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Autore: LadyHeather83    10/01/2021    1 recensioni
Marinette si trova in coma, dopo una brutta caduta durante l'allestimento della recita di fine anno.
Durante il suo risveglio, avrà una brutta sorpresa: non riesce a trovare Tikki, le foto di Adrien appese in camera sua, non ci sono, ed in più la madre le dà una notizia sconvolgente, dovrà servire al catering di fidanzamento di Adrien Agreste e Kagami Tsurugi.
Riuscirà a portare tutto alla normalità?
Genere: Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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REALTA’ PARALLELA

*

Capitolo 12 – Bikers

*

Librarsi nell’aria come un uccello, il vento che ti scompiglia i capelli, quella sensazione di libertà, erano emozioni che Adrien, o meglio Chat Noir, sperimentava per la prima volta.

Stava facendo scivolare via quella sensazione di tristezza e dell’essere chiuso in una prigione dorata, che lo opprimevano.

Anche la vita del fidanzato dolce e gentile gli cominciava ad andare stretta, per di più le uscite con la sua ragazza, Kagami, si limitavano solo a quella mezz’ora al giorno di scherma e ad incontri imposti da eventi, dove entrambi i genitori dovevano presenziare.

Sembrava più per convenienza che per amore, almeno, questo era quello che provava lui.

Per colpa della signora Tsurugi, che era rimasta ancora all’età della pietra e legate alle tradizioni del suo popolo, lui sarebbe stato costretto alla castità forzata fino al matrimonio, difficile però contenere certi istinti, che divennero più forti, una volta conosciuta la ragazza con i codini.

Sapeva solo, che durante il rinfresco dopo il funerale, quando era entrata nella sua stanza, avrebbe voluto tanto prenderla e sbatterla sul letto, e non limitarsi ad un tenero abbraccio, forse il migliore ricevuto da una ragazza fino ad ora.

Non capiva perché, ma ultimamente con Kagami, le sue dimostrazioni d’affetto, sapevano di un qualcosa di sterile, freddo, impersonale, ed era stata proprio Emilie, prima di spirare a fargli notare queste cose.

*

Si fermò su di un tetto, quando i suoi sensi di gatto, avevano iniziato a farsi sentire.

Un fruscio d’aria, proveniva da destra, come anche strane grida.

Vide una tromba d’aria abbattersi sulla città, una strana tromba d’aria.

Era azzurra.

Di solito i tornado assumono il colori delle nuvole, o meglio questo era quello che ricordava dai documentari o dai film catastrofici che aveva guardato.

Una persona al suo interno urlava, prima di venire catapultata in aria per kilometri.

Corse più veloce che poteva per provare a salvare il malcapitato, e rimase stupito nel vedere che sul posto, c’era già una ragazza vestita con una tuta rossa a pois neri, che grazie al suo fidato yo-yo, riuscì ad agganciarlo in vita e tirarlo a se.

“Grazie” Disse cercando di non vomitarle sulle scarpe, tutto quel vorticare in aria, gli aveva fatto venire un gran cerchio alla testa.

“Vai, corri più veloce che puoi e nasconditi”.

Annuì e sparì dalla sua vista.

Lady Bug, aveva avvertito dietro di se uno spostamento d’aria, e il suo cuore mancò un battito e la gola si seccò di colpo.

Da quando non lo vedeva?

Da troppo tempo ormai, era intrappolata in quella realtà da molto, non ricordava di preciso quanti giorni fossero passati, le sembravano un’eternità.

Si voltò piano cercando di non piangere, sapeva che non era lui, cioè il Chat Noir del suo tempo, ma era pur sempre il suo chaton.

Chat Noir, del canto suo, gli sembrò di aver avuto la visione di una dea o di una sirena, che con la sua angelica voce, lo attirava a se.

Quegli occhi azzurri…dove li aveva già visti?

Lady Bug, invece, si rese per la prima volta, di quanto in tutti quei mesi fosse stata così stupida, da non notare la somiglianza tra lui e Adrien.

Era palese la cosa.

“Salve, madamoseille” Si inchinò per farle un baciamano degno di un signore e lei per la prima volta sentì il cuore andare al massimo e il sangue defluire dal cervello, facendole perdere ogni inibizione.

Quante volte lo aveva rifiutato, troppe.

Si sarebbe presa a schiaffi da sola, ma poi avrebbe dovuto spiegargli il perché, ma non era ne il tempo e ne il luogo adatto, avevano una missione da compiere.

“Lady Bug, il mio nome è Lady Bug”.

“E quello vero?” Chiese sornione.

“Il tuo kwami non ti ha spiegato niente?”

Chat Noir fece spallucce “Doveva?” Poi fece una breve pausa “…ma forse non gli ho dato il tempo”. Disse grattandosi una guancia con un’unghia appuntita.

Era proprio lui: intraprendente, istintivo, dinamico, naturale, e perché no, affascinante, semplicemente Chat Noir, o per meglio dire, la personalità repressa di Adrien.

Lei sorrise divertita, forse per la prima volta ad una sua battuta.

“Abbiamo del lavoro da fare qui, non possiamo perderci in inutili chiacchiere”.

“Come milady comanda” Un’altra riverenza “…cosa intendi fare?” Chiese curioso.

Facciamo, forse intendevi” Sottolineò la prima parola, erano una squadra e come tale, il piano da attuare, doveva essere di entrambi, e non di una persona sola.

“Beh! E’ chiaro che tu sei più esperta di me”.

Si era vero, ma questo non glielo poteva dire.

“Se tu avessi aspettato le istruzioni del tuo kwami, ora non dovresti chiedere cosa dobbiamo fare”.

Non era cambiato niente, i soliti battibecchi non si fecero attendere molto.

Uffa…quante storie” Chat Noir roteò gli occhi.

“Comunque, seguimi, andiamo a stanare questo akumizzato”.

Akumi-che?” Chiese prima di allungare il bastone e raggiungerla sul tetto senza attendere la spiegazione.

*

Arrivarono ai piedi della Tour Eiffel, e dell’akumizzato non vi era traccia, ma nemmeno della gente di Parigi se era per questo.

Era ora di punta, e le strada dovevano pullulare di gente, macchine, motorini e biciclette, invece niente, il vuoto più totale.

Un silenzio quasi spettarle aleggiava in quella città.

Lady Bug si guardò attorno, in cerca di qualche segno utile a stanare il seguace di Papillon.

Chat Noir, mosse le sue orecchie di gatto e grazie al suo udito super sviluppato, riuscì a salvare la sua compagna con un balzo, prima che un vortice, la portasse via.

“Grazie, Chat Noir”.

“Dovere, milady

“Non sarà facile fermarlo, è troppo veloce”.

“Non può cercare di legarlo con quel tuo yo-yo? Come hai fatto prima con la persona dentro il vortice?” Indicò l’oggetto posto al suo fianco.

“Bisogna cercare di farlo cadere dalla bici, è quella la sua arma, e dobbiamo neutralizzarla, così da poter capire dove si trova la sua akuma”.

“Ancora questa akuma! Ma che cos’è?” Chiese curioso.

“In pratica è sotto l’influenza di Papillon, e lo controlla grazie ad una farfalla infettata, l’akuma, appunto. Lo scopo di Papillon è quello di impossessarsi dei nostri miraculous.”

“E che ci vuole fare?”

“Non lo so” Fece spallucce “…non lo abbiamo ancora scoperto”.

“Come? Abbiamo avuto i miraculous solo oggi”.

Si era appena tradita, e doveva trovare una soluzione alla svelta, sapeva che il suo compagno, ovvero Adrien, non era stupido e le cose le avrebbe capite subito, tranne che lei e Marinette fossero la stessa persona, ma questa è un’altra storia.

“In realtà…io provengo dal futuro”.

“Wow” Sembrava averci creduto. “Questo spiega perché sai tante cose”.

“Da un futuro dove io e te siamo una squadra fantastica” Aggiunse.

“Tipo io e te contro il mondo?”

Lady Bug annuì e per poco non le scese una lacrima “Esattamente”.

Il momento magico tra i due, venne interrotto da Biker, che attraversò a gran velocità la strada, causando il tornado, e facendo alzare in volo Lady Bug, che prontamente venne bloccata per le mani da Chat Noir, che intanto, aveva legato la cintura che portava in vita, ad un palo.

“Bravo, Biker, aumenta l’intensità, presto Lady Bug e Chat Noir entreranno nel vortice e i loro miraculous verranno risucchiati”. Papillon entrò nella mente del suo discepolo e lo incitò a continuare la sua opera per raggiungere il suo losco scopo.

“Agli ordini, Papillon” Biker fece una smorfia sadica e pedalò più velocemente.

Chat Noir non avrebbe resistito molto in quella posizione e la cintura di stava slegando.

“Fatti venire un’idea milady, altrimenti verremo catapultati nello spazio”.

In effetti, dovevano ancora invocare i loro poteri speciali.

“Non lasciarmi, andare, devo invocare il mio potere speciale, e per farlo, mi servirà il mio yo-yo”.

“Ah, ok! Per caso sai qual è il mio?” Chiese in evidente imbarazzo.

“Il cataclisma, puoi distruggere le cose, ma non invocarlo adesso, altrimenti mi ucciderai”.

*

Lucky Charm!”

Lady Bug prese al volo l’oggetto chiamato “Un bastone? E che dovrei farci?”.

“Forse mettergli il bastone tra le ruote?” Rise alla sua stessa battuta.

La coccinella si guardò attorno e quella le sembrava l’unica soluzione sensata.

“Ti dirò io quando evocare il tuo potere”.

Non appena Biker si avvicinò, Lady Bug puntò alla ruota davanti, e lanciò il bastone, interrompendo la sua irrefrenabile corsa.

Biker venne catapultato sulla strada e Chat Noir, potè invocare il cataclisma e usare il suo potere sul casco, liberando la farfalla nera, che osservò svolazzare in alto.

“Niente più malefatte piccola akuma. Lady Bug sconfigge il male” Aprì lo yo-yo e lo lanciò verso l’insetto infetto, catturandolo “Presa!” ed infine liberandola purificata “Ciao, ciao farfallina”.

E per portare tutto alla normalità, lanciò in aria il bastone “Miraculos Lady Bug”.

“Wow, è stato fantastico, tu sei stata fantastica” Chat Noir le si avvicinò con gli occhi che gli brillavano, mentre l’anello iniziò a lampeggiare “E’ meglio che vai gattino, o altrimenti scoprirò la tua vera identità” Glielo disse come se già non lo sapesse.

“E’ stato un piacere, Lady Bug” La sua voce echeggiò alta nel cielo e Marinette sorrise, pensando che fosse la più bella del mondo.

*

Luka si tenne la testa, non ricordava quello che era appena successo e del perché si trovava seduto per terra, con quella strana ragazza mascherata davanti a se.

“Sei stato akumizzato” Le disse.

Akumizzato?” Fece di rimando mentre lo aiutava ad alzarsi.

“Vuol dire che Papillon ha usato la tua rabbia o la tristezza, per raggiungere il suo scopo, sei stato un facile bersaglio”.

Luka scosse la testa “Non ho capito una parola di quello che hai detto”.

“In poche parole, non essere triste o arrabbiato, e vedrai che non ti capiterà più niente”

“In effetti, lo ero, la mia ragazza mi aveva appena mollato…” Spiegò portandosi due dita sul mento.

“Avrà avuto le sue ragioni” Disse acida.

Si…ma era strana, boh!” Fece spallucce.

“Forse non eravate destinati a stare insieme”.

Mmm…forse” Ripeté a mezze labbra.

Lady Bug stava per parlare, quando d’improvviso gli orecchini iniziarono a suonare e i pois neri a lampeggiare, scappò via salutandolo.

*

continua

  
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