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Autore: inzaghina    13/01/2021    2 recensioni
Per celebrare degnamente la fine della guerra, la preside McGranitt decide di organizzare un Ballo per la sera del 31 dicembre 1998, a cui saranno invitati tutti coloro che hanno preso parte alle guerre magiche e combattuto per l'epilogo raggiunto con fatica - e a discapito di tante vite.
Il ritorno a Hogwarts sarà l'occasione per vivere ricordi felici del passato, affrontare i demoni che tentano di oscurare il presente e sperare in un futuro felice per le nuove generazioni.
[Spin-off di "Love is bigger than anything in its way", leggibile anche singolarmente]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Hestia Jones, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice | Coppie: Angelina/George, Audrey/Percy, Bill/Fleur, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love is bigger than anything in its way'
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In questo capitolo il focus sarà sul seguente prompt: 20. Fluff Alexandra Ashworth (1) e Alistair Ashworth (2).
 
 


 
Capitolo 1 – Confessioni e progetti
 
 
L’alba dell’ultimo sabato del settembre 1998 trovò Alistair Ashworth al risveglio dopo una notte agitata e quasi insonne come non gli capitava da anni. Quando fu evidente che non avrebbe dormito un minuto di più, Alistair si alzò e indossò una tuta, decidendo di provare a esorcizzare l’insonnia con una bella corsa ritemprante. L’aria fresca del mattino era un toccasana per il Cacciatore, che immaginava quella in corso come l’ultima delle sue stagioni da professionista: era ormai tempo di lasciare spazio a nuovi giocatori, più giovani e più affamati di vittorie di lui — giocatori come Oliver Baston, ad esempio. Il Quidditch gli sarebbe sicuramente mancato, dopo essere stato una parte così fondamentale per l’intera durata della sua vita adulta, ma con la fine della guerra e il ritorno di sua sorella nuovi scenari si aprivano davanti a lui, donandogli un futuro tutto da scrivere. Sarebbe finalmente arrivato il momento di mettere a frutto il corso di Spezzaincantesimi che aveva portato a termine dopo il diploma e dimostrare al mondo che in lui c’era di più, oltre alla buona mira e alla capacità di volare. E, a trentasei anni compiuti, era inutile negare che sentisse la voglia di condividere la propria vita con un’altra persona, metter su famiglia e riempire le sue giornate di momenti che non si era mai concesso di vivere prima.
L’appuntamento di quella sera con Hestia Jones lo rendeva molto più nervoso di quanto non volesse ammettere — non con la diretta interessata, per lo meno. Era come se averla incontrata nuovamente, a poche ore dall’improvviso risveglio dal coma di sua sorella, fosse stato un segno del destino: un segnale volto a indicargli la giusta direzione, la strada da percorrere per raggiungere la stabilità e, sperava lui, la felicità. Era un inguaribile romantico, anche se tentava di nascondere questo lato del proprio carattere dietro l’ostentata sicurezza, ma aveva da sempre sognato una famiglia come quella in cui era cresciuto, con due genitori innamorati e uniti, un paio di figli scatenati e una casetta che fosse un rifugio e non semplicemente quattro mura che la delimitavano dalla proprietà dei vicini. Negli anni aveva avuto qualche storia, anche se mai nulla di particolarmente serio, ed era stato con parecchie donne, eppure quella che provava nei confronti di Hestia era un’attrazione inspiegabile e percepiva concretamente la possibilità di costruire qualcosa di davvero speciale al suo fianco. La presenza di Aiden non costituiva affatto un problema per lui, tutt’altro, era solo incerto su quale fosse il modo migliore per farlo capire al suo recalcitrante oggetto dei desideri…
Con la testa affollata di questi pensieri, ma il corpo decisamente più rilassato rispetto a quando si era alzato dal letto, circa un’ora prima, Alistair fece ritorno verso casa dove trovò la sorella affaccendata ai fornelli.
“Hey, credevo fossi ancora a letto…” lo salutò Lexie.
“Non riuscivo a dormire,” confessò, avvicinandosi e curiosando l’impasto che lei stava rimestando nella ciotola.
“Tutto a posto?”
“Mhmm,” mormorò in risposta, stringendosi nelle spalle.
“Ne parliamo davanti a una pila di pancake?” propose Lexie.
“Dammi il tempo di una doccia veloce,” rispose Al, sparendo al piano superiore.
 
Meno di mezz’ora dopo i fratelli Ashworth erano seduti nella luminosa cucina della casa di Alistair, nella quale Lexie era ospite in attesa di trovare una casa propria.
“Sono fenomenali, Lex,” si complimentò Alistair, dopo aver assaggiato la prima forchettata.
“Ho usato la ricetta di mamma,” rispose lei, riportandogli alla mente le colazioni della domenica durante la loro infanzia: momenti in cui la casa profumava di vaniglia e sciroppo d’acero, del caffè che loro padre Edward gli faceva assaggiare per via dell’occasione speciale e delle gocce di cioccolato che la madre usava per disegnare facce buffe sui loro pancake.
“Adesso mi vuoi raccontare che ti passa per la testa, Al?”
“Non è niente,” si schermì lui.
“Alistair!”
Il Cacciatore sollevò le iridi cerulee dal proprio piatto per incontrare lo sguardo assottigliato, e un po’ preoccupato, che la sorella gli stava rivolgendo, “è solo che sono un po’ in ansia per questa sera,” ammise poi.
“Parli dell’appuntamento?” insistette Lexie, piegando le labbra in un sorriso sornione.
“Di che altro?” sbuffò Al.
“Partiamo dal presupposto che Hestia non avrebbe mai accettato se non fosse stata interessata, questo lo sai, vero?”
Alistair si passò una mano tra i capelli bagnati, arruffandoli, “immagino di sì.”
“E allora di cosa ti preoccupi?”
“Beh, diciamo che potrei aver detto a Hestia che riuscirò a convincerla a scegliermi come suo cavaliere al Ballo di Capodanno che si terrà a Hogwarts.”
“Mi sembra un’ottima idea,” annuì Lexie, sorseggiando il proprio caffè.
“Il punto è cosa ne pensa lei, non vorrei che mi considerasse un pallone gonfiato che mira solo a conquistarla per dimostrare a se stesso di esserne in grado, perché non è questo il motivo per cui la voglio accompagnare al ballo…”
“Ah no? E quale sarebbe la ragione?”
“È solo che vorrei iniziare l’anno nuovo al suo fianco, penso che il prossimo possa essere il vero anno della rinascita e mi piacerebbe cominciarlo accanto alla persona di cui desidererei essere degno,” ammise Al.
“E quando hai intenzione di confessarglielo, scusa?”
“Confessarle cosa?”
“Che ti stai innamorando di lei, ovviamente…” ghignò la sorella, roteando gli occhi vistosamente.
“Non vorrei spaventarla,” mormorò Al, “dopo tutto quello che ha passato con il padre di Aiden.”
“Giusto, ma tu non sei affatto simile a quell’individuo.”
“Certo che no, però lei ancora non ne può essere certa e io non voglio forzarla o impormi.”
“Sarebbe il caso che tu mettessi le carte in tavola, Al, da quel poco che conosco Hestia sono certa che preferisca l’onestà.”
“E se dovessi spaventarla?”
“Hai per caso intenzione di chiederle di sposarti?”
Il Cacciatore scosse la testa, “no, certo che no!”
“E allora direi che sei al sicuro,” lo rassicurò Lexie.
“Mhmm, spero che tu non ti stia sbagliando,” mormorò in tono estremamente serio.
Alexandra posò la tazza, allungando la mano per afferrare e stringere quella del fratello, “quindi ci stai pensando? Riesci a immaginare davvero un futuro al suo fianco, non è vero?”
“In realtà ci spero, lo vorrei tanto... ma mi sembra un po’ prematuro, almeno per ora…”
“Non hai risposto alla domanda, Al.”
“Tu come hai capito di amare Fabian?” chiese a bruciapelo Alistair.
Lexie deglutì, prima di sospirare e cercare di riordinare le idee.
“Scusa, non avrei dovuto chiedertelo sono stato insensibile…”
“Non ti scusare, è normale voler parlare di lui, è solo che mi manca immensamente… sono passati diciassette anni, ma per me è come se ne fossero passati poco più di due, considerato tutto il tempo che sono rimasta in coma e tutto quello che ho scoperto quando mi sono risvegliata, non ci ho riflettuto molto…”
“Non scusarti nemmeno tu, Lex, avrei dovuto pensare prima di aprire bocca e se non vuoi parlarne non c’è nessun problema,” la tranquillizzò il fratello, “davvero.”
“E invece è un problema per me, perché non voglio dimenticarmi di lui, né voglio evitare di ripensare a ciò che abbiamo condiviso insieme, perché ci siamo amati tanto e Fabian merita di essere ricordato,” dichiarò Lexie, “ero sicura che sarebbe durata per sempre, sai?”
“Credo che tutti lo pensino quando sono innamorati…”
Lexie sorrise nostalgicamente, accarezzando le fedi che portava al collo anche dopo tutti quegli anni, “già…”
“Cosa mi avevi chiesto?” domandò la donna, dopo una pausa che si era dilatata per svariati secondi.
“Come avessi capito di amarlo,” mormorò Alistair.
“Dai piccoli dettagli, come il fatto che mi aspettasse per andare insieme agli allenamenti di Quidditch, e poi anche a tornare, come mi conservasse almeno uno dei miei biscotti preferiti se arrivavo in ritardo a colazione, dai sorrisi che mi faceva quando James si rendeva ridicolo con Lily in sala comune…”
“E quando hai deciso di dirglielo?”
“Appena l’ho capito, Al.”
“Davvero?”
“Se c’è una cosa che ho imparato dalla vita è che se ami qualcuno devi dirglielo, anche se hai paura che non sia la cosa giusta, anche se hai paura che possa portare qualche problema… anche se hai paura che rovini completamente la tua vita.” ¹
“Detto così sembra impossibile che io non finisca con il distruggere tutto con Hestia, ancora prima di iniziare qualcosa con lei,” borbottò Al.
“Quanto sei melodrammatico, invece io sono convinta che andrà molto bene!”
“Dici?”
“Ma certo, basta che tu sia te stesso.”
“Affascinante, carismatico e bellissimo intendi?”
“Perché non lo dici a lei e ti fai affatturare?” ridacchiò Lexie, riscaldando i pancake di entrambi con la bacchetta.
“Tengo troppo al mio bel faccino per compiere una simile avventatezza.”
Lexie roteò gli occhi, “sei fortunato che sei mio fratello e ti voglio bene!”
 
*
 
Villa Conchiglia si stagliava splendente nella calda luce del pomeriggio e Fleur compì i pochi passi che la separavano dalla sua casa in una corsa leggera, ansiosa di riabbracciare il marito — nonostante di fossero salutati soltanto poche ore prima.
“Sono a casa, William!”
“In cucina…”
Lo raggiunse nella stanza che preferiva in assoluto e lo trovò intento ad armeggiare con le padelle.
“Che combini?”
“Ho pensato di sorprenderti con la cena, dopo la tua giornata fuori…”
“Ah oui?!”
Bill annuì, attirandola a sé per un abbraccio sporco di farina e un bacio sulla punta del naso all’insù che adorava.
“Mi sei mancata…”
“Anche tu, però Hestia è très sympa e mi sono proprio divertita.”
“Mi fa piacere, mi avevi detto che sentivi la mancanza di tua madre e tua sorella…”
“Non ho mai avuto un buon rapporto con mes amies… ma forse con Hestia sarà différent…”
“Sono sicuro di sì, credo che Hestia abbia capito quanto sei speciale.”
“Sei troppo di parte con me, William…” lo riprese Fleur, sorridendogli grata.
“Dico la verità su mia moglie.”
“Je t’aime,” ribattè Fleur, baciandolo con lentezza.
“Moi aussi,” ribattè Bill con un pessimo accento, dopo aver liberato le sue labbra.
“Che ne dici di invitare qui Hestia e Alistair uno dei prossimi weekend?” propose Fleur.
“Mi sembra un’ottima idea… stasera si vedono, quindi?”
Fleur annuì, “Hestia non lo vuole ammettere, ma lui le piasce…”
“Sono felice per loro.”
“Mhmm, anche io… lui è très charmant.”
“Ah sì? Devo essere geloso?”
“Certo che non… tu sei perfetto pour moi, William!”
“E tu lo sei per me Fleur,” mormorò Bill contro il suo soriso, prima di sollevarla sul bancone della cucina e baciarla lentamente sulle labbra, poi sul collo e sulle spalle, inebirato dal suo profumo di lavanda e vaniglia. La fece stendere sul ripiano infarinato e la trovò ancora più bella, imbiancata dalla polvere impalpabile, si accarezzarono guidati dal desiderio e si spigliarono ansiosamente — bramosi di lasciar entrare in contatto i loro corpi. Quando furono finalmente pelle contro pelle, Fleur lasciò scorrere le proprie dita lungo la schiena di Bill, insinuandosi tra i suoi capelli tagliati di recente, mentre l’uomo le lambiva l’incavo tra i seni che si alzavano e abbassavano affannosamente, a ritmo del respiro di Fleur.
La cena poteva decisamente attendere.
 

 

 


¹ Citazione tratta da Grey’s anatomy e più precisamente da una frase che Mark Sloane ha detto a Jackson Avery.
 
Nota dell’autrice:
Rieccomi qui, ad aggiornare questa storia un po’ sciocchina, eppure necessaria per riempirmi di gioia e tirarmi su in questo periodo difficile con l’incombenza di una possibile nuova zona rossa dove abito. Spero che le confessioni tra i fratelli Ashworth e i piani dei miei adorati Bill e Fleur siano stati di vostro gradimento e che la storia possa continuare a interessarvi. Vi anticipo che nel prossimo capitolo ci sarà un salto temporale che ci permetterà di avvicinarci al fatidico Ballo e rivedere Hogwarts.

 
   
 
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