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Autore: Lisbeth Salander    10/01/2021    9 recensioni
La vede da lontano, accanto a Luna, seguire assorta il discorso concitato dell’amica.
La prima cosa che pensa è che sia dimagrita ancora. Indossa un vestito bianco a fiori, dentro il quale sembra scomparire.
Le sue braccia non sono mai state così sottili e Dean lo sa, perché non ha mai dimenticato cosa si provi ad essere stretto da quelle braccia.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Thomas, Ginny Weasley | Coppie: Dean/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Tre minuti
 
30 luglio 1998
La prima volta che si ritrovano tutti insieme, dopo la guerra, è nel giardino di casa Paciock.
È piccolo e accogliente ma sembrano tutti disorientati, disabituati all’idea che esista al mondo qualcosa da festeggiare.
Forse, nessuno di loro avrebbe mai osato festeggiare ma è il compleanno di Neville e nessuno di loro si è tirato indietro. 
È il compleanno di Neville e nessuno avrebbe osato non festeggiare lui che nella vittoria ha creduto più di tutti, lui che dell’Esercito di Silente è stato un simbolo e ha dato coraggio a tutti, persino quando ogni cosa sembrava perduta.
Dean osserva quelle facce così familiari, facce che gli sono state accanto durante gli anni precedenti, facce che ha pensato di non rivedere più mentre era in fuga o che ha temuto si spegnessero sotto i colpi dei Mangiamorte. 
Qualcuno di loro ha addosso ancora i segni fisici della battaglia di Hogwarts. 
Tutti loro fanno i conti con le cicatrici lasciate dalla guerra. 
Stanno ancora piangendo le vittime, affrontando la perdita. È ancora troppo presto per poter pensare di riuscire a guarire.
Qualche volta, ha incrociato qualcuno ad Hogwarts nei lavori per la ricostruzione. Sollevano pareti come se potessero eliminare i macigni che pesano sui propri cuori, come se i mattoni della loro scuola potessero assorbire il dolore che li ha invasi tutti.
Le volte in cui si è recato a scuola non è mai riuscito ad incontrarla. Non l’ha mai più vista dalla commemorazione dei caduti e l’ultimo ricordo che ha di lei è mentre piange suo fratello e i loro amici, stretta in un vestito nero che non avrebbe dovuto portare.
La vede da lontano, accanto a Luna, seguire assorta il discorso concitato dell’amica.
La prima cosa che pensa è che sia dimagrita ancora. Indossa un vestito bianco a fiori, dentro il quale sembra scomparire.
Le sue braccia non sono mai state così sottili e Dean lo sa, perché non ha mai dimenticato cosa si provi ad essere stretto da quelle braccia.
 
Tre minuti
Solo tre minuti
Per parlarti di me
 
Vorrebbe dirle che non ha dimenticato niente dei mesi trascorsi insieme, raccontarle cos’è successo in quei mesi in cui è dovuto fuggire dal nemico.
Le vorrebbe parlare delle persone conosciute e perse nei suoi sette mesi in fuga, di posti dell’Inghilterra che non credeva esistessero, di storie che ha appreso e di leggende che la divertirebbero, di come si vive senza sapere dove si dormirà quella sera e se ci si risveglierà il giorno dopo.
Avrebbe voglia di raccontarle che sentiva un’infinita nostalgia di casa e che ha realizzato che casa era anche lei.
È a lei che ha pensato la mattina di Natale, in una fredda campagna dello Yorkshire in cui si era accampato; è a lei che ha pensato tutte le volte che sentiva un freddo paralizzante, sin dentro alle ossa, la voglia di arrendersi e la propria fede vacillare.
Prima di quei mesi a vagare, a restare solo con i suoi pensieri a tormentarlo, Dean non aveva mai realizzato quanto Ginny avesse lasciato il segno in lui.
S’era illuso di averla dimenticata, aveva chiuso ogni sentimento - d’amore e rabbia - in una parte di sé senza realizzare di aver lasciato che si imprimesse sotto la sua pelle. 
Era stato costretto a guardare mentre brillava tra le braccia del ragazzo che aveva sempre desiderato e aveva deciso di non lasciarsi più ferire, di alzare un muro.
Aveva deciso di non sentire.
Invece, proprio quando non aveva più potuto guardarla, il ricordo di Ginny era arrivato a riscaldargli cuore, sangue e testa. 
Ora che lei è finalmente lì davanti a lui, vorrebbe soltanto ringraziarla e dirle che, dopotutto, è anche per lei se è riuscito a sopravvivere e non impazzire. 
È anche grazie a lei se è riuscito a tornare a casa. Si è aggrappato ai ricordi belli e lei è sempre stata tra quelli.

 
Per convincerti ho due minuti
Ancora due minuti
Ma non li sprecherei
Per mentirti mai
 
Mentre si perde tra tutto quel che le vorrebbe raccontare, Ginny incrocia il suo sguardo e gli rivolge un sorriso debole, sincero ma debole. 
Se Dean la osserva bene, sembra che quel sorriso le costi un’energia infinita, come se i muscoli che ha mosso per quel gesto un tempo così naturale fossero ormai atrofizzati.
Alza la mano per un cenno e accenna un sorriso in risposta mentre nota, con un tuffo al cuore, che lei non distoglie lo sguardo.
Una delle cose che ha sempre amato di Ginny è che lei non distoglie mai lo sguardo e si perde ancora una volta in quell’espressione dura che è in grado di calamitare l’attenzione di tutti.
Ci sono infinite cose che vorrebbe dirle ma non è sicuro di averne la forza, non è sicuro di riuscire a parlarle senza riaprire le cicatrici di entrambi.
Se non muove le gambe, se non si avvicina ora, passeranno settimane, forse mesi, probabilmente anche anni prima che si rivedano. 
Non c’è più Hogwarts, non c’è più l’appuntamento tacito del 1 settembre al Binario 9 e 3/4, non c’è più nemmeno il Quidditch a tenerli uniti. 
Sono diventati due estranei, due conoscenti e non sa se e quando la rivedrà ancora una volta.
Ci sono tante cose da dirsi. Possono ancora parlare - loro parlavano tanto - senza calpestare le ferite e riaprire le cicatrici. 
Se si avvicina, se riesce a dirle la cosa giusta, è certo che Ginny risponderà ancora con qualcosa in grado di toccargli l’anima.
Potrebbe dirle che, quand’era con Luna, chiuso nelle prigioni di Malfoy Manor, per darsi forza a vicenda, parlavano sempre di lei. Si chiedevano che cosa stesse facendo, come stesse combattendo contro tutto e tutti.
Potrebbe dirle che mai, neanche un secondo, ha dubitato che sarebbe rimasta a resistere e combattere, che ha sempre saputo quanto coraggiosa fosse.
Ginny distoglie lo sguardo nel momento esatto in cui Dean trova il coraggio di muovere un passo in direzione sua e di Luna. 
Seguire la traiettoria di quegli occhi castani è un’abitudine che Dean non ha perso nemmeno a distanza di così tanto tempo, un moto istintivo che lo spinge a cadere sempre nello stesso errore.
Sussulta quando vede che indugia a due passi da lui. 
È sempre lì, sempre a due passi da lui, che lo sguardo di Ginny si ferma ogni volta, proprio lì, dove c’è sempre Harry.
La vede sussultare, torcersi nervosamente le dita, reprimere un’espressione infastidita mentre Harry parla con Cho Chang e Katie Bell. 
Dean è certo di vedere il cuore di Ginny stringersi un po’, oltre il vestito bianco e la magrezza preoccupante, ma lei non distoglie mai lo sguardo nonostante le contrazioni del suo cuore.
Potrebbe dirle che ha sempre amato che non esista nulla al mondo in grado di far abbassare lo sguardo di Ginny Weasley. 
Potrebbe dirglielose solo il suo sguardo non fosse sempre, eternamente, a due passi da lui.

 
Un minuto
Resta un minuto
Per poterti dire
 
Dean muove un altro passo prima di essere davanti a lei e Luna.
Vuole dirle tante cose dei mesi passati, del ricordo di lei, di loro; può dirgliene altrettante, di quanto è fiero di lei, di quanto sia stata forte e coraggiosa. 
Alla fine, l’unica cosa che riesce a dire ha il sapore dell’amara consapevolezza di chi non è mai stato corrisposto.
«Ciao, Ginny, come stai? Ti trovo bene».

Note dell'autrice: fino a qualche mese fa, non avrei mai pensato di scrivere di questa coppia. Poi, grazie ad un gioco di scrittura, mi è capitato di scrivere una cosina su di loro e adesso, grazie ad un prompt, ho avuto l'occasione di ritornarci.
Il prompt mi è stato dato da 
Rosmary nell'ambito dell'iniziativa Scrivimi del Gruppo Facebook Caffè e calderotti ed era il seguente: Coppia: Ginny/Dean || Prompt (obbligatorio): Tre minuti dei Negramaro || Ambientazione: immediato post guerra.
La canzone che compare nel testo è, ovviamente, Solo tre minuti dei Negramaro.
Grazie ancora per aver letto fino a qui. Spero vi sia piaciuto.

Fede

 
   
 
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