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Autore: MackenziePhoenix94    15/01/2021    0 recensioni
Seguito di: "The Dark Side Of The Moon"
“Vuoi aggrapparti a me?”
“Cosa?”
“Aggrappati a me” ripeté lui, questa volta sottoforma di ordine malcelato; Ginger aveva sempre odiato quel tono di comando che il giovane uomo usava spesso quando parlava, ma a Jen provocò l’effetto opposto e la spinse ad obbedire, benché sentisse improvvisamente le guance calde, in netto contrasto con l’acqua fredda che ancora non era stata scaldata dai raggi del sole: gli passò le braccia attorno al collo e si avvicinò un po’ di più, ma senza stringersi contro il suo corpo, altrimenti il rossore sarebbe diventato impossibile da nascondere “meglio? Adesso ti senti più sicura?”.
La giovane alzò lo sguardo e si rese conto che il viso di Roger era terribilmente vicino, come mai prima d’ora; si rese conto che i suoi occhi azzurri erano molto più chiari di quello che aveva sempre creduto, e si rese anche conto che sul naso e sugli zigomi aveva delle piccolissime lentiggini di cui aveva ignorato l’esistenza fino a quel momento.
Deglutì a vuoto nel vano tentativo di inumidire la gola che, tutto d’un tratto, si era fatta secca ed arida, e ciò non aveva
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1992, settembre.



 
Jennifer Anderson sollevò gli occhi verdi dalla piccola guida turistica illustrata che stava sfogliando con grande interesse e li puntò sul cancello automatico che si era appena aperto; seguì con lo sguardo la lussuosa macchina sportiva che parcheggiò nei pressi di un’altrettanto lussuosa villetta e sorrise alla vista dell’uomo alto e magrissimo che scese dal posto del conducente.

L’uomo, che indossava una maglietta nera a maniche corte ed un paio di jeans chiari, aprì il bagagliaio della macchina, prese un bagaglio a mano che posò sotto il portico dell’abitazione e poi si avvicinò a Jennifer, comodamente sdraiata a leggere su un’amaca legata a due palme; quando la raggiunse, si tolse gli occhiali da sole, che sistemò in cima alla testa.

Negli ultimi due anni, dietro richiesta di Jennifer, Roger aveva lasciato ricrescere i capelli, ed ora erano tornati a sfiorargli le spalle, con l’eccezione di alcuni ciuffi più corti che gli ricadevano sulla fronte; al bassista non dispiaceva affatto quel ritorno alle origini, il suo vero cruccio era costituito dal colore dei suoi capelli: in soli due anni, erano diventati completamente grigi.

La sua bellissima chioma castana si era trasformata in un ricordo lontano, e doveva ancora compiere cinquant’anni.

Jen aveva provato a spiegargli che forse i suoi capelli erano diventati così prematuramente grigi perché continuava ad accollarsi troppo lavoro e troppo stress, gli aveva consigliato di rallentare un po’ il ritmo perché non era più un ragazzino, ma il bassista non aveva voluto ascoltarla, e non ne avevano più parlato: per lui, si trattava di un argomento tabù.

Jen aveva perfino notato che non si soffermava più così tanto, allo specchio, a contemplare la propria chioma folta.

“Senti un po’ qui!” esclamò lei, parlando per prima, tirando su il busto “sapevi che l’isola di Kauai, per via della foresta tropicale che ricopre gran parte della sua superficie, è soprannominata L’Isola Giardino?”

“No, non lo sapevo… Ma direi che è un’ottima premessa, non ti pare? Ed anche la villetta non mi sembra affatto male”

“Affatto male? Roger… Questo posto potrebbe essere definito un paradiso terrestre da quanto è bello. Non vedo l’ora di tuffarmi in mare… E di camminare sulla spiaggia… E di fare un’escursione nella giungla tropicale!”

“Puoi fare tutto quello che vuoi, Jennifer, perché questa è la nostra vacanza” rispose l’uomo con un sorriso divertito, pronto a soddisfare qualunque piccolo capriccio di quella che, per la seconda volta, era tornata ad essere sua moglie.

Jennifer aveva tenuto Roger sulle spine per ben sette mesi prima di dirgli che lo aveva definitivamente perdonato e che era pronta a concedere un’altra possibilità a lui ed al loro rapporto; avevano continuato a frequentarsi di nascosto, partendo per dei brevi viaggi quando gl’impegni lavorativi di entrambi lo consentivano, e dopo un anno e mezzo erano nuovamente convolati a nozze, sempre di nascosto: erano tornati ad essere marito e moglie da sei mesi, ormai, e nessuno ancora sapeva nulla.

Avevano fatto ben attenzione a non commettere alcun passo falso.

“Immagino che ti piaccia davvero molto quell’amaca, visto che non sei neppure scesa per salutarmi”

“Ohh, sì, in effetti è davvero comoda. Molto più comoda di quello che potrebbe sembrare ad una prima occhiata” commentò la giovane donna, tornando a sdraiarsi con un sorriso compiaciuto sulle labbra; Waters sorrise a sua volta, ed appoggiò le mani sui fianchi stretti e magri.

“Ma davvero? Molto bene, allora. Fammi spazio, così posso sentire anch’io quanto è comoda”

“Stai scherzando?” domandò Jennifer, inarcando il sopracciglio sinistro; spalancò gli occhi chiari rendendosi conto che il bassista non stava affatto scherzando, si tirò di nuovo su con il busto ed allungò la mano destra per fermarlo “no, Roger, non penso che sia una buona idea! Io… Io ho avuto una brutta esperienza in fatto di amache”

“Ovvero? Non me ne hai mai parlato”

“Perché non è un’esperienza che ricordo volentieri”

“Mi dispiace, ma ora mi hai troppo incuriosito: quale è stata questa esperienza poco piacevole che hai avuto con le amache?”

“È successo quando io e Danny eravamo molto piccoli. I suoi genitori, quando ha compiuto cinque anni, gli hanno regalato un’amaca. Danny era così eccitato che ha chiesto subito a suo padre di montarla, e lui l’ha accontentato, ma a condizione che facessimo attenzione e che non iniziassimo a dondolarci insieme sopra, perché ovviamente non era progettata per reggere due bambini vivaci in vena di sciocchezze. Noi non l’abbiamo ascoltato, abbiamo fatto l’esatto opposto, i nodi si sono sciolti ed io e Danny siamo caduti a terra. È stato molto doloroso e… Per una settimana non sono quasi riuscita a sedermi. Dovevo mettere un cuscino sulla sedia, altrimenti avevo le lacrime agli occhi” confessò Jen, arrossendo leggermente per la propria stupidità infantile, provocando l’ilarità di Waters, che scoppiò a ridere di gusto; la giovane donna pensò bene di vedicarsi lanciandogli contro la guida turistica.

Il libretto illustrato colpì l’uomo all’altezza del petto, rimbalzò e cadde a terra semiaperto.

“Guarda che non c’è nulla da ridere” borbottò lei, mettendo un finto broncio “ti sembra divertente perché non l’hai vissuto in prima persona, ma io sì. E me lo ricordo ancora molto bene. E non ci tengo a ripetere un’esperienza simile”

“Mi dispiace per il tuo trauma infantile, ma quest’ amaca mi sembra robusta e noi non siamo due ragazzini in vena di sciocchezze”

“Su questo mi permetto in parte di dissentire” commentò Jennifer inarcando il sopracciglio sinistro: anche se avevano rispettivamente trentanove e quarantotto anni, continuavano a comportarsi come due ragazzini, ed il matrimonio segreto era stata la loro grande sciocchezza, commessa senza preoccuparsi delle conseguenze e senza pensare alle reazioni delle persone a loro più vicine, prime fra tutte quelle di Harry ed India “Roger, non puoi salire sull’amaca! Se lo fai, di sicuro ci ritroveremo entrambi a terra e con dei brutti lividi”.

Il bassista scosse la testa, e si sdraiò a sua volta sull’amaca, ignorando le vivaci proteste della giovane donna; lei emise uno strillo acuto vedendo l’amaca dondolare in modo preoccupante, ma si calmò quando si rese conto che Roger aveva ragione: la tela era abbastanza robusta da sorreggere il peso di due persone adulte, anche se lo spazio a loro disposizione era piuttosto ristretto.

“Allora?” esordì lui, con uno sguardo ed un sorriso vittoriosi “che ti dicevo? Hai visto che avevo ragione? Probabilmente l’amaca che hanno regalato al tuo ex migliore amico era di materiale scadente, o suo padre non è stato in grado di fare un nodo decente. Ora, passando a cose più serie, che ne dici di salutarmi finalmente, in modo serio, e di chiedermi come è andato il viaggio? Lo apprezzerei davvero molto”.

Jennifer, facendo attenzione a non commettere alcun movimento troppo brusco (non era affatto ansiosa di testare fino a che punto arrivasse la resistenza dell’amaca), si sdraiò sopra a Roger, avvicinò il proprio viso al suo e lo baciò sulle labbra, dandogli il giusto benvenuto che lui stava aspettando con ansia; quando si allontanò di pochi centimetri, iniziò ad accarezzargli alcuni ciuffi di capelli grigi e sorrise con dolcezza.

“Allora… Come è andato il viaggio in aereo?”

“Infinito e stancante. Te l’ho mai detto che detesto con tutto il cuore prendere l’aereo?”

“Almeno un milione di volte, ma credo che in questo caso ne sia valsa veramente la pena visto il paradiso tropicale che hai scelto per la nostra vacanza” commentò la giovane donna, guardandosi attorno: la villetta in cui avrebbero alloggiato per una settimana aveva un sentiero privato che conduceva ad una piccola spiaggia completamente a loro disposizione; Jen non aveva idea di quanti soldi Roger avesse sborsato per il viaggio e per l’abitazione, e non voleva neppure fare delle ipotesi “e l’intervista? Come è andata l’intervista per promuovere l’uscita del tuo nuovo album?”.

La vena creativa di Roger Waters aveva subìto una brusca frenata in seguito al disastroso fallimento costituito da ‘Radio K.A.O.S’, ed aveva impiegato ben cinque anni per riprendersi da quella brutta caduta e per buttare giù una nuova bozza da sviluppare, che successivamente si era trasformata nel suo terzo album da solista, in procinto di essere pubblicato a breve.

Amused To Death.

Jennifer aveva dato tutto il proprio supporto al bassista, esortandolo a riprendere in mano carta e penna, ed era stata ben lieta di ascoltare la sua idea, nel corso di una cena a lume di candela: da quello che era riuscita a capire, il nuovo album parlava di alcuni alieni che sbarcavano sulla Terra, dopo la fine del mondo, e che iniziavano a studiare il comportamento delle scimmie, mentre l’intera umanità era ridotta a delle pallide ombre; alla fine dell’album, proprio nel brano in chiusura che aveva lo stesso titolo dell’album, gli alieni scoprivano le ombre, un tempo uomini, riunite davanti a degli apparecchi TV, concludendo così che la razza umana si era estinta proprio perché si era divertita a morte.

Jennifer aveva visto in anteprima anche la copertina dell’album: la fotografia ritraeva una scimmia, di spalle, con il muso rivolto verso un enorme televisore che trasmetteva il primo piano dell’occhio sinistro di Roger, spalancato.

La giovane donna aveva annuito, si era dimostrata entusiasta ed interessata, ma in realtà non aveva afferrato appieno il senso della copertina, come quello dell’album stesso… Però le piaceva molto il primo piano dell’occhio sinistro di Roger, perché metteva in risalto la bellissima sfumatura azzurra delle sue iridi.

Era stato Keith a realizzare quella foto, così come aveva realizzato quella che era stata scelta per il retro dell’album.

“È andata bene”

“Hai fatto il bravo?”

“Sì, certo che ho fatto il bravo”

“È la verità, oppure lo dici solo perché vuoi farmi sentire più tranquilla?” insistette Jennifer, socchiudendo gli occhi ed assumendo un’espressione indagatrice “Roger, ti conosco molto bene e so perfettamente quanta poca tolleranza nutri nei confronti dei giornalisti e delle interviste in generale. Hai fatto davvero il bravo, oppure domani avrò qualche spiacevole sorpresa in prima pagina? Ti sei dimostrato saccente? Hai fatto l’arrogante? Hai risposto in malo modo o hai interrotto l’intervista a metà perché ti hanno rivolto qualche domanda spinosa?”

“Nulla di tutto questo, te lo posso assicurare” rispose lui, scuotendo la testa da destra a sinistra “non mi sono dimostrato saccente, non ho fatto l’arrogante, non ho risposto in malo modo e non ho interrotto l’intervista. Niente di niente. Ohh… E non ho neppure sputato in faccia a nessuno. Ho risposto a tutte le domande in modo educato ed esaustivo, puoi fidarti delle mie parole”

“Quando uscirà l’album?”

“Ufficialmente, il sette settembre”

“Il giorno dopo il tuo compleanno?”

“Esatto”

“Beh… Allora lascia che sia la prima a dirtelo” Jennifer avvicinò di nuovo il proprio viso a quello del marito, e gli sussurrò una semplice parola a poca distanza dalle sue labbra carnose “congratulazioni”

“Per il nuovo album che sta per uscire? Aspetta a congratularti, prima bisogna vedere quanto positive saranno le recensioni”

“Sono sicura che saranno ottime, esattamente come quelle del concerto a Berlino… Ma non mi stavo riferendo all’album… Non del tutto, almeno”

“A cosa al… Ahh, ho capito: mi stai facendo le congratulazioni perché mi sono comportato in modo corretto durante l’intervista, ho indovinato?” Waters corrucciò le sopracciglia vedendo Jennifer scuotere nuovamente la testa con un sorrisetto divertito sulle labbra “no? Allora a cosa ti stai riferendo?”.

Il sorriso sulle labbra della giovane donna divenne più ampio: stava aspettando quel momento da quando aveva preso l’aereo per arrivare in quella bellissima isola tropicale delle Hawaii; con le dita che tremavano leggermente dall’emozione, prese la mano destra del marito e l’appoggiò in corrispondenza del proprio ventre, nascosto dal morbido vestitino che indossava.

“Congratulazioni, Roger, stai per diventare di nuovo padre” sussurrò con voce rotta dall’emozione “a quanto pare, avremo un terzo piccolo maialino”.

Il bassista impiegò diversi secondi per afferrare appieno la lieta ed inaspettata notizia; quando finalmente ci riuscì, spalancò gli occhi azzurri, li abbassò sulla mano ancora appoggiata sul ventre di Jennifer e poi tornò a fissarla negli occhi.

Impiegò ancora qualche istante, ma poi riuscì a parlare di nuovo.

“Davvero?” domandò incredulo, e Jennifer, altrettanto incredula, annuì con vigore.

“Sì, Roger, davvero. Ho fatto il test per ben tre volte, per essere sicura, ed il responso è stato sempre lo stesso: sono incinta. E dal momento che tu sei l’unico uomo con cui ho dei rapporti intimi, ciò fa di te in automatico il padre del bambino… O della bambina. Credo che l’ultima volta ci abbiamo dato parecchio dentro”

“Ohh, ma è… Questo… Ma questo è semplicemente stupendo” mormorò il bassista, senza fiato, ancora incredulo e frastornato perché non si aspettava di ricevere una simile notizia: a quasi cinquant’anni, stava per diventare padre per la terza volta; ben presto sarebbero ricominciate le notti insonni, le urla incessanti, i capricci senza fine, ma anche una nuova lunga serie di ‘prime volte’.

Il primo bagnetto.

La prima parola.

I primi passi.

Il primo giorno in asilo.

Aveva appreso la notizia da un paio di secondi, ma già sapeva di amare profondamente quel piccolo essere che aveva appena iniziato a formarsi.

“Sei contento? Sei davvero contento?” chiese la giovane donna con uno sguardo ansioso, e Roger si affrettò a rassicurarla con un sorriso luminoso, carico di gioia.

“Certo che sono contento, Jen, perché non dovrei esserlo? Questa… Mio dio, non riesco neppure a parlare dalla gioia!”

“Temevo che avresti potuto prenderla piuttosto male”

“Cosa?” Waters corrucciò le sopracciglia e si tirò su col busto “perché avrei dovuto reagire in questo modo?”.

Jennifer si strinse nelle spalle.

“Anni fa, quando ti ho espresso il desiderio di allargare la nostra famiglia, mi hai detto di non sentire l’esigenza di avere un terzo figlio perché secondo te era già tutto perfetto con Harry ed India, e così… Così quando ho avuto la certezza di essere incinta, non sapevo come dirtelo perché non avevo la più pallida idea di quale avrebbe potuto essere la tua reazione. E poi, io ho quasi quarant’anni e tu sei vicino ai cinquanta… Non siamo più dei ragazzini… Avere un figlio a quest’età è un impegno non indifferente”

“Jen, quella discussione è avvenuta moltissimo tempo fa, in un periodo in cui il nostro primo matrimonio era già compromesso ed in cui mettevo al primo posto cose che non lo meritavano affatto. Adesso è tutto diverso. Un anno e mezzo fa abbiamo deciso di ricominciare da capo, e quindi penso che questo bambino sia arrivato proprio al momento giusto” la rassicurò Roger con un altro sorriso; abbassò di nuovo gli occhi sul ventre di Jennifer e lo accarezzò dolcemente con la mano destra, chiedendosi già se sarebbe diventato padre di un altro bambino o di un’altra bambina: non aveva davvero importanza quale sarebbe stato il sesso del futuro nascituro, ciò che contava davvero era che la gravidanza procedesse senza alcun intoppo e che il bimbo stesse bene “è una notizia magnifica… Davvero magnifica… Io… Mio dio, spero che i prossimi mesi passino in fretta, perché sono già ansioso di stringerlo tra le mie braccia e di fare la sua conoscenza”

“Anche io” mormorò la giovane donna, accarezzandosi il ventre con un sorriso dolce, ma quando sollevò lo sguardo dalla sua espressione traspariva una nota di profonda preoccupazione “è bellissimo… Spaventoso, ma bellissimo… Ed è anche un enorme casino. Roger, sai questo cosa significa? Significa che siamo arrivati ad un punto in cui non possiamo più continuare a mantenere il segreto riguardo a quello che c’è tra noi due. Ben presto la mia pancia inizierà a crescere, tutti la noteranno e mi riempiranno di domande sempre più insistenti”

“In effetti siamo stati fin troppo fortunati in questi due anni. Cosa hai raccontato a Pamela prima di partire?”

“Quello che le racconto ogni volta che devo partire per trascorrere del tempo con te: le ho detto che sarei andata a trovare Lindy”

“E lei ti ha creduto?”

“Credo che non abbia il minimo sospetto a riguardo, ho sempre fatto attenzione a non commettere nessun passo falso. Se mommi avesse avuto qualche sospetto riguardo i miei viaggi, mi avrebbe già costretta a svuotare il sacco da molto tempo”

“E come pensi che reagirà quando la metterai al corrente di questa piccola novità?” chiese il bassista con un’espressione divertita; Jen, in tutta risposta, inarcò il sopracciglio destro.

“Piccola? Temo che resterà piccola ancora per pochissimo tempo, Roger. Ricordi che pancia enorme avevo sia con Harry che con India? Temo che anche questo terzo piccolo maialino non farà eccezione… Comunque, per rispondere alla tua domanda: credo che mommi sarà molto contenta di diventare di nuovo nonna… Ma non credo che sarà altrettanto contenta di apprendere di questo” rispose la giovane donna, riferendosi alla fede nuziale che portava all’anulare sinistro; non era la vecchia fede che Roger le aveva messo al dito quando l’aveva portata all’altare per la prima volta: per le loro seconde nozze, il bassista aveva insistito per acquistare una nuova coppia di anelli in oro nero, con la speranza che portassero più fortuna dei precedenti “so già che si arrabbierà molto per tutto quanto… Tutti quanti si arrabbieranno molto quando lo verranno a sapere”

“Pensi che rientrerò mai nelle sue grazie?”

“Non lo so. Non credo di essere in grado di rispondere a questa domanda, ma francamente non me ne importa nulla. Non m’importa di quale sarà la reazione sua e degli altri, perché si tratta della mia vita e della mia felicità. E se c’è una cosa che so per certo, è che se voglio essere davvero e completamente felice, devo avere te a mio fianco… Insieme ai nostri figli, ovviamente. Ecco, l’unica cosa che mi preoccupa davvero sono le loro possibili reazioni… Quella di Harry, soprattutto”

“Credi che reagirà molto male?”

“Non lo so” disse di nuovo Jennifer, scuotendo la testa e mordendosi il labbro inferiore.

Roger ed Harry non erano ancora riusciti a recuperare il loro rapporto; nonostante tutti i tentativi del bassista, il ragazzino si stava dimostrando terribilmente testardo e per nulla intenzionato a perdonare gli errori commessi dal padre.

Jennifer non era certa che la notizia del loro riavvicinamento e quella della sua gravidanza avrebbero influito in modo positivo sulla loro situazione così delicata; anzi, temeva la reazione del suo primogenito perché già sapeva che sarebbe stata violenta.

Quella di India, al contrario, non la preoccupava affatto.

“Facciamo così” proprose Waters, interrompendo il flusso di pensieri della sua dolce metà “quando tornerai in Inghilterra, non appena avremo entrambi un attimo di respiro, organizzeremo una cena a quattro, solo per noi due ed i ragazzi. Parleremo loro con calma, andando per gradi, per non sconvolgerli troppo, e daremo la notizia della tua gravidanza… Ma per il momento, tutto quello che dobbiamo fare è goderci la vacanza e festeggiare la lieta notizia: questa sera ti porto fuori a cena nel miglior ristorante dell’isola. Dobbiamo brindare”

“Peccato che io dovrò farlo con un drink analcolico, perché per i prossimi mesi posso scordarmi gli alcolici. Mi auguro che questo piccolo maialino non sia un piccolo pugile come lo è stata India, perché non voglio trascorrere i prossimi giorni chiusa in bagno a vomitare”

“Non accadrà: passeremo una vacanza perfetta in questo luogo da sogno. Ce lo meritiamo entrambi, ma tu di più” Roger allungò la mano destra e sistemò una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio sinistro di Jennifer: non li aveva più fatti crescere da quando lui le aveva detto che gli piaceva molto con quel caschetto corto; Jen sorrise, scese dall’amaca dondolante e prese il bassista per mano, con l’intenzione di entrare con lui nella villetta e di trascorrere un po’ di tempo nella grande ed illuminata camera da letto.

Voleva festeggiare l’inizio della vacanza, l’uscita imminente del nuovo album del suo uomo e l’arrivo di un terzo piccolo maialino facendo l’amore, dal momento che non poteva farlo inalzando un calice di champagne frizzante… Ohh, e naturalmente ci avrebbero dato dentro una seconda volta a cena conclusa, dopo essersi concessi una romantica passeggiata in riva al mare, lungo la spiaggia a loro completa disposizione.

Potevano farlo tutte le volte che volevano per i prossimi mesi, visto che non avrebbero avuto l’impiccio delle precauzioni.

Jennifer si bloccò a metà vialetto, sentendo Roger fare resistenza, e si voltò a guardare il marito con uno sguardo perplesso, chiedendogli se ci fosse qualche problema.

“No, non c’è nessun problema, semplicemente c’è una cosa che vorrei dirti, e desidero farlo prima di entrare”

“Ovvero?” domandò Jen incuriosita, piegando leggermente la testa verso sinistra “cosa devi dirmi?”

“Avrei dovuto farlo molto tempo fa e questo non me lo perdonerò mai, ma meglio tardi che mai… Giusto?”

“Non ti seguo, Roger, cosa stai cercando di dirmi?”

“Jennifer” il bassista la chiamò per nome con un’espressione estremamente seria, le appoggiò le mani sulle guance, si chinò per baciarla con dolcezza sulle labbra, senza approfondire con la lingua, e poi avvicinò la bocca all’orecchio sinistro della giovane donna, per sussurarle due parole che non le aveva mai detto prima “ti amo”.

Jennifer sgranò le iridi chiare e trattenne il respiro.

Ti amo.

Roger le aveva appena detto apertamente, per la prima volta, di essere innamorato di lei.

Da quanto tempo stava aspettando quel momento? Quante volte aveva desiderato ardentemente sentire quelle parole uscire dalla bocca del bassista? E quante volte aveva pianto di nascosto, sicura che lui non ricambiasse appieno i suoi stessi sentimenti?

Anche se avevano avuto dei figli, anche se si erano sposati per ben due volte, anche se si erano ritrovati dopo un orribile divorzio, dentro di sé aveva sempre avvertito uno sgradevole vuoto provocato dall’assenza di quelle due parole fondamentali all’interno di una relazione seria, mirata a durare per sempre.

Ora, finalmente, quando ormai aveva perso ogni speranza, quel piccolo e sgradevole vuoto era stato colmato.

E lei si sentiva la persona più felice sulla faccia della Terra.

Jen sorrise, con gli occhi colmi di lacrime dettate dalla commozione, strinse la mano destra di Roger, ed insieme a lui si avviò a passo veloce verso l’ingresso principale della villetta, impaziente di raggiungere la camera da letto il più in fretta possibile.
 
   
 
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