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Autore: metformin_86    15/01/2021    2 recensioni
E' la notte del capodanno cinese, l'inizio dell'anno del maiale, l'inizio di un nuovo anno per Yut Lung e Sing.
Ma mentre i fuochi di artificio esplodono nel cielo Yut Lung sente che c'è qualcosa che deve assolutamente dire a Sing, qualcosa che deve fargli vedere
Pairing: Yut Lung X Sing
Warning:fluffy....anzi fluffosissima
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sing Soo-Ling, Yue-Lung Lee
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sing si avvicinò alla finestra del salotto. Teneva in mano un paio di minuscoli bicchieri in vetro soffiato. Li aveva trovati due giorni prima da un rigattiere di Chinatown; il venditore gli aveva detto che erano bicchieri da rosolino veneziani e a Sing erano sembrati una cosa raffinata, tanto che aveva voluto prenderli a tutti i costi.
"Tieni - disse porgendone uno a Yut Lung - Liquore alla prugna thailandese"
"Grazie mille, Sing" rispose il ragazzo più grande, afferrando il bicchiere e portandolo alla bocca a piccoli sorsi.
Sing trangugiò il suo in un colpo solo, gli occhi costantemente fissi su quel viso d'avorio circondato dai capelli neri
"Come fai a fare tutte le cose in modo cosí bello?"
Sing arrossì nel momento in cui realizzò che, a pronunciare quella frase da golem innamorato, era stato lui.
Una risatina divertita sfuggì dalle labbra di Yut Lung "Ah beh ecco... È il fascino dei Lee, suppongo"
Fu sufficiente il suono di quel nome.
Sing vide il volto di Yut Lung rabbuiarsi, lo sguardo indurirsi.
Quasi scattando in avanti, recuperò il bicchiere dal ragazzo più grande e, posatolo a terra, gli prese ambedue le mani.
"Io però trovo bello solo te. – protestò, strappando un’altra risatina a Yut Lung - I tuoi fratelli hanno tutti delle facce da troll"
Sentiva le guance scottare ma, anche se si sentiva imbarazzato a fare il pagliaccio a quel modo, era disposto a farlo quella e mille volte ancora ; tutto purché l'oscurità dei Lee se ne stesse lontano da Yue, lontano da loro.

Quando era iniziata, non se n'era accorto subito.
Anzi era stato forse l'ultimo ad accorgersene.
Per lungo tempo aveva creduto che la ragione per cui gli altri della banda avevano pian piano smesso di parlare male del più giovane dei Lee fosse che Yut Lung stava facendo davvero un buon lavoro nel risistemare le cose a Chinatown.
Diamine! Quella specie di serpe non sbagliava una mossa!
E, se ogni tanto gli capitava di fermarsi a cenare da Yut Lung dopo un incontro, era solo perché gli piaceva scroccare una cena lussuosa a gratis. Né vedeva nulla di male nel lasciarsi scappare con il ragazzo più grande che non aveva capito questo o quell'argomento per la preparazione del  LSAT, perché tanto lo sapevano tutti che a Yut Lung piaceva mostrare agli altri di saperne più di loro.
Insomma, Sing si era raccontato ogni genere di frottola fino a quella sera.
 La sera in cui si era precipitato a casa di Yut Lung, perché aveva saputo che i suoi fratelli erano stati da lui nel pomeriggio. La sera in cui nessuno dei servitori si era mosso, nonostante Yut Lung avesse dato più volte l'ordine di sparare a quell'impiccione di Sing, e in cui nemmeno Sing si era mosso, nonostante il ragazzo lo avesse preso di mira con bicchieri, bottiglie e un'infinita valanga di insulti in un oscuro dialetto cantonese. La sera in cui Sing aveva tenuto tra le braccia quell'ammasso di capelli annodati, lacrime e rabbia fino a farlo calmare, la bocca premuta contro la sua tempia destra e le narici che cercavano disperatamente di ignorare l'odore di sangue e sperma che raccontava fin troppo chiaramente che cosa fosse successo.
Dopo quella sera, Sing aveva smesso di raccontarsi frottole e lui e Yut Lung erano diventati una coppia. 
 
Fuori dalla finestra, un fuoco d’artificio rischiarò il cielo con la sua luce dorata. Giù in strada girandole e bengalini avevano iniziato a scoppiettare.
 Era passata la mezzanotte, era iniziato l’anno del maiale.
Ringraziando che i suoi coinquilini avessero deciso di scendere in strada a far baccano, Sing lasciò andare le mani di Yut Lung e gli passò entrambe le braccia attorno alla vita. Lo tirò a sé, posandogli il mento sulla spalla e fissando lo sguardo sul cielo nero, dove esplosioni di luce colorate continuavano a susseguirsi.
Merda, se era felice!
‘Sei impazzito?Cosa diavolo possiamo offrire ad un Lee in questa casa?Tovaglioli di carta firmati?Sarà una rottura di palle infinita’
Così lo aveva sgridato Yao, uno dei ragazzi della gang, dopo che aveva annunciato di aver invitato Yut Lung per la vigilia del capodanno.
Eppure, nonostante il vestito un po’ troppo elegante, Yue si era messo a sedere sul pavimento e aveva mangiato gli involtini e i ravioli direttamente dai cartoni del takeaway. Aveva stracciato tutti a Dou Dizhu e aveva rubato a Sing la bottiglia di birra, ancora mezza piena, guadagnandosi persino un sonoro high five da parte di Yao.
Si era fatto perdonare per una sera il suo nome e aveva reso Sing stranamente euforico e fiero.
Perché, sotto sotto, Sing lo sapeva di aver scelto Yut Lung molto tempo prima di quella fatidica notte.
Lo aveva scelto quella mattina di più di un anno prima , quando, pieno di rabbia per ciò che era successo ad Ash, non era comunque riuscito a premere quel grilletto, né ad andarsene da quella casa in tempo per evitare che il muro di freddezza che aveva tirato su a fatica con il suo discorso  si rompesse in uno di quei battibecchi che erano tanto frequenti tra di loro.
All’epoca, Sing chiamava spesso Yut Lung ‘tiranno’, ‘alcolizzato’ o, quando voleva fargli saltare i nervi, ‘isterica’ e ciò che non riusciva a confessarsi era che gli voleva già bene.
 
Un altro fuoco di artificio esplose nella notte, un contrappunto di tre razzi che sparavano scintille verdi, oro e rosse e che volevano rappresentare il muso di un drago.
“Quello è per te!” esclamò Sing felice e , avvicinato il viso a quello di Yut Lung, gli diede un bacio sulle labbra. Un secondo dopo le loro bocche erano un intreccio di lingue e denti, come se il troppo desiderio, tenuto a bada fino a quel momento avesse fatto scordare loro come si faceva e li avesse resi tutto d’un tratto due ragazzini inesperti.
Presero fiato e , per la terza volta in poco tempo, Sing sentì Yut Lung ridacchiare.
Tre risate in una serata potevano considerarsi un successo. Unite a quelle durante la cena, facevano un trionfo.
Sì perché nonostante tutto per Yue non era ancora facile.
Non si poteva togliere la notte dal nome, esattamente come non si poteva togliere l’oscurità dall’anima. E non importava quanto Sing lo amasse, c’erano parti di lui che erano sempre rimaste disperatamente sole, luoghi segreti, sepolti dentro di lui e ancora inaccessibili.
Sing sapeva che la felicità di quella sera non sarebbe durata per sempre e, come a dargliene prova, quando si avvicinò nuovamente a Yut Lung per baciarlo quest’ultimo lo bloccò mettendogli una mano sul petto
“Sing aspetta…Io…devo dirti una cosa”
‘Devo dirti una cosa…’ quante volte l’aveva già sentita Sing? ‘Devo dirti una cosa…una banda che non mi piace si sta infiltrando da Detroit’ ‘Devo dirti una cosa…c’è una partita dalla Colombia su cui dobbiamo mettere le mani per primi’ ‘Devo dirti una cosa…c’è questo tizio scomodo che...’
Sing sospirò chiudendo gli occhi “Di che si tratta questa volta, Yue?Vietnamiti?la Yakuza?”
“Eh?”
Yut Lung aveva sgranato gli occhi e stava fissando Sing come se fosse impazzito “Perché dovrei venire a parlarti di vietnamiti stasera?”
“Ah no nulla…” borbottò il ragazzo più giovane arrossendo leggermente
“Questa cosa – riprese Yut Lung a fatica- riguarda me…No, è solo che oggi, mentre stavo scegliendo il vestito per stasera, io…io ho fatto una cosa…E io avevo pensato di non dirtelo…Ma ora ho pensato che forse siccome è la festa dell’anno nuovo…è un nuovo inizio e…o al diavolo- sbottò- questa cosa è difficile”
Sing rise sollevato “Oh, ora ti riconosco! Era tutta la sera che eri troppo perfetto. Mi stavo chiedendo dove fosse finita la mia isterica preferita”
“Non chiamarmi isterica” ringhiò Yut Lung
Per tutta risposta Sing si sporse nuovamente in avanti e diede un altro bacio al ragazzo “Non ti arrabbiare dai. Non stasera. Questa cosa difficile – disse gentilmente – se non puoi dirmela puoi…puoi farmela vedere?”
Incerto, Yut Lung annuì
“Vuoi – chiese Sing – Cioè tu…hai…hai bisogno che andiamo adesso?”
Un altro accenno da parte di Yut Lung
“Dove?”
“A casa mia”
 
Tempo di infilarsi le scarpe e i due erano già scesi per strada. Sing fece un cenno di saluto ai suoi coinquilini e li sentì borbottare qualcosa contenente le parole ‘sesso’ e ‘lenzuola di seta’, proprio mentre Yut Lung lo afferrava per la mano e iniziava a guidarlo, con passo deciso, verso la dimora dei Lee.
Si rimpicciolì lievemente dentro la giacca a vento, chiedendosi se quella cosa che Yut Lung voleva fargli vedere potesse davvero avere a che fare col sesso.
Non che gli sarebbe dispiaciuto, anzi! Sarebbe stato un modo perfetto per chiudere la festa di capodanno.
Le sue speranze aumentarono allorchè, una volta arrivati a casa, Yut Lung lo guidò verso la camera da letto.
“Aspettami qui”  gli intimò, facendolo sedere sul letto e scomparendo, qualche istante dopo, nel piccolo bagno che si affacciava sulla stanza.
Tendendo l’orecchio Sing sentì un vago suono di zip che salivano e scendevano e di cose che cadevano a terra.
Deglutì, ripensando alle parole di Yue ‘Oggi mentre stavo scegliendo il vestito ho fatto una cosa…”
Il cuore prese a battergli in modo accelerato.
Immagini di cinture in pelle e corsetti con le borchie gli si dipinsero nella mente.
Possibile che…?
 
"Allora come sto?"
La voce incerta scosse Sing dai suoi pensieri. Alzò gli occhi.
Yut Lung stava fermo in piedi davanti a lui. Non c'erano tracce di borchie o lacci in cuoio sulla sua persona.
Aveva sciolto i capelli che ricadevano morbidi sulle spalle. Queste ultime erano avvolte da un maglione rosa pastello sotto al quale si intravedeva una camicia in seta bianca. Una gonna nera, un paio di calze a velo e delle francesine con il tacco completavano il quadro.
"Eh? - chiese Sing - come mai la sfilata di moda? Cioè - si affrettò a correggerli non appena vide lo sguardo torvo del suo ragazzo - stai benissimo ma non è molto diverso da come ti vesti di solito, no?"
Yut Lung lo fissò cupo "Non proprio... Di solito porto i pantaloni il 90% del tempo"
"Sí - protestò Sing - Ma sei veramente felice solo quando ti vesti cosí, no? Oh..."
Si bloccò all'improvviso, realizzando per la prima volta quello che stava succedendo.
"Tu - azzardò, afferrando le mani di Yut Lung e iniziando ad accarezzarle -tu vorresti vestirti sempre cosí. È questo che mi stai dicendo?"
Yut Lung aveva abbassato gli occhi al suolo. Senza rialzarli, annuí.
Sing lo tirò a sè intrecciandogli le mani attorno alla vita
" Sei... " iniziò ma subito si bloccò.
Qual era la parola giusta? Bellissimo? Bellissima?
Non voleva rischiare di sbagliare.
"Mi piaci tantissimo" si corresse.
Un lieve accenno di sorriso fece la sua timida comparsa sotto la cascata di capelli neri
"Davvero Sing – chiese Yut Lung incerto – non…non è strano?”
Il ragazzo più giovane scosse “No – disse precipitosamente – no tu.. ti sta benissimo”
Ci fu ancora qualche attimo di esitazione, poi finalmente Yut Lung alzò la testa.
Sing sgranò gli occhi. Non lo aveva mai visto così. Yue sorrideva: non risatine, non accenni, ma un vero sorriso. Un sorriso che gli accendeva le guance.
Prima che potesse rendersene conto, Sing scoppiò a ridere.
Si morse immediatamente la lingua ma era troppo tardi.
Il sorriso svanì dalla faccia di Yut Lung
“Lo sapevo – disse – Lo trovi ridicolo”
“No, Yue….io”
Allungò la mano per trattenerlo ma Yut Lung si stava già muovendo verso la porta della stanza.
“Hey! – lo chiamò Sing, alzandosi di scatto e raggiungendolo – Non è come pensi. Non stavo ridendo di te…hey, dai non fare così”
Alcune lacrime avevano iniziato a rotolare sulle guance di Yut Lung.
Sing lo afferrò per le spalle e, poi, gli prese il viso tra le mani “Dai – insistette – non…non fare la – deglutì – la ragazza pazza. Lo sai che il tuo ragazzo è un po’ scemo”
Il viso di Yut Lung si addolcì un po’ “Più che un po’ ” disse…
“Io – continò Sing- è solo che è buffo perché ti preoccupava tanto la gonna, ma la cosa più strana è che stavi sorridendo. Perché…tu…tu non sorridi mai così…tu…tu non sorridi mai…tu…”
Realizzò improvvisamente quello che stava dicendo. Non era in realtà una cosa buffa, non c’era nulla di divertente.
Di slancio prese quel corpo avvolto nei vestiti nuovi e lo strinse a sé. Lo strinse forte, fino a farsi venire male alle braccia, sperando di far passare con quel gesto quello che sentiva di non riuscire a dire a parole.
 
Quando finalmente si separarono il viso di Yut Lung era tornato a sorridere, anche se non aveva smesso di piangere.
Rideva e piangeva allo stesso tempo e Sing non riusciva a immaginare che peso dovesse essersi tolto dall'anima.
Un altro pezzo di oscurità rubato alla luna.
Improvvisamente ebbe un'idea.
Fece qualche passo indietro e contemplò Yut Lung dalla testa ai piedi.
"Ming Chow" esclamò infine felice.
Gli occhi di Yut Lung si sgranarono "Eh...? " balbettò
Sing arrossí "Cioè - disse - solo per  quando ti vesti cosí...io,io ho solo pensato che.. "
"Tu... Tu mi hai messo il sole nel nome? " lo interruppe Yut Lung, le risate e le lacrime ambedue più intense di prima.
Sing annuì semplicemente ed entrambi rimasero così per un tempo infinito, incapaci di dire altro ma perfettamente in sintonia.
Poi Yut Lung fece un passo in avanti e, chiudendo la distanza tra di loro, premette le sue labbra su quelle di Sing.

Molte ore dopo Yut Lung si ridestò con un leggero  mal di testa. A pungolargo era stato il sole del primo pomeriggio che si era insinuato dalle finestre,  pizzicandogli gli occhi.
Un po' intontito si tirò a sedere sul letto. Aveva in bocca un sapore acido e indossava la casacca del pigiama mezza aperta
Per una frazione di secondo pensò di essersi immaginato tutto.
Poi li vide, in un angolo: gli abiti della sera prima, accuratamente piegati e poggiati su una sedia.
Sorrise lievemente, mentre un ricordo si insinuava a nella sua mente.
Era stato Sing a insistere
'Pieghiamoli e mettiamoli via... Sono... Sono una cosa importante'
Così aveva detto.
Sing... Già dov'era andato Sing?
Come a rispondere alle sue domande, la porta della stanza si aprí e il ragazzo più giovane entrò con il solito passo allegro.
"Hey - disse ridendo - quando ho detto 'aspettami qui’, non intendevo che restassi proprio a letto tutta la mattinata"
Un ringhio di ammonimento gli giunse all'orecchio, ma lui lo ignorò.
Calciò via le scarpe e, prima che Yut Lung avesse anche solo il tempo di rispondere, si arrampicò sul letto e gli stampò un bacio sulla fronte.
Mentre scendeva a baciargli le labbra, si sfilò dalla tasca un pacchetto e, quando i loro corpi si separarono, glielo mise davanti agli occhi.
"Che cos'è?" chiese Yut Lung, sentendosi già felice
"Un regalo per una certa Ming Chow, puoi farglielo avere?"
Un sorriso, lo stesso nuovo strano sorriso che Sing aveva visto la sera prima, apparve sul viso di Yut Lung.
Con movimenti impazienti delle dita, strappò la carta del pacchetto.
Un astuccetto di plastica rettangolare cadde sul copriletto.
Yut Lung lo raccolse con mani tremanti.
Sul coperchio della scatola un viso di donna strizzava l'occhio, i capelli che sfumavano in una pioggia di petali rosa. Dentro, un assortimento di polveri e pennellini scintillavano leggermente
"Shu uemura - mormorò Yut Lung - Sing ma questo è..."
"Ho... Ho detto alla commessa del negozio che mi serviva la cosa più bella che avevano. E lei mi ha detto che la cosa più bella in assoluto era questa"
Il ragazzo più grande sorrise, contemplando i trucchi. Erano diversi da quelli che aveva sempre avuti.
Questi erano suoi, pensati per la sua parte più vera. Non servivano ad ornarlo per poi venderlo al primo offerente ; erano per portare in superficie la parte nascosta di lui.
La luce nascosta dietro alla luna.
"Ci sarebbe anche un'altra cosa..."
La voce di Sing lo richiamò alla realtà.
"Cosa?" chiese Yut Lung
Timidamente il ragazzo estrasse dalla tasca una catenina dalla quale pendeva un ciondolo smaltato.
"Ti avviso non è nulla di che" si affrettò a precisare Sing,allungandoglielo.
Yut Lung lo guardò a lungo,rigirandolo tra le mani.
Un cerchio, otto raggi, la luce nascosta dietro la luna.
"Il sole..." mormorò felice
Sing arrossí "Allora - balbettò - credi che Ming Chow uscirà con me?"
Yut Lung sgranò gli occhi "Vuoi dire...oggi? Cioè...cioè in mezzo a tutti"
Facendosi coraggio Sing annuì "Una giornata d'estate non dovrebbe stare chiusa in una stanza, no?"
 
 
Nota dell’autore:
‘Ming Chow’ letteralmente suona come estate soleggiata, estate illuminata.
La palette che Yut Lung riceve in regalo è la Tokyo  Doll Palette di Shu Uemura, a cui vanno ovviamente i crediti per il suo lavoro.
 
Questa fic è più fluffosa dei fluffy pancakes e me ne rendo conto. Chiedo venia anticipatamente ma avevo bisogno di un po’ di leggerezza e mi è uscita così.
La trama della fic nasce da questa serie di sketch che, da che li ho scoperti, si sono piantati nella mia mente : https://luftballons99.tumblr.com/post/180661984876/a-curiouscat-anon-requested-trans-yut-lung-and-my
Credits e un grazie speciale all’autore.
Dedico la mia prima fic in questo fandom a tutti gli autori che , prima e meglio di me, hanno raccontato del nostro ragazzo-luna.
E a Queen_bee che è il mio Sing per i giorni no
   
 
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