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Autore: Lina Lee    14/01/2021    6 recensioni
Questa storia partecipa al contest "Che bella parola 'per sempre'" indetto da Pampa313 sul forum di EFP.
Lista Angst, personaggio scelto: Remus Lupin.
Limitazione: post quinto libro.
Coppia bonus: Remus/Sirius
Dal testo: «Morto. Andato.
A distanza di giorni, settimane, la mia mente ancora non riesce a cancellare quell’immagine, l’immagine di te che te ne vai, che mi abbandoni, che scompari in quel velo nero come l’oblio, che questa volta ti ha fatto suo per sempre.»
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Morto. Andato.
A distanza di giorni, settimane, la mia mente ancora non riesce a cancellare quell’immagine, l’immagine di te che te ne vai, che mi abbandoni, che scompari in quel velo nero come l’oblio, che questa volta ti ha fatto suo per sempre.
Ti avevo creduto, sai? Avevo creduto alle tue parole, alle tue promesse sussurrate ogni volta che potevo venirti a trovare a Grimmauld Place, esattamente come ti avevo creduto quando eravamo ragazzi, giovani illusi che credevano di poter vincere sempre. Mi hai illuso allora e mi hai illuso anche ora, mi hai abbandonato allora e mi hai abbandonato anche ora.

«Non ci separerà questa guerra, stanne certo».
Questo mi avevi detto nel dormitorio di Grifondoro, nascosti dalle tende del tuo letto, e io ti avevo creduto, avevo creduto alla tua sicurezza che sorreggeva sempre la mia insicurezza, alla tua forza che sorreggeva sempre la mia debolezza, al cane che fronteggiava sempre il licantropo senza timore alcuno.
«Non ci hanno separati per davvero i Dissennatori, non ci separerà più nessuno».
Questo mi sussurravi per aiutarmi a prendere sonno in quella dimora oscura, accanto a te, abbracciato a te, e io credevo a quell’illusione e mi addormentavo speranzoso.

Ora sono solo, di una solitudine indomabile e insaziabile. Sento gli sguardi di lei su di me, capisco che vorrebbe qualcosa, ma io non voglio, non posso. Ho creduto che questa volta avremmo potuto salvarci, che questa volta avremmo avuto del tempo per noi, che i nostri abbracci, i nostri baci, i nostri desideri sarebbero andati ben oltre un solo anno, sarebbero durati per sempre.
La mia unica speranza è che qualche mio simile prenda il sopravvento su di me e mi uccida, che persino Grayback termini il lavoro che ha iniziato quando avevo cinque anni pur di porre fine alla mia sofferenza, a quel dolore lancinante che mi graffia l’anima, come le tue unghie mi graffiavano la pelle in quelle notti ormai lontane.
So che se mi sentissi mi afferreresti per il bavero del mantello e mi urleresti in faccia tutta la tua rabbia, mi ricorderesti che io sono ancora vivo e che ho il compito di vivere anche per chi non c’è più e di proteggere il tuo figlioccio, ma non è così semplice. Come un fedele soldato partecipo alle missioni di Silente ma l’unica speranza del mio cuore è la morte, perché ormai l’ho capito, ormai me lo hai impresso addosso, sulla pelle, come un marchio a fuoco, che i tuoi “per sempre” non potranno mai davvero essere per sempre.
  
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