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Autore: Beeble    13/01/2021    1 recensioni
(riprende dal finale della stagione 5A)
Dio in persona sceso sulla terra stupisce tutti con la sua misericordia.
Ma è quando tutto sembra perfetto che le crepe si insinuano nell'esistenza.
Le crepe non sono colpa di nessuno, nemmeno di Dio.
La normalità viene stravolta dall'arrivo di una pandemia globale, quella causata dal coronavirus.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Chloe Decker, Lucifer Morningstar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6. Stranezze, ricordi e piccoli gesti

 

 

Quando Chloe si alzò il mattino dopo si rese conto che doveva assolutamente farsi una doccia… anche se sarebbe stato incredibilmente strano usarla da sola, in assenza di Lucifer.

E soprattutto avrebbe dovuto aprire la valigia.

Lo sapeva che era stupido ma non voleva farlo. Disfare la valigia sarebbe stato come accettare quella situazione temporanea. Non era pronta.

Chloe aprì la zip della valigia gialla, ci infilò la mano e tirò fuori la prima cosa che trovò.

Un paio di pantaloni color caramello. La rituffò, la fortuna le fece afferrare un girocollo nero.

Trovò l’intimo nella tasca esterna. Nel suo disordine, Lucifer aveva un ordine tutto suo di fare le valigie e Chloe lo aveva imparato anche se da quando stavano insieme erano riusciti a ritagliarsi un solo weekend insieme.

Trixie era rimasta da Dan. Loro due invece erano fuggiti alla spiaggia del loro primo bacio.

Mentre si mette sotto il getto di acqua calda con gli occhi socchiusi torna a quei giorni.

 

Lucifer aveva affittato un piccolo bungalow sulla spiaggia. Stesi sul letto potevano vedere le onde del mare infrangersi dolcemente sul bagnasciuga.

“Non te l’ho mai chiesto, perché mi hai baciato dopo che ti avevo elencato tutti i motivi per cui non ero degno di te?” aveva chiesto con quella sua ingenuità che faceva tenerezza a Chloe.

Lei aveva riso appena “Era la più bella dichiarazione d’amore inconsapevole che avessi mai ricevuto, ci credevi davvero…” si era fermata un istante prima di riprendere “e perché in fondo nessuno di noi crede di essere degno, nessuno Lucifer, umani e esseri celesti, come hai scoperto...”.

“No, detective, tu hai sempre meritato…” ma non aveva saputo finire la frase, l’aveva solo stretta a sé.

“Te? Qualcuno di migliore? Qualcuno di peggiore?” aveva sorriso accarezzandogli la barba che pungeva appena.

Si era accoccolata fra le sue braccia e aveva continuato: “Credo che l’amore non si meriti, né il più grande, né il più piccolo, né il migliore o il peggiore. Qualunque amore non può mai essere meritato completamente. Altrimenti non sarebbe amore…”.

Più tardi quella notte Lucifer l’aveva fatta vestire con un maglioncino e un giaccone invernale e l’aveva portata per la prima volta a vedere la costa dall’alto.

Le vertigini erano niente a confronto con lo spettacolo che si godeva da lì.

 

Chloe tornò alla realtà, le era sembrato di sentire un rumore.

Chiuse l’acqua, si avvolse velocemente un asciugamano attorno al corpo e si maledisse per aver lasciato sul comodino della camera la pistola di ordinanza. Come poteva essere entrato qualcuno con tutta la sorveglianza del Lux?


“Chloe, dove ti sei cacciata?”

Chloe tirò un sospiro di sollievo e uscì dalla modalità attacco o difesa. Era la voce di Maze.

 

“Maze cosa ci fai qui?” disse dalla porta del bagno. “Potrei essere contagiosa”.

Maze senza farsi alcun problema, come al solito, entrò in bagno come se fosse stata casa sua. Forse in effetti lo era pensò Chloe distraendosi.

 

“Mi hanno messo in quarantena, ti rendi conto. Mezzo dipartimento a casa e loro mettono la loro miglior cacciatrice di taglie in quarantena per precauzione! Cazzo io sono ancora un fottuto demone! Le vostre malattie non possono farmi nulla...” disse alzando gli occhi al cielo.

“E tu te ne stai qui da sola e nessuno mi dice che diavolo è successo, ero preoccupata”

 

 

Chloe rimase a fissarla con un misto fra gratitudine e confusione... “possiamo parlarne fra 5 minuti… ti dispiacerebbe...” suggerì.

 

“Mh” disse Maze con una delle sue espressioni di sufficienza. E uscì dalla stanza così com’era entrata.

 

Chloe scosse il capo riordinando i pensieri che, al solito, avevano iniziato ad affollarle la testa.

Maze non doveva farsi assolutamente vedere da Trixie.

Pure il rapporto con Lucifer era molto formale ultimamente. Senza contare che ne avrebbe sofferto sapendo che lei poteva starle accanto mentre lui no. Con gli altri (ignari di tutto) era assolutamente fuori discussione. Maze doveva stare fuori dalle videochiamate, questo era certo.

 

 

Quel mattino quando si era alzata Trixie si era ricordata che la mamma, la sera prima, le aveva detto di farsi il bagno. Stando a casa era facile dimenticarsi di tutto. Inoltre c’era qualche giorno di vacanza quindi non c’erano nemmeno le lezioni online da seguire.

Appena fatto colazione avvisò Lucifer.

“Ti… serve qualcosa?” chiese lui molto incerto.

“No” disse lei con il solito cipiglio.

Si diresse con passo deciso verso il bagno ma poi rallentò fermandosi.

“Mi asciugheresti i capelli quando ho finito?” chiese.

“Ci posso provare ma non prometto grandi risultati...” accettò lui.

 

In mezzo alla schiuma, con le orecchie immerse nel silenzio dell’acqua calda Trixie ripensò al weekend passato con papà, quello in cui mamma era andata a fare un piccolo viaggio con Lucifer.

Con due giorni di tempo a disposizione aveva convinto fin troppo facilmente papà ad insegnarle qualche mossa di autodifesa.

Papà non avrebbe disturbato la mamma per chiederle se avrebbe approvato.

Ma a Trixie non piaceva essere indifesa, ma non voleva nemmeno fare del male a nessuno.

Voleva solo mostrare qualche mossa ai compagni nell’ora di ginnastica, voleva solo che chi le dava fastidio la smettesse. Anche se aveva delle amiche davvero in gamba: le dicevano sempre di lasciar stare quei compagni così sciocchi da prenderla in giro.

Con papà si erano divertiti un mondo. Si era lasciato colpire di proposito più di qualche volta, la ragazzina lo sapeva, ma alla fine papà le aveva davvero insegnato molto. Anche sulle situazioni in cui usarlo e quelle da cui fuggire. Aveva tradotto le parole da poliziotto in modo che anche lei capisse di che parlava. Avevano passato il sabato sera a guardare Karate Kid e a riprodurre in modo ridicolo le mosse del film.

 

Svuotata la vasca, asciutta e rivestita tornò in salotto da Lucifer con il phon in mano. C’era anche mamma in videochiamata sul nuovo televisore del salotto.

Dopo qualche chiacchiera Lucifer si mise all’opera. No, non era molto bravo constatò trixie, ma non era nemmeno troppo male: non le bruciava la testa come a volta faceva ancora papà, ma non sapeva far star giù i capelli come sapeva fare mamma.

 

Chloe li fissava sorridendo dallo schermo led.

Forse una lacrima era sfuggita dai suoi occhi mentre li guardava.



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Capitolo di transizione... se vi è piaciuto dimostrate il vostro supporto anche con due parole in recensione.
A presto.
  
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