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Autore: Lily_Chase    09/01/2021    3 recensioni
sii forte Perseus, sii un eroe e prenditi cura della tua mamma.
L'incontro tra Poseidone e Percy, quando lui era soltanto un bambino.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy Jackson, Poseidone, Sally Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Poseidone sapeva che era una pessima idea, che poteva essere scoperto, e allora sarebbe stato in guai grossi. Ma non ne poteva fare a meno; suo figlio era venuto al mondo otto mesi prima e lui non l’aveva conosciuto.

 

Be i primi tempi era stato ovvio, per lui, che fosse impossibile vedere il bambino. Zeus lo sorvegliava, il più piccolo errore e sarebbe finito tutto al Tartaro. Poi però, da circa due mesi, da quando il suo “caro” fratello aveva smesso di farlo pedinare, aveva rimandato quella visita con ogni più piccola scusa; gli c’era voluto un po’ per ammettere di avere paura.

 

Lui, Poseidone, Dio del mare, scuotitore della terra, dio dell’olimpo, figlio di Crono, nipote di Urano, e altre innumerevoli cose aveva paura di un bambino. Sbuffò fissando la città che sembrava non volersi spegnere neanche di notte; di certo, però, rimanere su quel balconcino non avrebbe risolto il suo problema.

Con passo leggero abbandonò la vista di una New York mai addormentata, per la camera dalle pareti azzurre dove, in una culla posta al centro, suo figlio dormiva avvolto da una copertina bianca. 

 

Perseus, così si chiamava suo figlio; quando Sally gli aveva detto che se fosse stato un maschio gli avrebbe dato il nome di un semidio figlio di suo fratello Poseidone si era quasi offeso. Poi Sally gli aveva spiegato che quel semidio non era morto: aveva vissuto una vita lunga, non priva di ostacoli certo, ma ce l’aveva fatta, era stato l’eccezione che conferma la regola, aveva dimostrato che non tutti gli eroi muoiono giovani. 

 

Il Dio del mare, a quelle parole, era quasi stato tentato di crederci, magari davvero un nome avrebbe salvato loro figlio, magari davvero un insieme di lettere avrebbero portato fortuna a quel bambino, se lo immaginava già grande e felice, se lo immaginava già uomo. 

 

Poi però si era ridestato da quel sogno, e fissando la donna che aveva davanti, la donna che su quella spiaggia di Montauk gli aveva rubato il cuore, aveva pensato a sua madre che aveva visto cinque dei suoi sei figli venire inghiottiti dal marito. Però almeno, Rea, sapeva che i suoi bambini erano vivi, che in un modo o nell’altro sarebbe riuscita a liberarli. 

 

Sally invece no, lei quel privilegio divino non l’ho aveva, lei sapeva che quel bambino che le cresceva in grembo, maschio o femmina che fosse, molto probabilmente lo avrebbe visto morire. 

 

E come fa una madre di appena vent’anni accettare quel fato crudele senza almeno tentare di combattere?

 

Poseidone venne strappato via dai suoi pensieri dal bambino che, appena sveglio, fissava lo “sconosciuto” con due occhioni verde mare e con una manina in bocca. Il Dio sorrise, e con gentilezza afferrò il bambino e se lo portò al petto, mentre passeggiava per la stanza.

 

-ciao Perseus-. Era più che consapevole che il bambino non lo capisse e che molto probabilmente non avrebbe ricordato nulla di quell'incontro, ma parlagli lo calmava e il piccolo tra le braccia del padre sembrava del tutto a suo agio.

-scusami se ci ho messo così tanto per venire a conoscerti-. Il piccolo regalò al padre un sorriso di due denti e Poseidone si sedette sulla sedia a dondolo vicino alla finestra. -Ma devi sapere, piccolo mio, che tuo zio non è molto simpatico, molto probabilmente metterà i bastoni tra le ruote anche a te, ma tu non devi lasciarti sopraffare, né da lui né da nessun altro, perché tu sarai un grande eroe Perseus-. 

 

Un leggero movimento vicino alla porta della stanza lo distoglie dal visino sorridente di suo figlio; Sally è in piedi appoggiata alla parete, avvolta da una vestaglia azzurra e gli sorride con gli occhi che le brillano; come per scusarsi dell’interruzione aggiunge -di solito si sveglia a quest'ora e lo porto nel letto con me- 

 

Poseidone le sorride e le fa segno di entrare, lei allora gli si avvicina e regala a suo figlio un bacio in fronte prima di inginocchiarsi accanto a loro. 

Rimangono così per un po’, solo loro tre, quando ad un certo punto Sally rompe il silenzio con la domanda che lui teme di più: -vedi il suo futuro?- - poco, vedo solo delle immagini e sono anche poco chiare e questo mi terrorizza-. Lei sa che lui non sta mentendo, e questo forse la spaventa ancora di più, se neanche un Dio riesce a vedere il futuro di suo figlio le cose possono solo andare male.

 

-Mi sto per sposare- e di nuovo lei a parlare per prima e lui questa volta non sembra spaventato, ma solo rassegnato; -lo so, ma tu sai anche che non sei costretta a farlo, potreste venire con me sul fondo dell'oceano, vi costruirei un palazzo bellissimo e…- - e sai anche che non potrei mai accettare, io e lui dobbiamo restare qua- Sally indica il figlio che si sta addormentando tra le braccia del padre. 

Poseidone sospira rassegnato, si alza dalla sedia a dondolo, seguito dalla donna, e dopo aver sorriso un’ultima volta al figlio, lo ridà alla madre. 

 

Con il bambino in braccio Sally gli sorride un’ultima volta, sanno entrambi che quando si rivedranno Percy sarà grande, sanno entrambi che quello è un addio, presto lei sarà sposata, lui subirà una lunga ramanzina dal fratello per aver infranto il patto e loro figlio diventerà l’eroe di cui il mondo ha bisogno, o almeno è quello che sperano quei due genitori in quella stanza dalle pareti azzurre.

 

-sii forte Perseus, sii un eroe e prenditi cura della tua mamma-.  É con quelle ultime parole Poseidone, così come era arrivato,  scomparve in una brezza leggera che sapeva di mare.

 

Angolo autrice:

Questo è la mia prima storia che scrivo in questo fandom, amo tantissimo Percy e mi sono chiesta tante volte come sia andata  quando Poseidone è andato a trovarlo da bambino.

Spero che la storia vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate ;) 

 
   
 
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