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Autore: mgrandier    11/01/2021    7 recensioni
La vita è un rincorrersi di fasi differenti, nelle quali si alternano sentimenti, emozioni e priorità diverse, che ci inducono a compiere scelte e finiscono per dare un’immagine di noi parziale, evidenziando un aspetto piuttosto che un altro. Per questo, in un puzzle di fasi e punti di vista, ogni storia corre tra alti e bassi e modifica continuamente lo spunto per la lettura di quello che sta accadendo; per questo, volta per volta, è questione di …
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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22. … equilibrio
 
Quando porta la tazza alle labbra, gli è sufficiente un’occhiata al suo contenuto per avere un moto di disgusto; convinto di aver bisogno di qualcosa di efficace per affrontare la giornata con calma, viste le premesse, ha lasciato la tisana in infusione e si è preso qualche minuto per fare una doccia, ma ora l’intruglio è torbido, puzzolente e, cosa ancora peggiore, tiepido. Sbuffa spazientito e svuota la tazza nel lavandino restando a fissarne il fondo vuoto.
Vuoto, come quello che sente nella sua testa, perché nonostante i mille pensieri che si sono accavallati facendo altalenare il suo umore tra pessimo e stellare, ancora non è riuscito a trovare l’equilibrio necessario per guardarsi allo specchio senza tremare. Perché avere la certezza di aver compiuto la scelta giusta, di aver trovato qualcosa di importante, per la quale valga la pena lottare, non significa che farlo diventi semplice o spontaneo, soprattutto perché sa di averlo fatto disattendendo settimane di quelli che pensava fossero buoni propositi e scelte razionali.
Disciplina e razionalità, sempre e comunque.
Se Mister Mikami lo vedesse adesso, chino su una mug a trarre auspici dai fondi lasciati dalla tisana, avrebbe certamente da ridire. Anzi, considerato il tempismo con cui Tsubasa ha deciso di fargli visita, non lo sorprenderebbe se dovesse arrivargli anche una chiamata di cortesia da parte del suo mentore.
Sospira e si volta di nuovo con le spalle alla cucina, mentre lo sguardo percorre il soggiorno e le labbra non possono che tendersi quando riconosce nel suo spazio vitale il segno del loro stare insieme: le due tovagliette lasciate sul tavolo la sera precedente, la sua agenda appoggiata sul tavolino e la sua borsa sul divano sul quale trascorrono le serate abbracciati, le quattro ciabatte abbandonate sulla soglia del soggiorno e i libri di testo impilati sul ripiano, accanto alla tv …
Niente avrà più lo stesso sapore che aveva prima e soprattutto, ora gli è chiaro, non è certo per quello che è accaduto durante la notte che tutto gli sembra, ora, così importante; perché, certo, la passione alla quale ha ceduto è stata qualcosa di travolgente e inarrestabile ma, dopotutto, era dentro di loro ormai da tanto tempo e non avrebbe potuto che deflagrare al momento giusto; e in nome di tutto quello che da settimane sente come il fuoco più intenso che abbia mai immaginato, ha la certezza di essere pronto ad affrontare anche ciò che ora sente di essere: più maturo, più consapevole, più sicuro e reso più forte dall’amore che prova.
Con un colpo di reni, si volge al ripiano dove ha lasciato il filtro per afferrare il sacchettino e gettarlo nell’immondizia, ma la sua mano vie bloccata sullo sportello da quella di Yuki, comparsa come dal nulla.
- Aspetta … butto anche questi. – lo ferma lei e il suo tono sembra davvero disinvolto, mentre allunga il braccio per gettare nel bidone i fazzoletti di carta appallottolati e quello che nascondono.
Genzo trattiene il respiro e lo sguardo incontra gli occhi di Yuki, mentre un altro ricordo giunge prepotente: due volte.
Un brivido risale lungo la schiena, mentre Genzo si risolleva senza lasciarla nemmeno un istante e la consapevolezza di averla cercata ancora, durante la notte, diventa tensione alle spalle e all’addome. Perché aprendo gli occhi, tra le ombre dei sensi, aveva riconosciuto quel profumo intenso e pungente che sapeva di loro e del loro cercarsi con disperazione, toccarsi con urgenza, concedersi arrendendosi ai propri sentimenti e in quel momento il desiderio di lei era stato irrefrenabile e aveva spento ogni ragione. Le si era avvicinato, aveva ascoltato il ritmo leggero del respiro del suo sonno e aveva accarezzato la sua schiena, sfiorando la pelle con il dorso della mano e poi con le labbra, fino a che Yuki non lo aveva chiamato, con la voce impastata dal sonno e dal piacere che tornava a sciogliere ogni barriera. Di nuovo, avevano superato ragione e preoccupazione, cercando uno nell’altra la forza di affrontare tutto insieme, seguendo i sentieri del piacere che avevano scoperto e percorso passo dopo passo concedendosi il privilegio di regalarsi tutto, solo a piccoli morsi. Di nuovo, erano stati un corpo solo e il piacere li aveva avvolti e portati lontano, in un crescendo profondo e assoluto, dove le parole si era sciolte in gemiti e i corpi in istinto puro.
Non dice nulla, ma porta le mani al suo viso e cala sulle sue labbra mentre con un tonfo sordo l’armadietto si richiude; la bacia, dischiude le labbra e quella che sembra una pretesa diventa presto un dono, perché Yuki risponde e rivela lo stesso ardore, quando le sue mani gli stringono i fianchi e le unghie affondano nella pelle, appena al di sopra della cintola dei pantaloni sportivi. E in un bacio che sa di urgenza, dell’urgenza di entrambi, Genzo sente sciogliersi l’ultimo nodo dentro al petto e i timori che lo avevano trattenuto a terra, a ondeggiare tra euforia e dubbio, adesso diventano lo slancio per sentirsi libero, pronto davvero a vivere.
Quando si separa da lei, non riesce a non sorridere, con le labbra, ma anche con gli occhi, perché il suo viso è sereno, e niente può nascondere il calore di quello che anche Yuki porta dentro di sé. Poggia la fronte alla sua, la circonda per qualche istante e la stringe al petto, inspirando ancora e ancora il profumo che porta con sé, e quando infine accetta di malavoglia di sciogliere l’abbraccio, dischiude le labbra per parlare ma la voce di Yuki lo anticipa.
- Ti sei alzato presto. Hai qualche impegno di cui non mi avevi parlato? –
Genzo scuote appena il capo, ma la risposta è spontanea - Avevo bisogno di tornare con i piedi per terra. – e si sorprende lui stesso per la semplicità dell’affermazione e per quanto sia vero quello che ha detto – Ma mi è bastato vederti per capire che è tutto incredibilmente vero. -
Lascia un carezza sulla sua guancia e vorrebbe riprendere a parlare, raccontarle di quanto si senta pronto a tutto, per lei, e di quanto importante sia stata la loro notte … ma i suoi pensieri vengono interrotti dal telefono che, dal ripiano della cucina, lo avvisa di un nuovo messaggio. Genzo sospira, intuendo che si tratti di un messaggio di Tsubasa, afferra il telefono e visualizza rapidamente l’anteprima.
- Ne hai parlato con Yuki? Perché io avevo pensato di farle una sorpresa e non le ho mandato messaggi … -
Genzo, alza per un attimo lo sguardo dallo schermo e scorge Yuki che, nel frattempo, si è mossa per andare ad aprire la dispensa, così torna al display e si affretta a digitare la risposta.
- Stai tranquillo, non le ho detto nulla. Ci vediamo in aeroporto. –
Posa il telefono e il profondo disorientamento provato alla prima chiamata di Tsubasa sembra essersi un po’ alleggerito; è consapevole che rivederla, baciarla e trovare sulle sue labbra lo stesso slancio provato nella notte, gli abbia dato la spinta per affrontare la giornata e quando torna e cercarla con lo sguardo, vedendola intenta a disporre sul tavolo il necessario per la colazione, un nuovo frammento di certezza si aggiunge a quelli che nel suo cuore custodisce geloso. Così si muove, la raggiunge e raccoglie dalle sue braccia i piatti e le tazze – Ci penso io, Yuki, non ti preoccupare. –
La bacia ancora, perché gli è impossibile intravedere le sue labbra senza sentire il desiderio di assaggiarle di nuovo, e poi le fa cenno con il capo - Vai pure a rinfrescarti, mentre qui ci penso io, perché poi … ho una sorpresa per te. –
 
Kaltz torna a buttare un’occhiata nella direzione in cui Yuki, qualche minuto prima, si è allontanata per andare a prendere qualcosa da bere e poi torna a osservare Genzo che fissa ostinato il tabellone degli arrivi con lo sguardo di chi, con la sola forza del pensiero, può indurre la comparsa delle scritte che desidera. Gli scappa da ridere, per la situazione in cui l’amico l’ha coinvolto, buttandolo letteralmente giù dal letto per farsi accompagnare in aeroporto, ma è anche curioso di vedere come andranno le cose quando Genzo sarà alla resa dei conti. Sposta lo stecchino da un lato all’altro delle labbra, pregustando la scena, e poi si decide a chiamarlo - Dimmi una cosa, Gen: mi hai chiesto davvero un passaggio o ti servo per difenderti quando il tuo Capitano ti salterà al collo? -
Genzo pare quasi non sentirlo, assorto com’è in contemplazione del tabellone, ma poi sembra realizzare di averlo sentito parlare e si affretta a rispondergli – Sei sempre il solito malfidente: ovviamente è la seconda! - provocando l’immediata reazione del tedesco che, nonostante la risposta, ha colto appieno la sua espressione furba.
- Ma allora non sei così preoccupato! – osserva divertito – Considerato lo zero preavviso, l’hai presa bene. – Poi si avvicina all’amico e, nonostante il caotico rumore di fondo che avvolge l’aeroporto, bisbiglia – Ma davvero deine bessere Hälfte[i] non sa niente? –
Genzo nega con il capo, ridendo tra sé per l’espressione che ha udito – Tsubasa ha avvisato solo me: vuole farle una sorpresa. E io non voglio rovinargliela. –
- Già … - commenta subito Kaltz di rimando – … tanto tu sai già come rovinargli la vacanza! – e Genzo per tutta risposta alza gli occhi al cielo, mollandogli una pacca sulla spalla che lo fa arretrare di un passo, ma soprattutto gli fa pensare che l’amico abbia recuperato da qualche parte lo spirito giusto per liberarsi da quello che, per mesi, sembrava essere diventato un peso.
Stringe lo stecchino tra i denti e poi lo fa roteare, tornando a puntare l’amico - Eppure sembri incredibilmente di buon umore, nonostante tutto: devo preoccuparmi? – ma ottiene un’alzata di spalle, un gesto che nella sua semplicità concentra l’essenza stessa della risposta che gli arriva un attimo dopo.
- Le cose stanno come stanno[ii], Kaltz, e non ho intenzione di cambiarle. Sai che ne ho parlato a mia madre? -
Vorrebbe rispondergli qualcosa, ma in realtà nemmeno una battuta di quelle pessime che gli vengono così spontanee potrebbe risultare utile a commentare quello che Genzo ha appena rivelato. Kaltz si limita a sospirare scuotendo appena il capo e piazzandosi una mano a coprire gli occhi, mentre in sottofondo intuisce la risatina imbarazzata dell’altro. Eppure, nonostante non si aspettasse un’uscita del genere, capisce che le condizioni al contorno ci sono tutte: Genzo per quella ragazza sembra aver perso completamente la testa, ma nel senso assolutamente buono del termine, perché non lo ha mai visto così sereno, di buon umore, aperto e persino incline all’umorismo. Sembra in pace con il mondo e pronto ad essere il vero SGGK che ha dentro di sé da sempre.
- Quindi adesso sei pronto per ufficializzare in questi giorni? – gli chiede diretto e la risposta di Genzo non si fa attendere.
- Non voglio pianificare niente. – la voce è decisa, ma non dura e il suo è il tono di chi non teme quello che potrebbe accadere di lì a poco, perché le priorità sono altre - L’importante è che Yuki stia bene e si distragga un po’ grazie alla visita di Tsubasa. Sta aspettando la risposta per il nuovo stage e restare in bilico si sta rivelando davvero difficile: ieri sera era proprio in crisi. –
Kaltz inarca un sopracciglio – A guardarla, non si direbbe: oggi sembra proprio con l’umore a mille. A casa tua si deve dormire davvero bene. – poi un’idea balena rapida nella sua testa e anche l’altro sopracciglio si solleva, mentre una mano corre ad afferrare lo stecchino – Oppure … non ha dormito per niente? –
Genzo si interessa ad un pannello pubblicitario, affascinato da un miracoloso adesivo per dentiere, una mano corre ad accomodare il cappellino sulla testa, e il silenzio sospeso permette al tedesco di costruire il suo personale film della serata, prendere fiato e aprire la bocca per cantare vittoria; tuttavia, nel medesimo istante, l’altro si gira, con un’occhiata storta chiude la discussione spinosa e con un gesto del capo gli indica la figura della ragazza in arrivo.
Quando Yuki li raggiunge con gli alti bicchieri di carta stretti al petto, Kaltz si limita ad un sorriso tirato; superandolo, la ragazza gli allunga una bibita e lui non può che reagire con un’occhiata scettica.
- Aranciata anche per te che devi guidare. – la risposta che ottiene da lei è perentoria e la sua espressione vira verso il disappunto più completo.
Vorrebbe ribattere, lamentarsi come si deve, perché il suo istinto ribolle e ha una dignità da tedesco per cui battersi, ma il bacio che si materializza davanti ai suoi occhi gli ricorda che finché se ne starà insieme a loro, ci sarà poco da fare. Soprattutto, perché non può che ammettere una volta di più che i suoi amici sono proprio fatti uno per l’altra, in quel loro strano modo di essere giapponesi fuori sede … Perché dei bacetti timidi che aveva visto tempo prima non è rimasto gran ché e anzi, in quel bacio ci vede proprio un modo di fare che di giapponese non ha un bel niente: in quel bacio c’è un viaggio in Francia, andata e ritorno!  E forse tutte le sue preoccupazioni per l’amico che non si dava una mossa, ormai non hanno proprio più ragione di esistere e il film che si è materializzato nella sua testa è riqualificato all’istante a livello documentario. Non c’è imbarazzo, ma una sana soddisfazione, quando distoglie lo sguardo da loro e si accorge che le lettere sul tabellone stanno frullando per aggiornare la situazione degli arrivi.
- Novità per noi? – chiede Yuki curiosa, mentre finalmente consegna il bicchiere a Genzo che, prendendolo dalle sue mani, lancia un’occhiata al tabellone e poi si stringe tra le spalle silenzioso, mentre fatica a nascondere la piega allegra che gli tende le labbra sollevandone un’estremità e china il capo perché la visiera del cappellino faccia il resto.
 
Seguendo il flusso della folla, si dirige verso i varchi di uscita dell’area degli arrivi ma quando si trova in al centro della hall, si ferma, quasi volesse prepararsi per gustare il momento in cui li incontrerà. E’ già stato ad Amburgo in passato, ma non ricorda praticamente nulla del grande aeroporto tedesco. In realtà, non è abituato a prestare troppa attenzione agli aeroporti che considera luoghi di passaggio e dove generalmente transita quando la sua attenzione è tutta già altrove, allo stadio che lo attende e alle sfide che deve affrontare; eppure, dopo il rientro a Nankatsu, ha scoperto che gli aeroporti possono essere luoghi magici, dove fissare ricordi straordinari … come il suo primo bacio a Sanae, proprio al Narita. Ha un brivido, ripensando a lei e al loro incontro, il primo come coppia, e d’istinto solleva lo sguardo, pensando a quanti incontri e a quante separazioni possano avvenire in un luogo come quello in cui si trova.
Gli spazi sono ampi e la copertura leggera con le lunghe travature arcuate reticolari che la sorreggono, dilata ancora di più l’ambiente che lo circonda facendolo sentire minuscolo, quasi sospeso tra le nuvole chiare che riesce a scorgere oltre i lucernari; è un po’ la sensazione che ha avvertito al suo arrivo in Brasile, anni addietro: quel senso di smarrimento che lo aveva colto camminando sul suolo brasiliano e che era svanito quando finalmente aveva incontrato il volto amico di Roberto.  Immagina che anche Yuki debba aver provato qualcosa di simile, giungendo ad Amburgo da sola, e una volta di più sente di essere grato a Wakabayashi per essersi offerto di farle da punto di riferimento nella sua avventura tedesca. Non ha potuto mettersi in contatto con loro con la frequenza con cui si era proposto di farlo, ma in realtà dopo i primissimi giorni, durante i quali aveva sentito Yuki abbastanza regolarmente, si era reso conto di come lei fosse di ottimo umore e stesse bene, nonostante il cambio di programma relativo alla sua sistemazione e la precarietà che ne era derivata. Questo gli aveva fatto allentare un po’ la tensione e gli intervalli tra le loro chiamate si erano dilatati, mentre la sua attenzione si spostava ad altre priorità e lui si concedeva di concentrarsi sulla squadra e sul campionato spagnolo. Tuttavia, ha davvero desiderio di rivederla, di farsi raccontare della sua esperienza di studio e di come si sia trovata in Germania. E’ orgoglioso di Yuki e della sua decisione di studiare all’estero, perché per lui è ancora difficile da credere che la sua sorellina stia già studiando in Europa, così come ha colto volentieri l’occasione per incontrare Wakabayashi, che non vede dalle ultime vacanze invernali, e di farlo proprio nella sua città di adozione.
Muove qualche passo, portandosi in prossimità del varco e cerca di sbirciare nella massa multicolore di valigie e persone oltre le porte scorrevoli nell’istante in cui le vede muoversi per lasciar passare un gruppo di viaggiatori. Non gli ci vuole molto per individuarli, Wakabayashi passa difficilmente inosservato, e vede subito anche Yuki, proprio al fianco del portiere che la stringe al proprio fianco passandole un braccio sopra le spalle, mentre entrambi ridono rivolti a qualcuno. Il loro interlocutore è di spalle e gesticola, mentre Yuki continua a ridere e si sfila dalla presa di Wakabayashi per voltarsi dal lato opposto e … le porte si chiudono come un sipario; le sue labbra si tendono in un sorriso per aver scorto la sorella così allegra in compagnia dell’amico portiere e le gambe si muovono verso il varco, spinte da un genuino desiderio di incontrarli, finalmente.
 
[i] Letteralmente “la tua migliore metà”, modo di dire tedesco che sta alla nostra “dolce metà”, mirabilmente tradotto da Sakura Chan che non potrò mai ringraziare abbastanza per questa chicca.
[ii] Sono le stesse parole usate da Yuki

Angolo dell'autrice: questo è il primo capitolo della seconda parte del racconto. Come avrete notato, il capitolo 1 può infilarsi tra il 21 e il 22, ne costituisce il cardine, e anche la narrazione riprende tempi e modi iniziali. Il tutto... con la prima pubblicazione del 2021, manco a farlo apposta.
Io ringrazio come sempre chi mi segue... e mi fa compagnia con i suoi pensieri. Questione di... non è ancora al termine!
A presto
Maddy
  
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