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Autore: vitt0ria_505    16/01/2021    0 recensioni
La sfiga diciamo che mi pedina, a tal punto che se dovessero fare il campionato mondiale della sfiga, io arriverei seconda.
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15/01/21
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nella mia breve e inutile esistenza, già da quando ero nel grembo di mia madre, la vita mi ha messo davanti alla più importante delle decisioni:

Far parte della categoria di persone che danno un significato alla propria vita, che decidono cosa farne e che la rigirano come vogliono. Quelle persone che vogliono lasciare un segno nella vita degli individui che li circondano. Piene di obbiettivi e ambizioni, che fanno di tutto pur di rendere i loro sogni realtà.

Oppure, far parte della categoria di persone che non danno significato alla loro vita, che non hanno ambizioni o sogni, e che se anche li avessero non farebbero nulla. Se li avessero sarebbero troppo pigri e distratti per arrivare al coronamento dei loro sogni o ai loro scopi. Quelli che subiscono passivamente gli eventi della vita, quelli che collezionano sbagli e sconfitte uno dopo l'altra.

Io ovviamente faccio parte della seconda categoria. E non me ne stupisco neanche più, date le amicizie che ho stretto negli ultimi anni e delle persone di cui mi circondo. 

Così osservo Ronnie. Ho sempre pensato che il suo è un potenziale nome da tossico, e ciò che conferma la mia teoria, è che lo trovo intento a leggere un articolo su un giornale di giardinaggio: -"Come piantare e far crescere la propria piantina di Marijuana nel balcone di casa vostra, in totale legalità (più o meno)" mentre canticchia un "Sex boy sopra il polka sembro scemo". I lunghi capelli ricci e neri di Ronnie gli ricadono sulla fronte. Poi mi guardo attorno, e trovo Luke immerso nella lettura di Percy Jackson. E ironia della sorte, il nemico di Percy per due film di seguito si chiama proprio Luke.

"Tu sei scemo e basta..." dice il ragazzo non staccando gli occhi del suo libro, per poi continuare, "Rose, da domani inizio di nuovo la "dieta blu". Asserisce.

Aggrotto la fronte, mentre afferro il mio pacco di patatine.

"Luke, sai benissimo che non puoi andare avanti mangiando mirtilli, patate blu e tutto ciò che ha del colorante artificiale all'interno!"
Dico al ragazzo, ma Luke alza le spalle, e io metto una mano sulla fronte esasperata.

Quel ragazzo prende tutto troppo seriamente, questa settimana ha avuto già due volte la brillante idea di iniziare "La Dieta Blu" dopo aver letto che Percy scartava tutto il cibo, se non quello di colore blu. Io e Ronnie per una settimana abbiamo cercato di convincerlo a smettere, non sarebbe potuto andare avanti mangiando mirtilli.

Nel frattempo Ronnie continua a cantare e intona un "Ballo la polka la danza dell'anno" mentre noi lo guardiamo confusi.

"Balli la polka?" chiede Luke.

"Certo che no!" alziamo tutti e due le spalle.

Poi mi soffermo su Jill che indossa una felpa di una band, gli Illusionist. Mi aveva fatto ascoltare tutte le loro canzoni fino ad avermi portato ad uno stato di trans e catalessi. Alle orecchie aveva un paio di cuffie, e probabilmente ascoltava le loro canzoni. E' bellissima, e questo è innegabile. Alta e slanciata: tratti dolci e femminili, un viso roseo e perfetto, delicato e con un naso all'insù. Grandi occhi verdi e dei capelli scuri che le arrivano alle spalle.

E' perfetta, alla moda, insomma tutto quello a cui ogni ragazza aspira. L'unico suo difetto? L'enorme cotta per Ezra Miller, e questa ha portato, purtroppo per me e le mie povere orecchie, l'ossessione di Jill per gli Illusionist. Come, vi chiederete. Beh, per Jill gli Illusionist sono una piccola scusa per attaccare bottone con il "rocker rubacuori della scuola Ezra" ( Che effettivamente è un soprannome cringe, soprattutto se se lo è dato da solo.) , anche se lei non vuole ammetterlo. Sotto questo punto di vista, essere amica di Jill è una condanna, e mi chiedo perché non l'abbia ancora mandata a fanculo. Poi, ricordo che è la migliore amica che abbia mai avuto, sempre premurosa nei miei riguardi, e con una pazienza infinita, poiché lottare col mio pessimo carattere non è affatto semplice.

"Puoi smetterla di muovere quel fottuto piede? Stai facendo ballare il cha cha cha al tavolo, e io sto cercando di capire come farmi una canna!" Dice Ronnie cercando di attirare l'attenzione di Jill, che ha la musica a tutto volume nelle orecchie.

Ronnie, seccato, butta il giornale nel tavolo.

Il giornale di giardinaggio di Ronnie, si apre e finisce su una pagina in cui c'è la foto di un ragazzo tatuato con un annaffiatoio in mano.

Jill scatta in piedi, e afferra il giornale che poco prima il ragazzo dai capelli neri aveva gettato malamente nel tavolo.

"Oddio, Jackson! Ha rilasciato un'intervista al tuo giornale di merda!"

"Hey tu, che stai facendo col mio giornale!" il ragazzo fa per riprenderselo ma Jill glielo strappa dalle mani.

"Jill!" la richiamo.

"Non è nel tuo interesse sapere, Jackson degli Illusionist sta spiegando come annaffiare correttamente una pianta! Che carino, adoro il suo pollice verde" la ragazza ribatte.

"Non è nel mio interesse? Fai sul serio? Quel fottuto giornale è mio! Chissene frega di quel Jackie, Jack o come si chiama" Jill ancora tiene saldamente il giornale tra le mani, e Ronnie prendendolo strappa la pagina.
Luke, di fianco a me, posa il suo libro e si alza. Allunga una mano e afferra il giornale di giardinaggio di Ronnie, per poi buttarlo nel cestino della carta.

"Avete calpestato, scartavetrato, ci siete passati sopra ed infine avete rotto i miei coglioni blù!"

"Il mio Jackson!" dice imbronciata Jill, sedendosi di nuovo.
"Le mie...canne!" dice ancora sconvolto Ronnie, che lentamente si risiede sempre con gli occhi fissi sul giornale ormai diventato melma.

Ma riprendiamo da dove avevo interrotto il mio sproloquio. Ah, si, di quanto fosse perfetta Jill. Accanto alla sua bellezza Angelica, ci sono io, con la mia insicurezza e col mio essere incredibilmente goffa. Un metro e tanta voglia di crescere, e un corpo lontanamente paragonabile a quello di Jill, alto e slanciato. Lunghi capelli di un rosso acceso rovinati dalle decolorazioni continue, carnagione bianca da sembrare quasi un vampiro (ma tutto sommato non è così male, dato che non sono stata ancora colpita a differenza dei miei coetanei, dagli sfoghi o dalle imperfezioni della pelle) e comuni e normalissimi occhi verdi. Uno stile tutt'altro che alla moda, composto prevalentemente da felpe rubate a mio fratello la mattina, mentre lui è chiuso in bagno a recitare uno dei suoi mantra, e in tutta onestà, non voglio sapere a cosa gli servino, e magliette nere o bianche. Io e Jill siamo esattamente l'opposto, ma forse è proprio per questo che siamo diventate amiche da piccole. La nostra amicizia nacque dopo averle lanciato di proposito una pallonata in testa all'età di cinque anni. Nonostante questo, mi volle ugualmente come amica e mi abbracciò.

Alla mia figura si affianca anche un'imbarazzante vita sociale, costellata prevalentemente da cotte per ragazzi fuori dalla mia portata, finite con Jill che va dai diretti interessati, nonostante il mio disappunto, chiedendo se avessero voglia di uscire con la sottoscritta. Se qualcuno ha accettato o no? Non lo sapremo mai, trascinavo via Jill prima che dicesse il mio nome.

La sfiga è la mia compagna di vita e di avventure, che non intende levarsi dai coglioni. Diciamo che mi pedina, a tal punto che se dovessero fare il campionato mondiale della sfiga, io arriverei seconda. Mai eccelso in nulla, mai vinto nulla, mai arrivata neanche per sbaglio ai traguardi che mi sono imposta, o magari non mi sono impegnata abbastanza per arrivare al risultato da me sperato. Ma in reltà ho smesso anche di sperarci, peggio di così sicuramente non può andare.

Un concentrato e una massa uniforme di pigrizia, Il tutto, anche contornato da un pessimo rendimento scolastico, e per pessimo, intendo così pessimo da avere un 5+ in religione.

Quindi io passo le giornate così, tra un pessimo rendimento scolastico a scuola, una migliore amica fantastica e bellissima che mi batte a mani basse, ma mentalmente instabile. Un lettore accanito di libri e fissato col blu, e che quando si arrabbia mette in mezzo i suoi coglioni austriaci e un ragazzo dai capelli neri a cui piace il "giardinaggio".

🍁🍁🍁

Faccio partire la riproduzione casuale dal mio cellulare, e prendo dalla tasca piccola del mio zaino nero, il pacchetto di sigarette Malboro, ne prendo una e l'accendo. La porto alla bocca mentre ascolto "Why'd You Only Call Me When You When You're High" degli Arctic Monkeys, poi butto fuori il fumo. Mi siedo nel cortile della scuola, sconsolata e incazzata, dopo essere stata sbattuta, fuori dalla professoressa di educazione fisica, perchè io e Ronnie ci siamo addormentati nel lettino mentre stavamo "eseguendo" gli esercizi della lezione di oggi, facendo stretching. Capisco che Ronnie è un bel ragazzo, e capisco che abbia un distinto e indiscutibile fascino, ma questo è un chiarissimo favoritismo, dato che lui è ancora in palestra.

Immersa nelle note della canzone degli Arctic Monkeys, continuo a fumare in silenzio, d'altronde sono sola, e parlare col l'aria mi farebbe passare per una pazza visionaria.

Mentre canticchio, il suono delle notifiche dei messaggi interrompe per un attimo la musica, che riprende poco dopo.

Sarà sicuramente un messaggio di mio fratello che mi aspetta per una sessione di yoga giornaliera, o che mi chiede se chiamare Azi per portare il kebab a pranzo. Non ho molta voglia di rispondere quindi lascio perdere.

Il suono della campanella ci avvisa della fine delle lezioni. Così prendo lo zaino, e dopo averci messo le sigarette e le cuffie, mi alzo e mi incammino verso la fermata dell'autobus, cercando di arrivare il più velocemente possibile, prima che lo perda, come quasi ogni giorno. Dopo aver fatto il biglietto salgo, e mi metto in un posto totalmente a casaccio, sperando che nessuno si sieda accanto a me.

"Che giornata del cazzo..."

   
 
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