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Autore: _Zaelit_    16/01/2021    0 recensioni
Come cambierebbe la storia di Final Fantasy VII se un'altra creatura aliena fosse caduta sul pianeta, anni fa, oltre a Jenova?
Il Progetto Yoshua R porta alla creazione di una ragazza all'apparenza normale ma che, in realtà, dovrebbe incarnare il potere dei Cetra e uguagliare la forza fisica dei prodotti del Progetto Jenova.
Rainiel non sa di essere nata da un esperimento, esattamente come non lo sa Sephiroth, ma i loro destini percorrono la stessa strada e sono pronti a incrociarsi.
- La Fanfiction è ambientata durante le vicende di Crisis Core ma gli eventi sono stati cambiati per comodità della trama. Alcuni personaggi potrebbero risultare lievemente OOC. Vi è la presenza di coppie canon e noncanon e di personaggi OC. -
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Heiress of Yoshua'
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Vaneja si scostò dalla parete e indietreggiò titubante, la mano pronta a sfoderare una delle sue pistole.
I suoi occhi osservarono bene quelli dei tre amici e infine, proprio accanto a loro, quelli freddi di Sephiroth che comprendeva che la sua paura era generata da lui.
«Sephiroth...» lo riconobbe prontamente la Turk, guardinga come una gatta pronta ad attaccare per difendersi.
«Van, aspetta!» provò a dissuaderla Rain, sollevando una mano, «Posso spiegarti cosa sta succedendo.» promise.
«Hojo mi ha messa di guardia al laboratorio. Ha accennato qualcosa a proposito di lui.» ammiccò l'altra in direzione del super-SOLDIER, «Di come non fosse davvero disperso... e del fatto che sia stato lui a distruggere gli archivi scientifici un mese fa. Non è mai stato disperso, giusto? È solo fuggito per evitare che la Shinra lo punisse.»
In risposta alle sue accuse, l'uomo tacque ma strinse le palpebre. Non si mosse neppure.
Vaneja era terrorizzata. Diventare nemica di uno come lui non era la migliore delle visioni.
«Attendevo che tornassi per parlare con te, Rain. Sapevi tutto, non è vero?» chiese all'amica, distogliendo allora lo sguardo.
La SOLDIER dai capelli rossastri serrò le mani e si morse le labbra cercando le parole più adatte.
«Sì, è così. Ma non devi pensare che io abbia disertato per un qualche malvagio motivo.»
«Disertato, eh? Quindi è questo che hai fatto!» Van afferrò la pistola, ancora nella fodera.
Sephiroth non si fece scrupoli a muovere un passo avanti e stringere l'impugnatura della sua Masamune. Maneggiata da lui, quella katana sarebbe stata più veloce e letale di qualsiasi proiettile.
Allora la Turk estrasse del tutto l'arma, tenendola con entrambe le mani e puntandola proprio contro di lui, le gambe e le dita che tremavano nonostante cercasse di non dare a vedere di essere spaventata.
«Non ti muovere o giuro che te ne farò pentire!» avvisò.
«Non ne sembri molto convinta.» replicò allora Sephiroth in tono grave e freddo.
«Pensi che esiterò a premere il grilletto?»
La pistola tremò.
Rain cercò di mettersi in mezzo per come poteva.
«Vaneja, aspetta!»
«Sto aspettando, Rain. Aspetto di sapere che diamine sta succedendo e perché tutti voi non mi avete avvisata di nulla.» soffiò delusa, spaventata e arrabbiata al tempo stesso, con la voce che le vibrava e si spezzava prima ancora di sorgere dalla sua gola. «Siete scomparsi per una settimana! Il vostro ritorno era previsto per molto prima, e soprattutto per ieri mattina! Voglio sapere cosa sta succedendo!»
Rain capiva che non si fidava più di loro e si sentì spezzare il cuore. Van era sua cara amica. Senza di lei probabilmente non avrebbe mai avuto il coraggio di avvicinarsi tanto a Sephiroth. Le doveva moltissimo.
Zack cercò di prendere le redini della situazione.
«Van, ora calmati. Siamo amici, sai che se siamo qui c'è una valida ragione. Abbassa quell'arma e parliamone con calma.»
«Mi è stato ordinato di sorvegliare il laboratorio. Hojo sapeva che sarebbe arrivato qualcuno di pericoloso. Non immaginavo che si trattasse di voi... perché diamine lo state facendo?»
«La Shinra ha molti segreti e noi siamo venuti a conoscenza di alcuni di questi.» spiegò lui in risposta, «Per il bene di molta gente innocente, dobbiamo fermare Hojo. Devi fidarti di noi, Van.»
«Io mi sono sempre fidata di voi. Peccato che fosse qualcosa di unilaterale.» Van deglutì rumorosamente, sudando freddo. «È stato lui a convincervi di tutto ciò?» alzò il tono di voce.
Rain sentì l'angoscia attanagliarla. Doveva riuscire a calmarla, o sarebbe accaduto di peggio.
«Sephiroth non è pericoloso, Van. È dalla nostra parte. È la Shinra il vero nemico!» cercò di convincerla.
«Non è stata la Shinra ad appiccare l'incendio e a fuggire, però. Per la Dea, Rain... è stato lui a ridurti in quello stato, quella volta? Eri sul punto di morire! Come fai a fidarti di lui? Che cosa diamine ti ha fatto?» iniziò a insistere, più nervosa.
Sephiroth gonfiò il petto in un respiro profondo che gli permettesse di mantenere la calma. Quello che aveva fatto continuava a perseguitarlo, nella sua mente e anche attorno a lui.
Rainiel voleva evitare tutto ciò.
«Sai alcune cose, ma non sai tutto. Ti prego, Van, se non ti fidi di lui allora fidati di me. E di Zack, di Cloud...»
Vaneja guardò il più giovane del gruppo.
«Persino tu hai perso la testa? Che ne è del tuo sogno di diventare SOLDIER?»
«Come ha detto Zack, abbiamo scoperto molte cose sulla Shinra e su SOLDIER. Non tutto ciò che luccica è oro.» rispose saggiamente il biondino, mantenendo un'espressione quanto più composta possibile.
Vaneja parve rattristata da tutto ciò. Era profondamente delusa.
«Mi avete tenuta all'oscuro di tutto. Come se non contassi nulla.»
«Non è così! Tu conti molto per noi!» riprese a dire Rain, «Anche Cloud non sapeva nulla, fino a qualche giorno fa. Volevo solo proteggervi da...» abbassò gli occhi, «... da tutto il male che mi circonda da quando sono nata.»
«Il male è proprio lì, al tuo fianco.» Van serrò le labbra, indicando Sephiroth. «Spostati, Rain. Lascia che metta fine a tutto ciò.»
Sephiroth provò a muoversi di nuovo. Non odiava quella ragazza, ma non avrebbe permesso a nessuno di interferire con la sua missione. Avere scrupoli riguardo a ciò che aveva già deciso era impensabile. Provava così tanto astio nei confronti di Hojo che avrebbe distrutto qualsiasi ostacolo si frapponesse fra sé stesso e quell'infimo scienziato.
Rainiel però gli si parò davanti, disposta persino a beccarsi una pallottola in petto pur di proteggere lui dall'arma da fuoco... e la sua amica dal tocco mortale della sua spada.
«Non posso permettertelo.» sentenziò con più decisione e un'espressione che metteva i brividi. «Non conosci la verità, Van. Forse non vuoi conoscerla, e io ti capisco. Al tuo posto farei lo stesso. Ma ti chiedo di essere più razionale, e di fidarti di me un'ultima volta. Per il bene di tutti.» concluse allora, puntando bene i piedi a terra. «Lasciaci passare. E, se vorrai, una volta terminata questa missione ti dirò tutto. Ti lascerò comprendere il mio punto di vista.» giurò, «C'è in ballo la vita di decine di persone. Molte delle quali sono già morte, e continuano tutt'ora a soffrire.»
Van osservò e riconobbe la sua esemplare determinazione, una in grado di stupire lo stesso Sephiroth. Zack e Cloud, alle spalle della ragazza, non erano da meno. Tutti sembravano più che mai convinti di ciò che stavano per fare.
E lei non poteva affrontarli tutti. In realtà lo sapeva bene... non sarebbe stata in grado di sconfiggere uno soltanto di loro.
«Il tuo punto di vista...»
Una breve risata originò dal suo petto. Arrendevole e delusa.
I suoi occhi scuri incrociarono quelli di colei che aveva sempre definito una sua cara amica. Occhi che ora non riconosceva più.
«Ti sei innamorata dell'uomo sbagliato, Rainiel.» mormorò, «Lo sai, vero, che presto o tardi lui sarà la tua fine?» la interrogò.
Rain vacillò con forza e si sentì un nodo in gola. Non rispose.
Dietro di lei, la reazione di Sephiroth non si percepì, ma era certa di poter immaginare cosa fosse passato per la sua mente.
Probabilmente lui era della stessa idea. E questo lo portava a odiare se stesso.
Forse era vero. Forse Rain si era innamorata davvero dell'uomo sbagliato. Ma non le importava. Per lui sarebbe scesa nel più gelido Inferno. E sapeva di potersi fidare, più di quanto gli altri avrebbero mai compreso.
«So scegliere che rischi correre.» replicò allora, solamente, prima di ripetere ciò che aveva già detto. «Lasciaci passare.»
Vaneja non perse altro tempo.
Abbassò la pistola, sfoderò una chiave consegnatale per i casi di emergenza e aprì la porta, dopodiché indietreggiò.
«Largo agli eroi.» commentò con il veleno nella voce, guardando tutti di sottecchi. Allargò persino un braccio.
I muscoli tesi di Sephiroth si rilassarono. Non avrebbe usato la Masamune contro di lei, che aveva riconosciuto di non avere possibilità di vittoria.
Rain aggrottò la fronte, mentre i suoi amici si muovevano per entrare nel laboratorio.
«Grazie, Van.» pronunciò, rimanendo per ultima, «Mi dispiace che si sia dovuto arrivare a questo.»
«Non sai quanto dispiace a me.» replicò l'altra, «Oggi ho perso tre cari amici.»
La ragazza dai capelli rossastri si sentì trafiggere da quelle parole.
L'aveva persa. Lo sapeva bene.
«Rain.» chiamò Sephiroth, che attendeva poco oltre la porta.
Era il momento di andare. Non c'era tempo da perdere.
Lei rivolse un'ultima occhiata a Vaneja e cercò di comunicarle in silenzio tutto il suo dispiacere, ma lei le voltò le spalle.
Quindi lei dovette fare lo stesso, e apprestarsi a lasciare dietro di sé il corridoio e la sua amica.
Più che mai, sperò di ritrovarla lì a missione terminata.
 
 
   
 
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