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Autore: _ K a r i n    16/01/2021    1 recensioni
[ispirazione da light novel “Death is the only ending”] [FE3H: Twin!AU + oc!Eisner] [Byleth/Edelgard][Beleth/Dimitri][OC/Claude] [what if/canon divergence]
“Aaah, potrei morire qui e adesso…”.
Mentre formulava quel pensiero, la bambina lo sussurrò senza farci caso. Credette che nessuno la stesse ascoltando ma, in realtà, aveva catturato l’attenzione di due giovani passanti, due gemelli, appena più grandi della bambina del vicolo dai folti e scompigliati capelli nero pece. Sotto la neve che continuava a cadere, in quel pomeriggio del primo giorno di Luna Eterea, la bambina ebbe un destinato incontro.
————
Morta di stenti il giorno del 25 Dicembre per aver giocato troppo ad un videogioco, Balan prese al balzo con ottimismo quella sua seconda occasione. Dopo aver compreso di essere nel mondo dell’ultimo videogioco cui lei aveva giocato, la sua adozione nella famiglia Eisner le diede un sogno da voler assolutamente realizzare: portare un’alba diversa nel Fodlan. Avrebbe fatto di tutto pur di evitare certe stragi o strazianti eventi, anche sacrificare la sua sanità o uccidere la sua passata moralità.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Byleth Eisner, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Uno:
Parte uno, Nubi Bianche -- Decisioni importanti

 

 

I gemelli Eisner non sapevano esattamente il motivo della loro decisione, ma dopo aver visto quella bambina dai capelli neri, all'incirca della loro età, svenire sotto ai loro occhi, seppero cosa dovevano fare. Byleth e Beleth erano due gemelli che potevano comunicare tra di loro anche con un solo sguardo, e questo fu pure l'ennesimo caso: senza nemmeno fiatare, annuirono guardandosi negli occhi e la presero contemporaneamente, sostenendole le braccia e la schiena, e si incamminarono verso l'accampamento dove alloggiavano con loro padre, e i suoi mercenari, in quel momento.

Jeralt, vedendo i suoi due piccoli ritornare con non solo la merce che aveva chiesto loro di comprare, ma anche con un inaspettato ospite svenuto, non sapeva cosa pensare. Era rimasto davvero sorpreso nel vedere i suoi bambini, nati senza battito ma con pulsazioni, provare qualcosa nei confronti di quella sconosciuta bambina, tanto da salvarla dalla strada. Così, coprirono la bambina con tutte le coperte che possedevano, avvicinandola al fuoco per scaldarla meglio, tranquillizzando Byleth e Beleth che la misteriosa bambina aveva solo bisogno di riposo, calore e cibo. Ma, comunque sia, i due gemelli le restarono al fianco, silenziosi come sempre.

Al suo risveglio, la corvina si sentiva nuovamente spaesata e concluse di non stare sognando, quando le sue pozze azzurro-ghiaccio entrarono in contatto con quelle violacee dei gemelli.

"Sono davvero loro." si diceva, così spaesata da restare in silenzio. Silenzio che venne spezzato dallo stomaco della corvina, la quale, con imbarazzo, abbassava la testa tenendosi la pancia. Beleth, capendo il suo bisogno si prodigò subito a passarle del pane con cui poter mangiare, aiutata dal gemello, il quale le passava l'acqua da bere.

-Hai bisogno di mangiare- disse Beleth con espressione neutra, ripetendo ciò che prima Jeralt aveva detto loro.

-E di bere- continuava Byleth, con lo stesso tono della gemella.

L'altra imbarazzata, non riuscì a dire di no, così prese in mano il pane e il bicchiere d'acqua, ringraziandoli a testa bassa.

Quando Jeralt rientrò a casa, trovò Byleth e Beleth osservare curiosi la bambina, mentre questa finiva di mangiare con entusiasmo, ignara degli sguardi.

-Vedo che ti sei svegliata- annunciò la sua entrata in quel modo e la corvina quasi non si strozzava, mentre avvistava uno dei suoi personaggi preferiti di quel mondo in cui era finita (di questo dettaglio, lei non aveva ancora ben metabolizzato il tutto). Jeralt credette, però, di averla spaventata, e cercò di scusarsi impacciato.L'adulto si presentò, prima di indicare i gemelli per presentarli come suoi figli, dicendo come fosse stata trovata e perchè si trovava da loro.

-E tu? Come ti chiami?-.

Jeralt aveva chiesto il suo nome. Una domanda semplice, ma cui la bambina non poteva rispondere. Era confusa e perciò restò qualche minuto in silenzio. Aveva avuto un nome, certo, nella sua vecchia vita, ma non le sembrava corretto usarlo nuovamente, in quella che stava vivendo ora. Non voleva, poi, una estensione di attaccamento verso coloro che l'avevano fatta nascere nella sua vita passata, conservando il nome che le avevano dato.

-...non ne ho uno- rispose alla fine. L'adulto comprese, così, che fosse un'orfana.

-Quindi... stai bene adesso? Hai un posto dove ritornare?-.

La corvina non seppe di nuovo, per bene, cosa rispondere, ma decise di continuare ad essere onesta.

-Adesso si, grazie mille... e no, non proprio. A parte il vicolo...-.

Jeralt fece un verso di comprensione. Si era immerso nei suoi pensieri, per questo si sorprese quando sentì Byleth parlare.

-Allora rimani con noi-.

Beleth, pure, annuì alle parole del fratello, e insieme fissarono con la stessa espressione neutra il padre, il quale comprese, però, che stessero cercando di implorarlo.

Lui, alla fine, sospirò. -Si, dai. Se vuoi, puoi restare con noi-.

Jeralt non era riuscito a non viziare i suoi figli, soprattutto quando questi sembravano provare qualcosa. Anche se, non sapeva effettivamente che cosa.

La corvina, nel frattempo, era rimasta scioccata. Non avrebbe mai pensato ad un tale svolgimento di eventi: in poco tempo, non solo aveva scoperto di essere nel mondo del videogioco a cui aveva giocato, prima di morire per giunta, ma quella stessa famiglia che lei aveva ammirato, le aveva appena chiesto -- a lei --  di rimanere con loro. Non credeva di poter essere più felice.

-Posso davvero..? Non è un problema?- chiese, avendo paura, d'un tratto, di stare solo immaginando quella serie di eventi. Ma Jeralt le sorrise.

-Certo che puoi, piccoletta-.

"Cosa farai allora?".

"Non è ovvio?" rispose a System mentalmente. Fece un piccolo sorriso, accettando con piacere quell'offerta. L'espressione di Byleth e Beleth, nonostante non fosse cambiata, mostrava il loro sguardo ingentilito. Anche se loro stessi non l'avevano notato, Jeralt lo aveva fatto e sorrise, contento di quella scelta.

-Ah, ma dobbiamo trovarti un nome, adesso.- continuò Jeralt, portando su di sé l'attenzione di tutti e tre i bambini. -Beh, non possiamo mica chiamarti tu a vita...-.

Si misero tutti e tre a pensare ad un nome, sotto lo sguardo sorpreso della corvina. Era rimasta davvero sorpresa: non solo poteva restare con loro, ma adesso stavano addirittura pensando ad un nome per lei. Era così felice che non sapeva come esprimerlo.

-...Balan- fu il nome che aveva pensato i gemelli allo stesso tempo, nome che piaceva anche a Jeralt.

La corvina si mise a lacrimare dalla felicità, mentre diceva che fosse un nome perfetto.
 

**


Il tempo passava veloce, nell'ottima compagnia degli Eisner e portava con sé tante novità per la corvina.

Il primo fra tutti era il suo nome: Balan Eisner. Non solo le avevano dato un nome, ma l'avevano anche adottata nella loro famiglia. Era iniziato tutto quando lei, per sbaglio, non era riuscita a trattenersi dalle sue vecchie abitudini e aveva chiamato Jeralt "babbo". Dall'imbarazzo era scappata, subito dopo. Jeralt però l'aveva trovata subito e le aveva assicurato, insieme a Byleth e Beleth, che non doveva preoccuparsi e che la vedevano già come una famiglia. Jeralt aveva anche commentato che non gli dispiaceva avere una terza figlia. Quello era stato, molto probabilmente, uno dei giorni più belli per la corvina. Secondo, ovviamente, al giorno in cui li aveva incontrati per la prima volta, il primo della Luna Eterea.

La seconda novità era la sua decisione. Dopo essere stata adottata, essere riuscita a metabolizzare il fatto di dover vivere in quel posto e ad ambientarsi fra i mercenari, la preoccupazione aveva fatto largo dentro di lei. Quale finale del gioco ci sarebbe stato? 

Inoltre, Jeralt aveva avuto dei gemelli e non un figlio unico (come nel gioco), e Balan non poteva capire che diversità avrebbe comportato quel cambiamento alla storia che conosceva. Sarebbe stato come in certi headcanon che aveva letto nella sua vecchia vita, ovvero i due fratelli che si combattono e si uccidono a vicenda? Non poteva assolutamente permetterlo. Il solo pensiero la rabbrividiva. Così aveva preso una decisione: avrebbe creato lei stessa un nuovo, inedito, finale. Una storia alternativa in cui i suoi fratelli, Edelgard, Dimitri e Claude restavano in vita, si riappacificavano e sconfiggevano i nemici che si nascondono nelle ombre da secoli. Era un obiettivo difficile da raggiungere, molto impegnativo, ma non si sarebbe data per vinta. Avrebbe assolutamente creato una nuova alba, diversa da tutte le altre, sul Fodlan. 

Finalmente, con un nuovo sogno dentro di sé, un obiettivo da raggiungere a qualunque costo, deciso da se stessa e non imposto da altri per la prima volta, Balan iniziava ad allenarsi con nuovo zelo. Sotto la guida di Jeralt, insieme a Byleth e Beleth, e la compagnia dei mercenari dell'uomo, aveva iniziato ad imparare a combattere con la spada, con la lancia, con l'ascia, l'arco, a mani nude o con guanti d'arme, e con la magia. L'unica pecca era che tra i mercenari non c'erano maghi e doveva accontentarsi dei libri, e anche dell'aiuto di System, la sua stessa abilità. Iniziando ad imparare a combattere, comprese anche una cosa. System le aveva fatto capire che il suo corpo era particolarmente forte e talentoso nel comprendere ogni stile di combattimento, grazie alle ultime sue parole che aveva espresso, nella sua vecchia vita. Non poteva essere più grata, ora più che mai, di quel desiderio inconscio che aveva compiuto prima di morire.

Con il tempo, aveva anche legato ancora di più con la sua nuova famiglia. Mentre cresceva si era chiesta dentro chi, dei gemelli, fosse Sothis, ma gli ultimi sogni che avevano iniziato a fare negli ultimi tempi e che le avevano raccontato, le avevano fatto capire che la Dea fosse dentro entrambi. 

Nonostante il tempo passato, la sua decisione era rimasta sempre la stessa e, anzi, si era sempre più consolidata. Voleva evitata con tutta se stessa le loro morti. Con quella determinazione che le scorreva tra le vene, era cresciuta al loro fianco, attendendo con ansia l'inizio della storia del videogioco.

Fra allenamenti e battaglie da mercenaria, legami e risate, quindici anni passarono in fretta e, in men che non si dica, Balan si era ritrovata, alle porte del loro ultimo accampamento nel villaggio Remire, tre particolari studenti della Officers Academy: Edelgard von Hresvelg, Dimitri Alexandre Blaiddyd e Claude von Riegan.

***
 

Piccola Nota:

Ciao a tutti, è l'autrice che vi parla! Una piccola e veloce nota sulla storia fino ad ora:
Avete presente quella sensazione di protezione che vi pervade quando vedere un cucciolo abbandonato sul ciglio della strada? Quella voglia assurda di prenderlo, coccolarlo e farlo entrare nella tua famiglia, mostrandogli affetto e calore? Ecco, questa è la sensazione che i gemelli hanno inconsapevolmente provato una volta che hanno intravisto Balan.

Commentate tranquillamente ciò che pensate, e chiedete pure se non capite qualcosa! 
Al prossimo aggiornamento,
Karin.

 
   
 
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