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Autore: devil_may_cry_wrath_92m    16/01/2021    1 recensioni
un nemico spietato, un odio antico e la genesi dei quattro cavalieri
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~~ Guerra e Morte si diressero verso la finestra e si gettarono da essa, atterrando con uno schianto pari a quello di una meteora, nel cortile da cui avevano sentito i rumori del combattimento.
Quello che si trovarono davanti aveva dell’incredibile: tre crepe nel terreno, grandi quanto quelle che avrebbe potuto provocare il più violento terremoto, erano apparse nel terreno del cortile e nelle due estremità di queste crepe vi erano due persone di eguale potenza. Da una parte Furia, armata della sua frusta, era riuscita a scansare all’ultimo momento il terribile colpo anche se la spallina della sua armatura ora era in pezzi rivelandone la spalla e una parte del collo. Dall’altra c’era il suo avversario, il demone con i capelli bianchi che aveva sferrato quel colpo di inaudita potenza. Se ne stava lì ritto in piedi, fiero nello sguardo ma non con l’aria di chi si voleva vantare di aver inferto il primo colpo.
 “Ora basta cavaliere! Risparmia le forze”
A quelle parole, Furia digrignò i denti e con un urlo selvaggio, si scagliò contro di lui. La nephilim, corse per qualche metro, poi spiccò un salto verso l’avversario e la sua frusta guizzò verso di lui. La punta uncinata dell’arma si diresse verso il collo del demone albino ma questi alzò la sua arma e deviò il colpo.
La parola deviazione era un’ eufemismo. La gigantesca spada, la cui lama sembrava un’enorme artiglio, emise un vortice di vento che deviò l’attacco avversario e scagliò Furia lontano, facendola schiantare contro il muro del castello.
Il demone, puntò la spada verso la nephilim senza difficoltà. Quella spada era più grande e sicuramente più pesante di lui, ma l’albino la impugnava tranquillamente come se fosse stata un leggerissimo fioretto.
Ancora una volta gli disse: “Ora basta!” e rinfoderò la spada, che con un fascio di luce tornò alle dimensioni di una normalissima katana mentre veniva riposta nel fodero.
Furia si rialzò da terra, ansimante e con un taglio sulla fronte da cui colava copioso del sangue, ma con uno sguardo talmente spaventoso da terrorizzare chiunque.
“Basta?! Ho appena cominciato dannato bastardo! Posso ancora…”
“Prendere un sacco di botte, sorella” concluse Morte frapponendosi tra la giovane sorella e il suo avversario.
“Fatti da parte Morte!” ringhiò Furia, ma il più anziano fra i nehilim rimase fermo, immobile come una statua ma con uno sguardo freddo negli occhi che non ammetteva repliche.
“Al diavolo!” disse Furia con uno schiocco di lingua e riponendo contemporaneamente la sua arma.
Il cavaliere pallido si voltò verso il demone albino e gli disse: “Vedo che non hai perso il tuo tocco dall’ultima volta che ci siamo incontrati”
“Ne tu il tuo cavaliere della Morte. Opera tua quel buco nel cortile?”
“Ah! senti chi parla!” disse il cavaliere indicando le striature nel terreno “Quando ti ho sentito urlare ho capito che il demone con cui mia sorella ha attaccato briga eri tu. Quindi adesso difendi i deboli e i derelitti?”
“Volevo intervenire prima. Anche se avevamo qualche riserva reciproca, Minax era comunque un mio alleato, ma purtroppo il mio regno è stato attaccato da altri demoni che portavano i colori di Bhelhialis e Krator”
“Hanno attaccato su entrambi i fronti, ma con te non l’hanno spuntata. Volevano le tue armi presumo, e la tua testa”
“Immagini bene. Mi ha lasciato perplesso il fatto che i loro uomini avessero delle armi nephilim.
Temevo che Absolom avesse stretto un patto con loro”
“Absolom, ma non con me?”
“So che tu sei troppo intelligente per allearti con degli sciocchi pieni di vana gloria come Bhelialis o Krator e poi sapevo anche del patto stretto da te e dai tuoi fratelli”
Quest’ ultima affermazione lasciò di stucco il cavaliere.
“Tu sapevi?! Come? Io e i mei fratelli siamo agenti del consiglio da poco tempo”
“Ma durante la battaglia del Kothysos non eravate presenti, questo mi ha fatto drizzare le orecchie e i miei informatori hanno scoperto il perché della vostra scomparsa”
“I tuoi informatori?” il cavaliere pallido aprì e chiuse la mano verso il suo collo, riaprendola rivelò cosa aveva afferrato. Era una creatura grande quanto una pulce, ma con evidenti tratti demoniaci.
Era vestito con un kimono verde kaki e i radi capelli grigi rivelavano la sua anziana età. Eppure il modo in cui saltellava lo faceva sembrare, comicamente, un giovanotto.

“Io so che tu hai solo questo piccolo codardo come spia. Da quanto mi sei addosso Myoga?”
Il minuscolo demone pulce rispose con la voce tremante: “D-da poco lord Morte. Solo il tempo per assaggiare quel suo delizioso sangue”
“Bah! Se vuoi controllarmi, non mettermi mai addosso i tuoi lacchè” rispose il cavaliere, scagliandolo al tempo stesso verso il demone albino.
“Come sarebbe lacchè?! Per tua informazione io sono il nobile servitore di Inu no tasho. Il grande demone cane!” Urlò Myoga appena fu atterrato sulla spalla del suo padrone. Ma quel suo attimo di coraggio finì quando Morte lo guardò di sbieco, allora si nascose sotto l’armatura del suo padrone.
“Morte, tu conosci questo demone?” chiesero all’unisono Furia e Guerra. Il cavaliere più anziano rispose: “Sì è il demone cane, uno dei più valenti spadaccini dell’inferno. E’ stata una autentica spina nel fianco per noi nephilim quando cercammo di invadere il suo territorio”  “Mi rammento che se non fosse stato per te cavaliere, i tuoi fratelli sarebbero tutti morti” concluse con un sorriso ironico l’albino.
“Forse. Ma anche io non ne sono uscito del tutto integro dal nostro ultimo scontro” disse Morte.
“Comunque, che cosa ci fai qui? La battaglia è finita”
“E’ vero. Ma Marlene è stata eletta regina e come alleato del suo regno, era mio preciso dovere venirla ad omaggiare”
“Quindi sei qui per delle frivolezze di corte, demone?” ringhiò Guerra inserendosi nel discorso
“Omaggiare i propri alleati è una cosa che bisogna fare cavaliere. Non sempre si può contare sulle proprie forze”
Guerra fece un gesto con la mano come per considerare tutto ciò una sciocchezza e voltò le spalle al demone e al fratello maggiore.
“I tuoi fratelli sono piuttosto potenti. Percepisco una grande forza da Guerra e da Furia” mormorò il demone albino
“Non farglielo sapere” gli rispose Morte. Sapeva che altrimenti si sarebbe dovuto sorbire le loro spacconate fino alla nausea.
“Vedrò di evitarlo”
Morte si diresse verso il portone che conduceva alla sala, intercettando per tempo sua sorella Furia che stava per scagliarsi contro il demone cane “Lascia perdere Furia. Se non sei morta è solo per una cortesia verso di me”
“Maledetto cagnaccio! Giuro che gliela farò pagare!” ringhiò la nephilim ma Guerra, avvicinandosi, le disse: “L’unica cosa che otterresti è di finire come una povera storpia sorella. Quel demone possiede un’ aura e una spada particolarmente potente e non oso pensare a quello che possono fare le altre due”
“Io ho affrontato quelle armi in passato e non è stata una passeggiata. Credimi se ti dico che ti è andata bene sorella”
Furia non disse niente, non aveva voglia di discutere ancora ma il suo sguardo carico di rabbia era sufficiente per far capire ai due fratelli che la questione tra lei e il demone cane era ancora aperta.
“Andiamo fratelli. Abbiamo una cerimonia a cui presenziare” disse Morte “E da quando ti vuoi immischiare in queste frivolezze di corte, fratello?” chiese Guerra “Infatti io non lo farò. Sarete voi a farlo. Io devo mettermi in contatto con il Consiglio” “Perché?” chiese Furia “L’obbiettivo di Absolom è l’Eden” “Cosa?! Ne sei sicuro?” chiesero all’unisono i due nephilim più giovani “Purtroppo. E se è vero, dovremo preparaci alla guerra” concluse Morte con un filo di voce che pareva un sospiro.  
              

   
 
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