Ho deciso di utilizzare per tutti i prompt la stessa coppia, in modo da creare una flashfic composta da sprazzi, da drabble.
A destra, graficamente, ho inserito i vari prompt, proposti in ordine: da Marti Lastrange, Severa Crouch, LadyPalma e Milla.
Scandali (sepolti)
Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente che è tutto.
(Eugenio Montale)
«Bones, non provare a dirlo in giro.»(Eugenio Montale)
Segreti, indicibili e sospetti. Rita voleva tacere, ma quello che avevano era qualcosa che non si poteva fingere.
«Non puoi far finta che io non esista.»
Un lampo di glaciale freddezza colpì il viso truccato della bionda.
«E chi lo dice?»
Un rumore di tacchi la seguì, mentre lasciava la stanza.
Amelia non pianse, non crollò. Rimase intatta – negli anni, nella vita e poi nella morte.
Lei sapeva che quel qualcosa per lei era tutto e la sua sete di verità non poteva cancellarlo dai meandri della sua mente.
Ti ho amata Rita – la luce verde di questo Anatema mi riporta a te.
[110 parole]
La mia testa è un sabba e tu ne sei tutte le streghe.
(Jean Paul Sartre)
(Jean Paul Sartre)
Il proibito affascina ma tu mi hai proprio inglobata in questo gioco oscillante tra ciò che voglio e ciò che posso avere.
Sei una strega – nel vero senso della parola – perché mi possiedi suadente e poi crolli su di me.
Sei una strega – perché in un mondo in cui narro gli errori degli altri, mi hai trascinato nell’abisso di ciò che mi è negato.
Sei una strega – perché per ultima cosa mi hai lasciato la morte (la tua). La sete di giustizia, questa volta, non ha saputo difenderti e che me ne farò io degli scandali degli altri se il mio è sepolto con te?
[105 parole]
Il numero 4
L’orgoglio è una brutta bestia, ti impedisce di dire la frase più semplice, più disarmante, più elementare di tutte.
Ho bisogno di te.
Quattro semplici parole che Rita non si è mai allenata a pronunciare. Amelia, d’altro canto, era inadatta a quel mondo cinico, che ti voleva fredda, austera, distaccata. Offriva sé stessa su un piatto d’argento («Non hai paura, Amy?»)
Era una grande mente e un cuore di quercia, Amelia Bones.
Quattro semplici parole avresti dovuto pronunciare per riaverla con te, Rita.
Ma l’essere umano è spietato e meschino, si nutre di dolore e di rabbia, di solitudine e cattiveria.
Ho bisogno di te, Amelia – è troppo tardi, ora?
[110 parole]
E' doloroso tenere gli occhi aperti, ma dove andrò se li chiudi?
(I diari della falena, R. Klein)
(I diari della falena, R. Klein)
Rita, da quando ha memoria, sa di portare un paio di occhiali.
Vede tutto offuscato senza di essi, ombre e macchie lontane ma non persone.
Aveva deciso di iniziare a scrivere per non sentirsi mai come se brancolasse alla cieca nel mondo. Ma poi era finita a raccontare menzogne, e non limpide verità.
Lo sguardo fiero di Amelia lo vedeva ben chiaro, mai confuso, mai astratto. Lapislazzuli blu che le chiedevano insistentemente di incatenarsi a loro.
Poi Amelia aveva chiuso gli occhi per sempre.
Da quel giorno tutto fu ombra e macchie lontane – anche con addosso gli occhiali.
[98 parole]