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Autore: ClostridiumDiff2020    02/01/2021    0 recensioni
Questa Storia Partecipa alla 365 Writing Days Challenge 2021
365 finestre...
365 storie, una raccolta di racconti, una raccolta di vite.
Ogni giorno, partendo da una parola, si aprirà una porta verso qualcosa, verso qualcuno...
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2 - Un albergo chiuso




La porta si chiuse davanti a loro «Mi pare assurdo, non riesco a credere che non tornerò mai più in questo posto…» i lunghi capelli scuri velavano il volto di Adam, ma Giovanni immaginava i suoi cupi occhi velati di tristezza.
I suoi cristallini occhi di giada di Giovanni indugiarno sull’alta figura di quello che un tempo era stato il suo capo. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma pareva superflua qualsiasi parola. Che era triste dover abbandonare dopo tanti anni quella che aveva inziato a considerare una casa, che era spaventoso pensare a un futuro così incerto. Tutte parole vuote. Di fronte a Giovanni pareva esservi una sola certezza, che forse ora che non avrebbero lavorato più assieme, non si sarebbero più rivisti e la cosa lo rendeva infinitamente triste.
Giovanni avrebbe voluto immaginarsi finalmente spavaldo, chiedergli di uscire. Adesso che Adam non era più il suo capo avrebbe potuto vederlo in modo diverso… Ma a che serviva?
Adam sarebbe andato per la sua strada e forse quel sentimento, che Giovanni sentiva bruciargli in petto, sarebbe scomparso. Ma quando Adam si voltò con un amaro sorriso stampato in volto, le certezze di Giovanni vacillarono.
Gli occhi di Adam parevano velate di lacrime, mentre sfiorava con gentilezza quel palazzo di pietra. «Grazie…» sussurrò debolmente « Grazie di essere rimasto fino alla fine…»
Giovanni si sforzò di sorridere, di restare immobile, di non correre ad abbracciarlo. Non poteva, non doveva… Eppure…
«Beh.... Come l’abbiamo iniziata, così l’abbiamo finita… Assieme…» riuscì a sussurrare debolmente.
Adam gli sorrise di rimando prima di distogliere lo sguardo. «Vero... È proprio finita…»
Il silenzio calò tra i due gelido.
Giovanni annaspò tra i suoi dubbi. Voleva parlare, era la sua ultima possibilità e poi Adam gli dette le spalle. «Va pure, vorrei restare un po’ da solo con…» la sua mano indugiò di nuovo sulla parete di pietra dell’antico edificio.
Giovanni esitò, una voce dalla profondità gli urlava di fermarsi, restare… parlare, gridare. Ma non fece niente, semplicemente annuì e con il cuore pesante si voltò con un rapido saluto.
Non osò guardare ancora Adam, camminò a dritto verso la sua auto, chissà se Adam lo aveva guardato un’ultima volta…. Il sole tramontava oltre gli edifici della strada, mentre un’alone di tristezza impregnava l’aria.




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