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Autore: Duchessa712    05/01/2021    1 recensioni
(Seguito di Spring will come again)
Rickon e Shireen si amano di un amore impossibile, un amore bambino, che è dolce come un sogno e ha i giorni contati.
Amano le storie tragiche e impossibili, quelle d'amore finito in tragedia.
Amano il Principe Drago e la sua Lady Lyanna. Amano i Leoni dell'Ovest.
Si amano per gioco e per necessità e perché lo vogliono davvero, ma quando i sogni si infrangono la realtà fa ancora più male
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Past and present and memory'
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-Volevi vedermi madre? -
-Si Rickon. Vieni, siedi accanto a me-.
Irene è vestita di bianco e ha i capelli rossi sciolti sulle spalle. Non l'ha mai vista così libera, così fragile.
-Madre? Va tutto bene? - chiede prendendole le mani che tremano e costringendola a incontrare i suoi occhi pieni di lacrime e... paura?
C'è un senso di finalità nell'aria ed entrambi trattengono il fiato. Irene trema e Rickon la fissa preoccupato, con quella trepidazione che preannuncia sempre i cambiamenti importanti.
La Regina apre la bocca per rispondere ma ne esce solo un gemito di disperazione.
-Sto morendo, Rickon. Credo mi resti qualche mese, forse un anno-
-Madre? -
-Sarai Re e devi essere pronto. Ti servirà tutto l'aiuto possibile. Ti servirà Shireen- aggiunge ed è solo perché ha gli occhi chiusi che non nota il lampo di rimpianto negli occhi del figlio. - Ti servirà Shireen perché siete un branco e il branco non può tradire se stesso. Figlio mio, io non so cosa sia successo tra di voi... No, non rispondere. Non lo voglio sapere... Ma dovete trovare una soluzione al più presto-
-Madre, madre non parlare così... Ti prego. Deve esserci una soluzione... Deve... -.
Irene lo prende tra le braccia, gli passa una mano tra i capelli e si sforza di non piangere. É ancora viva, é ancora sua madre, é ancora una sovrana.
"Una donna può piangere ma mai una Regina" le ha detto una volta sua madre e Irene non ha avuto bisogno di chiederle che glielo avesse insegnato. C'era sempre una luce particolare nei suoi occhi quando parlava di Cersei.
-Rickon adesso ascoltami. La corona non è un peso facile da portare. Ti chiederà tanto, anzi, ti chiederà tutto, ti ricorderà sempre che non sei libero, che sei legato a un popolo e che ti sei messo al suo servizio. Devi agire con sicurezza e con cautela. Devi trovare un equilibrio, perché è tutto nelle tue mani e sarai visto come il solo e unico responsabile delle decisioni che prenderai. La gloria e la colpa sono fardelli pesanti, fardelli che non puoi portare da solo altrimenti ne rimarrai schiacciato-
-Non so se ne sono capace-
-Nessuno ne è capace finché non ci prova. Non sei onnipotente: non dimenticarlo mai. Ti paragoneranno agli dei, al Guerriero e al Padre, quando sarai più grande. Ascolta questi sussurri ma non farne mai il centro. Non sei un dio, sei un uomo e se ne renderanno conto anche loro appena commetterai un errore-.
-E allora cosa devo fare? -
-Adeguati alle situazioni, impara a leggere chi hai davanti. Sai come si fa, ti è stato insegnato fin da quando eri bambino, e hai ancora tempo, Rickon, non morirò domani-.
Sono madre e figlio ma anche qualcosa di più, sono allievo e maestra, é l'inizio di un nuovo regno, un passaggio di potere graduale ma inevitabile.

Con Shireen la questione è ovviamente più complicata. La ragazza la fissa dritto negli occhi mentre si morde discretamente le labbra come fa sempre quando è nervosa.
Non è Irene, quella che ha davanti, non è la donna che la faceva giocare e le cantava le canzoni, é la Regina, con i capelli di fuoco e gli occhi di ghiaccio.
È una sfida di sguardi e Shireen non è disposta a cedere anche se guardare in quegli occhi chiari le fa percepire i brividi lungo la schiena. Sono gli occhi di Rickon e lei Rickon lo odia con tutta sé stessa. Però la Regina l'ha voluta vedere e lei non è nessuno per dirle di no.
Irene le indica una delle sedie davanti allo scrittoio e la guarda mentre avanza con passa misurato, il labbro inferiore stretto tra i denti, la gonna scura che ondeggia a ogni movimento. Cosa è successo?
-Volevi vedermi, Maestà? -. La voce è sicura ma non c'è più il fuoco, nessuna sfida nascosta sotto le parole cordiali.
Shireen conosce l'arte dei sotterfugi ma è da tempo che non li usa, che si mostra nella sua innocenza violata, nella sua volontà sottomessa. Non ha più voglia di giocare, perché l'ha portata solo a perdere, a ferirsi, e non ha più sogni di vendetta perché niente potrà mai ferire Rickon più di quanto lui abbia ferito lei.
Irene la studia ancora qualche minuto, poi, lentamente si alza e fa cenno alla ragazza di seguirla nell'altra stanza. La fa sedere davanti allo specchio e le si mette alle spalle, la spazzola in mano. Sembra Catelyn quando aveva la sua età, bella come lei, selvatica come lei, incompresa come lei.
La pettina lentamente senza sollevare gli occhi dai capelli scuri e se il silenzio che le circonda è ormai diventato imbarazzante, Irene finge di non notarlo. Qualsiasi cosa sia successa è molto grave, perché quella non è più la ragazzina che l'aveva confrontata dicendole di sapere già del proprio matrimonio, che era uscita sbattendo la porta; non era la bambina che era scappata lanciando a tutti sguardi di fuoco quando le avevano detto che i rapporti tra lei e Rickon sarebbero stati limitati. Dov'è finita quella persona? È di lei che il Nord ha bisogno per prosperare, non di questo guscio vuoto e accartocciato su se stesso.
-Tu conosci la storia dei Lannister, presumo-
-Si-, e non vuol dire niente perché tutti la conoscono. Tutti sanno di Tywin e Joanna e Cersei e Jaime e Tyrion e dei Leoni protettori dell'Ovest e signori di Castel Granito. Non vuol dire niente. Invece vuol dire tutto, pensa Shireen. Sarebbe l'occasione perfetta per parlare, per mettere Rickon nei guai, per rovinarlo come ha giurato di fare quando la vendetta sembrava solo l'ennesimo atto di un'opera già scritta.
-Conosci la storia della morte di Myrcella? -. Certo che la conosce, tutti la conoscono.
-Mia madre me la raccontò quando avevo sette anni. Ricordo che ne rimasi sconvolta. Era una bambina innocente, lontana da casa e da qualsiasi affetto avesse conosciuto che aveva avuto la fortuna di innamorarsi dell'uomo che avrebbe dovuto sposare. Ed è stata uccisa per un crimine non suo, per un crimine che non era neanche tale. Si era svolto un regolare duello e Oberyn Martell era morto vendicando la sorella e i nipoti. Sai perché hanno ucciso lei, Shireen? - non aspetta una risposta - Perché era la più vicina, perché era più facile raggiungere lei che non Cersei lontana ad Approdo del Re. Sai cosa mi disse mia madre? - c'è un sorriso sulle labbra di Irene e Shireen si ritrova ad osservarlo inquieta attraverso lo specchio. Dicono che Sansa sorridesse nello stesso modo, un leggero incurvarsi delle labbra, una luce particolare negli occhi. Lei non può sapere che è il sorriso della belva che sbrana la sua preda, che Arya sorrideva in quel modo quando abbandonava i cadaveri dei Frey, che Sansa sorrideva in quel modo mentre le urla di Ramsay riecheggiavano sempre più alte e strazianti. Non può saperlo che sorrideva così anche Cersei mentre Ellaria osservava morire la figlia prediletta, che sorrideva così ogni volta che si trovava davanti a chi reputava inferiore.
- Mi disse che innocente e colpevole non hanno alcun significato, non nel mondo in cui viviamo, almeno. Che cambia tutto a seconda dei punti di vista- le intreccia i capelli e Shireen capisce, per la seconda volta, cosa sia la paura. Sente il cuore esplodere nel petto, le parole che si fanno strada dentro di lei, il tono di chi sta raccontando una favola e non un fatto realmente accaduto. Cosa vuole dimostrarle con questa storia?
-Mia madre amava Myrcella-questa è una novità, e Shireen alza gli occhi pieni di emozioni per incontrare quelli della Regina. - Si, ha stupito anche me quando me lo ha detto. Erano amiche. Passeggiavano, chiacchieravano, mangiavano torta di limone... Mia madre fu molto triste quando apprese della sua morte, anche se allora aveva altro a cui pensare-. Riconquistare Grande Inverno, Jon Snow a cui aveva permesso di sottrarle la corona che le spettava per diritto di nascita.
E poi all'improvviso Irene si allontana di qualche passo e Shireen torna a respirare. Si gira verso di lei e la Regina la fissa seria, gli occhi chiari pieni di dolcezza.
-Chi è l'innocente e chi è il colpevole in questo guaio tra te e Rickon-
   
 
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