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Autore: Freya_Melyor    04/01/2021    8 recensioni
Dal testo:
"[...] Sapeva che non c'era un vero colpevole, che quella rottura era stata necessaria e che passata la tempesta sarebbe tornato il sereno. Sapeva anche che, se avesse continuato ad affidarsi a esse, prima o poi sarebbe giunto qualcuno ad ascoltare le campane insieme a lei, sedendolesi accanto sui gradini di quella chiesa dove tutto era cominciato e dove tutto era finito. [...]"
- Questa storia ha partecipato al "Tra il Dove e il Quando - Flashfic Original Contest" indetto da _Earth_ sul Forum di EFP, vincitrice del premio SpecialDove.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le campane della verità

 

Seduta sulla scalinata di quella chiesa nella quale mille volte era andata per pregare e trovare conforto, Elena cominciava a non distinguere le forme a causa dell'alcol in circolo nel sangue. Sforzandosi per mettere a fuoco la vista, osservò l'etichetta di quella birra che tanto le piaceva e della quale non riusciva più a fare a meno; la stessa che aveva fatto scoprire e amare anche a lui, un po' come aveva fatto con sé. Pian piano si era messa a nudo, aveva ceduto alla glaciale barriera costruita attorno al proprio cuore ferito; aveva lasciato che lui, poco per volta, dissipasse quel ghiaccio che la teneva prigioniera in una fredda bolla, causa di innumerevoli delusioni d'amore che avevano contribuito a renderla artica. Un amaro sorriso le si dipinse sulle labbra, mentre portava alla bocca l'ennesimo sorso che l'avrebbe avvicinata a una nottata insonne.

Aveva conosciuto Yuris non molto tempo prima, eppure in quei mesi aveva vissuto una storia talmente intensa da farla ricredere sul provare qualcosa di così forte in un tempo così ristretto. Yuris era stato una sorpresa inaspettata, una ventata d'aria fresca che l'aveva trasportata nei fiordi norvegesi, mostrandole l'aurora boreale che iniziò a illuminarle le notti buie con le quali credeva di dover convivere. Lui era tutto quella che non aveva mai cercato e, al contempo, rappresentava tutto quello che aveva sempre voluto: con la sua spontaneità e con il suo essere se stesso, era riuscito ad abbattere le difese che Elena aveva eretto con lacrime e fatica; era riuscito a farsi apprezzare, a farsi amare, a farsi volere non come si vuole quello che non si può avere, ma come si vuole quello di cui si ha bisogno. Non rappresentavano un capriccio reciproco, costituivano semplicemente quello che entrambi avevamo sempre desiderato, quello che stavano aspettando da tempo, quello che tuttavia non erano destinati a essere.

Osservando la millesima sigaretta consumarsi fra le dita, Elena si perse nei meandri della propria coscienza, mentre il fumo andava dissolvendosi in alto verso il buio che era tornato ad avvolgerla. La verità dei fatti era che Yuris avrebbe per sempre vissuto lì dove il suono delle campane non sarebbe mai arrivato, a differenza di lei che le campane le sentiva ogni giorno, e mai avrebbe permesso che qualcuno o qualcosa si anteponesse a loro. Sapeva che non c'era un vero colpevole, che quella rottura era stata necessaria e che passata la tempesta sarebbe tornato il sereno. Sapeva anche che, se avesse continuato ad affidarsi a esse, prima o poi sarebbe giunto qualcuno ad ascoltare le campane insieme a lei, sedendolesi accanto sui gradini di quella chiesa dove tutto era cominciato e dove tutto era finito.

Un rintocco, due, tre... dodici. Non ebbe bisogno di guardare l'orologio per capire che la mezzanotte era arrivata. Quella truce giornata, quella in cui aveva detto addio al suo amore, era finita. L'indomani sarebbe stato un nuovo giorno – uno stesso giorno; un giorno in cui le campane avrebbero suonato per lei, ma non per lui.

 

 

 

NdA: Questa storia partecipa al “Tra il Dove e il Quando – Flashfic Original Contest” indetto da _Earth_ sul Forum di Efp.

Lo scopo era quello di scegliere un dove o un quando e costruirci attorno una trama.

Io ho scelto un dove: dove il suono delle campane non arriva.

Potendo intendere il dove o il quando in senso metaforico, ho optato per renderlo tale: Yuris abita lì dove il suono delle campane non arriverà mai perché, a differenza di Elena, lui non è credente; essendo ateo, non sentirà mai suonare le campane allo stesso modo in cui le sente Elena, per la quale la fede viene al primo posto sopra ogni cosa – anche sopra l'amore.

   
 
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