bambino annuisce entusiasta e comincia a seguire diligentemente le istruzioni della ragazza, felice e motivato a diventare sempre più bravo.






😊 😊 😊


AUGURI CARMAUX *______________*
Ed ecco che finalmente sono riuscita ad accontentarti e a far diventare realtà uno dei tuoi sogni più grandi (?): scrivere una kidfic sui miei Martin&Joe che si conoscono per la prima volta in piscina!
In effetti loro possono benissimo essersi conosciuti da piccoli e non ricordarselo affatto, quindi direi che la cosa è abbastanza plausibile!
Povero Joe, direi che Martin da bambino era un vero diavoletto, il tipico esempio di bambino che poi con la crescita si calma tantissimo ;)
Spero che questo piccolo testo vi sia piaciuto, ma che soprattutto la festeggiata di oggi l’abbia gradito *___*
Grazie a chiunque sia passato a leggere e, Carmaux, spero di averti scaldato almeno un po’ il cuore e di averti regalato un sorriso :3
Alla prossima ♥
  
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