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Autore: Angie_Dreyar    17/01/2021    3 recensioni
Gray è il sole che illumina le giornate di Juvia.
Laxus è il fulmine che illumina le notti di Fried.
Nessuno può capire i loro sentimenti, ma se i due ragazzi si confidassero?
Dal primo capitolo:

-Juvia vuole ricambiare il favore a Fried, Juvia può offrire qualcosa da bere?- chiese lei con un enorme sorriso. Fried fu abbastanza sorpreso a sentire quelle parole e si sentì gli occhi di Mirajane puntati addosso.
-Oh…certo- rispose quindi pensando fosse maleducato rifiutare e si alzò dalla sedia mentre la ragazza si avviava verso un tavolino in un angolo, lui la seguì e si sedette di fronte a lei. Si voltò notando che la barista lo stava davvero fissando e tenne a mente di spiegarle tutta la situazione dopo, prima che fraintendesse. Anche se era un po’ difficile fraintendere, Juvia era innamorata di Gray e tutti lo sapevano.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fried/Laxus, Gray Fullbuster, Gray/Juvia, Lluvia, Luxus Dreher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota: La storia parte dalla sera del 413esimo anniversario di Gray e Juvia con qualche differenza. La ragazza infatti non ha avuto modo di scoprire perchè Gray era così di cattivo umore e non ha parlato nè con Lyon nè con Erza.

**********
 

Sintonia

La ragazza non sapeva da quanto tempo era lì sotto la neve, le sue mani ormai erano insensibili e i suoi capelli completamente umidi a causa dei fiocchi di neve che si poggiavano sopra, le labbra viola tremanti e gli occhi gonfi. Si chiese perché si fosse resa così patetica e perché avesse sperato che quel giorno sarebbe stato diverso dagli altri. Forse doveva soltanto seguire i consigli di Gajeel e dei suoi compagni di gilda, smetterla di correre dietro a Gray, smetterla di dannarsi per un amore che non sarebbe mai stato corrisposto, dimenticare il mago del ghiaccio. Juvia però sapeva che non era quello che voleva fare e che anche se avesse voluto dimenticarlo non ci sarebbe comunque riuscita. Soprattutto, Juvia non voleva dimenticarlo. Non importava come veniva trattata da lui, non importava se non ricambiava i suoi sentimenti, lei voleva stargli accanto, solo vederlo felice le scaldava il cuore. Sentì dei passi avvicinarsi e qualcuno fermarsi davanti a lei, alzò lo sguardo confusa chiedendosi chi potesse interessarsi a lei e vide che era solo un compagno di gilda.

-Ti prenderai un raffreddore a stare qua fuori- le disse gentilmente Fried. Lei abbassò lo sguardo sentendosi davvero patetica a stare lì ferma a piangere sotto la neve.
-Juvia…sta bene- disse con voce tremante a causa del freddo. Non voleva parlare con nessuno in quel momento, soprattutto non voleva di nuovo sentirsi dire che doveva smetterla di struggersi per Gray. Nessuno riusciva veramente a capire quanto intensi fossero i suoi sentimenti. Sentì qualcosa sulle spalle e alzò lo sguardo confusa notando che Fried le aveva poggiato una sciarpa sulle spalle e le si era seduto a fianco. Si voltò verso di lui che le sorrideva gentile.
-Juvia ringrazia Fried per la sciarpa, ma Juvia sta bene- disse quindi battendo i denti.

-La neve è bella, ma sarebbe sicuro più bello osservarla davanti a una tazza di cioccolata calda, non credi?- le chiese lui. Juvia non aveva molta voglia di alzarsi da lì, però Fried era stato gentile, perciò annuì e si alzò sentendo le gambe insensibili dal freddo e barcollando si poggiò al ragazzo che la tenne subito su.
-Riesci a camminare?- le chiese.
-S…sì. Juvia è solo un po’ intorpidita dal freddo- ammise lei a quel punto. Fried passò una mano su di lei disegnando una runa e improvvisamente la ragazza sentì un leggero tepore scaldarle il corpo. Sbatté le palpebre confusa e si ritrovò ancora una volta a ringraziare il ragazzo per la sua gentilezza sorridendo timidamente.

-Siamo compagni di gilda, ci preoccupiamo gli uni per gli altri- le disse lui e poi le fece cenno di seguirlo. Lei non si oppose e gli camminò a fianco in silenzio fino a che non raggiunsero una casa. Juvia alzò lo sguardo sorpresa rendendosi conto che Fried la stava invitando nella propria casa. Lo seguì e salì gli scalini davanti alla porta d’ingresso. Entrò subito dopo il ragazzo e si ritrovò in un salottino accogliente. In un angolo c’era il camino acceso con il fuoco scoppiettante all’interno, un grande divano e una poltrona accanto, con al centro un piccolo tavolino. Fried si tolse il cappotto e lo appese all’attaccapanni. Juvia seguì il suo esempio sentendosi leggermente a disagio, in fin dei conti non aveva mai parlato molto con lui. Fried però fu molto gentile, le diede un paio di pantofole e la fece accomodare sul divano, le preparò una cioccolata calda e gliela portò. La ragazza avvolse le mani attorno alla tazza sentendosi molto meglio ora che era al caldo e non sotto alla neve. Osservò da sotto le lunghe ciglia il mago seduto di fronte a lei, che beveva la sua cioccolata calda lentamente senza dirle una parola. In realtà alla ragazza andava bene così, non aveva realmente molta voglia di parlare. Nonostante ciò si sentiva un po’ in colpa, lui era stato così gentile senza alcun motivo, doveva almeno essere carina a sua volta.

-Questa casa è davvero bella- disse a quel punto. Fried alzò gli occhi su di lei e le sorrise.
-Ti ringrazio, in realtà l’ho ereditata da uno zio- le disse -Quando l’ho presa la prima volta era davvero terribile, ho dovuto farci un bel po’ di lavori per renderla vivibile e moderna- le spiegò. Juvia sorrise.
-Ti senti un po’ meglio qua dentro?- le chiese lui osservando poi il termometro appeso a un muro lì vicino. La ragazza annuì subito.
-Sì, Juvia sta molto bene. La cioccolata calda è buonissima e qua dentro la temperatura è ideale- gli disse sorridendogli. In effetti, non stava mentendo.
-Sono contento allora- disse Fried e poi la scrutò attentamente, lei si sentì studiare da quegli occhi blu e freddi, anche se in quel momento sembravano più calorosi e affettuosi del solito -Non voglio farmi gli affari tuoi, ma se hai qualche problema sappi che me ne puoi parlare- le disse a quel punto un po’ cauto, come se non volesse agitarla. Lei però non si sentì affatto agitata e poggiò la tazza ancora mezza piena sul tavolino sospirando rassegnata.

-Juvia è un po’ triste- ammise -Juvia aveva preparato una sciarpa per il 413esimo anniversario del giorno in cui si sono incontrati Gray-sama e Juvia, ma quando l’ha portata a Gray lui non l’ha accettata. Ha detto che era una data inutile e non c’era nulla da festeggiare e…e lui è un mago del ghiaccio, non se ne fa niente di una sciarpa- ammise rendendosi conto a ogni parola di quanto stupida era stata. Come le era venuto in mente di dire a Gray che festeggiava ogni giorno in cui si erano incontrati? E perché tra tutti i regali che avrebbe potuto fargli aveva deciso di prendergli una sciarpa? Era ovvio che non gli serviva dato che stava la maggior parte del tempo mezzo nudo. Le salirono di nuovo le lacrime agli occhi e abbassò la testa avvilita trattenendole. -È una cosa così stupida- mormorò.

-Non lo è- disse Fried subito e lei alzò lo sguardo un po’ confusa arrossendo leggermente per essersi lasciata andare a una rivelazione del genere, probabilmente a Fried non interessava nemmeno.
-Io penso sia una cosa carina- le disse lui -Gray non sa quello che si perde ed è stato piuttosto maleducato- le disse. Lei ripensò a quello che le aveva detto Gajeel.
-Juvia lo sa che dovrebbe smetterla di pensare a Gray-sama…lo so che pensi che sia patetica ad amarlo ancora, ma…Juvia non può…-
-Non sei patetica- ribatté Fried -Non lo sei affatto e chiunque pensi che devi smettere di amarlo non capisce la forza dei tuoi sentimenti- era talmente serio che la ragazza lo osservò per un attimo confusa, sentendosi però in qualche modo capita. Chiunque parlava con lei le diceva di lasciar perdere, che non valeva il suo tempo, che doveva dimenticarlo.
-Oh, ma tutti dicono a Juvia che dovrebbe dimenticarlo…forse…forse è la cosa giusta da fare- mormorò pur sentendo una stretta al petto. Non sarebbe mai riuscita a dimenticarlo.
-Vuoi dimenticarlo?- le chiese il ragazzo dolcemente, lei scosse subito la testa.

-No. Juvia non vuole dimenticare Gray-sama. Lui è il sole di Juvia, è colui che l’ha portata fuori da Phantom Lord, le ha dato la speranza e una nuova vita. Prima di incontrarlo Juvia non aveva mai visto il sole, viveva sotto la pioggia costantemente. Juvia non potrà mai dimenticare Gray-sama e non lo vuole- disse convinta a quel punto. Si aspettava che adesso il ragazzo le dicesse che era esagerata, che non si poteva essere così stupidi da amare così una persona che chiaramente non ricambiava i suoi sentimenti, che doveva farsene una ragione e che il mare era pieno di pesci. Al contrario però Fried le sorrise.
-Allora non dimenticarlo- le disse semplicemente. Lei lo fissò un po’ confusa, sembrava quasi che quel ragazzo la capisse davvero. Lo osservò mentre si portava la tazza alle labbra e soffiava sopra prima di bere. Juvia posò lo sguardo sul tavolino e prese di nuovo la propria tazza ricominciando a bere silenziosamente.

-Sembra che Fried capisca Juvia- disse a quel punto. Lui le sorrise.
-Forse hai ragione- le disse. Lei corrugò la fronte.
-Fried è innamorato di qualcuno?- chiese a quel punto e lo vide arrossire.
-N…no…io- balbettò lui e lei ridacchiò a vederlo così impacciato.
-Fried è stato così gentile con Juvia che adesso lei vuole ricambiare la gentilezza e ascoltare i suoi problemi, se Fried lo vuole- gli disse con un dolce sorriso osservando le guance del ragazzo farsi rosse e i suoi occhi farsi affettuosi.
-C’è una persona che amo profondamente- ammise lui -Anche per me è una specie di salvatore. Una volta vivevo in un posto terribile, pieno di regole e obblighi e senza alcun tipo di sentimenti. Era la mia famiglia, o perlomeno la mia famiglia di sangue- spiegò lui calmo come se stesse ricordando il periodo più brutto della sua vita. -Un giorno però ho incontrato questa persona e…- fece un sorriso -Si può dire che è la mia luce. Ero abituato a vivere nell’oscurità e vederla per la prima volta è stato…non posso nemmeno spiegarlo a parole. Ma mi ha salvato, mi ha portato via da quelle persone e mi ha fatto capire come si comporta una vera famiglia- raccontò. Juvia lo ascoltò attentamente mentre parlava e sorrise.

-È stato come un fulmine che ha illuminato la notte- gli disse e Fried sorrise.
-Sì- disse subito, poi si rese conto di ciò che aveva detto e arrossì visibilmente -No- si corresse quindi. Juvia ridacchiò.
-Si tratta di Laxus, no?- chiese e il ragazzo davanti a lui si fece paonazzo.
-N…no. Io stavo parlando di…una persona che…- balbettò, Juvia lo guardò con un sorrisino divertito.
-Juvia si scusa, non voleva mettere a disagio Fried. Juvia non lo dirà a nessuno- gli disse. A quel punto Fried sospirò e si arrese.
-Si nota così tanto?- chiese un po’ avvilito. Lei scosse la testa.
-No, l’ho capito quando hai cominciato a parlare- gli disse. Lui annuì e per un attimo i due rimasero in silenzio a finire le rispettive cioccolate calde. La ragazza si sentiva molto meglio adesso, come se finalmente riuscisse ad avere qualcuno che capisse sul serio i suoi sentimenti e che non le diceva come doveva sentirsi con Gray e cosa doveva fare. Quando finì la cioccolata calda la poggiò sul tavolino e osservò la neve fuori dalla gilda.
-Juvia ora deve tornare a casa, ma Juvia è stata contenta di aver passato il pomeriggio qua- gli disse sinceramente alzandosi. Fried si alzò a sua volta e la accompagnò alla porta. I due ragazzi si salutarono e lui le porse un ombrello in modo che potesse proteggersi dalla neve. Lei lo ringraziò e si avviò lungo la strada con un dolce sorriso sulle labbra sentendosi molto meglio.

 
***

Fried quella mattina era come tutte le giornate seduto a fianco a Laxus al bancone. Il Dragon Slayer stava parlando con Mirajane, anche se pareva come ogni giorno seccato. Il mago delle rune ascoltava la conversazione rendendosi conto di quanto la ragazza cercasse di tirare fuori le parole dal mago senza molto successo. Laxus non era certo una persona facile con cui interagire. A un certo punto sentì qualcuno avvicinarsi e si voltò verso Juvia che gli sorrise raggiante e gli porse l’ombrello.
-Buongiorno! Juvia voleva ritornare l’ombrello a Fried- gli disse e lui lo prese.
-Grazie, se ti serviva ancora potevi tenerlo- le disse gentilmente. Non sapeva nemmeno lui perché il pomeriggio precedente si era comportato in quel modo, ma vederla così triste e amareggiata gli aveva ricordato sé stesso e la ragazza era sempre così dolce con tutti che non si era sentito a lasciarla sotto la neve.
-Juvia vuole ricambiare il favore a Fried, Juvia può offrire qualcosa da bere?- chiese lei con un enorme sorriso. Fried fu abbastanza sorpreso a sentire quelle parole e si sentì gli occhi di Mirajane puntati addosso.
-Oh…certo- rispose quindi pensando fosse maleducato rifiutare e si alzò dalla sedia mentre la ragazza si avviava verso un tavolino in un angolo, lui la seguì e si sedette di fronte a lei. Si voltò notando che la barista lo stava davvero fissando e tenne a mente di spiegarle tutta la situazione dopo, prima che fraintendesse. Anche se era un po’ difficile fraintendere, Juvia era innamorata di Gray e tutti lo sapevano.

-Juvia è molto felice della chiacchierata di ieri, le ha risollevato il morale- disse la ragazza.
-Oh, mi fa piacere- le disse lui. -Ogni tanto fa bene sfogarsi- aggiunse poi.
-Juvia pensa lo stesso. Oh, Juvia pensava di andare a pattinare nel pomeriggio e si chiedeva se a Fried piacesse- disse poi. Il ragazzo annuì e sorrise.
-In effetti mi piace molto pattinare, non ci vado mai perché ai miei compagni non piace. Evergreen non è molto brava e Bickslow quando viene si diverte solo a infastidirmi- le spiegò.
-Oh, allora Juvia e Fried potrebbero andare assieme- disse la ragazza mentre gli occhi le si illuminavano -Così possono parlare ancora un po’- lui annuì. In fin dei conti quel pomeriggio non aveva altro da fare, oltre che chiudersi in casa e leggere, o seguire Laxus a fare qualunque cosa volesse fare. Perciò passare un paio di ore con la ragazza gli avrebbe sicuramente fatto bene. In quel momento arrivò Mirajane da loro osservandoli attentamente.

-Volete ordinare?- chiese loro.
-Sì, Juvia prenderà una cioccolata calda- disse lei subito.
-Anche per me- disse lui subito. Lei annuì e continuando a osservarli attentamente si allontanò. Fried pensò che seriamente avrebbe dovuto spiegarle cos’era successo il giorno precedente, prima che cominciasse a combinarli come coppia.
   
 
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