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Autore: Batckas    28/12/2020    0 recensioni
[Cyberpunk 2077]
Modifica di uno dei finali di Cyberpunk 2077
[Seguono spoiler]
V chiede aiuto a Panam e agli Aldecaldo.
I nomadi assaltano la torre Arasaka, Saul muore contro Smasher, Panam e V raggiungono il punto d’accesso e V accede al Mikoshi, parla con Johnny e Alt, scopre che il suo corpo sta morendo e che gli rimangono pochi mesi di vita.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Cazzo.”, strinse i pugni come in preghiera, ma senza Dio.
“Mi dispiace, V.”, Johnny chinò il capo, guardò Alt. “Non c’è niente che possiamo fare?”
Alt posò il suo sguardo prima su uno poi sull’altro.
“Temo di no. Il fattore corpo è irrimediabilmente danneggiato. Sei mesi, forse qualcuno in più, ma non potrà sopravvivere a lungo.”
“V, troviamo un modo. Io andrò nel Mikoshi con Alt, tu riavrai la tua vita. Cazzo, non arrenderti proprio ora.”
“Taci, Johnny, ti prego, fammi pensare in santa pace. Merda.”
Johnny si alzò dalla sedia, camminava avanti e indietro mentre fumava nervosamente, anche nel Mikoshi dove erano soltanto engrammi e costrutti digitali, il vizio non lo abbandonava.
V aveva gli occhi persi nel vuoto.
Il sangue versato non aveva alcun senso.
“Sarebbe stato meglio spararmi su quel cazzo di tetto.”, disse con tono di voce stridulo.
“V, porca troia, alza quel culo! Io andrò con Alt, riprenditi il tuo cazzo di corpo e vivi quello che ti resta da vivere. Da qui a qualche mese potrai aver trovato altre soluzioni. Non mi hai dato retta quando ti ho detto di non coinvolgere Panam e gli Aldecaldo, e devo ammettere di essermi sbagliato, quei figli di buona donna sono pieni di risorse, a costo di ricostruirti in un’automobile, ti faranno sopravvivere. Panam non ti permetterà mai di morire.”
“No.”
“Cosa no? Porca puttana mi fai impazzire! Vado con Alt.”
“Ferma il culo. La decisione spetta a me. Sono io che ci ho portato fin qui, deciderò io come finisce.”
Johnny guardò V con compassione. Non gli piaceva lo sguardo del ragazzo.
V parlò, a bassa voce, come se udire quelle parole potesse spaventarlo.
“Manterrò la mia promessa. Il patto al Pistis Sophia è ancora valido. Mi levo dalle palle, il mio corpo è tuo.”
“Ti stai togliendo anche l’ultima possibilità.”
“No, Johnny. Torno nel mio corpo e che succede? Tu muori, io muoio tra qualche mese. Perdiamo tutti. Non serve che muoia anche tu, andrò io con Alt, tu torna nel mio corpo e vivi.”
V si alzò e si avviò con l’intelligenza artificiale.
Johnny comparve davanti ai suoi occhi e lo spintonò.
“È solo un altro ostacolo e decidi di arrenderti così?”
“Sono stanco.”
“Diavolo, abbiamo fatto a pezzi Night City, abbiamo scavato in ogni suo lurido buco… cazzo! Non puoi prendere la via più facile. Porca troia, non la voglio la tua vita! Dovevi spararti in bocca quando ti svegliasti nella discarica, non ora! Ora è tardi per fare il codardo! Caccia fuori le palle, V.”
“Johnny ma si può sapere che vuoi da me? Tu vivrai, io morirò, che cosa cazzo vuoi ancora da me?”
La voce del rocker diventò piatta.
“Avrei voluto ci fossero delle alternative.”
“Va bene così, Johnny. Ci abbiamo provato, non è andata bene, sono stati giorni piacevoli e interessanti. Ho… incontrato…”
V abbassò il capo.
“Dille che la amo, ma che deve andarsene e allontanarsi il più possibile da Night City. Capirà che sei tu. Johnny, almeno Panam voglio resti soltanto mia.”
“Cristo, V, per chi cazzo mi hai preso?”
“Per un terrorista drogato e puttaniere?”, V stirò un sorriso.
“Touché. Parlerò con Panam, ma sappi che non ti perdonerà.”
“Non importa, ameno potrà vivere senza un cadavere ambulante. Senza il peso di dover contare alla rovescia i giorni che mancano alla mia morte.”
“Mi dispiace davvero, V.”
“Non lasciare che io scompaia nel vuoto. Non dimenticarti di me.”
“Come potrei mai farlo?”
I due si strinsero la mano.
V andò con Alt.
Non si guardò indietro.

“V? Ehi, V, come stai? Cavolo se mi hai fatto spaventare.”, Panam fece un respiro profondo, le labbra si tesero in un sorriso e gli occhi si caricarono di commozione. Agitò una mano davanti al viso per eliminare quelle emozioni come se fossero moscerini. “Dobbiamo andare.”, continuò. “Alzati, V.”  
“Non sono V.”
“Che cazzo dici?”
“Che non sono V.”, si alzò.
Panam studiò i suoi movimenti.
“Non prendermi per culo!”, Panam gli afferrò un braccio e lo strattonò. “Non raccontarmi cazzate.”
“V mi manda a dirti che ti ama e che devi abbandonare Night City. Vivere e dimenticarti di lui.”, parlò piano. Aggiunse sottovoce: “Come se fosse facile.”
“Tutto questo è un cazzo di scherzo. Non può essere vero. Vaffanculo, V, ti prego, smettila di prendermi per il culo e andiamo via.”
Panam voleva baciarlo, ma aveva paura che se lo avesse fatto avrebbe scoperto la verità che V le stava dicendo, ma che lei non voleva accettare. Negli occhi sinceri del ragazzo c’era una luce diversa, l’anima dietro a quelle pupille era cambiata. Panam sentì una fitta al cuore.
Diede un pugno a V, gli strinse le guance e lo baciò.
Nulla.
“Non è possibile.”, indietreggiò terrorizzata.
“Mi dispiace.”
“Brutto psicopatico di merda!”, Panam puntò la pistola contro V. “Figlio di puttana, ridammi V!”
“Anche se volessi non potrei. Il corpo di V era danneggiato, con la sua vecchia psiche sarebbe morto dopo alcuni mesi, ormai il suo organismo non era adatto più a lui.”
“Ma a te sì, non è vero? Stronzo che non sei altro. Tu lo hai ucciso.”
“Ha deciso lui di darmi il suo corpo. So che è difficile da credere, ma è così.”
“Tu menti!”
“Vorrei davvero.”
Panam abbassò la pistola, non riusciva a minacciare il corpo di V; l’idea che nel suo corpo ci fosse qualcun altro la faceva rabbrividire, la realtà si sgretolava, i sogni frutto della speranza si tramutavano in incubi velenosi.
“La mia famiglia si è sacrificata per lui! Saul è morto per lui… e lui che fa? Lascia a te il suo corpo…”
“Non che avesse molta scelta. Ha preferito dare a me la vita, invece di lasciarci morire entrambi.”
“Perché cazzo ha sempre dovuto essere così gentile?”
“Me lo chiedo anche io.”
“Non sopporto la tua vista. Ti prego, vattene.”
“Mi dispiace, Panam.”
“Cristo…”, Panam gli diede le spalle per nascondere il pianto; la voce di V, nella morte, pronunciava il suo nome.
Non poteva sopportarlo. “Non chiamarmi, Dio Santo, non pronunciare mai più il mio nome. Se ci rivedremo di nuovo, ti ucciderò.”
La ragazza era sconfitta.
Le sue paure erano diventate realtà.
Ripensò alla conversazione con V sulla torre di controllo della stazione.
Solo dolore.

V/Johnny annuì lentamente mentre la superava.
Panam restò sola. Alzò gli occhi al cielo per non far scendere le lacrime. Udì alle sue spalle stivali che si avvicinavano, si voltò con l’arma in pugno, ma erano Mitch e i veterani.
“Che cazzo è successo?”, domandò il panzerista.
“Andiamocene via.”
“Dov’è V?”
“V è morto.”
 




 
 
   
 
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