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Autore: DanilaCobain    12/01/2021    1 recensioni
Olivia Stonebridge è una ragazza felice e spensierata. Non immagina che la notte possa nascondere simili pericoli e ignora che la sua famiglia discenda da un'antica stirpe di cacciatori di vampiri. Fa parte della sua eredità ma, secondo la tradizione, tutto dovrà esserle svelato al compimento del suo diciottesimo compleanno.
Un gruppo di vampiri assetati di vendetta sta per arrivare in città e niente più andrà secondo i piani. Vampiri potenti e passioni brucianti trascineranno Olivia in una nuova vita a cui dovrà presto abituarsi.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sette anni prima.

La spada gli scivolò dalle mani e atterrò sul manto erboso, ricoperto da un sottile strato di neve ghiacciata. Gerard cadde in ginocchio. Era circondato da sei vampiri, ma il cuore gli batteva all'impazzata per un altro motivo. Non era la sua fine imminente a preoccuparlo, bensì lo spettacolo raccapricciante che aveva di fronte. Suo figlio Kevin era tenuto fermo da due schifosi succhiasangue e accanto a lui c'era Magnor, il vampiro più potente che Gerard avesse mai conosciuto. Forse persino più potente di suo padre Alexandr.

«Magnor.» Fece un profondo respiro e cercò di connettersi con l'energia dell'anello ma era ormai esaurita.

Il vampiro, immobile nel suo abito scuro, volse lo sguardo su di lui. Gli occhi scintillarono di un bagliore rossastro e mostrò appena i canini bianchissimi sollevando le labbra in una smorfia.

«Gerard. Finalmente ci incontriamo.»

«Lascia stare mio figlio. È me che vuoi, no?»

«Ti sbagli.» La sua voce era roca e suadente persino Gerard che aveva anni di esperienza e l'anello a proteggerlo dalla malia dei vampiri stava subendo una forte fascinazione. «Voglio annientare tutta la tua stirpe.»

«Ti basto io. Sono il capo della congrega di Tiern. Se mi uccidi, loro non saranno in grado di risollevarsi per un bel po'.»

Magnor si accostò al ragazzo e lasciò scorrere un dito lungo la sua guancia. Gerard rabbrividì. Gli occhi sbarrati di suo figlio supplicavano di salvarlo, un muto grido di aiuto e di terrore.

«È affascinante il modo in cui voi umani cercate di proteggervi.» Strappò i vestiti dal petto del ragazzo e lo sguardo gli si accese di lussuria. «Un ragazzo così ben fatto... è un peccato che tu debba morire, stasera.»

La mano pallida del vampiro scivolò lungo l'addome di Kevin, fino alla vita. Avvicinò il volto al collo e inspirò. Le iridi si colorarono completamente di rosso. Magnor sollevò le labbra, snudando i canini lunghi e appuntiti.

Gerard doveva fare qualcosa prima che fosse troppo tardi. Chiuse gli occhi e concentrò la sua attenzione sull'anello. Non poteva aver esaurito tutte le forze, doveva pur esserci una riserva. Gli sarebbe bastato anche un ultimo guizzo. Un barlume di luce fece capolino nella completa oscurità. Si aggrappò alla debole fiammella, la tenne stretta.

«Magnor. Lascialo stare.»

Il lord vampiro voltò appena il capo. Gli occhi erano ritornati del colore del ghiaccio e un sorriso compiaciuto gli colorava il viso. «Stanotte tuo figlio berrà il mio sangue e poi morirà. Sarai tu stesso ad ucciderlo quando si sarà trasformato in vampiro.»

Afferrò il ragazzo per i capelli e lo fece cadere in ginocchio davanti a sé. Lui rimaneva in silenzio, negli occhi il disprezzo e il terrore facevano a gara per mostrarsi al vampiro che lo fissava.

Gerard strinse con tutta la forza di volontà che aveva la fiamma vitale che sentiva crescere dentro di lui, che dall'anello si irradiava in tutto il corpo. Un respiro profondo. Poi un altro. Spalancò gli occhi e con un urlo che fece tremare le foglie degli alberi afferrò la spada e si fiondò sul vampiro alla sua destra. Un colpo netto, a fendere il collo, ed era sparito in una nuvola di cenere. Anche un altro vampiro subì la stessa sorte prima che gli altri lo afferrassero, immobilizzandogli le mani dietro al corpo. Si agitò come un animale in gabbia, gridando e scalciando, con le vene del collo che si erano ingrossate tanto da dare l'impressione che potessero esplodere da un momento all'altro.

Magnor, impassibile, batté le mani. «Impressionante, Gerard. Davvero impressionante. Ora goditi lo spettacolo.

Sotto la luce argentata della luna, i canini scintillarono quando Magnor li conficcò nel proprio polso. Sangue scuro colò lungo il braccio pallido, simile ad un serpente vermiglio che scivolava silenzioso sulla pelle diafana.

«No! Magnor, no! Giuro che ti troverò, in qualunque fetido buco della terra deciderai di nasconderti. Ti troverò e ti ucciderò. Mi senti, Magnor? Ti ucciderò!»

Il vampiro strinse la mascella del ragazzo, costringendolo ad aprire la bocca. Lanciò uno sguardo divertito a Gerard e poggiò il polso sulle labbra del ragazzo. Kevin si dimenò, cercò di sputare fuori il sangue che gli aveva invaso la bocca e imbrattava le labbra e il mento. Il vampiro gli chiuse la bocca. Le dita affusolate e pallide sembravano accarezzarlo, cullarlo.

«Buon viaggio, ragazzo. Ci rivediamo dall'altra parte.»

Un movimento quasi impercettibile, fluido, veloce. Il collo del ragazzo fu spezzato e il corpo cadde a terra con un tonfo, in una posa scomposta.

Con gli occhi pieni di lacrime, Gerard tentò di muoversi, di raggiungerlo. Riuscì solo a vedere lo sguardo di Magnor prima che un paio di canini affondassero nel suo collo, trascinandolo verso un abisso nero. Un abisso languido, cullato dalla risata di Magnor. Sentì ogni volontà, ogni pensiero fluire via, il buio lo inghiottì.

Il gelo gli era penetrato nel volto, nei muscoli e nelle ossa. Aprì gli occhi a fatica. La lucidità spariva dietro la nebbia dei ricordi, si riaffacciava e lanciava segnali al corpo dolorante. L'odore di terra fradicia, misto all'odore del sangue penetrò deciso nelle narici. Si sollevò a sedere, lottando contro i giramenti di testa e la nausea.

Un lampo.

Kevin.

Il cuore accelerò mentre con lo sguardo lo cercava. Era rannicchiato contro un albero, la testa accasciata tra le mani. Lacrime calde scivolarono sul volto gelato di Gerard. Suo figlio non era più umano.

Si trascinò verso di lui. Kevin smise di singhiozzare ma non alzò la testa. «Uccidimi. Non voglio essere un mostro papà. Ti prego, uccidimi.»

Il cuore di Gerard si frantumò in mille pezzi. Era quello che doveva fare, lo sapeva fin troppo bene, ma lui era solo un ragazzo, non meritava tutto quello. Artigliò il terreno, conficcando le dita nella terra gelata. La rabbia che sentiva dentro era tutta rivolta verso se stesso, per aver ignorato la voce dell'inconscio e aver trascinato suo figlio in una caccia troppo grande. Il suo adorato Kevin.

Lo strinse tra le braccia. Dove avrebbe trovato la forza di farlo? Lui era bollente, la pelle madida di sudore. Forti brividi gli scuotevano il corpo. Era in transizione. Se non avesse bevuto sangue, nell'arco di ventiquattro ore sarebbe morto. Ma non poteva rischiare di lasciarlo così. Sapeva che l'istinto avrebbe preso il sopravvento e Kevin sarebbe stato portato a nutrirsi di qualcuno e a ucciderlo senza potersi controllare.

Estrasse il coltello dallo stivale. Il figlio lo guardò implorante.

«Fallo, papà.»

Gerard calò il coltello sul suo polso, provocando una ferita profonda, scarlatta, dal profumo ferroso. Kevin dilatò le narici e tremò, nello sforzo di mantenersi lontano dal sangue. Gli occhi emanarono un bagliore rossastro e urlò forte quando i canini gli squarciarono le gengive.

«Che fai, sei impazzito?»

Il volto non era più quello di suo figlio ma quello di un mostro. Trasfigurato dalla brama di sangue, dalla fame lacerante, Kevin indietreggio vedendo suo padre che si avvicinava.

«Bevi», disse Gerard risoluto.

«No.»

«Bevi.» Accarezzò delicatamente i capelli bagnati del figlio «Va tutto bene, Kevin.»

«No, papà, mi trasformerò in un mostro!»

Lui scosse la testa, sentendo le lacrime scivolare lungo il viso e nel collo. Sollevò il polso fino alla bocca del ragazzo. Riluttante, cercò un ultimo brandello di forza per opporsi a quello strano volere del padre ma il nuovo istinto animale ebbe il sopravvento. Affondò i canini nella carne, succhiò forte.

Quando credette di stare per svenire, Gerard allontanò Kevin con delicatezza dal braccio. Rimase a guardarlo a lungo, le palpebre pesanti, le braccia abbandonate lungo il corpo. Kevin guardava verso la foresta, gli occhi sbarrati e una smorfia di terrore. Si teneva ancora le ginocchia contro il petto.

«Che succederà adesso?» Chiese, senza riuscire a guardare il padre.
«Adesso non esisti più. Dirò a tutti che sei morto. Vai, gira il mondo, e cerca di essere felice.» Si tirò su a fatica. «Perdonami. Per tutto.»

Raccolse la sua spada, strascicando la punta sul terreno ghiacciato, e claudicante scomparve tra gli alberi.

 


Ciao a tutti!
Sono tornata con una nuova storia, questa volta di genere fantasy. 
Sono emozionatissima, si tratta del mio genere preferito ma non mi ero mai avventurata in questo mondo con la scrittura. Fatemi sapere le vostre prime impressioni, per me sono davvero importanti.
Se c'è qualcuno che ha seguito la mia storia Così dannatamente bello, volevo dirvi che è stata pubblicata sia in formato digitale che in cartaceo. Nella nuova versione ci sono capitoli nuovi e qualche aggiunta in quelli vecchi. Date un'occhiata e se vi va di supportarmi lasciatemi una recensione su Amazon o Kobo. Grazie, grazie infinite!
Un altro piccolissimo avviso: a breve inizierò a pubblicare una nuova FF su Wattpad, riguardante un calciatore. Seguitemi sui social per restare aggiornati, sono ovunque Danila Cobain!
Baci, a presto con il primo capitolo.


Danila
   
 
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