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Autore: fantaysytrash    12/01/2021    2 recensioni
[Gellert!Centric | accenni Gellert/Albus | Introspettivo | What If…? | Canon Divergence | Triwizard Tournament!AU | 1898] [Questa storia ha partecipato al contest “Torneo Tremaghi” indetto da Artnifa sul forum di EFP]
Durante il Torneo Tremaghi del 1898, Gellert Grindelwad viene scelto come Campione di Durmstrang e dovrà destreggiarsi tra le varie prove per poter vincere l’ambito trofeo. Ma ha tutte le intenzioni di conquistare anche il Campione di Hogwarts.
#1 – You Should Be Scared of Me: “Un tremore gli percorse la schiena, facendolo rabbrividire. C’era qualcosa negli occhi dei due ragazzi che non aveva mai visto prima d’allora. Pietà. Sdegno. Commiserazione.”
#2 – In the Dead of Night, the Brightest Light: “Un calore gli si propagò per tutto il corpo, scacciando il freddo innaturale portato del Dissennatore e colorandogli le guance di un rosso vivido, effetto della rievocazione tanto quanto del cambio di temperatura.”
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a J.K. Rowling. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.





TORNEO TREMAGHI [GELLERT]

#2 – IN THE DEAD OF NIGHT, THE BRIGHTEST LIGHT


L’aria gelida che soffiava sulla riva del Lago Nego ricordava a Gellert gli inverni trascorsi a Nurmengard e, mentre gli altri due Campioni si stringevano nelle loro pesanti vesti nere, il suo mantello aperto svolazzava nella brezza creando quella che sperava essere un’immagine di potere e sicurezza.

La folla radunata sulle impalcature di legno tutt’intorno al bacino d’acqua aveva iniziato a scalpitare da ormai diversi minuti, e Gellert era tentato di usare la magia contro di loro se non si fossero decisi ad acquietarsi e fargli iniziare la seconda prova del Torneo.

Normalmente avrebbe adorato il rumore fragoroso di migliaia di persone il cui solo intento nella vita pareva essere quello di adorarlo, ma le ore piccole trascorse nella Biblioteca di Hogwarts lo avevano reso stanco e irascibile, e non voleva fare altro che superare la gara per potersi riposare adeguatamente.

Ripensare alla notte precedente, tuttavia, lo portò inevitabilmente a rievocare quello che aveva scoperto – ben più significativo di quello che si era prefissato di trovare e altrettanto inaspettato. L’apertura improvvisa della porta, l’arrivo del Campione di Hogwarts. Sguardi troppo penetranti per risultare innocenti, dita che si sfioravano con una famigliarità sconcertante.

Gellert scosse la testa per scacciare i ricordi; quello non era di certo il momento più opportuno per soffermarsi a pensare a certe frivolezze. E nel mezzo del clamore assordante e di pensieri ancora più disorientanti, l’arrivo del Dissennatore rappresentò quasi una piacevole distrazione.

Il giovane mago sfoderò la bacchetta e fronteggiò la creatura che si stava avvicinando, leggermente sollevata dal terreno come un incombente monito d’ombra. Dal mantello nero l’unica parte visibile erano le mani, scheletriche e in via di decomposizione, e il volto cavo e putrefatto, la cui vista gli fece arricciare il naso. Sebbene fosse ben lontano dall’avere un animo impressionabile, quella non era certo la visione con cui desiderava confrontarsi di prima mattina.

Inspirando profondamente, Gellert chiuse gli occhi e cercò di visualizzare l’unico metodo per una pronta vittoria: il suo ricordo più felice. Istintivamente pensò a Durmstrang, a tutto quello che aveva avuto modo di imparare e la promessa di scoperte future, ma quando cercò di focalizzarsi su un momento preciso non riuscì a trovare qualcosa a cui aggrapparsi. Si trattava più della sensazione che la scuola gli trasmetteva, invece di un vero e proprio attimo concreto in cui si fosse sentito appagato e sereno. E di certo non aveva nessuna intenzione di rivedere i suoi compagni dopo la loro apparizione nella prima prova.

L’unica altra opzione era l’affetto che sua madre insisteva a fornirgli nonostante le sue malefatte, e così si mise a ripensare ai pomeriggi d’estate passati nel grande giardino di Nurmengard, all’ombra dei folti alberi a sorseggiare succo di zucca. Era una scena pacifica e rasserenante, ma quando esclamò un sicuro “Expecto Patronum!”, Gellert notò con orrore che solamente una fievole nebbiolina argentea scaturì dalla bacchetta, estinguendosi ancora prima di raggiungere il Dissennatore, senza scalfirlo minimamente.

Prima che avesse tempo di farsi sopraffare dal panico, un’altra visione si intromise prepotente tra i ricordi d’infanzia, presentandosi a Gellert in una serie di immagini repentine.

Un tavolo ricoperto di libri.

La luce fioca che lo illuminava a malapena.

L’improvviso arrivo di un visitatore.

La paura di essere stato scoperto dal guardiano, la sorpresa nello scoprire che si trattava di Albus, il Campione di Hogwarts.

Le ore trascorse insieme a sfogliare volume dopo volume, alla ricerca di incantesimi antichi.

Un calore gli si propagò per tutto il corpo, scacciando il freddo innaturale portato del Dissennatore e colorandogli le guance di un rosso vivido, effetto della rievocazione tanto quanto del cambio di temperatura.

Una parte di lui si illuse che quella felicità smisurata derivasse dalle scoperte fatte nella Sezione Proibita della biblioteca – le cui misure di sicurezza avrebbero fatto ridere anche quelle più semplici di Durmstrang – ma nel profondo sapeva che era un profondo senso di famigliarità e di affinità ciò che lo stava realmente riempiendo di gioia. Nei mesi precedenti aveva riscoperto in Albus Silente un valido amico, più perspicace e acuto di chiunque altro avesse mai incontrato, e rivederlo in un luogo in cui chiaramente non aveva motivo di trovarsi gli aveva messo il tarlo che forse poteva anche condividere le sue stesse ambizioni. E uno spirito affine al suo era l’unica cosa che avesse mai desiderato.

Expecto Patronum!

L’abbagliante luce che si presentò impedì a Gellert di vedere nitidamente la forma del suo Patronus, ma tra gli applausi della folla si sollevarono anche diversi sussulti, come se l’incantesimo costituisse una peculiarità.

Dopo che il Dissennatore venne allontanato, Gellert vide il motivo. Di fronte a lui, librata nell’aria a pochi metri di distanza, aleggiava una grossa fenice argentata. Possente, nitida e brillante.

E lo stesso animale che l’intera scuola aveva avuto modo di osservare mezz’ora prima, proveniente dalla bacchetta di Albus Silente.







Note dell’Autrice

E rieccoci con la seconda prova del Torneo! Questa volta si è trattato di andare a scovare i ricordi più felici di Gellert, e ammetto senza troppa vergogna di aver interpretato quelle poche informazioni che abbiamo su di lui piuttosto liberamente, in quanto la maggior parte di quello che ho scritto è stato inventato di sana pianta.

Ho voluto includere sia dei ricordi d’infanzia – che ipotizzo essere stati presenti come in qualsiasi famiglia – sia ciò che a mio avviso potrebbe rendere il Gellert quindicenne realmente appagato. Nel caso non fosse chiarissimo, infatti, dopo la prima prova lui e Albus si sono avvicinati e hanno trascorso del tempo insieme, come il momento in biblioteca che viene qui ripreso. Ho pensato che trovare un’altra mente inaspettatamente brillante fosse per il giovane Gellert motivo di molta felicità, specialmente il giorno successivo a una tale scoperta.

Ho voluto inoltre metterlo un po’ più in difficoltà rispetto alla prova precedente, proprio per mostrare come i ricordi d’infanzia, per quanto allegri, non siano sufficienti a renderlo veramente felice, non per il tipo di carattere che ha; spero che sia risultato quantomeno credibile.

E passiamo ora alla domanda da mille galeoni: è possibile avere lo stesso Patronus di qualcun altro anche senza che sia presente un sentimento di amore puro? Sì. È raro ma non è impensabile, e qui mi è sembrato un tocco che potesse essere plausibile, vista l’improvvisa connessione che si forma tra Albus e Gellert. In generale il cambiamento del Patronus avviene a seguito di traumi, mutamenti sconvolgenti o una fase particolarmente difficile della propria vita, quindi ho voluto inserire questo elemento anche per mostrare quanto profondamente il nostro eroe sia stato scosso nello scoprire qualcuno che possa diventare un degno compagno.

Mi rendo conto che ormai questa storia è 80% contesto Grindeldore e 20% effettive prove, ma dato che è stata proprio quest’idea a tirarmi a riva dal blocco dello scrittore non posso lamentarmene più di tanto. Spero possiate trovare qualche elemento di merito anche voi.

Accedere alla finale sarà difficile, dato il numero limitato di posti disponibili, ma sono curiosa di scoprire l’ultima prova e cimentarmici anche in caso di sconfitta – e spero possa essere così anche per gli altri partecipanti dato che ho avuto modo di leggere fic veramente veramente belle!

Alla prossima,

Federica ♛

   
 
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