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Autore: Exentia_dream2    07/01/2021    7 recensioni
Storia partecipante al "A farewell to… Contest" indetto da CatherineC94 sul forum di EFP. Dal testo:Pochi centimetri, miglia e miglia tra lui e lei; lei che lo ha sentito urlare, ingoiare lacrime e lo ha visto tirare calci alla terra e pugni al muro e che adesso non ne può più.
Bill fa un passo in avanti, Fleur ne fa due indietro.
"Mi dispiosce" dice ancora, mentre si abbraccia da sola e si allontana fino a sparire dalla sua visuale.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Famiglia Weasley, Fleur Delacour, Fred Weasley | Coppie: Bill/Fleur
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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Storia partecipante al "A farewell to… Contest" indetto da CatherineC94 sul forum di EFP.
 
Ladri.

1 Settembre 1981


Percy piange come un disperato e accusa Fred di aver rubato il suo gioco preferito, Fred dice che Percy è un bugiardo.


Vanno avanti da ore e Bill non ne può più: ha la testa che gli scoppia e non vede l'ora di arrivare a King's Cross e scappare da quella gabbia di matti.


《Piché ti ni vai, Bii?》gli chiede quando il fratello maggiore poggia il baule sulla banchina. 


《Perché devo andare a scuola.》


《E piché?》


《Perché mi è arrivata la lettera da Hogwarts, la scuola dei maghi, Fred.》


《Io viene co te?》chiede ancora, annuendo con la testa e guardandolo con gli occhi colmi di aspettativa.


《No, sei ancora troppo piccolo.》


《Io no sho piccolo.》


《Hai soltanto tre anni. E, poi, non dovresti rubare.》


《 Io no bubato.》


《Ne sei proprio sicuro?》e gli mette una mano nella tasca dei pantaloni, tirando fuori il soldatino che Percy adora.


Fred lo guarda con gli occhi grandi, colmi di lacrime e a Bill si scioglie qualcosa all'altezza del petto.


Si china di nuovo verso di lui e gli sorride, perché Fred gli fa questo effetto da sempre:《Questo sarà il nostro piccolo segreto, va bene?》



 
3 Settembre 1998


Bill quasi fatica a respirare, con i polmoni che si piegano ad ogni respiro e alla presenza ingombrante di Fred che ora non c'è, che è morto con il sorriso sulla faccia e ha lasciato a tutti gli altri l'incombenza di piangere sul suo corpo.


Ha tolto l'orologio alla parete, perché, dove prima c'era raffigurato il volto di Fred, adesso c'è un buco nero che sembra risucchiare l'energia e la voglia di vivere di Molly come fosse un Dissennatore.


Quando rientra in casa, Fleur lo guarda appena e, mai come in quel momento, Bill vorrebbe appoggiare il naso sui suoi capelli e sentire il profumo di torta alla melassa e non provare un fitta allo stomaco.

 
1 Agosto 1997


《 Sei nervoso, Bill?》gli chiede con un sorriso insolente.


《Cosa ne pensi? Di Fleur, intendo.》


《Non mi è simpatica.》


《Profuma di torta alla melassa.》


《Non basterà a farmela piacere.》


Mancano poche ore, poi Fleur diventerà sua moglie e Bill trema di paura.


Questa volta non si è accorto che Fred ha rubato qualcosa che gli appartiene o, forse sì,  ma il fiore all'occhiello proprio non gli piace e,  allora, glielo lascia tenere, fingendo di non aver visto la sua mano che si stringeva attorno ai petali.

 
《Non dovresti rubare, Fred.》

《Non ho rubato.》

《Ne sei proprio sicuro?》



Si chiede dove sia finito quel fiore che avrebbe dovuto portare all'occhiello il giorno del suo matrimonio e la spensieratezza di quei tempi, anche se la Guerra incombeva fuori dal tendone sotto cui si sarebbe tenuta la cerimonia, anche se, alla fine, avevano rischiato tutti di morire.


Non erano morti e Fred era vivo.


Fred che ora non c'è, che è morto con il sorriso sulla faccia e ha lasciato a tutti gli altri l'incombenza di piangere sul suo corpo.


Nessuna piange- non più- eppure, hanno tutti le lacrime incastrate tra le ciglia e la forza di non lasciarle cadere.


《Fred avrebbe riso, se ci avesse visti in questo stato》dice George, la voce roca di chi non parla da giorni, di chi tornerà al silenzio per difendersi da quella mancanza.


Bill lo guarda come se fosse mutilato, come se oltre all'orecchio avesse perso braccia e gambe, come se fosse un corpo tagliato a metà e, forse, è proprio così che si sente.


Non ce la fa, a pensare che una colonna di quella casa così storta sia venuta meno, che adesso il peso di quelle stanze sia tutto si di lui, però, stringe i pugni e si finge forte, perché intorno a lui tutto sta crollando e, se non si fa pilastro, sa che si ritroverà inghiottito dalle macerie.


Si è messo ai fornelli a preparare un dolce senza l'aiuto della magia, sfoga tutta la rabbia sbattendo le uova e la farina; ha il braccio che gli duole, ma non si ferma e il risultato è una torta alta e morbida, si chiede se a Fred sarebbe piaciuta.


Ginny entra in cucina mentre lui sta decorando il pan di spagna.


《Ma come ti permetti?》gli chiede, il viso arrossato e le pupille che quasi non si vedono più. 


《È soltanto un dolce.》


《Fred è morto tre mesi fa.》


《LO SO!》urla perché non ne può più.《So che Fred è morto tre mesi fa!》


《Sei un mostro, Bill.》

 
7  Settembre 1998


Apre le tende della camera di George, lo tira giù dal letto prendendolo per i piedi, come fosse un bambino capriccioso, gli dice di uscire.


Gli dice che almeno lui è vivo, che respira ancora e non dovrebbe sprecare una fortuna simile a piangere un fratello che non può più tornare, che basta, adesso basta.



《Che ne sai tu, di cosa significa essere quello sopravvissuto. 》


Bill lo guarda, la rabbia negli occhi e troppe parole che non riesce a dire.


George si avvicina, percorre con lo sguardo la cicatrice che gli deforma il viso.《Forse sei davvero diventato una bestia. Saresti dovuto morire tu al posto suo》e se ne va, chissà dove.


Fleur è sulla soglia della porta, fa passi piccoli, forse perché ha bisogno di misurare a modo suo la distanza che adesso li separa.


《Bill, è ora》gli stringe le mani perché  è l'unico modo che ha per dirgli che andrà via.


《No, per favore.》


《Pardonne-moi.》


Pochi centimetri, miglia e miglia tra lui e lei; lei che lo ha sentito urlare, ingoiare lacrime e lo ha visto tirare calci alla terra e pugni al muro e che adesso non ne può più. 


Bill fa un passo in avanti, Fleur ne fa due indietro.


《Mi dispiosce》dice ancora, mentre si abbraccia da sola e si allontana fino a sparire dalla sua visuale. 


Resta da solo e si porta le mani tra i capelli: vorrebbe strapparli, uno a uno.

E magari tornare indietro nel tempo e morire davvero al posto di Fred, perché George ha torto: lui sa cosa significhi essere quello sopravvissuto, avere più anni di un fratello morto e un cuore che ancora batte nel petto.


Non ha pianto mai da quando è tornato a vivere alla Tana, perché per essere sostegno ha dovuto prendere la decisione di essere forte, di essere il figlio pronto a spazzare via il dolore delle assenze che schiacciano al suolo e non ti fanno più rialzare, anche se il primo a barcollare è proprio lui, perché Fred è morto e gli ha insegnato a ridere di tutto, ma della sua morte no.


Bill ha a teso le mani per aiutare Molly, che ha sempre gli occhi bagnati e sembra essere diventata un fantasma; per far in modo che la rabbia di Ginny non cominciasse a mangiarla da dentro e la risputasse come fosse un avanzo di cibo stantio.


Ha teso le mani per stendere le labbra di Arthur in un sorriso che non vede sul viso di suo padre da troppo tempo; per abbracciare sua moglie e confessarle che non riesce ancora a essere contento e a gioire dell'arrivo di una figlia, che lo sarà un giorno e proverà ad essere un buon genitore, ma non adesso.


Ha teso le mani per sollevare George e portargli una fetta della torta che ha cucinato per tutti qualche giorno prima- un po' è morto anche lui insieme al gemello- ma dovrebbe almeno provare a onorare la morte di chi non può più fare le cose semplici della vita.


Ha teso le mani a tutti. Le ha tese anche perché ha bisogno che qualcuno stringa le sue e gli prometta che il dolore passerà.


Invece, ha i palmi aperti e vuoti e nessuno gli parla, se non per urlargli contro, se non per incolparlo di voler andare avanti a tutti i costi.


Se ci fosse stato Fred, lo sa, avrebbe riso e gli avrebbe detto che sarebbe andato tutto bene.


Ma va tutto male: lui è solo e gli si attorciglia lo stomaco quando pensa al lampadario che padroneggia nel salone di casa sua e si chiede se sia abbastanza resistente da reggere il peso del suo corpo legato ad una corda.


O, forse, sarebbe più  facile morire sotto un treno, buttarsi giù e schiantarsi al suolo.


Ha la rabbia che gli fa formicolare le dita e sposta malamente le coperte.


Le lacrime si incastrano nello squarcio sulla guancia e bruciano come fossero gocce di medicina che non curano le ferite.


Perché Bill avrebbe preferito non avercela più, una faccia, ma la voce sì, soltanto per poter parlare ancora con suo fratello.


E ora, nessuno gli parla e Fleur se n'è andata con la loro bambina, che è ancora un puntino.


E lui apre l'armadio, tira fuori tutti i vestiti di Fred, perché non servono più, perché Fred è morto e chi li indosserà più, i suoi abiti?


Solleva il materasso con forza, lo ribalta perché nessuno dormirà più in quel letto, nell'odore di Fred, che adesso profuma di mancanza e di morte.


È il rumore di qualcosa che cade sul pavimento a farlo tornare in sé, con gli occhi ancora rossi e le lacrime in bilico; si inginocchia e stringe tra le mani una collana che lo obbliga a storcere la bocca in un sorriso.

 
12 Agosto 1993


Bill ha ventitré anni, i capelli lunghi e gli occhi colmi di tenerezza e meraviglia, perché, finalmente, ha capito che la solitudine che ha provato da quando si è trasferito in Egitto ha soltanto rafforzato la sua voglia di tornare a casa e riabbracciare la propria famiglia.


Adesso, però, sono tutti lì e Fred gli ha offerto una pralina Fondente Febbricitante, con il solito sorriso che fai sorridere anche lui:《Così puoi saltare il lavoro e stare con noi.》


《Non posso, ma voi potreste venire con me. Oggi devo andare al Museo Egiziano, vi piacerà!》


L'atrio è silenzioso e deserto, illuminato a stento da qualche luce soffusa- è sempre così quando Bill viene chiamato a svolgere un lavoro.


Gli altri sono andati avanti nella sala delle mummie, Fred è rimasto indietro a guardare i medaglioni dei faraoni.


Ha sempre avuto le mani grandi e una leggera forma di cleptomania, per questo Bill lo guarda di sottecchi. 

 
《Non dovresti rubare, Fred.》

《Io non ho rubato.》

《Ne sei proprio sicuro?》

Fred lo guarda e sorride:《Ma dai, è soltanto una stupida collana con un ciondolo rosso.》


《Appunto: cosa te ne fai?》


《Sarà un ricordo di questo viaggio.》


《Devo prima controllare che non sia maledetta.》

 
9 Settembre 1998


Bill ha pensato che ingerire veleno fosse l'unico modo per morire tutto intero e dare alla sua famiglia la possibilità di seppellirlo.


Ha spronato tutti ad andare avanti, a reagire, ma l'unico che non l'ha mai fatto è stato proprio lui.


E, adesso, chissà in quale parte del mondo si trova il posto in cui è capitato, dove Fred è seduto su una panchina e gli fa segno di raggiungerlo.


《Dove siamo?》gli chiede Bill.


《Non lo so, ma so che da qui non si va via se chi vive non ti lascia andare.》


《Com'è stato? Morire, intendo.》


《Facile: il dolore è durato un attimo. Ma tu che ci fai qui?》


《Mi sono ucciso. Ho lasciato una lettera sul letto accanto al mio corpo, una pergamena vecchissima che probabilmente si romperà appena la toccheranno. Lo sai, Fred, non averti intorno mi ha insegnato che è meglio essere felice per un minuto che triste in eterno.》


《Mi hai sempre detto che non avrei dovuto rubare.》


《E cosa c'entra?》


《Siamo due ladri, ma il peggiore sei tu: hai rubato a te stesso la possibilità di essere di nuovo felice. Non saresti stato triste per sempre, Bill.》


《Forse no.》


《Mamma ne morirà.》


《Vuol dire che l'aspetteremo qui.》


Angolo Autrice:


Credo che più angst di così non si può. 


Come ho già detto, questa storia partecipa al bellissimo contest indetto da CatherineC94 che ha chiesto di scrivere una storia sull'abbandono.

Ho scelto il pacchetto Settembre: [ X sta rubando qualcosa e Y lo scopre, pergamena, atrio silenzioso, Bill Weasley]


In questa shot, scopriamo un Fred che ruba spesso e Bill che lo scopre sempre.

Ho inserito le date, anche se sono puramente inventate.


E scopriamo un Bill fragilissimo, che vorrebbe supportare tutta la famiglia, ma che poi non riesce a vivere senza il suo fratello preferito.


So che i Weasley rappresentano l'unità di una famiglia amorevole, ma li ho immaginati spaccarsi e cadere giù dal dolore, come spesso capita nelle famiglie quando si perde una persona cara.


《Mi dispiosce》è volutamente scritto in questo modo, perché non dobbiamo dimenticare che Fleur è francese e non perderà mai del tutto il suo accento.


《...meglio essere felice per un minuto che triste in eterno.》è la frase (leggermente modificata) di una bellissima canzone di Tiziano Ferro, in mezzo a quest'inverno, e credo che sia azzeccatissima al contesto. 


Spero che, nonostante le tematiche trattate, vi sia piaciuta.


A presto. 
   
 
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