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Autore: Ehyca    03/01/2021    0 recensioni
C'erano due periodi nella vita di Minseok; Pre-Lu Han e Post-Lu Han - e quando questi due periodi entrarono in contatto fu il momento che allineò ogni istante della sua esistenza.
Fino alla fine.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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APRILE 2012

Tap tap.

Le dita di Minseok si fermarono sulla tastiera. Il bussare alla porta sembrava troppo debole per essere Chanyeol, quindi rimaneva solo…

Tap tap tap.

Sospirò, indietreggiando con la sedia fino al tappeto e trascinandosi con riluttanza alla porta d'ingresso. Sbirciando dallo spioncino confermò i propri sospetti.

“Cosa vuoi?” chiese attraverso il legno.

Il sorriso di Kim Jongdae apparve improvvisamente vicino alla lente, agitando la busta della spesa che aveva in mano. “Ho portato dei regali. Fammi entrare.”

Minseok aprì la porta con riluttanza e tornò subito al tavolo, aspettandosi che Jongdae lo seguisse in automatico. Quando Jongdae oltrepassò la soglia si bloccò, guardando ai propri piedi.

“Hyung, c'è-”

“Lascialo.”

Con la mano libera, Jongdae si piegò e raccolse quello che sembrava un foglio rosso. “Ma, potresti-”

“Ho detto lascialo.”

Jongdae sbuffò e alla fine entrò, chiudendo la porta con un fianco. “Non faccio nemmeno più finta di comprenderti.” Gettò la busta di plastica sul bancone e ci infilò la testa per frugare tra il contenuto.

Minseok ignorò il commento. “Cosa ne hai fatto della tua chiave?”

Jongdae si infilò una mano in tasca e tirò fuori qualcosa di piccolo e lucente. “Niente. Ho solo pensato che prima o poi ti saresti dovuto alzare dal letto.”

Bastardo, pensò Minseok, scuotendo la testa. “Ero già in piedi, comunque.”

“Lo vedo.” Jongdae fece cenno con la testa verso il tavolo da pranzo. “Hai letto il mio biglietto, quindi?”

“Già, grazie tante. Amo sapere che le persone gironzolano nel mio appartamento mentre io dormo. Davvero confortante.”

“Ti stavo facendo un favore e lo sai. Se non l'avessi fatto, non ti saresti alzato e non saresti rimasto in piedi. E poi, dovevo assicurarmi che fossi ancora vivo.” Jongdae sollevò le mani, che ora tenevano diversi cibi spazzatura. “…e controllare la tua dispensa. Era vuota, quindi ti ho portato delle provviste.” Lanciò una busta di patatine in direzione di Minseok, e gli atterrò sulle gambe. “Hai visto che grande amico che sono? Ora non morirai di fame.”

Minseok spostò via la busta con un fruscio. “Grazie. Immagino.”

“Non sembrare troppo entusiasta, ti prego…” mormorò Jongdae. Si guardò intorno nella stanza. “Amico, questo posto è un casino. Devi dare una sistemata.”

“Va bene così.”

Jongdae si incamminò verso la finestra. “Almeno apri le tende o qualcosa del genere-”

No!

Si bloccò nell'atto. “Dici sul serio? Ma è così buio qua dentro!”

Minseok serrò la mascella. “Ho detti di no, okay? Lascia le tende chiuse, le voglio chiuse.”

A Jongdae sfuggì un sospiro. “È così che andrà d'ora in poi, huh? Rimarrai seduto al buio, a piangerti addosso?” Quando Minseok non rispose, si avvicinò alla sua sedia e si inginocchiò, afferrando le mani dell'amico. “So che stai soffrendo, hyung, lo so, e non voglio fare il cattivo della situazione ma... se n'è andato e... soffocare la luce non lo riporterà indietro. Ti farà solamente sentire peggio.”

Minseok ricacciò indietro le emozioni che ora gli bruciavano gli occhi.

Se n'è andato.

E soffocare la luce non lo riporterà indietro.


Jongdae aveva ragione, eppure non aveva idea. Non c'era più la luce. E aprire quelle tende avrebbe solamente ricordato a Minseok che niente sarebbe cambiato. Sarebbe stato ancora al buio, in un buio perenne.

Girò la testa per nascondere il viso arrossato e ritrasse le mani dalla presa di Jongdae. “Apprezzo la tua preoccupazione, Jongdae, ma ho delle cose da fare. Mi hai detto di sbrigarmi a scrivere l'articolo, ricordi?”

Jongdae annuì mestamente. “Giusto. Certamente.”

Si alzò in piedi e si avviò con esitazione verso la porta. Sull'uscio, si fermò e con voce debole disse:

“La band terrà una festa allo Stripes stasera, per festeggiare le buone notizie. Dovresti venire. Inizia alle 20.”

Poi se ne andò con un click.

E Minseok rimase solo. Ancora.

Lottò contro il labbro tremante e le lacrime che minacciavano di cadere. Non era pronto a piangere, non ancora. Non era il momento.

Prese un profondo respiro e ricominciò a scrivere.

  
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