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Autore: JennyPotter99    06/01/2021    0 recensioni
[Film drammatico]
[Film drammatico]Ispirato ai personaggi di Henry di “Battlecreek” ed Ellen di “Fino all’osso” di Bill Skarsgard e Lily Collins.
-Mi piacerebbe molto avere il tuo numero.- intervenne Henry.
Allison frugò nella sua borsetta bordeaux. -Non ho la penna, per caso ne hai una tu?-
Henry si tastò le tasche velocemente, come per paura che scappasse.- No, neanche io. Ne vado a chiedere una dentro, non muoverti!-
Henry si precipitò dentro e afferrò la prima penna che vide sul tavolino.
Allison sembrava davvero quella giusta, dopo tanto tempo di ricerca.
Gli sembrava quasi impossibile.
Era stato quasi un colpo di fulmine.
Poi, improvvisamente, un lampo di luci l'accecò e un furgone che stava trasportando pollame e correva tutta velocità, decise di investirla in pieno.
Fu allora che Henry riaprì gli occhi.
Stesso sogno, puntuale come un orologio.
Eppure, ogni volta, sembrava fare più male.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Los Angeles era un’altra calda giornata di sole ed Henry decise di godersi la città per tutta la mattinata.
I bambini, dato che era finita la scuola, se ne andavano in giro in bici o in monopattino.
La spiaggia pullulava di gente e ad ogni angolo dei marciapiedi c’erano chioschi che vendevano gelato e frutta fresca.
Henry si prese un gelato al pistacchio e si sedette su una panchina, ascoltando il suono delle onde del mare che battevano sulla sabbia.
Anche se la sua vita, fin ora, non era stata un gran che, non l’avrebbe cambiata con nessun’altra.
Se niente di tutto ciò fosse successo, Henry non avrebbe mai conosciuto tutte le ragazze ed Ellen.
E se Ellen non ce l’avesse fatta, se il suo cuore si fosse fermato a breve, non si sarebbe potuta godere esattamente quello che stava guardando lui.
Poco prima di pranzo, Henry giunse su una stradina e su una porta sul retro.
Lanciò lo zaino dall’altra parte e poi si arrampicò sul cancelletto, saltando all’interno di una villa.
C’era un curatissimo giardino, una grande piscina con dentro dei materassini e quattro lettini messi in fila.
Aveva sognato talmente tante volte quella piscina che se ne ricordava ogni minimo particolare.
Perfino quale era il lettino in cui Tobias preferiva prendere il sole, quello al centro.
Tobias si era abbastanza abbronzato, nel suo costume azzurro con i disegni delle angurie e, non appena vide Henry accanto a se, sobbalzò imprecando.
Si tolse velocemente gli occhiali da sole e alzò il busto.- Henry?-
-Felice che ti ricordi ancora come mi chiamo.- borbottò Henry, alzando le sopracciglia.
-Tesoro, tutto bene? Ti ho sentito urlare.- intervenne una ragazza, da dentro casa, con dei lunghi capelli neri.
Henry la riconobbe subito: era Natalie, la ragazza tutta rifatta degli incontri al buio.
-No baby, tutto apposto, torna dentro!- rispose Tobias, gesticolando.
Henry scoppiò a ridere e l’amico lo guardò con un sopracciglio alzato.- Che c’è?-
-Davvero? Il pezzo di plastica?-
-Beh, sì, ha le tette rifatte e allora?- borbottò Tobias.
-Solo le tette? Quella ha anche il cuore di plastica.- replicò Henry, sedendosi al lettino accanto.
-Henry, mi dispiace tanto per non esserti venuto a trovare, io…-
Henry si fece serio.- Lo so, lo capisco, eri troppo occupato a gonfiare la tua fidanzata.-
-Va a fanculo!-
-Sono stato di merda, Tobias!- ribatté l’amico, guardandolo male. -E mi aspettavo che il mio migliore amico mi sarebbe stato accanto.-
Tobias si mise le mani sulla faccia.- Henry, quando ti ho visto lì, per terra, agonizzante, che bruciavi…Io…Sai quanti incubi ho avuto?- spiegò.
Henry sospirò.- Sei un pappamolle, come quando ti dovevo proteggere da Scott, da ragazzini, che non riuscivi nemmeno a dire una parola.-
Tobias riuscì a trovare il coraggio di guardarlo negli occhi.- Mi dispiace tanto, Henry.-
-Anche a me.- aggiunse l’altro, avviandosi verso la porta. Si voltò un’ultima volta verso di lui.- Per quanto vale…Ti ho voluto bene.-
-Ti rivedrò?- gli chiese Tobias, mentre Henry aprì la porta.
L’altro abbassò lo sguardo.- Non credo.- affermò, lasciandosela chiudere alle spalle.
Ora era pronto: aveva fatto i conti con il passato e aveva chiuso definitivamente quei capitoli della sua vita.
***
Erano le 23.30 quando Henry entrò silenziosamente dentro la casa, dove stavano tutti dormendo.
Si avviò di sopra ed entrò nella camera di Tracy, scuotendola appena per svegliarla.
Lei aprì gli occhi ed Henry le coprì la bocca con la mano, facendole cenno di non parlare.
Tracy annuì e lui la portò di sotto.
-Sei tornato presto.- commentò.
-Devo chiederti un favore.- esordì, secco, porgendole il proprio orologio. -Un grosso favore, tu sei l’unica che può farlo.-
Tracy si strinse nelle spalle, timidamente.- Che devo fare?-
***
Henry si portò lo zaino fino alla riva del lago, dove la luna era alta in cielo.
-E’ ora di salutarsi.- le disse, togliendosi le scarpe.
Si sfilò anche tutti i vestiti, rimanendo in boxer.
Entrò per un’ultima volta dentro l’acqua, fino a dove poteva toccare con i piedi il muschio che gli faceva solletico.
Immerse le orecchie sul bordo e sentì il suo cuore battere lentamente, mentre si godeva la luna piena e bianca, come una vecchia amica.
Ripensò a Megan, Tracy, Luke, Lobo, Anna, Kendra, Pearl, sua madre ed infine ad Ellen.
-Ora il mio cuore è tuo, per sempre.-
***
-Lobo!- gridò Tracy, con il pigiama zuppo.
Ancora con l’orologio di Henry al polso che indicava la mezzanotte, Tracy si era tuffata dentro al lago e, dopo aver preso un bel respiro come sapeva fare lei, tolse la corda che Henry aveva legata al piede, collegata ad un grosso e pesante masso.
Lo aveva afferrato e trascinando sulla riva.
-Oddio!- esclamò Lobo, afferrando subito il telefono per chiamare l’ambulanza.
Henry giaceva a terra, con l’acqua nei polmoni e il corpo freddo.
Mentre sentivano le sirene in lontananza, Tracy soffiò aria dentro la sua bocca e poi iniziò a spingere con entrambe le mani sul suo petto.
-Andiamo Henry, andiamo.- sussurrò la ragazza, contando nella mente.
Dopo qualche minuto, Henry sputò tutta l’acqua, tossendo e poi venne trasportato sulla barella dentro l’ambulanza.
Tutte le altre ragazze erano uscite fuori, preoccupate.
-Vado con lui.- intervenne Lobo, salendo dietro.
-Lobo, aspetta!- disse Tracy, consegnandole una busta chiusa.- Dai questa ai medici, per favore.-
Lobo notò che Tracy avesse uno strano sguardo, come se qualcuno le avesse chiesto di farlo.
Osservò anche l’orologio di Henry al suo polso, ma non c’era tempo per le domande.
L’ambulanza sfrecciò via e Tracy la guardò con una lacrima che le scese lungo la guancia.
***
-Si chiama Ipossia: è quando il cervello non riceve abbastanza ossigeno. Quando sei una nuotatrice ti insegnano queste cose, perché se vai troppo a fondo e le orecchie iniziano a farti male, il tuo cervello rischia di esplodere.- spiegò Tracy, confusa sul perché glielo avesse chiesto.
-E’ perfetto.- affermò Henry, passando la lingua lungo la busta bianca per chiuderla.
-C-Cosa ci devo fare con il tuo orologio?-
Henry la guardò negli occhi.- Ascoltami, a mezzanotte in punto mi troverai immerso nel lago: voglio che ti tuffi e che mi vieni a fare la respirazione bocca a bocca.- rispose, estraendo una corda dal suo zaino. -Una volta che mi avrai rianimato, l’ambulanza verrà a prendermi e capirà che sarò cerebralmente morto.- continuò, mostrandole la busta.- Da questa ai medici, mi raccomando, è molto importante.-
Tracy osservò la corda e, collegando le varie cose, capì che cosa volesse fare.- H-Henry, non puoi chiedermi questo.- singhiozzò.
-Sì invece.- affermò, stringendole le spalle.- Tu sei l’unica con le palle da poterlo fare.-
-Henry…-
-Ti prego Tracy, ho bisogno di te. Promettimi che lo farai.-
Tracy tremò guardando i suoi occhi.
-Promettimelo!- replicò lui, a voce più alta.
Lei annuì, tirando sul col naso.- Te lo prometto.-
 
Un anno dopo
 
Ellen, Kendra, Tracy, Anna, Luke e Megan scesero dal trenino e si avviarono nella piazzetta.
Tirava una leggera brezza fresca, simbolo che l’estate era appena arrivata.
Ellen teneva una mano chiusa e l’altra lungo i fianchi, mentre i lunghi capelli rossi svolazzavano nell’aria.
Si guardò intorno: i tavoli con le persone che facevano colazione, gli alberi in fiore e i colori sgargianti del posto.
-E’ questa ragazzi.- affermò sorridendo.- Ci siamo.-
Tutti esultarono tra di loro, saltellando sul posto.
Allora Ellen aprì la mano con dentro petali di girasole gialli e con un unico gesto, li tirò in aria, facendoli andar via col vento.
Successivamente, si unirono in cerchio e si abbracciarono calorosamente.
-Vorrei che Henry e Pearl fossero qui.- commentò Kendra.
Ellen le strofinò la schiena.- Loro ci sono.-
Si sedettero ai tavolini di fuori ed Ellen prese la carta da lettera dentro la borsa, preparandosi a scrivere.
 
James Avenue 34
Battlecreek, Michigan
 
Mio caro Henry,
 
abbiamo trovato il posto del tuo bellissimo dipinto.
Si trova a Parigi, in una delle piazze meno conosciute dalla città.
Non so se la ragazza del disegno sia io, però, ho tirato in aria quei petali e mi sono sentita benissimo.
Luke, Megan, Kendra, Anna e Tracy sono venuti con me: la California Dreamin ha definitivamente chiuso i battenti.
Kendra è arrivato al suo peso ottimale e adesso è tornata a vivere con sua zia: sapessi che bei abiti indossa.
Luke ha ricominciato a cantare e non ha più paura.
Anna ha continuato gli studi e a scuola ha un sacco di amici che le vogliono bene.
Megan è uscita dall’ospedale e sta cercando di rimettere in ordine la sua vita.
Per quanto riguarda Tracy, ha deciso di tenersi il tuo orologio e adesso ha un gradevole fidanzato che si occupa amorevolmente di lei.
Tutto ciò per dirti che quello che hai fatto non è stato vano.
Anche se siamo poche persone, noi sappiamo che è esistito un dolce ragazzo che ci ha salvato come solo lui sapeva fare.
A me, forse, più di tutti.
Avere il tuo cuore nel petto fa una strana sensazione, ma ti prometto che stavolta me ne prenderò cura come si deve.
Non potrò mai ringraziarti abbastanza.
Mi manchi.
E ti amo.
Sempre sempre.
 
 
FINE.
 
Salve a tutti, spero che questa piccola farina del mio sacco vi sia piaciuta! Grazie a chi ha letto, alla prossima!
   
 
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