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Autore: Khailea    06/01/2021    0 recensioni
Una stirpe persa nel passato, la cui memoria è conservata nelle carte più remote del castello.
Forse a nulla i loro racconti serviranno per affrontare le difficoltà del presente, ma la conoscenza non è mai cosa di cui dubitare.
Raccolta di AU one-shot originali sulle regine di Mewni inventate da me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Eloise Butterfly, La Prima.


 
  • Data nascita: X0000
  • Data morte: X0025
  • Sposata con: Ryhan Cral 


 
"Dalle ombre del cielo una luce comparve,
e con la prima delle regine ogni timore scomparve.
Tra fango e ceneri il suo destino venne forgiato,
ed il suo nome per sempre venne ricordato."
 





 
 
Fu una tetra giornata, quando finalmente il primo gruppo di coloni riuscì a sfuggire alle intemperie del mare in tempesta ed a raggiungere la spiaggia. Poco più di una ventina di persone erano riuscite a sopravvivere, tra questi ben pochi bambini, ma fu proprio tra di loro che si trovava la giovane Eloise Butterfly, una ragazza dai lunghi capelli castani agghindati in una treccia ed i grandi occhi marroni, pieni di speranza e di gentilezza.
Eloise era partita assieme alla sua piccola famiglia, composta dal padre, dalla madre, dai tre piccoli fratelli ed una sorella, da una terra lontana ed ormai sconosciuta, nella speranza di poter trovare un posto migliore da chiamare casa, a quanto pare però il territorio in cui si trovavano non era ancora pronto per loro.
Una delle più spaventose tempeste si fossero mai viste aveva appena cominciato ad abbattersi su di loro, ed il vento fu talmente forte da spazzare via in una manciata di secondi la nave tramite la quale erano arrivati, già mezza distrutta a causa del lungo viaggio.
Il panico si scatenò presto tra i sopravvissuti, quando i primi fulmini minacciarono di abbattersi contro di loro, cancellando così le poche speranze rimaste, fu però Eloise a mantenere tra tutti la calma, e riuscì a trovare non molto distante dal punto in cui si trovavano un gigantesco ceppo ben saldo a terra grazie alle sue radici, ed urlando a squarciagola nel tentativo di superare il rumore prodotto dal vento riuscì a condurre tutti quanti verso quel punto.
Abbracciandosi al pezzo di tronco i coloni trascorsero in quel modo un’intera notte, tremando dal freddo e dalla paura, stringendosi le mani nel tentativo di darsi conforto, ma finalmente l’alba arrivò, ed il mondo nel quale erano giunti sembrava meraviglioso.
Giganteschi alberi si stagliavano sotto il profilo di un roseo cielo, dentro cui si distinguevano innumerevoli pianeti e stelle la cui luce era ancora abbastanza forte da lasciarsi mostrare. Era una terra inesplorata ma magnifica, dove forse finalmente avrebbero potuto trovare un luogo in cui stabilirsi, ma già dopo i primi giorni di cammino per la foresta le cose si rivelarono molto più difficili del previsto.
Essa infatti era abitata da creature mai viste prima, così diverse e grottesche da loro, piene di artigli e squame simili a quelle dei rettili. Per difendersi i coloni tentarono di respingere l’avanzata di quei mostri usando dei bastoni affilati, ma ciò non fece altro che imbestialire gli avversari, che si avventarono su di loro.
Erano molto più forti, e non lasciarono altra soluzione se non la fuga immediata, ma purtroppo molti erano rimasti feriti, e tra altri uno dei fratelli di Eloise era stato catturato.
La giovane tentò subito di tornare indietro per salvarlo, ma il padre la fermò, con le lacrime agli occhi, portandola in salvo assieme ai figli rimasti.
Quella fu la prima sconfitta subita contro quegli orrendi mostri, ma era chiaro ormai non fossero amichevoli, e per questo tentarono di costruire delle rudimentali armi per difendersi da altri attacchi. Fu scelto che se ne avessero visto un altro l’avrebbero ucciso all’istante.
Il viaggio dell’ancor più piccola comunità continuò per altre cinque giornate, prima di raggiungere un verdeggiante campo dall’altra parte della foresta. Qui un fiume scorreva sereno, ed era un’ottima occasione per riposare e dissetarsi.
Mentre alcuni andarono a caccia per trovare delle risorse altri rimasero dove si trovavano, nell’attesa del loro ritorno, ma tutto ciò a cui Eloise poteva pensare era al povero fratello.
Il riposo però non durò a lungo, perché l’urlo della sorella minore la fece alzare di soprassalto, mentre la piccola veniva trascinata in acqua da una strana creatura simile ad un serpente. Stavolta però la ragazza fu più veloce, e riuscì a raggiungere la piccola colpendo con un sasso l’essere per liberarla; venne ferita, ma riuscì a salvarla.
Attesero qualche ora prima che i cacciatori tornassero, ed a quel punto ripresero nuovamente a camminare per cercare un luogo più sicuro, tuttavia sembrava ogni angolo di quel mondo fosse disseminato da mostri spaventosi, ed ogni volta credevano d’aver trovato il luogo perfetto erano costretti ad andarsene.
Le risorse iniziarono ad essere molto difficili da trovare, e due anni passarono più in fredda del previsto, senza che i coloni fossero riusciti a trovare una nuova casa.
Eloise ed i suoi fratelli erano ormai cresciuti, la ragazza si era dimostrata utile in più occasioni, durante moltissimi attacchi da parte dei loro nemici, ed avendo salvato numerose volte i suoi compagni si era guadagnata il loro amore ed il rispetto di tutti. Spesso quando andava presa una decisione importante le veniva prima chiesto un parere, e le sue scelte erano sempre giuste in un modo o nell’altro.
Tuttavia nel suo cuore provava un’infinita tristezza, perché avrebbe voluto fare di più per la sua gente, aiutarla a trovare un posto sicuro e finalmente vivere in pace.
Quello era il suo unico desiderio, ed una notte finalmente venne ascoltata.
Mentre la giovane stava passeggiando per l’accampamento, controllando che tutti stessero bene, un gigantesco meteorite saettò proprio sopra le loro teste, lasciando dietro di sé una scia di polvere di stelle dorata. Il boato che scaturì dalla sua caduta fu sufficiente a svegliare tutti, che quando si avvicinarono per vedere il danno trovarono un enorme cratere dai bordi ancora fumanti.
Il meteorite avrebbe dovuto trovarsi al centro di esso, ma tra il fumo e la polvere nessuno riuscì a vedere niente, tranne Eloise.
La ragazza scivolò subito lungo il terreno raggiungendo lo strano oggetto che aveva notato, ed un raggio ambrato la inglobò completamente, raggiungendo il cielo sopra di loro. Per qualche secondo nessuno fu in grado di dire nulla, troppo spaventati e confusi, ma alla fine Eloise riemerse dal bagliore, che andò a fondersi nell’oggetto che la ragazza stava tenendo tra le mani.
Una bacchetta azzurra con delle splendide ali bianche, un nastro rosa legato all’estremità ed il capo rotondo ricoperto da piccoli rubini.
Al contrario degli altri la giovane non sembrò affatto confusa di cosa si trattasse, e di come avrebbe dovuto utilizzarlo, e muovendo elegantemente il braccio dalla bacchetta si formò un piccolo raggio azzurro, che la circondò e le permise di librarsi in volo per raggiungere la sua gente.
Questa subito, nello stupore e nella meraviglia, l’acclamò come se fosse una divinità, perché fu ormai chiaro grazie a quel potere sarebbe stata in grado di proteggerli, e così fu.
Pochi giorni dopo un manipolo di mostri incrociò il sentiero dei coloni, ma prima che potessero attaccarli Eloise utilizzò la propria bacchetta per colpirli con un potente incantesimo, che li annientò all’istante.
In modo da poter offrire un’ulteriore protezione ai coloni scelse un piccolo gruppo di loro, investendoli del proprio potere ed aumentando enormemente la loro forza e la loro resistenza. Essi divennero la prima linea di difesa a loro disposizione, e giurarono di servire per sempre Eloise, divenuta regina del piccolo villaggio che un giorno decisero di costruire sopra una collina.
Quel piccolo villaggio, che sarebbe divenuto un giorno un grande regno, venne chiamato Mewni, ed i suoi abitanti Mewmans.
Eloise vi regnò con amore e saggezza, rimanendo sempre vicina ad ogni persona aiutandole come più le fu possibile. La giovane fu amata da ogni persona, e molti furono gli spasimanti che le chiesero la mano, ma l’unico che lei accettò fu un amico d’infanzia rimastole vicino anche nei momenti più bui, assieme al quale con gioia ebbero un giorno una splendida bambina.

 
   
 
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