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Autore: syila    13/01/2021    3 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
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Capitolo II
Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita.

Yun Bai stava sognando in effetti e, come aveva intuito il suo amante, era abituato a muoversi tra i mondi fugaci creati dai dormienti; sapeva come entrarvi e quando lasciarli per evitare che quelle fragili strutture di puro pensiero collassassero finendo col travolgerlo.
Tuttavia il sogno in cui era caduto dopo aver chiuso gli occhi non si lasciava manipolare, anzi, era piuttosto lui a doversi adattare seguendone la trama; come in un gioco di strategia poteva accedere al livello successivo solo completando la missione del precedente.
Qualsiasi tentativo di cambiare percorso o sfuggire allo scenario finivano col riportarlo al punto d'origine: un giardino e un piccolo padiglione protetti da alte mura.
Dopo aver girovagato attorno al laghetto, su cui si chinavano i rami spumosi dei ciliegi in fiore, concluse che la parte interessante della storia doveva essere all'interno dell'edificio; guadagnò il porticato e si affacciò cauto alla finestra di una camera da letto, da cui provenivano risate ed un indistinto chiacchiericcio.
In passato sogni come quello erano stati fonte di grande imbarazzo per lui e gli avevano lasciato degli strascichi piuttosto movimentati al risveglio, ma nelle ultime settimane Xue Ge si era impegnato molto a colmare certi “vuoti”, perciò trovare una coppia in intimità sotto le coperte non lo avrebbe messo a disagio.

La situazione che si presentò ai suoi occhi però non aveva nulla di compromettente: sul fondo della stanza una giovane donna sedeva davanti al mobile da toelette dandogli le spalle; parlava con la sua ancella, intenta a mostrarle due abiti, entrambi molto sontuosi.
“Quale preferisci mia signora? Quello verde o quello nero?”
“Nero, la spilla risalterà di più.” la padrona prese da un portagioie il prezioso oggetto e lo accostò alla stoffa annuendo convinta.
“Il signore è un uomo fortunato.” trillò l'altra “Lo ammalierai!”
“Non ammalierò proprio nessuno se non mi aiuti ad acconciare i capelli, che ore si sono fatte?”
“Il sole declina, manca poco al tramonto.”
“Allora sbrigati, prendi i pettini d'avorio e il fermacapelli con le perle. La cena?”
“È pronta mia signora e il vino è già in fresco!”
“Il padrone sta arrivando!” la voce di un servo da fuori interruppe il quadretto domestico; l'ancella brontolò qualcosa sull'impazienza degli amanti e in tutta fretta richiuse le imposte, proprio sul naso di Yun Bai, che perse l'equilibrio e cadde all'indietro svegliandosi nel letto accanto a Ye Xue.



“Cosa mi sono perso?” gli chiese incuriosito e il giovane mago lo guardò attonito, senza capire, perché l'esperienza onirica era stata più coinvolgente di quanto avesse previsto e faticava a distinguere la realtà dal sogno.
“Ahm...”
“Era un sogno piccante? Da come ti agitavi doveva essere piuttosto impegnativo! C'ero anche io? Quanti eravamo...”
Ye Xue si trovò col dito indice del mago premuto sulle labbra e s'interruppe.
“Ti prego, vorresti fare silenzio un attimo?”
Ma il Signore degli Shen non era tipo da starsene buono e zitto, prese il dito coi denti e cominciò a mordicchiarlo finché l'espressione confusa dell'amante si sciolse in un sorriso.
“Va bene, va bene te lo racconto! È stata un'esperienza stravagante.”
“Oh, hai fatto uno di quei sogni in cui la gente cammina a testa in giù e i pesci nuotano nel cielo?”
“Non così strano!”
“Spiegati meglio.”
Yun bai gli riferì la situazione in cui si era trovato: il giardino, il padiglione, il dialogo tra la padrona e la domestica poi disse “Sai qual è stata la cosa davvero insolita?”
“Il fatto che tu non potessi muoverti a piacimento?”
“No, è che per tutto il tempo il volto della fanciulla è rimasto riflesso nello specchio del mobile da toeletta, eppure mi è stato impossibile distinguere i suoi lineamenti; apparivano sfocati, come se li avessi osservati dietro un vetro opaco.”
“Curioso in effetti.” convenne Ye Xue “Ma perché questo ti preoccupa tanto? Non c'è niente di spaventoso nel tuo racconto.”
“Perché, diversamente dal viso, ho visto la sua spilla come se l'avessi in mano io stesso, potrei dirti perfino quanto pesava e in quale modo erano legate le perle e i coralli.”
“Ah...” la fronte dell'uomo s'increspò appena “Me la descriveresti?”
“Era un albero ricavato da un ramo di corallo rosa e al posto dei fiori c'erano tante piccole perle. Era bellissima e sicuramente molto preziosa! Probabilmente un oggetto dell'Era Tang.”
“Si... Immagino.” mormorò Ye Xue, che subito dopo scese dal letto “Vado a prepararti un bagno caldo, vediamo se riesce a sciogliere la tua inquietudine, intanto riposati un po'!”
“Xue Ge!”il giovane lo richiamò e l'interpellato si voltò pregando che non scorgesse la sua agitazione “L'unico modo che hai di sciogliere la mia inquietudine è fare il bagno insieme a me.”
“Ogni tuo desiderio è un ordine!” rispose inchinandosi come un perfetto servitore, poi scomparve oltre le porte sulla scia lieve della sua risata.

Nel tempo di un battito di ciglia tornò al vecchio padiglione ed entrò nell'alcova segreta in cui conservava tutti gli oggetti che avevano significato qualcosa durante la sua vita terrena, nel bene o nel male; aprì l'armadio intarsiato di madreperla e cominciò a frugarlo come un ladro, buttando all'aria rotoli, scatole, vecchi cimeli di famiglia che odoravano di muffa e umidità.
Il sigillo di bronzo della sua Alta Carica Imperiale rotolò pesantemente a terra con un rimbombo metallico, ma l'uomo non lo degnò di uno sguardo.
Poi finalmente apparve dal fondo di un cassetto la piccola scatola che portava incisa sul coperchio una foglia d'oro dell'albero di Yin Xing*.
Ye Xue la prese con la stessa cura che avrebbe riservato ad una santa reliquia ed esitò un attimo prima di aprirla, perché il suo contenuto riusciva ancora a ferirlo e a farlo soffrire a dispetto del tempo trascorso.
Forse Yun Bai si era sbagliato o forse lui rammentava un oggetto diverso; invece eccolo apparire tra la seta bianca in cui lo aveva riposto, intatto, perfetto in ogni dettaglio, identico alla descrizione fatta dal giovane mago.
La scoperta gli diede un senso di vertigine, si appoggiò all'anta dell'armadio e chiuse gli occhi, travolto dall'onda dei ricordi.



“Come mai non ti avvicini Xue Ge? Il mio modo di suonare il guzheng è così terribile che preferisci tenere le tue orecchie a distanza?”
Jīn Yè lasciò scivolare via le ultime note dalle dita sottili e sollevò lo sguardo in cerca dell'uomo celato nell'ombra del portico.
“È un piccolo sacrificio, necessario a imprimermi nella mente la tua immagine e questa magnifica giornata.” il Ministro Imperiale scese lentamente i gradini che conducevano al giardino, ammantato dai colori bruniti dell'autunno.
“Il tempo è ancora molto dolce.” convenne la fanciulla mettendo da parte lo strumento a corde.
“Lo è sempre, quando posso trascorrerlo con te.”
Sulla fronte di Leng Ye Xue comparve una leggera increspatura e la sua espressione si adombrò; di lì a due giorni sarebbe partito alla volta della capitale e questo significava settimane, addirittura mesi di lontananza dalla sua adorata“Foglia d'oro”.
“Passeranno in fretta.” lo rassicurò la giovane donna, che aveva indovinato i suoi pensieri.
“Saranno un'intollerabile agonia, proverò a tornare prima che le strade diventino impraticabili.”
“Affronteresti i passi innevati per soddisfare un tuo capriccio? No. Non te lo permetto.” la voce di Jīn Yè si era fatta più dura, quasi autoritaria e contrastava con la tenera premura che trapelava dai suoi occhi.
“Oh, la mia signora mi da un ordine, questo umile funzionario deve obbedire!” esclamò l'uomo, deliziato dai suoi modi, così lontani dalla grazia formale e artefatta delle dame di corte.
Perfino mentre conversava con la sua sposa nell'intimità dell'alcova aveva l'impressione che lei pesasse le parole sul bilancino da erborista.
E non c'era un'oncia di verità o dolcezza su quel piatto!
Quante volte aveva dovuto mordersi la lingua per non appoggiare la parola “moglie” sulle fragili spalle di Jīn Yè, a cui si confaceva senz'altro di più che alla legittima consorte.
“Potresti... seguirmi stavolta.”
La proposta rimase sospesa tra loro finché l'interpellata la scacciò con un lieve sospiro.
“Queste cose non vanno mai a finire bene Xue Ge.”
“Perché no? Avresti il tuo appartamento, dei servitori e anche delle guardie!”
Jīn Yè scosse la testa e l'uomo vide sfumare la possibilità a cui si era appena aggrappato. “Nessuno oserebbe giudicarti con biasimo, è un'usanza...”
“È un'usanza pericolosa! Credimi: rifiutare mi stringe il cuore, ma ad una concubina si chiedono favori che nessuno chiederebbe ad una moglie; cosa dovrei fare se un giorno mi ordinassero di spiarti, di rubare la tua corrispondenza o riportare i tuoi malumori?” la fanciulla gli prese le mani tra le sue “Non propormi di diventare la pedina di un gioco che finirebbe col rovinarti.”
Il Ministro Leng fu costretto a convenire; le concubine erano una formidabile arma di ricatto nella corte imperiale, dietro le quinte manovravano la politica, prendevano decisioni, tessevano intrighi e Jīn Yè era troppo buona ed onesta per sopravvivere in un simile nido di serpi.
Un colpo di vento improvviso portò con sé una nevicata di foglie d'acero, che vennero a cadere ai loro piedi.
Quel rosso intenso spiccava sul terreno brullo come uno scia di sangue e a Ye Xue parve un cattivo presagio.

“Quando tornerai il giardino sarà di nuovo verde e io ti aspetterò qui, sotto i ciliegi fioriti.”
La fanciulla sapeva quali pensieri turbavano l'animo dell'amante, riusciva a nasconderli al resto del mondo, ma non al suo sguardo e una separazione poteva essere meno dolorosa se era legata alla promessa di un'attesa.
“Sei tu la mia Primavera, anche nel pieno dell'inverno, vorrei potertelo dire con le parole di un poeta, però conosco solo il linguaggio dei burocrati di corte... Oltre al nome di un bravo gioielliere.”
Con un sorrisetto sornione prese dalla tasca della sopravveste un involto, che mise tra le mani di Jīn Yè, ancora protese verso di lui.
“Un altro regalo? È passata una settimana dall'ultimo dono che mi hai fatto recapitare.”
“Una settimana?” esclamò Ye Xue scandalizzato “Sette giorni in cui non hai ricevuto niente da parte mia? Bisogna rimediare...”
“Perché getti il denaro in questo modo, ho tutto quello che mi occorre qui e anche di più...”
“Davvero hai tutto?” l'uomo la guardò con l'aria di un cucciolo abbandonato a lato della strada e Jīn Yè scosse la testa sbuffando divertita.
“Tutto tranne te.”
“Allora lascia che qualche modesto dono lenisca le colpe di troppe assenze.”
La fanciulla capitolò con un sospiro.
“Di cosa si tratta stavolta?”
“Aprilo e lo scoprirai!”
Jīn Yè era difficile da accontentare e non a causa dei suoi gusti, quanto per il fatto che non chiedeva mai nulla e ogni volta il Ministro era costretto a lambiccarsi il cervello in cerca di un regalo degno di lei.
“Ti piace?” chiese davanti all'espressione stupita e commossa della giovane.
“I-io non so che dire... È bellissima, sembra un vero albero in fiore, ma è troppo... È...”
“È perfetta per te.” convenne Ye Xue “Ti aiuto ad indossarla?”
“No.”
“No?” l'uomo, che aveva accennato ad alzarsi, rimase interdetto.
“No, la indosserò domani sera, quando verrai a cena, così sarà una sorpresa.”
“E potrò rimanere anche dopocena?”
“È una strana richiesta fatta dal padrone di casa...”
“Sei tu la padrona qui, è tutto tuo, anche il mio cuore!”
“E le tue orecchie? Perché ti avverto suonerò il guzheng domani, per intrattenerti come si conviene.”
“JīnJīn sei una creatura crudele, perché vuoi torturare questo pover'uomo dopo avergli promesso il paradiso?”
“E tu sei proprio uno sfacciato a dirmi certe cose! Dovresti lodare la mia arte e il mio modo di suonare!”
Jīn Yè si finse offesa e gli diede un leggero buffetto sul braccio.
“Chiederò alla signora Sie di farti lezione tutti i giorni, ma ti prego domani risparmiami, è l'ultima notte che passiamo insieme!”




All'epoca lui non poteva sapere che quella sarebbe stata anche l'ultima volta in cui l'avrebbe vista viva.
“Xue ge?”
Lo stava suggestionando.
Lui, il Palazzo, quel ciarpame ammuffito, lo strazio di ricordi che sanguinavano ancora, come ferite aperte nella carne viva.
“Gege...?”
Yun Bai li aveva assorbiti senza accorgersene e inconsapevolmente si stava facendo condizionare.
Il suo sogno ne era una prova chiarissima.
Doveva portarlo via da lì, prima che il risentimento di una vita ormai appassita guastasse l'idillio appena nato tra loro.
“Maestro Leng!”
“Si!” l'interpellato sussultò, facendo tracimare l'acqua della vasca.
Yun Bai lo stava fissando con l'aria corrucciata e le braccia conserte.
“Sono qui!”
“Sul serio? Mi sembravi lontano diecimila miglia.”
“Il luogo di tutte le benedizioni, non si allontana da te di un solo pollice.” rispose Ye Xue suadente.
Il cipiglio del mago si accentuò “Citi gli antichi proverbi a caso.”
“In realtà stavo riflettendo.”
“Deve essere importante se ti distoglie dalle mie attenzioni...” il giovane si mise a cavalcioni su di lui e gli circondò il collo con le braccia.
L'altro ne rimase piacevolmente sorpreso, come ogni volta che si dimostrava così audace e passionale.
“Sei sempre tu l'oggetto dei miei pensieri.” lo rassicurò stringendolo a sé.
“Mh-mh... Quindi?” Yun Bai annuì e continuò la sua opera di distrazione, marchiandogli il petto di piccoli morsi famelici.
“Q-quindi pensavo che sono stato un vero egoista ad allontanarti da Serannian e dai tuoi incarichi diplomatici! Sarebbe giusto tornare... Magari oggi stesso.”
Gettare nella vasca un secchio pieno di ghiaccio non avrebbe avuto lo stesso effetto e al Signore degli Shen parve davvero che l'acqua si fosse raffreddata di colpo.
“Maestro Leng...” sotto le palpebre socchiuse in una sottile pennellata carica di minaccia il mago lo stava osservando come se volesse leggergli l'anima, dopo averla strappata dalle budella “Stai cercando di scaricarmi, per caso?”
Il freddo che avvertiva Ye Xue non era frutto di suggestione, si era insinuato alla base della schiena e stava risalendo lungo la colonna vertebrale, fino alla nuca dove sentì la pelle formicolare e i capelli rizzarsi.
Aveva visto cos'era capace di fare quando era privo dei freni inibitori e anche se gli costava ammetterlo, a volte il suo tenero Fiore di ciliegio lo spaventava.
“Yubi, bāo bèi*, hai frainteso! È terribile che tu pensi questo di me!”
Preso dal panico fu costretto ad appigliarsi alla prima giustificazione plausibile, che non implicasse rivelargli la scomoda verità. “Si tratta di Ye Feng.”
L'altro inarcò un sopracciglio “Hai nostalgia del tuo allievo?”
“I tuoi amici maghi lo stanno assillando, vogliono sapere che fine hai fatto, se stai bene e lui è in difficoltà.”
“Ho lasciato un messaggio alla pagoda.”
“Dieci giorni fa.”
“Sono già passati dieci giorni?” ragionò il giovane, picchiettando l'indice sulle labbra con aria pensierosa “Allora hai ragione, è meglio tornare e rassicurare i nostri Ospiti così apprensivi.”
La durezza del suo sguardo lasciò il posto ad un trasognato languore e Ye Hue si concesse un sospiro di sollievo, la parte difficile era risolta e adesso poteva dedicarsi alle cose piacevoli.
“Uhm...”
O forse no.
“Qualcosa non va Yubi?” chiese e trattenne il fiato in attesa della risposta.
“Dove alloggerai quando torneremo? Al laboratorio sulla cascata?”
“L'idea di dormire inscatolato in un cilindro di metallo come un cetriolo in salamoia mi fa orrore, perciò ho chiesto a Ye Feng di portare le nostre cose alla pagoda.”
“Ti sei auto invitato?”
“Lo hai detto tu, quell'edificio è troppo grande per viverci da solo, però se non vuoi questo povero Signore degli Shen con prole al seguito ci accontenteremo di un riparo di fortuna... Da qualche parte. Sperando in giornate nuvolose o in un tetto che ci protegga dal sole.” l'uomo gli aveva rivolto uno sguardo umido da orfanello, ma a quel punto del discorso Yun Bai stava già ridendo.
“D'accordo maestro Leng! Risparmia un po' di dignità per il viaggio di ritorno! Siete i benvenuti, mi preoccupa solo che il tuo allievo possa trovarci... Ecco... Troppo rumorosi in certi momenti. Sarebbe molto spiacevole.”
“Ha il sonno pesante e dubito che alla sua età possa scandalizzarsi di qualcosa...” rispose Ye Xue, mentendo col sorriso.
Adorava il pupillo, tuttavia Ye Feng aveva un carattere rigido e nei secoli era diventato molto intransigente.
La convivenza col maestro Sheng rischiava di farsi complicata ancor prima di cominciare.
Costringerlo a sorbirsi i loro sollazzi notturni sarebbe stata una tortura per lui e di conseguenza per tutti loro; già immaginava i musi lunghi e le silenziose recriminazioni contro il suo stile di vita troppo libertino.
Doveva sperare che nello stravagante assortimento di maghi di Serannian ce ne fosse uno di suo gradimento, disposto a sopportarne il carattere e magari ad offrirgli vitto e alloggio!

Fine seconda parte


⋆ La voce dell'intrapredenza ⋆

Il maghetto della terra, forse suggestionato dal luogo o dalla visita alle anticaglie del palazzo ha fatto un sogno davvero strano, che ha messo in allarme il Signore degli Shen. La spilla sognata da Yun Bai esiste davvero, ma cosa lega un amore così lontano nel tempo al giovane mago?
Ye Xue avrà modo di fare delle ipotesi, anche perché quel sogno non sarà un episodio isolato e la cosa si farà parecchio più complicata...
Alla fine di questo capitolo ho accennato fugacemente alla presenza di un "allievo", che il maestro sarebbe desideroso di accasare in fretta presso un altro domicilio, in modo da godersi in pace il suo Yubi.
Ci riuscirà?
Lo scopriremo mediamente presto, perché i prossimi due capitoli sono dedicati proprio a Ye Feng e alla serie di sfortunate circostanze che lo porteranno ad incrociare il cammino di un certo francese cialtrone e perdigiorno.
Restate a bordo della cesta e grazie a tutti quelli che leggono e seguono questa storia sospesa al confine di vari mondi ^-^

TERMINI:
Yin xing = nome cinese del Ginko biloba. In autunno le sue foglie si tingono d'oro e Foglia d'oro è proprio il nome della concubina amata dal maestro Ye Xue...
bāo bèi: è l'equivalente affettuoso dell'inglese "Baby".



   
 
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