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Autore: Fiore di Giada    04/01/2021    1 recensioni
[Sandokan]
– Per fortuna, il cuore batte ancora! Sei vivo, fratellino! – urlo. Per poco, non scoppio a piangere dalla contentezza.
La speranza, prima morente, rinasce nel mio cuore.
Scruto meglio il suo corpo privo di sensi e la mia fiducia si rafforza. Il suo petto, seppur con fatica, si alza e si abbassa.
Respira e sento il calore della sua pelle contro la mia.
Lo spirito di Yanez non ha ancora deposto le armi e lotta per mantenere la vita nelle sue membra.
Posso salvare il mio migliore amico.
Non devo però perdere un istante.
La sua situazione resta precaria e le sue condizioni di salute potrebbero peggiorare da un momento all’altro.
Lo sollevo sulle mie spalle e, con fatica, esco dalla grotta.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Con un grido lugubre, lo spettro di Suyodhana svanisce.

Ancora una volta, abbiamo sconfitto quel demone.

Spero sia una vittoria definitiva.

Alzo la testa e sorrido. Si è aperto un varco nella parete rocciosa e il sole, ora visibile, riversa un torrente di luce dorata.

Un frammento di cielo azzurro si staglia davanti ai miei occhi e riesco a percepire il canto dei gabbiani.

Questo suono è una dolce melodia per i miei orecchi.

Giro la testa e, più in basso, scorgo il corpo di Yanez privo di sensi, semicoperto dalle pietre.

E il mio sorriso, ben presto, si spegne.

Yanez, no! – urlo, angosciato. Capisco ora cosa è successo.

Quando lo spirito di Suyodhana si è mostrato, il suo corpo, privo di sensi, è precipitato.

E, coi crolli seguiti alla sua scomparsa, è rimasto sepolto sotto i sassi.

Cosa gli è successo? Temo che sia morto.

Quelle pietre gli avranno fatto dei danni?

No, non posso accettare che lui sia morto a causa di quell’essere sanguinario.

Suyodhana non deve prendere la sua vita.

Sarebbe una vittoria per lui, nonostante la sua fine.

E non posso permetterglielo.

Provo a scendere verso di lui con cautela, ma non ci riesco e precipito verso il basso.

Mi graffio, urto le gambe e le braccia contro le rocce, ma non mi importa.

Non sento nemmeno il dolore.

Rapido, mi alzo, mi avvicino al suo corpo e scosto le pietre. C’è qualche speranza per lui?

O dovrò preparare la sua tomba?

Con delicatezza, lo giro sulla schiena e appoggio la testa sul suo petto, il cuore stretto in una morsa d’ansia.

Temo di non sentire nulla e non lo sopporterei.

Mi sentirei perso senza la sua stabile presenza.

Per fortuna, il cuore batte ancora! Sei vivo, fratellino! – urlo. Per poco, non scoppio a piangere dalla contentezza.

La speranza, prima morente, rinasce nel mio cuore.

Scruto meglio il suo corpo privo di sensi e la mia fiducia si rafforza. Il suo petto, seppur con fatica, si alza e si abbassa.

Respira e sento il calore della sua pelle contro la mia.

Lo spirito di Yanez non ha ancora deposto le armi e lotta per mantenere la vita nelle sue membra.

Posso salvare il mio migliore amico.

Non devo però perdere un istante.

La sua situazione resta precaria e le sue condizioni di salute potrebbero peggiorare da un momento all’altro.

Lo sollevo sulle mie spalle e, con fatica, esco dalla grotta.



   
 
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