Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: bimbarossa    10/01/2021    7 recensioni
C'è un fenomeno che imperversa in città, una campagna pubblicitaria di intimo che sta spopolando, le cui protagoniste assolute sono ragazze bellissime, modelle irraggiungibili e dall'identità misteriosa.
Difficile non cadere vittima del loro fascino, e ancora più difficile scoprire che sono molto più vicine a noi di quanto potremmo mai credere.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ayame, Jakotsu, Kagome, Rin, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DISCLAIMER: si, l'immagine è un po' piccante ma se vi scandalizzate per questo allora questa storia, internet e il ventunesimo secolo in generale non fanno per voi

 

 

 

 

 

 

La pubblicità è l'anima. Del commercio.

 

“Credo che dovremmo tornare a casa, Miroku. Sango non sarebbe felice di sapere che sei stato in un posto simile.”

Uscirono fuori al freddo e al vento gelato che spazzava la strada più trafficata di Shibuya, mentre le luci del locale per adulti illuminavano di un caldo alone rosato i mucchi di neve accumulati vicino ai lampioni scuri e sottili.

“Sango non è la mia ragazza.”

“Ma a lei piacerebbe, bricconcello. Non mi intendo di queste cose, lo sai, ma persino io noto ogni volta la sua faccia quando sei in giro.”

InuYasha, che il gelo non lo sentiva, camminava spavaldo e sbruffone come se il marciapiede fosse solo suo, mentre Miroku ad ogni ragazza in cui si imbattevano faceva l'inchino lasciandola passare.

“Senti, anche io ho notato che Sango prova dei sentimenti nei miei confronti, ma non posso permettermi di ricambiarla. Lei è una brava ragazza, dolce, bellissima, seria. Appunto per questo, se stessi con lei dovrei mettere la testa apposto.”

“E sarebbe un male questa cosa?”

Miroku stette per minuti interi in uno strano silenzio, segno che stava pensando molto bene a quello che avrebbe detto. Snocciolando una bugia confezionata benissimo, o al contrario dicendo la verità come poche volte l'aveva detta in vita sua.

“Io non me la sento di impegnarmi ora, il mondo è troppo pieno di belle femmine dietro ogni angolo per legarmi ad una soltanto. Il buon Mushin mi ucciderebbe se sapesse che ho rinunciato ai piaceri della gioventù. E poi conosci Sango, è troppo saggia e intelligente per una persona discutibile come me, senza contare che a volte mi fa quasi paura, non le ho mai nemmeno palpato il sedere neppure una volta per il terrore di quello che potrebbe farmi.”

“Tsz, fai come vuoi, non me ne importa. Ehi, ma che ti prende adesso?”

Improvvisamente, di botto, il suo amico bonzo si era messo a correre tra il traffico e le auto che ingorgavano la strada con piccoli incidenti dovuti al sottile ed infido strato di ghiaccio sull'asfalto, lasciando l'altro impalato ed inebetito.

Provare ad inseguirlo fu abbastanza arduo, perché a onor del vero Miroku, grazie ai suoi allenamenti, era piuttosto veloce, forse al pari suo; fu solo per merito dell'olfatto che lo ritrovò, davanti ad uno dei bus stazionato in quel momento davanti ad una fermata piena di liceali appena uscite da scuola.

“Quella,” indicò con il dito un punto imprecisato davanti a sé con voce estasiata, “quella è la ragazza che voglio sposare!”

“Che cosa?!? Ma di chi stai parlando?”

“Non la vedi? È lei, lo so.”

“Guarda che quelle sono ancora delle bambine! Sapevo che eri pervertito ma questo...”

“No, non loro. Lei,” puntò lo sguardo sognante verso il bus, come se avesse raggiunto la buddità.

Fu allora che InuYasha capì a chi si stava riferendo, il poster che si dipanava per l'intera lunghezza del tram con sopra la ragazza dai lunghi capelli castani, voltata di spalle e con quelle mutandine della famosa marca Osuwari color ciclamino sotto cui la scritta “saggia e temibile” risuonava quasi minacciosa.

“Nei miei sogni ho sempre immaginato come dovesse essere il fondoschiena perfetto, sodo al punto giusto, con le proporzioni confacenti, la forma appropriata, e mi domandavo se esistesse una donna al mondo che lo potesse sfoggiare. ”

“Tu sei malato.”

“No InuYasha, io sono stato benedetto dal Buddha.” Cominciò a smanettare con l'iphone, quasi invasato. “Devo trovare quella ragazza, sapere il suo nome, e quando ci riuscirò le chiederò di diventare mia moglie e di darmi un figlio.”

 

InuYasha si dette dell'ipocrita per tutto il tragitto fino a casa, dopo aver lasciato un Miroku esaltato e su di giri per aver incontrato l'anima gemella.

Con che coraggio gli faceva la ramanzina quando anche lui si era preso una cotta stratosferica per una delle ragazze Osuwari?

Senza contare che a differenza del bonzo, lui era fidanzatissimo, e Kagome non si meritava di certo uno smacco del genere.

Stavano insieme solo da tre mesi eppure era come se la conoscesse da sempre, e non nutriva neppure la più piccola briciola di dubbio riguardo ai suoi sentimenti per lei.

Tuttavia, dal momento che aveva sfogliato quella rivista non aveva avuto pace.

Non si considerava un maniaco del sesso come Miroku, questo no, però anche a lui piaceva qualche volta soffermarsi a guardare certe pubblicità non proprio esplicite ma quanto meno ammiccanti.

La ragazza Osuwari però...lei era diversa da tutte le altre.

Voltata di spalle e i capelli di un nero dalle insolite sfumature bluastre che mettevano, se fosse possibile, ancora di più in risalto le sue mutandine rosse, lo aveva gettato in una specie di incantesimo, aveva persino messo il suo poster accanto al letto, per fissarla meglio e sognare di poterla incontrare.

Come poteva essersi infatuato di una di cui non sapeva neppure il nome? Ma soprattutto, come poteva essersi infatuato di lei se era certissimo di amare Kagome?

A volte si dava del pazzo, dell'idiota e anche un po' del pervertito, che faceva la morale al suo amico per poi combinare di peggio, e ogni giorno che passava diventava più difficile nascondere tutto, tanto che quando stava con Kagome non riusciva a guardarla negli occhi.

Sdraiato sul letto, tirò un lungo sospiro, a metà tra il patetico e l'incredulo verso sé stesso.

Spiegare come gli piacesse il modo in cui i suoi capelli cadevano e gettavano ombra attorno alle braccia affusolate e come percepisse una certa ritrosia nel modo di tenere le gambe e il tronco sarebbe stato da malati, Miroku lo avrebbe umiliato per anni.

La fissò di nuovo, la ragazza Osuwari dalle mutandine rosse, meditando e facendo congetture varie. Forse il problema era che lui e Kagome non erano ancora diventati intimi ad avergli creato quella specie di ossessione, dando modo alle sue fantasie di trovare sfogo. Si, doveva essere sicuramente così, e lui era un babbeo che non sapeva distinguere ciò che era reale da ciò che non lo era, rischiando di ferire la persona a cui teneva di più al mondo.

 

Rimettere piede in Giappone dopo un anno di permanenza negli Stati Uniti fu quasi irreale e nostalgico per Inu no Taishō.

Tornare a casa, vedere i luoghi che avevano fatto da sfondo alla sua storia con Izayoi, gli fece sprofondare il cuore nel petto, e persino il traffico della capitale con i suoi odori e rumori risultava essere di conforto e distrazione per quella specie di strazio dovuto alla separazione da sua moglie.

Ma in fondo la colpa era solo la sua, per quello che era e per quello che rappresentava. Se non fosse stato il signore dell'Ovest, Kirinmaru non se la sarebbe mai presa con la sua famiglia, e lui non avrebbe mai dovuto allontanare Izayoi per non farle rischiare la vita ogni volta che rimaneva sola.

Anche se era successo molto tempo fa, quando InuYasha era piccolo, una parte di lui non aveva mai rinunciato ad un riavvicinamento, ma il tempo, che per lui era qualcosa di lento e clemente, non trattava allo stesso modo gli essere umani.

Izayoi aveva ceduto alla corte di quel maledetto Takemaru Sestuna, ed ora vivevano assieme a New York, lontano dai suoi occhi certo, ma mai abbastanza.

Strinse la mano a pugno, cercando di calmarsi. Non aveva senso prendersela per come erano andate le cose tra loro ormai, doveva andare avanti, o quantomeno fare finta di farlo.

Erano vicino alla sede del concilio quando, la berlina nera di servizio ferma ad un semaforo, alzò gli occhi distrattamente per puntarli verso un manifesto enorme di un famoso brand appeso alle travi di un cantiere, attorno ad un grattacielo in costruzione.

Manifesti come quelli non erano certo una rarità, e nemmeno usare il corpo femminile per calamitare l'attenzione lo era, eppure la ragazza con l'intimo rosa riusciva ad ipnotizzare senza cadere in qualche forma di squallore, e anche se la sua callipigia dote spopolava davanti a tutta Tōkyō, niente in lei era volgare o indecente.

Anche quando passarono oltre, e per tutto il tempo della seduta al concilio, la mente continuò a soffermarsi sulla ragazza della pubblicità Osuwari con i misteriosi capelli rossi, e quando gli capitava, in quegli strani momenti di cedimento, si meravigliò di provare una bislacca sensazione proprio all'apice dello stomaco, uno sfarfallio pieno di curiosità, normale incanto per un giovane corpo benfatto e ovviamente maschile interesse, più qualcosa di altro che non riusciva ad identificare.

Non sapeva bene che farsene, di questo accadimento, forse sarebbe rimasto un episodio estemporaneo della sua lunga esistenza, o forse...forse c'era una piccola, minuscola possibilità che quel suo triste ritorno in patria avrebbe riservato delle sorprese mai calcolate prima.

 

Sesshōmaru era nervoso come poche volte in vita sua.

Se avesse potuto, il palazzo di fronte lo avrebbe demolito solo con la forza del suo yōki; tuttavia non erano più i tempi di una volta, adesso doveva tenere la sua potenza imbrigliata, considerare il bene comune, chinare la testa e il prestigio della sua razza persino davanti a quelle creature inferiori che erano gli umani.

Creature come la ragazza della pubblicità Osuwari, che sfoggiava spregiudicata quell'intimo color mandarino davanti ai suoi occhi, enorme -quel cartellone prendeva tutta la facciata del grattacielo- superba, e si, bellissima, questo Sesshōmaru era disposto a riconoscerglielo.

Talmente bella che lo distraeva completamente, impedendogli di lavorare, impedendogli di tiranneggiare il personale dei vari uffici con la sua sola inquietante presenza, e persino impedendogli di concentrarsi sullo strano ritorno di suo padre e del fatto che ormai doveva prenderne il posto come Signore dell'Ovest.

Con stizza firmò diversi rapporti e ne visionò altri, eppure ogni tanto, anche senza accorgersene alzava lo sguardo per accertarsi che lei fosse ancora lì, la qual cosa placava il suo animo e lo mandava in subbuglio allo stesso tempo.

Che cosa gli stava prendendo in quei giorni?

Possibile che una tale femmina avesse il potere di destabilizzarlo tanto?

Lui non era suo padre, non si sarebbe lasciato incantare dal fondoschiena di una patetica umana, anzi, avrebbe usato tutti i mezzi che aveva a disposizione -ed erano molti- per togliere da davanti a sé quell'abominio color del sole.

Con uno scatto aprì il portatile per accedere al sito di quella spregiudicata marca di biancheria.

Quegli idioti che si proponevano di dare un nuovo volto alle ragazze giapponesi, un volto moderno e naturale, svecchiato da decenni di falso perbenismo, non avevano la minima idea del nemico che si erano appena fatti.

 

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: bimbarossa