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Autore: Kifuru    29/12/2020    0 recensioni
Per secoli la sconfinata e bellissima Terra del Sole è stata sconvolta da una guerra sanguinosa, scatenata tra le due potenti nazioni fondatrici. Dopo lunghi decenni di morte e distruzione, venne costruito un immenso ed indistruttibile muro, con l'aiuto di misteriosi alchimisti, suddividendo effettivamente in due parti un intero continente. Per completare l'opera, gli alchimisti crearono un unico stretto passaggio nella maestosa muraglia, l'unico punto di contatto fra le due potenti nazioni in continuo conflitto fra di loro. La guerra ebbe fine, non cancellando però l'antico clima d'odio. Diverse generazioni dopo, due giovani, cresciuti con tradizioni ed abitudini diverse, affronteranno, nel corso di drammatiche avventure, la secolare rivalità mai morta tra i loro popoli.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 5

 
LE RAPIDE DEL FIUME SAMOS
 

Il battelliere clandestino Chester si stava impegnando con tutte le sue forze in quella che si stava senza dubbio rivelando la peggiore traversata della sua carriera. Durante quel periodo di stagione, il fiume Samos era pericoloso, quasi sempre in tempesta. La corrente diventava troppo forte, creando rapide e mulinelli tristemente famosi in tutta la nazione. Solo alcune imbarcazioni potevano sperare di sfidare l’ira del più grande fiume di Lithium, che si estendeva per centinaia di chilometri fino ai confini orientali.

Ogni ondata poteva essere quella fatale, quella che avrebbe potuto trasportare lui e la sua giovane cliente direttamente nel regno dei morti. Bastava il più piccolo errore, un attimo di esitazione o disattenzione nella manovra e il battello si sarebbe capovolto. In quel caso, c’erano ben poche possibilità di salvezza: nuotare tra le rapide inarrestabili del fiume Samos in piena notte. Pochi potevano dire di aver affrontato con successo un’impresa del genere.

Nel bel mezzo della furia delle rapide, l’uomo manovrava il proprio battello con la forza della disperazione, appellandosi a tutta la sua esperienza.
Alla fine, nonostante tutte le sue proteste, la giovane guerriera l’aveva costretto a partire immediatamente, ignorando i disperati tentativi del battelliere di posticipare la partenza almeno fino all’alba, con la speranza che nel frattempo si sarebbe potuta placare la furia terribile del fiume.

Al tramonto del giorno prima, i due erano partiti dalla locanda e da lì avevano proseguito fino ad una piccola riva nel cuore della foresta, dove Chester aveva nascosto il proprio battello mai registrato negli archivi ufficiali imperiali.

Da molti anni Chester esercitava questo mestiere così pericoloso e incerto. Per poter sopravvivere, aveva imparato a muoversi con estrema cautela, scegliendo anche la clientela giusta e stando attento a memorizzare con esattezza le zone maggiormente controllate dagli Inquisitori Imperiali.
Tante volte il passaggio del fiume Samos aveva preteso un forte tributo di sangue, molti suoi colleghi erano morti annegati, a testimonianza dell’estrema importanza di ogni misura di sicurezza, anche delle più basilari. Chester lo sapeva, aveva visto troppo spesso la terribile e implacabile distruzione scatenata dalla natura. In quella notte gelida e tempestosa, i due viaggiatori stavano giocando letteralmente con la morte.

Il battelliere Chester non aveva avuto scelta. Dopo lo scontro alla locanda, la giovane mora aveva ampiamente dimostrato la propria pericolosità e in un attimo l’aveva costretto a violare tutte le sue regole. Anche se fisicamente incantevole e piena di fascino, si trattava di una guerriera letale, addestrata ad uccidere in chissà quanti modi. Durante il viaggio per raggiungere la zattera, l’uomo si era chiesto più volte come mai la donna, con le sue capacità, non avesse ucciso i propri assalitori alla locanda.

Così nel buio della notte lungo il fiume più grande e pericoloso dell’intera Terra del Sole, Chester fu costretto ad affrontare il guado indubbiamente più terrificante della propria carriera di battelliere clandestino. L’uomo si sentiva già nelle fredde braccia della morte, mentre tentava di gestire il proprio battello nel pieno delle rapide assassine.

In realtà, però, era un altro il vero pericolo, la causa che aveva distrutto in quello stesso tratto di fiume molte imbarcazioni e molte vite: i giganteschi tronchi che navigavano pericolosamente sulle acque del fiume.

Lunghi e robusti tronchi, veri e propri cadaveri di vecchi e antichi alberi, i quali, mossi dalla terribile corrente, si muovevano con spaventosa velocità nella tempesta implacabile, distruggendo ogni cosa al loro passaggio. Sarebbe bastato un unico impatto per spezzare in due il battello.

Per affrontare al meglio la traversata, Chester era saldamente appostato al timone sulla poppa, manovrando disperatamente l’imbarcazione verso la riva opposta, ma la forza della tempesta limitava fortemente la visibilità. Egli non poteva distogliere lo sguardo dall’orizzonte neppure per un istante.

Ciò gli impediva di controllare il lato destro del battello, costantemente aggredito dai mortali tronchi, che sbucavano dal buio della notte come inquietanti creature pronte ad attaccare e distruggere.

< < NE ARRIVA UN ALTRO > > urlò Myra Costis, cercando di superare il frastuono impetuoso del vento < < CI VIENE ADDOSSO > >.

< < DANNAZIONE > > ringhiò con forza il battelliere < < Non farci colpire, ragazza o finiremo in pasto ai pesci di questo maledettissimo fiume > >.

Mentre l’uomo conduceva lentamente il battello verso la riva opposta, la ragazza si era assunta l’incarico di controllare il lato destro della barca. Su indicazione del battelliere, si era armata con una lunga e robusta asta di metallo. I lunghi anni di addestramento all’Accademia Imperiale avevano fortificato il suo corpo, rendendola capace di affrontare fatiche impossibili per normali ragazze della sua età.

Myra Costis colpiva con la punta dell’asta i grossi tronchi che si avvicinavano pericolosamente alla barca. Si appellava a tutta la sua forza, riuscendo a spostarli quel tanto che bastava per la sicurezza della piccola imbarcazione. La traversata era iniziata più di tre ore prima e secondo le previsioni del battelliere erano appena entrati nella fase più critica della tempesta.

Era una notte gelida. Una pioggia fitta aveva iniziato a battere incessantemente già da diverso tempo. Oltre al freddo, i viaggiatori erano costretti a proseguire la traversata con una pessima visibilità. Il battelliere non avrebbe mai pensato di trovarsi in una situazione del genere.

< < Resta concentrata, ragazza > > urlò Chester, il quale continuava a lottare contro la corrente, cercando disperatamente di ignorare i lancinanti dolori alle braccia.

< < Abbiamo ancora molta strada da fare. Non possiamo distrarci nemmeno per un istante. Conosco questo tratto di fiume. L’alta marea ci consentirà di proseguire e non c’è pericolo di finire sopra qualche roccia, almeno in questo tratto. L’unico problema sono quei dannati alberi, perciò stai sempre all’erta > >.

< < Sembrano non finire mai questi maledetti tronchi > > ringhiò la ragazza, mentre assestava un’energica stoccata con l’asta di metallo.

< < Negli ultimi giorni i venti del nord sono stati violenti e impetuosi > > ribatté l’uomo con impazienza < < Questo tratto del fiume è nascosto da fitti boschi, per questo noi battellieri clandestini lo preferiamo ad altri possibili guadi, ma di certo non quando si è costretti ad attraversarlo in certe condizioni. Non siamo dei tipi normali o equilibrati, ma nemmeno siamo così inclini al suicidio > > c’era del sarcasmo nel tono dell’uomo. Più volte egli aveva tentato di far ragionare la giovane, ma niente sembrava poterla fermare nel suo cammino verso chissà quali obiettivi.

< < Da questa storia non uscirà niente di buono o sensato > > pensò il battelliere, ormai bagnato fradicio come la sua giovane compagna di viaggio.

Myra non aveva il tempo di rispondere alle provocazioni del compagno di viaggio. La fatica iniziava seriamente a farsi sentire e la riva era ancora lontana. Nella violenza della tempesta, il battello non dava nemmeno l’impressione di guadagnare terreno verso la terra ferma.

La giovane recluta era ben consapevole di aver agito in modo imprudente, sottovalutando il pericolo rappresentato dal fiume Samos. Fin da piccola lo aveva sempre attraversato in assoluta sicurezza, passando per la maestosa via della Strada Alba, lungo lo splendente e bellissimo Ponte Samos.

Tuttavia, non era pentita di aver insistito tanto. Non poteva trattenersi molto in un singolo posto, mentre fingeva di essere una criminale. Il rischio era troppo grande: avrebbe potuto essere arrestata dagli stessi Inquisitori e in quel caso sarebbe stata costretta ad appellarsi all’influenza di suo padre. Non poteva essere scoperta o l’intera missione sarebbe fallita prima di cominciare. Doveva raggiungere Sandor ad ogni costo.

< < Questo maledetto battello procede troppo lentamente > > urlò la ragazza. All’improvviso l’asta di metallo era diventata molto più pesante. Le braccia erano affaticate e doloranti.

< < Continua a proteggere il lato destro, ragazza. Ti assicuro che è la nostra unica possibilità di salvezza. Con una tempesta del genere, il battello non può procedere più velocemente di così > > rispose energicamente il battelliere, non smettendo mai di manovrare.

Anche se non poteva osservarlo con attenzione, Myra dovette riconoscere l’estrema abilità dell’uomo. Era certa che con altri navigatori non avrebbe avuto alcuna speranza in quell’impresa.

Passarono altre due ore, durante le quali i due viaggiatori affrontarono con coraggio i rispettivi compiti. Myra ebbe pochi momenti per poter riprendere fiato e la pesante asta di metallo divenne ancora più difficile da maneggiare. Finalmente, però, fu in grado di vedere chiaramente i tipici tratti della foresta, segno che la riva era veramente vicina.

Questo semplice pensiero motivò la giovane Litanese a tener duro. Ringhiò con forza ad alta voce, come se volesse sfidare il pericolo con le sue sole energie, ma una nuova ondata di tronchi mortali si avvicinò nuovamente con spaventosa velocità. Alcuni erano fuori dalla rotta del battello, ma due di grosse dimensioni aggredirono quasi allo stesso momento la disperata difesa della ragazza.

Ella riuscì a deviarne uno con un colpo energico, ma per l’altro non fu così fortunata. Con la forza della disperazione, Myra, affaticata e infreddolita, agitò la punta dell’asta come una lancia, ma poté soltanto deviare il secondo tronco. Non fu abbastanza.
L’albero morto colpì, anche se di striscio, la fiancata della barca. L’impatto fu violento, ma il colpo di bastone della giovane fu ugualmente provvidenziale, perché impedì al battello di rovesciarsi. A causa degli enormi sforzi, però, Myra, già in precario equilibrio, precipitò oltre il parapetto del battello nelle gelide acque tempestose del fiume Samos.

Oltre al freddo paralizzante, la giovane guerriera provò la sconvolgente sensazione di essere travolta da una forza inarrestabile, che sballottolò il suo corpo in ogni direzione. Solo la cima di sicurezza legata intorno alla vita le impedì di venire completamente risucchiata nei vortici della tempesta. Il battelliere Chester adottava sempre quella misura di sicurezza, in ogni attraversata e a prescindere dal clima. Quel giorno Myra venne salvata da quella semplice misura di sicurezza.
Per alcuni secondi, la giovane rimase sott’acqua in balia della corrente, perdendo quasi del tutto i sensi. Probabilmente la forza della disperazione o un ardente spirito di sopravvivenza la spinse a lottare e a ritornare in superficie. Si aggrappò alla cima con tutte le sue forze, mentre la barca procedeva la lenta navigazione verso la riva. Era rimasto l’ultimo tratto.

< < TIENITI FORTE RAGAZZA > > urlò il battelliere, non perdendo mai di vista l’orizzonte. La riva era sempre più vicina < < Siamo quasi sulla terra ferma, cerca di restare in superficie. Tra poco i vortici diminuiranno > >.

Chester non sapeva se la sua voce fosse udibile dalla ragazza. Nella sua posizione di timoniere non poteva fare altro, se non pregare che la cima resistesse alla corrente.

Senza Myra a proteggere il fianco, l’imbarcazione proseguiva la rotta completamente allo scoperto. Tanti pezzi di alberi caduti nelle acque del fiume colpirono più volte la fiancata del battello. Fortunatamente nessuno di essi era di dimensioni tali da sfondare in modo irreparabile il legno lavorato dell’imbarcazione, la quale ormai era prossima a toccare la terraferma.

Nel frattempo, la giovane guerriera lottò con tutte le sue forze per non perdere i sensi, facendosi trascinare dalla corda legata alla vita. Era esausta e aveva le mani insanguinate dato che non aveva mai lasciato la presa sulla cima, ma era anche consapevole di essere molto vicina alla riva.
Quando aveva iniziato il viaggio, Myra era certa che avrebbe dovuto superare molte difficoltà e pericoli mortali, ma non si sarebbe mai aspettata di dover rischiare la vita anche nel territorio della sua stessa nazione.

< < Lo faccio per Dan > > pensò disperatamente, mentre continuava ad essere trascinata dalla barca verso la riva < < Era mio fratello minore e merita giustizia per quello che gli hanno fatto i cani Sandoriani > >.

Finalmente il battello raggiunse il terreno della riva reso fangoso dalla fitta pioggia. L’ultimo tratto era stato più facile da affrontare. La forza delle correnti era andata a diminuire soprattutto nell’ultimo tratto della traversata.

La prua del battello era munita di un pesante sperone che facilitò notevolmente la manovra di attracco. Esso affondò perfettamente nel terreno fangoso, accompagnando l’imbarcazione quasi completamente fuori dalle acque del fiume. Di norma, i battelli, battenti la bandiera imperiale, potevano sfruttare i tanti moli costruiti in tutto del corso del fiume Samos, ma per un battelliere clandestino lo sperone era essenziale per la manovra di attracco. Ogni imbarcazione non registrata ne possedeva uno.

Chester poté finalmente lasciare il timone. Gli sembrava che ogni muscolo del suo corpo urlasse dal dolore. Si girò, non sapendo nemmeno se la cima di sicurezza avesse resistito alla forza delle rapide.

Con sua grande sorpresa era così. La corda, ancora legata saldamente alla barca, aveva salvato la vita della ragazza. Quest’ultima, con chissà quale forza di volontà, aveva mantenuto la presa sulla cima di sicurezza e a fatica aveva strisciato fuori dal fiume, aiutandosi con la corda. Quando raggiunse anche lei il terreno fangoso del boschetto, restò a terra priva di forze.

< < Stai bene, ragazza? > > chiese il battelliere, affrettandosi ad aiutarla. Trovava incredibile la forza che la ragazza aveva dimostrato durante la traversata. Tanti uomini esperti avevano trovato la morte in condizioni simili.
 
Senza rispondere, Myra tossì violentemente un’incredibile quantità d’acqua. L’uomo le colpì energicamente la schiena per aiutarla.

< < Respira, ragazza. Respira. Ormai sei in salvo > >.

Dopo qualche minuto, la guerriera Litanese riprese a respirare con maggiore facilità, ma gli sforzi per sopravvivere alla traversata l’avevano svuotata di ogni energia. Con l’aiuto del battelliere si rialzò e fu certa del fatto di non aver mai provato un dolore simile in tutta la sua vita. La lotta contro i tronchi, la caduta dalla barca e la terribile corrente del fiume. Ognuna di esse aveva messo a dura prova la resistenza del suo corpo allenato.

Mentre cercava di recuperare il fiato, Myra osservò alle sue spalle il fiume in tempesta e quasi cadde di nuovo in ginocchio, ripensando al fatto di essersi trovata in quell’inferno fino a qualche secondo prima.

Una pioggia fredda e fitta continuava a cadere incessantemente. Un brivido di freddo ricordò a Myra di essere bagnata fradicia nel gelo della notte. Durante la lotta contro la morte non ci aveva nemmeno fatto caso.

Dopo essersi assicurato sulle condizioni della giovane cliente, Chester controllò velocemente le condizioni della barca e immediatamente sentenziò che il suo amato battello non avrebbe più potuto navigare per diverso tempo. I danni erano stati pesanti e numerosi. Addirittura non era nemmeno tanto sicuro di poterli riparare.

Tuttavia, non era certo un problema da affrontare in quel momento; il freddo iniziava ad essere pesante anche per lui. < < Sarà meglio andarsene da qui. Conosco una vecchia baracca, dove potremmo ripararci. E’ stata costruita da alcuni contrabbandieri diversi anni fa. Sarà un ottimo riparo in questa nottata infernale > >.

< < Cosa faremo con la barca? > > chiese la ragazza, tremando in modo incontrollabile.

< < E’ inutile tentare adesso di nasconderla. Rischiamo di morire di freddo ed entrambi siamo troppo esausti per uno sforzo del genere. Senza contare che già questo potrebbe rivelarsi un buon nascondiglio, la riva è nascosta dalla più fitta vegetazione. Questa zona è ancora piuttosto isolata e difficilmente correremo il rischio di incontrare pattuglie imperiali. L’altra riva è molto più controllata per essere così vicina alla Strada Occidentale > >.

< < D’accordo > > convenne lei, cercando di mantenere la voce ferma < < Fai strada > > non vedeva l’ora di iniziare a camminare per poter contrastare il freddo sempre più opprimente.

I due recuperano le provviste dal battello. Myra si affrettò a riprendere possesso delle armi e soprattutto dello zaino con le provviste. Oltre al cibo, c’era qualcosa di troppo prezioso in quella borsa, qualcosa di pericoloso, ma che sarebbe stato essenziale per la sua missione.

Chester si assicurò che la barca fosse al sicuro. Lo spostò con la cima soltanto di qualche centimetro, per nasconderlo meglio nella fitta vegetazione e a distanza di sicurezza dall’acque del fiume.

Si avviarono nel buio della notte verso ovest. Il bosco divenne più fitto, proteggendo i viaggiatori dalla pioggia che continuava a cadere incessantemente.
Nonostante la stanchezza, Myra era profondamente grata di potersi muovere. Con le mani cercava di scaldare le braccia infreddolite e così si accorse di essersi ferita anche il braccio sinistro all’altezza del gomito. Forse nella caduta aveva sbattuto contro la fiancata della barca. Non era un taglio profondo, ma durante quel breve cammino iniziò a pulsare dolorosamente. Seguì il battelliere per un’ora intera nel più totale silenzio, impegnata a resistere a dolore, freddo e fatica.

Finalmente arrivarono a destinazione. La baracca era abbandonata, ma ancora intatta. Era stata costruita in una piccola radura circondata dalla boscaglia.

< < L’ideale nascondiglio per dei criminali in fuga > > pensò lei, avvicinandosi alla porta d’ingresso insieme al battelliere.

Durante il lungo addestramento presso l’Accademia Imperiale, Myra aveva studiato molto: la storia del suo paese, i rapporti costantemente travagliati con Sandor e anche le innumerevoli iniziative degli Inquisitori Imperiali contro criminali e traditori. La giustizia del suo popolo imponeva una certa spietatezza, che lei doveva essere in grado di applicare sul campo. Quel viaggio era anche la sua occasione per poter diventare un vero Inquisitore Imperiale a servizio del Lord suo padre.

L’interno della baracca era pieno di sporco e sudiciume, ma il soffitto era ancora intatto. C’era una piccola branda di legno attaccata al muro, ma era così malandata che i due la scartarono subito, scegliendo di sedersi sul pavimento in legno. C’era anche un modesto camino sulla parete con l’aria abbandonata da chissà quanto tempo.

Myra si appoggiò al muro completamente esausta. La sua vera preoccupazione era per i suoi abiti: così fradicia rischiava seriamente una brutta febbre che avrebbe potuto debilitarla ulteriormente e lei non poteva permettersi alcun ritardo.

Quasi a leggerla nel pensiero, Chester si alzò muovendosi di nuovo verso l’ingresso.

< < Dove vai? > > chiese Myra, con la voce tremante.

< < Le notti Litanesi sono fredde, ragazza. Dovresti saperlo. > > rispose l’uomo, con un leggero sorriso < < Non farò fatica a trovare il necessario per un piccolo fuoco per scaldarci. Tu puoi restare qui a riposare. Ti consiglio di toglierti immediatamente quegli abiti zuppi > >.

Lo sguardo benevolo dell’uomo sorprese notevolmente la giovane recluta. Mentre lo osservava uscire dalla porta della baracca, Myra provò per un attimo il desiderio di ringraziarlo, ma purtroppo la sua mente razionale la tratteneva, le ricordava bruscamente il fatto che il battelliere restasse sempre un criminale, un nemico dell’Inquisizione Imperiale e lei, da recluta e aspirante alla carica di Inquisitore, non poteva permettersi di provare simpatia per un individuo del genere. Suo padre avrebbe senza dubbio approvato questo tipo di ragionamento, ma stranamente era lei che provava vergogna per aver pensato male di un uomo che comunque le aveva salvato la vita.

Si tolse giubba e pantaloni fradici. Si era portata un solo cambio di vestiti, adatto per i viaggi ed estremamente utile nei combattimenti improvvisi dove era richiesta una certa velocità di movimento. Si trattava di una camicia di seta di un color grigiastro, che molto spesso lei aveva utilizzato durante le esercitazioni con la spada all’Accademia Imperiale.

In realtà, normalmente sopra di essa avrebbe indossato anche la propria armatura forgiata per la superba stirpe dei Costis, ma non potendolo fare si era accontentata di un caldo mantello con pelliccia di lupo munito di cappuccio. Tremava ancora per il freddo, ma almeno adesso indossava abiti asciutti. Durante la traversata il suo zaino era rimasto al sicuro dentro l’unica cabina della piccola imbarcazione.

Controllò accuratamente il contenuto della bisaccia. Le fiale di Salium erano al sicuro sul fondo, nascoste e ben protette in un contenitore di metallo creato dai migliori alchimisti di Kingswork.

Il temporale proseguiva senza sosta in quella notte gelida e ciò non fece altro che incrementare il malessere della giovane. Era consapevole di aver agito in modo imprudente ed egoista, rischiando non soltanto la sua vita, ma anche quella del battelliere Chester. Le era stato sempre insegnato, fin dalla più tenera età, a comportarsi secondo logica e razionalità, a controllare sempre le emozioni, anche nelle situazioni più disperate. Era questo a rendere la razza Litanese superiore ad ogni altra.

Tuttavia, Myra aveva ampiamente violato tali insegnamenti. Il desiderio di giustizia per suo fratello Dan superava ogni controllo o dogma. Ma si trattava realmente di giustizia? Gli Inquisitori Imperiali avevano sempre condannato la vendetta. Ogni azione doveva essere compiuta per la gloria eterna dell’impero Litanese.
Il battelliere Chester tornò alcuni minuti dopo con la legna sufficiente per accendere un piccolo fuoco nel camino abbandonato della baracca. Nonostante le condizioni precarie, l’uomo riuscì a farlo, sfruttando un liquido infiammabile che versò sulla legna che aveva raccolto.

Finalmente i due viaggiatori ebbero la possibilità di scaldarsi. Myra provò una sensazione di estremo benessere nel sentire dopo diverse ore un rassicurante calore tornare nel proprio corpo infreddolito.

Per diversi minuti restarono in silenzio ad osservare le fiamme del piccolo cammino, che si mostravano così confortanti dopo quanto avevano passato. La fredda poiggia di autunno continuava a battere sulla baracca.

Alla fine, fu Chester a rompere il silenzio < < Ancora non sono riuscito a capirti, ragazza. Non riesco proprio ad immaginare cosa possa spingere una persona a rischiare la vita in questo modo, specie se si tratti di una giovane donna > >.

Myra non sapeva come ribattere, ma le parole dell’uomo la colpirono con forza. Fino a che punto avrebbe dovuto spingersi.

< < Fino alla fine > > pensò lei con ferocia, sempre osservando il rassicurante fuoco sul camino.

< < Ho conosciuto tanti tipi di persone in questa nazione. Ho visto uomini prudenti, ho visto uomini codardi e anche uomini coraggiosi e stupidi. Si può rischiare la vita per diversi motivi. Io stesso l’ho fatto tante volte per il denaro e il desiderio di una vita migliore > >.

< < Ma la tua vita non si può certo definire retta e onesta > > commentò lei, con risentimento, quasi dimenticando di essersi mascherata come una trafficante ricercata dalla legge.

< < E’ vero, ma mi sono sempre considerato un uomo giusto. Non ho mai fregato un cliente che non lo meritasse. Per di più mi considero un uomo realista e pragmatico. Ho imparato molti anni fa a sopravvivere e ciò che ho fatto oggi va contro tutto quello che sono. La mia vita è preziosa, come ritengo che sia la tua, insieme a quella di qualsiasi essere umano > >.

< < Esiste anche l’onore nella nostra vita, mastro battelliere > > ribatté la giovane, sempre più risentita < < Ci sono volte in cui è necessario mettere la prudenza da parte, altrimenti non saremmo così diversi dai barbari Sandoriani. Possono esistere ragioni superiori che spingono a rischiare la vita, ragioni che superano il denaro o il desiderio di potere > >.

< < Non voglio rifilare giudizi sui tuoi obiettivi o sui tuoi modi di affrontare la vita. Non conosco le tue ragioni e non voglio nemmeno saperle. Ciò che hai voluto fare oggi è stato stupido e imprudente e soprattutto ha messo in pericolo anche la mia vita, oltre al lavoro di tutta la mia vita > >.

Myra sentiva la rabbia iniziare a salire pericolosamente < < Dici di non voler giudicare, ma non sembra che tu ci riesca bene > >.

< < Non ho giudicato i tuoi obiettivi o le tue scelte di vita, ragazza > > replicò l’uomo, con calma. Sembrava aver dimenticato le abilità della giovane donna nel combattimento corpo a corpo < < Mi soffermo soltanto sulla nottata d’inferno che abbiamo appena affrontato e che per poco non ci costava la vita. Bada bene, anche la mia vita > >.

< < Ti aspetti forse delle scuse > > sbottò la giovane, alzando pericolosamente la voce < < Ti ho offerto un adeguato pagamento per i tuoi servigi e non ho molta voglia di ascoltare prediche inutili, specie se riguardano la mia vita e i miei affari > >.

< < Sto solamente dicendo che attraversare le rapide del fiume Samos con questo clima significa giocare con la morte > > replicò Chester, senza scomporsi < < Forse non sarai d’accordo, ma questo tipo di comportamento si potrebbe considerare oltremodo stupido, almeno nel mio modo di vedere il mondo > >.

< < Dove diavolo vuoi arrivare, buon uomo? > > chiese rabbiosamente Myra < < Che cosa stai criticando esattamente? > >.

< < Ti sbagli, ragazza. Non stavo nemmeno criticando. Volevo soltanto farti una domanda se mi è possibile. Potrai anche non rispondere se vuoi, ma dato che ti ho salvato la vita una risposta potrebbe essere assai gradita per me > >.

Myra non si sarebbe mai aspettata una discussione del genere. Negli ultimi due giorni aveva creduto che l’uomo fosse troppo spaventato da lei, soprattutto dopo quello che aveva visto alla locanda, ma in quel momento con poche parole era riuscito a scuoterla nel profondo. Non si sarebbe mai aspettata certi ragionamenti da un uomo del genere, abituato a vivere nel più basso degrado della società Litanese.

< < A questo punto non mi sognerei certo di interromperti, mastro battelliere Chester > > sibilò Myra con voce velenosa < < Pur non avendo alcun debito nei tuoi confronti, devo ammettere che mi hai incuriosita. Termina questo bel discorsetto e poni questa domanda che tanto ti tormenta > >.

< < La domanda è semplice, ragazza > > disse il battelliere con calma, fissandola dritta negli occhi.

La seria determinazione dell’uomo costrinse la ragazza a distogliere lo sguardo. Non voleva apparire sulla difensiva, ma quella notte aveva messo a nudo molte delle sue debolezze. Il pensiero di Dan continuava a tormentarla.

< < Ne è valsa la pena, ragazza? Senti che oggi hai rischiato la vita per un valido motivo? > >

Di colpo la furia della giovane si affievolì, fino a scomparire del tutto. Nonostante fosse stata colpita duramente su un punto di estrema delicatezza, Myra non poté che apprezzare l’inaspettata sfrontatezza dell’uomo, le cui capacità e competenze le avevano realmente salvato la vita quella notte. Sorrise amaramente, mentre il ricordo dell’amato fratello scomparso aggrediva il suo cuore come una malattia incurabile e terribilmente dolorosa.

< < Sono diretta al Muro > > mormorò alla fine la ragazza, stupendosi della facilità con cui l’aveva detto. Nonostante la situazione e il rango che ricopriva, Myra non poté negare di trovarsi a suo agio in compagnia di un uomo così sincero e schietto.

< < Passerai il confine? > > chiese stupito Chester, alzando la voce < < Hai intenzione di recarti a Sandor? > >.

Myra riprese ad osservare le fiamme, chiedendosi se non fosse stata troppo imprudente. Incredibilmente, era arrivata al punto da ignorare tutta la prudenza richiesta per la sua missione.

Il battelliere Chester la fissò, forse cercando di capire quali potessero essere le responsabilità di una donna così giovane. Non erano molti quelli che si avventuravano in viaggi del genere. Attraversare il confine ed entrare nella nazione da sempre in guerra con Lithium.

< < Sono stato al di là del Muro solo una volta > > continuò lui, dopo riacquistato una certa calma.

< < Sei stato a Sandor? > > domandò la giovane sorpresa.

< < E’ successo molti anni fa. Seguivo certi affari che mi costrinsero a recarmi a Sandor. Fortunatamente non mi sono dovuto addentrare troppo nel loro territorio. Noi Litanesi non siamo ben visti da quelle parti, ma almeno ci sono ancora diverse persone con cui poter trattare. Gli affari promettevano bene, così ho attraversato il confine, recandomi a Bila, una città di confine non molto distante dal Portone > >.

< < Posso ben immaginare il genere di affari che ti ha condotto laggiù > > esclamò Myra con tono ironico.

Chester rise divertito < < Beh, ognuno cerca di guadagnarsi il pane come può. Per fartela breve, il mio carico di merci richiedeva una certa cautela. I Guardiani hanno sempre combattuto con spietato accanimento i nostri traffici, perciò io e i mei compagni rischiammo più di una volta la testa mentre ci addentravamo a Sandor > >.

< < Guardiani > > sussurrò Myra, fissando il vuoto delle fiamme con un’espressione di puro odio che non sfuggì al battelliere.

< < Barbari assassini > > ringhiò ancora la ragazza a bassa voce.

Di colpo Myra si accorse dello sguardo fisso dell’uomo. Arrossì visibilmente, maledicendo la propria incapacità di tenere a freno le emozioni.

< < Oggi Litanesi e Sandoriani mantengono numerose e forti relazioni commerciali ed economiche > > intervenne lei, sperando di sviare l’attenzione dell’uomo. Adesso, però, era anche molto interessata alle informazioni del battelliere così abituato a frequentare le zone di confine da una vita intera.

< < E’ solo apparenza, ragazza > > ribatté l’uomo, alzando una mano come per ribadire un concetto troppo semplice. Myra iniziò seriamente a odiare il modo in cui la chiamava. Troppo spesso quell’uomo dimenticava che avrebbe potuto ferirlo o ucciderlo con estrema facilità. D’altronde, lei non si era presentata con nessun nome e fortunatamente l’uomo non aveva insistito.

 < < Anche se hai dimostrato di essere in gamba, sei ancora giovane > > continuò Chester, ignorando ancora una volta la rabbia della ragazza. < < Probabilmente non hai mai ancora avuto modo di approcciarti a diverse realtà. Il mondo è così grande e vario. Sandor possiede una cultura profondamente diversa dalla nostra e i tanti anni di guerra e massacri hanno creato un odio tanto forte che non so se sarà mai possibile cancellarlo. Certo, il Muro ha impedito il prolungarsi dei massacri, ma l’odio è rimasto immutato, come una valanga inarrestabile. Un odio terribile senza confini, del quale non si conoscono neppure le origini > >.

< < Noi Litanesi apparteniamo ad una razza superiore > > sentenziò Myra con forza < < Noi andiamo oltre il semplice odio verso un nemico > >.

< < Non parlare come un triste e meschino Inquisitore Imperiale, convinto che il mondo ruoti intorno ad un ottuso concetto raziale. Sei meglio di così, ragazza. L’ho visto con i miei occhi mentre combattevi contro quel maledetto fiume > > ribatté tranquillamente il battelliere.

< < C-come osi? > > balbettò lei con rabbia.

< < Su ragazza, non agitarti > > disse Chester, alzando le braccia in segno di pace < < Hai bisogno di qualche informazione, se hai davvero intenzione di recarti a Sandor. Come ti ho già detto, l’odio tra le due nazioni è forte e oserei dire persino irrazionale. Tuttavia, c’è sempre una cosa che garantisce un continuo ed inevitabile contatto tra questi due popoli così diversi tra loro e questa cosa è il denaro. L’unico vero dio della Terra del Sole > >.

< < La tua è una visione troppo cinica > > commentò Myra.

< < Il denaro muove ogni cosa, ragazza. Supera ogni differenza, persino un odio secolare e profondo come quello tra Litanesi e Sandoriani. Presto anche tu potrai accorgerti di quanto sia vero > > ribadì Chester, ricambiando lo sguardo appassionato della guerriera con ferma convinzione.
 
< < Con questo che cosa vorresti dire? > > chiese la giovane, ancora più irritata < < Mi stai per caso consigliando di rinunciare? Dovrei restare tra i confini che conosco per non dover conoscere una realtà che potrebbe sconvolgermi? > >.

Di nuovo, il battelliere rise di fronte l’impazienza incontrollabile della sua cliente < < Al contrario, ragazza mia. Forse questo viaggio si rivelerà per te l’esperienza più incredibile della tua vita. Capirai e imparerai tante cose, se ovviamente avrai la forza e la pazienza di farlo. Io sono sicuro che lo farai. A parte il tuo sangue caldo e il saper combattere, mi sembri una persona sveglia e determinata. Troverai ciò che cerchi > >.

Le parole dell’uomo erano strane, almeno per una ragazza cresciuta con certi insegnamenti. In realtà, il battelliere clandestino Chester aveva appena denigrato la più antica filosofia degli Inquisitori Imperiali, lo stile di vita della sua famiglia, l’unico che Myra avesse mai conosciuto o desiderato.

Ma quello stesso stile di vita aveva brutalmente condannato il carattere gentile di suo fratello, conducendolo dritto verso la morte. Era un pensiero tormentato, che Myra avrebbe tanto voluto schiacciare o ignorare, ma proprio non riusciva a farlo. Non sapeva come ribattere.

Che cosa avrebbe potuto imparare da un popolo inferiore? Da una razza di barbari e assassini, gli stessi che le avevano strappato l’unica persona con cui era riuscita ad instaurare un legame di vero affetto. Il suo amato fratello Dan.

Di colpo, il peso enorme, che aveva deciso di portare in questo viaggio così incerto, si aggravò ancora di più.
Nonostante tutti i suoi dubbi, però, Myra sapeva con esattezza cosa avrebbe trovato a Sandor. L’assassino di suo fratello si trovava in quella nazione di barbari e lei era pronta. La caccia sarebbe cominciata presto.

< < Ciò che mi spinge è l’unica cosa che conta nella mia vita, mastro battelliere Chester > > rispose finalmente alla domanda del battelliere, cercando di manifestare tutta la sua determinazione.

Myra Costis parlò con un tono di voce gelido e finalmente l’uomo non trovò nulla da ribattere.
 

FINE DEL CAPITOLO
  
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