Lost in You.

<< Stai tenendo la mappa al contrario. >>
AE3803 emette un gridolino, lasciando cadere la mappa a terra. Arrossisce come un peperone quando incrocia un paio di occhi scuri molto familiari. Beh, l’occhio in realtà è uno solo; l’altro è coperto da un folto ciuffo di capelli bianchi, come al solito.
<< Leucocita-san, non dovresti arrivare così alle spalle della gente. Mi hai spaventata. >>
<< Mi dispiace, >> afferma il neutrofilo, senza nessun tono di voce o espressione in particolare. << Ti sei persa di nuovo? >>
L’eritrocita arrossisce ancora di più e nasconde la mappa dietro la schiena, come una bambina colta in flagrante a combinare qualche guaio.
<< Ma no! Che dici? Guarda che sono migliorata… >>
Leucocita-san incrocia le braccia; per un attimo, AE3803 intravede una scintilla divertita nei suoi occhi, ma è talmente fugace che pensa di essersi sbagliata. Da quando sono riusciti in qualche modo a sventare la crisi dello shock ipovolemico i suoi atteggiamenti le sembrano sempre meno ingessati col passare del tempo, ma potrebbe essere solo una sua impressione.
Comunque sia, questo silenzio tra loro comincia a farsi imbarazzante.
Con sua grande sorpresa, è Leucocita-san a parlare per primo.
<< Se vuoi, ti faccio strada. In questo momento sono libero. >>
<< Davvero!? >> L’eritrocita non cerca nemmeno di nascondere il proprio sollievo. Dopo essere finita due volte nella milza, è piuttosto inutile continuare a negare l’evidenza.
<< Certo. Dove sei diretta? >>
<< Ai polmoni. >>
<< Bene, andiamo. >>
È questione di un attimo: AE3803 non ha neanche il tempo di appendere il cestino con il nutrimento ad un braccio che sente un inaspettato calore avvolgere la mano libera.
Abbassa lo sguardo e vede la mano di Leucocita-san stringere con delicatezza la sua, un po’ più piccola. Quando lo rialza, lui sembra sorpreso tanto quanto lei, con un evidente rossore sul viso bianco come la neve.
<< P-perdonami, l’ho fatto senza pensarci, >> balbetta, senza però lasciare la sua mano. << Se ti dà fastidio posso sempre… >>
<< N-no! Cioè… non mi dà fastidio. Così… evitiamo di perderci di vista. >>
L’eritrocita dice la prima cosa che le viene in mente. Non sa perché, ma l’idea di metter fine a quel contatto le fa venire una sensazione spiacevole al centro del petto. Forse per quel tepore così piacevole.
Dopo qualche istante, Leucocita-san annuisce e distoglie lo sguardo, cominciando a camminare.
Bastano pochi passi per ritrovarsi con le dita intrecciate, e l’eritrocita quasi spera che il percorso per arrivare ai polmoni sia molto lungo.




Angolino, angoletto: 
Ho scoperto Cells at work un sacco di tempo fa grazie a una mia amica, ma ho potuto vederlo solo di recente e l'ho letteralmente divorato, oltre ad essermi innamorata perdutamente di questi due. 
Spero che questa cosina senza pretese vi piaccia. 

Alla prossima!
-cuorediinchiostro.