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Autore: Sacchan_    12/01/2021    0 recensioni
[Sky - Children of the Light]
[Sky - Children of the Light]
Le avventure di due creature della Luce nel Regno della Luce, dal loro incontro ai successivi.
Raccolta di one-shot autoconclusive ambientate nei regni di Sky.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il loro secondo incontro avvenne nel piano terra della "Cupola", la cui struttura era davvero simile a quella di una volta. I viaggiatori che raggiungevano la Cupola sapevano che sarebbero stati ricompensati dalla conoscenza, grazie a questa avrebbero potuto affrontare il viaggio finale nel famigerato Occhio dell'Eden; la cui prima diceria riguardava la perdita di tutta la luce alare, ossia nel loro caso di morte certa.
Si raccontava che fare ritorno dall'Eden fosse una tappa obbligata nelle loro vite, ma che la scalata per raggiungerlo fosse ardua e piena di pericoli, per tanto molti rinunciavano a metà strada.
All'interno della Cupola vi erano delle porte apribili sbloccando soltanto il loro meccanismo in modo simultaneo, a volte era necessario l'aiuto di un altro viandante per questo; spesso il suo solo soccorso non bastava e richiedeva almeno altre due persone.
La vetta era un viaggio verticale attraversando tutti i regni e tutta la conoscenza acquisita finora, pertanto non tutti i viaggiatori riuscivano a raggiungerla al primo tentativo, spesso si perdevano a metà strada o restavano confusi. In questi casi l'aiuto di qualcuno più esperto sarebbe stato fondamentale per illuminare la via.
Quando la vide non ci pensò due volte ad andarla ad aiutare; si posizionò dalla parte opposta alla sua, accendendo la fiaccola della porta che lei era intenta ad aprire. Il meccanismo scattò e il portale si aprì spaccando il muro e lasciando intravedere un passaggio sotterraneo preceduto da delle scale.
"Serve aiuto?" Le domandò, imitando le stesse identiche parole che le rivolse quella volta prima, nel Deserto.
Lei la guardò stupita, con la bocca un po' aperta, ma quando la richiuse sorrideva e la mano era già tesa per invitarla a seguirla. Non ci pensò due volte a seguirla e ad afferrarla, finendo per essere trascinata in quel sotterraneo segreto correndo giù per delle scale. Ciò che si parò davanti ai loro occhi fu così un enorme spazio vuoto, il cui percorso proseguiva dal lato opposto dove un'apertura sul muro lasciava intravedere uno squarcio e un altro corridoio. Prima ancora di realizzarlo avevano già spiccato il volo per atterrarci, poi di corsa puntarono verso sinistra e ne seguirono il percorso raccogliendo la luce dalle candele disseminate qua e in là.
Non era solo veloce, sapeva anche dove dirigersi; sicuramente nemmeno era la sua prima volta lì.
Era anche diversa da come la ricordava: sembrava più alta e i capelli parevano essersi allungati; il suo mantello non era più di quel doppio colore viola-arancione, ma di un bellissimo colore ciano come il cielo  limpido nella Terra dell'Erba. Si soffermò sulla sua espressione concentrata mentre correvano assieme, poi distolse lo sguardo in basso per sorridere rassegnata. Al contrario suo aveva ancora quel mantello color rosso, che la identificava come una novizia, e i capelli legati in due semplici code. Una pettinatura davvero base, tipica delle neonate.
"Sai, ho attraversato il Deserto. Ce l'ho fatta da sola. Non vedevo l'ora d'incontrarti di nuovo e dirtelo."
La loro corsa si arrestò, ma le loro mani non si lasciarono.
Lei la guardò, ma come la volta prima ci mise un po' a rispondere.
"Sono contenta. Sei qui per dirmelo." Rispose e riprese a balzare, evitando gli angoli più bui e puntando solo a quelli lucenti di candele da accendere. Volteggiarono in basso più di una volta, salirono persino una scala e scesero di nuovo; nel giro di ben poco tempo ritornarono alla superficie, nel piano terra della Cupola. In quel momento la sua mano la lasciò.
"Mmm... tu non riesci a capire bene la mia lingua, vero?" Le domandò prima che potesse innalzarsi in volo di nuovo e andarsene.
L'altra le si avvicinò. Sì, era decisamente più alta rispetto alla volta scorsa; doveva tenere il mento sollevato in alto se voleva raggiungerle gli occhi.
"Posso capirti. Faccio fatica a parlarti. Dovrai avere pazienza." Sorrise e poi spostò lo sguardo altrove, esattamente dal lato opposto dove si trovavano. Con un gesto puntò il dito verso quella direzione.
"Segreto." Mormorò abbassando la mano.
"Cosa?" Di nuovo la sua mano venne afferrata e finirono per disegnare una parabola in aria che conduceva verso quella parte indicata. Nel momento in cui sembrò che stessero per andare a sbattere contro un muro puntò i piedi a terra e fece resistenza per far capire la sua riluttanza, allora l'altra si fermò e la guardò con sguardo pacifico.
"No paura." La rassicurò, porgendole nuovamente la mano; vedendola così sicura di sé si diede mentalmente della stupida. Un viaggiatore che ti offre la mano è qualcuno che sa il fatto suo, sa dove portarti e cosa mostrarti. Da principiante quale lei era poteva solo lasciarsi trainare qua e in là, memorizzando i luoghi che le venivano mostrati.
Così attraversarono la parete, che in realtà era priva di muro, in uno stretto cunicolo che conduceva in un prato segreto dove i fiori, color raggi del sole, lo ricoprivano interamente. Anche lì la viandante si dilettò a fare su e giù per le rocciose pareti, accendendo le poche candele presenti per poi atterrare all'ingresso di un portale la cui entrata pareva distorta. La piccola principiante lo osservò col cuore in gola, da un lato impaurita per l'ignoto e dall'altro consapevole di non essere sola.
"La guardiana qui è suscettibile. No entrare se non le piaci." Allungando una mano la fece oltrepassare oltre. "Ma tu sei con me e no problemi." Con uno strattone valicarono attraverso e finirono verso un luogo di sole nuvole e cielo soleggiato.
La principiante ne rimase meravigliata per l'improvviso e repentino cambio di scenario: un vasto mare di nuvole e di cielo talmente infinito da non sapere dove rivolgere lo sguardo, nemmeno si accorse che la sua mano era stata lasciata e che l'altra si era alzata in volo planando tra le nubi e sfruttando le correnti d'aria per raggiungere un piccolo puntino bianco alto nel cielo. Era una barchetta, una piccola gondola che fluttuava sospesa. Provò a fare lo stesso cercando di scalare le nuvole e di sfruttare le correnti per andare più in alto, ma queste si rivelarono troppo forti per le sue ali e la sbalzarono continuamente via annullando i suoi tentativi.
Provò vergogna nel vedersi così impacciata quando l'altra invece era già seduta composta che l'aspettava.
"Perché non ti siedi?" Le domandò a un tratto, quando riuscì finalmente a raggiungere la prua della piccola imbarazione.
"Non riesco, è difficile. Vengo sbalzata via." Rispose con fatica, sbattendo freneticamente il suo mantello per tentare di opporre un minimo di resistenza alla corrente. Fortunatamente l'altra le venne in soccorso, afferrandole la mano e tirandola a sé. Ora le due potevano entrambe sedersi, una di fronte all'altra mentre la barchetta faceva il resto.
La principiante giunse le mani sopra le sue gambe e si strinse forte le dita, indecisa se guardarla o volgere lo sguardo all'orizzonte; stava quasi per aprire bocca per spezzare quell'imbarazzante silenzio, ma fu l'altra a farlo per prima.
"Mantello Rosso. Così ti ho chiamata. Ti piace?"
Lei sbatté le palpebre un paio di volte o più, non sapendo esattamente cosa rispondere. Finì solo per torturarsi le dita più violentemente di poco prima.
"Sì, va bene. Se ti piace mi sta bene." Rispose alzando un poco il mento. "E tu come ti chiami?"
Lei sorrise e si pizzicò una di quelle lunghe ciocche color neve che le accarezzavano le tempie del viso.
"Puoi chiamarmi come ti pare, basta che ti piaccia."
Mantello Rosso spostò il peso da un piede all'altro, godendosi quella sensazione di essere sospese nel vuoto, sole e tra le nuvole.
"Quando sei nata?" Le domandò curiosa.
L'altra lisciò la ciocca pensierosa prima di rispondere, poi la lasciò andare e la riportò al suo posto dietro le orecchie.
"Mi sono mostrata una settimana prima della Stagione degli Incantesimi."
A quel punto Mantello Rosso ricordò il periodo della sua nascita: quel giorno i viaggiatori come lei erano in fermento perché un'imbarcazione era apparsa nel mare nero del Deserto Dorato, lei vi era stata sopra una volta sola e la destinazione di quella nave era un'arca perduta in un'oasi del Deserto. Non era ancora in grado di capire il motivo dietro a tanta eccitazione.
"Sei più grande solo di una settimana, ma sei già così esperta..." Constatò abbassando la voce, voleva aggiungere "al contrario di me", ma se lo tenne per sé.
"Prenditi il tuo tempo." Le rispose dolcemente per incoraggiarla.
Altro silenzio calò sopra la loro traversata in quel mare di nuvole, Mantello Rosso non amava i silenzi ma aveva anche esaurito gli argomenti. La viaggiatrice davanti a lei nemmeno parlava, ma non poteva farle una colpa visto che l'aveva già messa al corrente di non parlare correttamente la sua lingua. Cercò nella sua mente qualsiasi argomento che potesse venire in suo soccorso, ma l'unico che trovò fu davvero banale e scontato.
"Dove sono i tuoi amici dell'altra volta?"
La vide sorprendersi a quella domanda fino ad allargare le labbra in un sorriso un po' imbarazzato.
"Oh, io... ho scordato loro." Terminò la frase con una risatina nervosa, di quelle che in tutto e per tutto concludevano il discorso. Mantello Rosso non osò chiedere altro e restarono in silenzio per almeno altri cinque minuti buoni. A quel punto lei si alzò in piedi, cercando stabilità sulle sue gambe per non cedere alle correnti d'aria.
"Penso sia meglio che io vada." Le disse, senza nemmeno troppa convinzione. In realtà non seppe più cosa fare o dire pertanto la sua mente le imponeva di scappare via.
L'altra non si scompose, non si alzò nemmeno per salutarla; si limitò solo ad annuire e basta.
"Ricordi come si torna indietro?"
Anche Mantello Rosso annuì in risposta; la verità era che non voleva cedere, ora che si era decisa ad andarsene, ma fu più forte di lei.
"E tu? Rimani qui?" La risposta fu solo un cenno del capo.
Mantello Rosso abbandonò la nave e si lasciò calare a terra in direzione del portale che riconduceva dentro la Cupola. Lo fece con non poche difficoltà e con il rischio di venire sballottata via, ma ci riuscì e i suoi piedi toccarono terra.
Così si concluse il loro secondo incontro, con il cuore nel suo petto che batteva emozionata per averla rivista di nuovo. L'ennesimo sguardo in alto, puntato a lei, era l'augurio di poterla incrociare di nuovo.
   
 
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