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Autore: Biblioteca    03/01/2021    0 recensioni
Il castello di Hogwarts sembra ormai finito, ma un evento inaspettato frena le preparazioni: Priscilla Corvonero è incinta.
Tosca, Godric e Salazar la aiuteranno nei mesi d'attesa.
Questo arrivo inaspettato provocherà gioia, preoccupazioni e numerose riflessioni nei quattro maghi che porteranno a posticipare l'apertura di Hogwarts per una migliore organizzazione.
Il più colpito sarà comunque Salazar...
Genere: Commedia, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Godric Grifondoro, Helena Corvonero, Priscilla Corvonero, Salazar Serpeverde, Tosca Tassorosso
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Quattro fondatori per un castello'
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Quell’inverno fu particolarmente rigido.
Il castello aveva già visto due nevicate. Ma quella di quell’anno fu realmente feroce.
Tanto che Tosca e Godric ricorsero a degli incantesimi per toglierla dai tetti che, per quanto spioventi, si stavano riempiendo di neve e ghiaccio tra una tegola e l’altra.
L’operazione era molto difficile, in quanto dovevano sporgersi dalle finestre.
In quella particolare mattinata, però, Tosca non sembrava di grande aiuto.
“Sembra che quest’anno l’inverno sia una vera furia.” Mormorò Tosca.
“Siete preoccupata per Priscilla?” domandò Godric lanciando un altro incantesimo che sciolse in un attimo la neve.
“Ormai si capisce che manca poco. Lei stessa lo sente. Ma la sua parente non è ancora arrivata.” Rispose lei.
Il mago allora chiuse la finestra e andò a metterle una mano sulla spalla:“È normale, siamo tutti preoccupati. Ma fin’ora le cose sono andate bene.”
“Lo so. Ma non posso fare a meno di pensare che qualcosa non va. Anche l’idea che cresca qui… nella scuola. Non so, immaginate l’angoscia del dover sempre imparare qualcosa.”
Godric si avvicinò e gentilmente prese le mani di Tosca.
“Siete una maga che ha molto intuito. Ma bisogna pensare per il meglio adesso, per Priscilla e per il suo bambino.”
Tosca annuì.
“Ora venite, andiamo a togliere la neve dalla porta principale.”
I due maghi percorse assieme i corridoi della scuola fino ad arrivare e uscire con difficoltà nel cortile, dove riuscirono a accumulare parecchia neve, creando un passaggio.
“Non ho voluto essere severa con Salazar. Ma poteva quantomeno aiutarci! Credevo che gli fosse passata…” mormorò Tosca.
“Anch’io.” Disse Godric “Ma il suo atteggiamento si è fatto sempre più scostante con l’andare dei mesi. Poi quando Priscilla ha annunciato l’arrivo della sua parente mi ha detto solo che non voleva interferire e si è isolato.”
Tosca annuì e riprese a lavorare.
All’improvviso afferrò il braccio di Godric.
“Una scopa! Una scopa nel cielo!”
 
Priscilla stava leggendo un volume dedicato alla creatura fantastica nota come “maiale verrucato”. La stessa creatura che le era apparsa in sogno e che le aveva permesso di trovare la collina dove sorgeva Hogwarts*.
Tanti erano stati i maghi a cui era apparsa in sogno quella strana creatura. E Priscilla leggeva i nomi sperando di trovarne qualcuno che le piacesse. Ne aveva già selezionati tre maschili e due femminili e voleva un terzo anche tra quelli.
Aveva letto di numerose credenze, magiche e babbane, su come capire se si trattava di un maschio o di una femmina. Ma alla fine, nessuna l’aveva convinta.
Preferiva non fare previsioni e tenersi la sorpresa.
“Hilda… No. Artemisia… No. Helena…. He-le-na. Mi piace!” mormorò la maga sorridendo.
Si portò una mano alla pancia, ormai enorme, carezzandola affettuosamente.
“Helena ti piace? Che ne pensi? Lo aggiungiamo alla lista?”
Con sua grande sorpresa, questa volta sentì chiaramente un calcetto.
“Oh! Ti piace proprio allora!”
Si stava appuntando il nome su un foglio, quando la piuma le cadde dalle mani.
“Oh no…”
Priscilla si alzò, sentendo un dolore fortissimo su tutto il basso ventre. Riuscì a camminare e a raggiungere la porta.
“Non devo cadere. Non devo cadere.”
La spalancò e si affacciò sul corridoio.
Vide Salazar fermarsi di botto non appena incrociò il suo sguardo, girarsi e allontanarsi.
“SALAZAR! STA NASCENDO!” gridò Priscilla “DEVO ANDARE IN INFERMERIA! ORA!”
 
“È un grandissimo piacere per me conoscervi di persona, milady Tosca! E anche voi milord Godric! Il vostro coraggio è ben noto presso noi Corvonero!”
La maga levatrice chiamata da Priscilla e bassa e mingherlina, con i capelli di un biondo diafano e la pelle bianchissima. Tuttavia, indossava delle vesti praticamente estive e stava a piedi nudi nella neve.
Per quanto felici del saluto, Godric e Tosca l’osservavano preoccupati.
“Non preoccupatevi, io e l’inverno è come se fossimo tutt’uno. È una lunga storia. Un giorno, se ci sarà occasione, ve la racconterò.”
“Beh, che dire, allora benvenuta milady.” Disse Godric, ancora incerto, eseguendo un lungo inchino.
“Venite, entriamo, spero abbiate fatto buon viaggio e che… se anche sembrate amare il freddo voi possiate gradire del vin brulè caldo.” Disse Tosca prendendole la scopa.
“Oh! Assolutamente! È la mia bevanda preferita!”
I tre entrarono e  furono subito raggiunti da Salazar che scese le scale di corsa: “Sta nascendo il bambino!”
Godric e Tosca si bloccarono immobili. L’infermiera invece chiese: “Dov’è adesso mia cugina?”
“In infermeria!” Salazar iniziò a salire i gradini a due a due seguito dalla donna che si rivelò altrettanto veloce.
Godric e Tosca fecero del loro meglio per raggiungerli.
Quando arrivarono alle porte dell’infermeria, Salazar non si vedeva e dall’interno provenivano già delle urla.
“Temo che tu dovrai aspettare qui.” Tosca bloccò il mago sulla porta.
Godric non potè protestare. Annuì e rimase fuori in attesa.
“Ci vuole tanto coraggio a essere genitori. Soprattutto mamme. Mi ricordo ancora quel villaggio… una donna stava morendo di parto e mia madre la salvò. Quando il marito ci denunciò, lei si prese tutta la colpa, disse che era lei la vera strega e bruciarono sia lei che il bambino… Chiunque sia il nascituro, nasce fortunato. Le famiglie nobili del mondo magico se la sono sempre cavata molto bene…”
Godric iniziò a fare avanti e indietro per il corridoio.
Dopo aver cercato di fare coraggio a Tosca, si scopriva a capire bene il suo nervosismo: cosa sarebbe successo se Priscilla fosse morta? Era una delle colonne portanti del progetto della scuola. A quel punto che sarebbe successo? Che avrebbero fatto? E Salazar? Come avrebbe reagito alla sua morte? Lui sarebbe stato il primo a lasciare? E se invece fosse morto il nascituro o la nascitura? E se fossero stati gemelli?
Era tanto perso nei suoi pensieri che per poco non andò a sbattere contro Tosca.
La donna era raggiante, con lacrime di commozione che le scendevano dagli occhi.
“T-Tosca!”
“È fatta…. È stato… È stato incredibile… Quella levatrice ha le mani d’oro. E visto che stavamo pensando di prendere un’infermiera, direi che l’abbiamo trovata!” Disse Tosca.
Godric ci mise diversi secondi per capire.
“Ma… Aspetta è già finito!? Ma...!”
“Priscilla sta bene. E anche la piccola. È una femmina. Priscilla vuole chiamarla Helena.”
 
Le guance rosee, paffute, un po’ grinzose anche se asciutte; le mani piccole strette alla veste della mamma, ripiegata dopo la prima poppata; gli occhi scuri grandi e vispi; una piccola massa di capelli scuri sulla testina tonda.
Così Helena Corvonero si presentò a un emozionato Godric.
“Oh Priscilla è bellissima! Congratulazioni!” esclamò il mago che fece il possibile per non commuoversi.
Priscilla stava bene ma era evidentemente molto stanca.
La levatrice, al suo fianco, l’aiutò a bere da un calice.
“Adesso, cugina mia, dovete riposare.”
Priscilla chiuse gli occhi e si addormentò, mentre la donna sistemò la piccola in una culla al suo fianco.
Godric si avvicinò e le prese la mano.
“Avete fatto un ottimo lavoro. Eravamo molto preoccupati. Talmente tanto da non avervi chiesto il vostro nome!”
“Vivien milord, mi chiamo Vivien.”
Godric si chinò alla donna, mentre Tosca l’abbracciava.
“Grazie davvero!”
“Oh milady Tosca, anche voi avete aiutato.”
“Salazar!”
Le due donne si voltarono e guardarono nella stessa direzione di Godric.
Salazar era apparso sulla soglia dell’infermeria.
Lentamente, il mago avanzò.
“Come sta Priscilla?” domandò.
“Bene, sta riposando ora. Ma tu…” tentò di dire Tosca.
“E il bambino?”
“È una femmina, si chiama Helena. Ascolta Salazar…” provò a replicare Godric.
“Voglio vederla!”
La voce del mago era così ferma che nessuno ebbe il coraggio di negare il permesso.
I tre si fecero largo e lasciarono avvicinare il mago alla culla.
Salazar si chinò sulla piccola. Essa lo guardò con gli occhi spalancati, per nulla spaventata.
Il mago cercò ovunque la traccia di un padre, babbano o mago che fosse. Ma l’unica cosa che riusciva a vedere era la miniatura di Priscilla.
“È bella come sua madre.” Mormorò il mago oscuro, prima di lasciare l’infermeria senza salutare nessuno.
 
FINE

 
*Per sapere di più sul “maiale verrucato” leggere la storia di Hogwarts. Prometto di scrivere una ff anche su questo https://www.wizardingworld.com/features/origins-of-hogwarts-school-of-witchcraft-and-wizardry
 
(Cari lettori e lettrici, buonasera. Anche questa avventura dei Fondatori è giunta a termine. Non vedo l’ora in questo nuovo anno di scrivere tante altre storie su di loro per poter concludere questa serie che mi sta appassionando scrivere! Ho anche avuto l’occasione per introdurre il personaggio di Vivien, prima infermiera di Hogwarts! Parlerò anche di lei presto! Detto questo, grazie a tutti voi che avete speso del tempo per leggere questa storia! Potete trovare altre avventure dei fondatori – che sto scrivendo in ordine un po’ sparso ma raggruppando nel giusto ordine cronologico – nella mia serie “Quattro fondatori per un castello”. Alla prossima!)
  
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