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Autore: unsynchronized    13/01/2021    0 recensioni
Ville è un tritone in cerca della sua prossima vittima. [VAM]
Genere: Fantasy, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ville Valo
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il sole è sorto da pochissimi attimi. Ville l'ha guardato emergere lentamente dal mare, su cui ora proietta scaglie dorate e che riflette i tenui colori del cielo: lilla, celeste, giallo pallido. 

 

La costa è silenziosa, a parte per i flutti che si infrangono sulla scogliera pigramente, uno dopo l'altro. Le persone ancora dormono, e quelle che non dormono, fanno attenzione a non svegliare gli altri. 

 

Si perdono questa bell'alba. 

 

Questi colori non si vedono a nessun'altra ora del giorno. E la solitudine che guardare l'alba implica è forse ciò che la rende tanto più bella dei tramonti. 

 

Non che Ville di solito sia circondato di persone. 

 

Vive, almeno. 

 

L'alba è il momento migliore per cacciare, proprio perché non c'è quasi nessuno e nessuno è all'erta. Perché dovrebbero, d'altronde? Cosa potrebbe succedere all'alba, quando la luce del sole comincia appena a rischiarare il tutto, svelando ogni eventuale nascondiglio del pericolo e sabotando ogni possibile agguato? 

 

Ma è proprio questa mancanza di attenzione che li rende vulnerabili, ed è divertente vedere le loro facce scioccate quando si rendono conto, sempre troppo tardi, di essere vittime. Prede. 

 

Ville è sul bagnasciuga, da qualche parte in mezzo agli scogli più bassi, seduto sui ciottoli. Da lì nessuno può vederlo, perché la costa è alta e lui si trova esattamente sotto di essa. 

 

È qualche nota quello che basta. Non deve muoversi, deve solo aspettare. 

 

La sua voce prende a riempire l'aria silenziosa e riecheggiare tra gli scogli, l'andirivieni delle onde l'unico accompagnamento al suo canto ammaliatore. 

 

E così, come ogni giorno, la vittima non tarda a palesarsi. Ville non smette di cantare mentre dei passi si fanno sempre più vicini - il bagnasciuga è facilmente accessibile tramite un passaggio tra gli scogli -, e pazientemente aspetta, mentre con le dita crea piccoli vortici nell'acqua che ripetutamente gli viene ad accarezzare le gambe. 

 

Potrebbe essere chiunque. Ville non sa mai chi aspettarsi: persone di ogni genere ed età restano incantate dalla sua voce, e chiunque a lui va bene. Non è particolarmente schizzinoso, anzi. Ieri, ad esempio, a cadere nella sua trappola è stata una giovane donna, tra l'altro bellissima; le sue carni erano tenere e morbide. L'altro ieri, invece, è stata la volta di un anziano signore, che magari non era altrettanto soffice al morso, ma sicuramente più saporito. 

 

All'inizio lo shock non è tanto. Ville può tranquillamente apparire un umano normale. D'altronde ha i piedi, e chi mai si aspetterebbe un tritone con i piedi? I miti e le leggende si allontanano molto dalla realtà, su questo dettaglio e su molti altri. Il che, effettivamente, non può che essere un vantaggio per lui. 

 

Oggi, a scendere tra gli scogli con lui - per lui - è un giovane ragazzo. Si avvicina lentamente, come se a muoversi più repentinamente potesse spaventare Ville. I suoi occhi blu sono visibili già da una certa lontananza, prima che sia abbastanza vicino alla riva da potervi ricevere i riflessi del mare. 

 

Ville continua a cantare finché il ragazzo non si siede accanto a lui. 

 

“Wow, che voce che hai! Scusa l'intrusione, ma dovevo dirtelo,” dice il ragazzo sorridendo. Il suo sorriso si rimpicciolisce impercettibilmente mentre i suoi occhi scorrono su Ville, studiandolo. “Chi sei?” 

 

Tutto va secondo i piani. Come ogni mattina. 

 

Eppure Ville sente qualcosa nello stomaco, un bruciore. 

 

“Ville,” gli risponde, incurvando la bocca in un mezzo sorriso. 

 

“Io sono Bam -” sembra voler dire qualcos'altro, ma per qualche motivo non gli riesce: resta immobile con gli occhi fissi su Ville, mille pensieri in testa o forse nessuno. Ville alza un sopracciglio. “Scusa, è che… non pensavo che avresti avuto questo viso.” 

 

Ville ride. 

 

“È un complimento?” 

 

“Direi di sì,” Bam arrossisce, guarda verso il basso. 

 

Il bruciore nello stomaco di Ville si fa sempre più intenso. È il momento, dovrebbe ucciderlo adesso, adesso che ha le difese abbassate, che è vulnerabile, che è sotto l'incantesimo di Ville. Dovrebbe farlo fuori, portarselo sulla sua isola e divorarlo, e dovrebbe essere celere, ma semplicemente, c'è quel bruciore che quasi lo paralizza. 

 

“Sei di qui?” chiede Bam. “No, aspetta. Dal nome non sembra. Ma mi potrei sbagliare.” 

 

“In realtà sì, sono di qui.” 

 

C'è silenzio, ma ora Bam sostiene il suo sguardo. “Hai un'aria piuttosto misteriosa. Mi incuriosisci.” 

 

Ville non vuole più trovarsi lì dove si trova. Dov'è finita la sua fame? Con un bel bocconcino così davanti, poi. Dov'è finita la sua risolutezza, la sua sicurezza, il suo freddo calcolo? 

 

Che ci fanno delle emozioni nel suo sistema? 

 

Va contro la sua natura. Uno squalo non si sente in colpa quando mangia i pesci, perché gli serve letteralmente per vivere. E allo stesso modo lui non dovrebbe avere sensi di colpa, non ha mai sensi di colpa. Nessuna vita gli pesa sulla coscienza. Perché dovrebbe? Le persone sono solo pasti. 

 

Eppure gli occhi azzurri di Bam che lo osservano attentamente come se Ville fosse la cosa più bella che avesse mai visto. Quel suo sorriso spontaneo e ingenuo, i suoi boccoli scuri che ondeggiano per la brezza, l'aspettativa, il desiderio, la speranza nel suo sguardo. Ville non ha mai visto nulla del genere, o forse semplicemente non l'ha mai voluto vedere. Eppure, è convinto che sia Bam. È lui che è diverso. 

 

Ma no, che stronzate sono queste? 

 

“Vieni con me,” dice Ville, alzandosi. 

 

“Dove?” 

 

Ville gli tende una mano. Bam la guarda, sorpreso per un attimo, poi la afferra e si tira su. 

 

Ville avrebbe dovuto ucciderlo già da un pezzo. 

 

Di solito porta i cadaveri sulla sua isola per divorarli in santa pace. Nessun umano vivo l'ha mai vista, ma ora Ville deve prendere tempo, perché il bruciore allo stomaco lo blocca. 

 

Con la mano che tiene la sua, Ville comincia a camminare verso l'acqua. Bam è un po' rigido, i suoi piedi ben piantati a terra, ma si scioglie quando Ville si volta un attimo a guardarlo, sorridendo. 

 

E si buttano in acqua. 

 
 

L'isola è casa sua. È grande quanto basta, coperta di vegetazione e alberi. L'aria qui è sempre umida e densa, ma ciò che salta all'occhio subito sono le centinaia di corpi morti in vario stato di decomposizione, arroccati qua e là e distesi a terra in un tappeto umano. 

 

Bam aveva seguito Ville di buon grado fino a lì, aveva nuotato con lui facendosi guidare. Senza fare domande. Solo un commento appena erano abbastanza vicini alla riva: “wow, c'è un odore davvero forte qui.” 

 

Ma è quando lo spettacolo si apre davanti ai suoi occhi che Bam si paralizza. Resta immobile, occhi sgranati e bocca aperta. Ville si addentra nello spazio disseminato di scheletri in putrefazione e ci si siede in mezzo, guardando Bam pietrificato. 

 

Ville l'avrebbe dovuto uccidere da un pezzo. 

 

Ville prende in mano un teschio, lo osserva per un attimo, poi lo volge verso di Bam. 

 

“Non vieni?” 

 

La pelle di Bam è bianca, come se tutta la vita gli fosse già fluita via. Deglutisce - è il primo movimento che Ville gli vede fare da quando sono arrivati qui. 

 

“Che cosa sei?! Che vuoi farmi?” 

 

La sua voce è un filo. 

 

Ville sorride divertito. 

 

Perché gli basta chiudere gli occhi e iniziare a cantare per convincerlo. 

 

E infatti quando riapre gli occhi, Ville lo trova lì accanto a lui, la sua espressione terrorizzata e sofferente. Per quanto abbia paura, non può resistergli. 

 

Ville l'avrebbe dovuto uccidere da un pezzo, ma può farlo adesso. 

 

Può farlo adesso, deve farlo adesso. Ma c'è qualcosa in lui che non glielo fa fare. Come se gli avessero legato mani e piedi, come se gli avessero tolto la voce. 

 

Ville non si riconosce, ma non riesce neanche a torcere un capello a questo ragazzo. 

 

Perché? 

 

Bam tiene gli occhi chiusi, il volto contorto dall'angoscia. Il sudore sulla sua fronte si mescola alle gocce che dal mare gli sono rimaste addosso. Sembra aver accettato il suo destino, essersi reso conto che lottare o fuggire non servirà a niente. Ci sono anche delle lacrime sul suo viso - ulteriore acqua salata. 

 

“Io… non capisco,” dice Ville, più a sé stesso che a Bam. Poi sospira, si porta una mano alla fronte. 

 

“Va' via,” dice. 

 

Il respiro di Bam è spezzato, veloce, incontrollabile. 

 

“Ville -” la sua voce trema. 

 

“VA' VIA HO DETTO!” 

 

Bam si alza in piedi, occhi sgranati, e si mette a correre. Poi si butta in acqua, e nuota fino a scomparire dalla vista di Ville. 

 
 

*** 

 
 

In un certo senso è come se tutto quello che ha sempre saputo e dato per scontato si fosse rivelato una bugia. Non si era mai sentito così prima, nessun essere umano gli aveva fatto quell'effetto, e non pensava fosse possibile. Non è contro natura? 

 

Che cos'era, poi? Una questione etica? No, non è quello. Non è quello perché se ci fosse stato chiunque altro al posto di Bam, probabilmente non si sarebbe fatto scrupoli. Anzi, sicuramente non si sarebbe fatto scrupoli. Come sempre. 

 

È come se avesse una… simpatia per Bam. 

 

O forse sta solo impazzendo. 

 

Ville non sa quale delle due alternative sia più assurda. Forse la prima. 

 

Ma non può restare qui a rimuginarci all'infinito. È una nuova alba, con nuove luci nel cielo e nel mare. 

 

Si mette a cantare quel suo canto ammaliatore dal suo posto tra gli scogli, e quando a palesarsi è di nuovo Bam, Ville è sia sorpreso, sia contento, sia frustrato. 

 

Bam gli si avvicina con più decisione rispetto a ieri. Come se aver sfiorato la morte non gli avesse fatto troppa paura, in fin dei conti. 

 

“Vuoi farmi proprio morire di fame, eh?” 

 

Bam sorride. Ville si trova a sorridere a sua volta, suo malgrado. 

 

“Mi sento un pazzo, ma non potevo non vederti più…” 

 

Ville sorride ancora, scuote la testa. Si avvicina a Bam. 

 

Gli sfiora una guancia con le nocche, poi si sporge e teneramente posa le labbra sulle sue. Con una mano sul collo e l'altra intrecciata alla sua, gli sussurra: 

 

“Vieni con me?” 

 

Bam lo bacia di nuovo. 

 
  
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