Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Jigokuko    17/01/2021    1 recensioni
Storia ambientata trent'anni dopo la fine dell'anime, che vede come protagonisti gli eredi dei precedenti predestinati.
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Un drago, una duellante misteriosa ed una canzone che stordisce chiunque l'ascolti.
Cosa sta succedendo a Nuova Domino? Toccherà a quattro ragazzi ed un pappagallo venire a capo del mistero e scoprire se Stelle Cadenti può essere considerata un'alleata od un temibile nemico.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Altri, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: Kidfic | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Livello 18

Vestiti eleganti e serate finite (forse) male

 

Quella mattina la stazione di Nuova Domino era gremita di gente che andava e veniva, con chi aveva estrema fretta e chi sembrava divertirsi a rompere le palle al prossimo comportandosi da bradipo.
Ryoko odiava a morte le persone lente, quelle che per formulare un pensiero ci mettevano una vita o facevano ogni cosa con troppa calma.
-Davvero dobbiamo salire su uno di quei cosi?- la voce ridicolmente tremolante di suo fratello giunse alle sue orecchie, facendola voltare con un'espressione sul viso a metà tra la rabbia cieca e l'esasperazione.
-È un treno, Yuichi, ci siamo già saliti altre volte.- rispose, seccata.
-Anche su una duel runner sono già salito altre volte, eppure ora non mi sogno nemmeno di toccarne una—-
-Su, non litigate voi due, o quando arriverà il nostro lo perderemo!- la povera Artemis stava cercando di calmare le acque, ma a quanto pare si trovava tra due fuochi: tra Ryoko con i nervi a fior di pelle perché non aveva alcuna intenzione di andare a trovare Håkan e Yuichi che aveva già tentato di scappare terrorizzato almeno tre volte in cinque minuti, le stava venendo voglia di lanciarsi sui binari e farsi investire dal prossimo regionale.
"Ed io che volevo solamente divertirmi tutti insieme per qualche giorno..." si ritrovò a pensare, mentre i due fratelli continuavano a battibeccare ignorando il suo tentativo di calmare entrambi.
-Grazie, Dio, o chiunque ci sia lassù!- esclamò quando il loro treno finalmente arrivò. Trascinatici sopra Ryoko e Yuichi, si accasciò al suo posto ed usò la valigia come poggiapiedi.
-Voi due, ora smettetela di fare casino o vi prendo a schiaff—- era già partita in quarta a rimproverarli, ma nel momento in cui la carrozza aveva iniziato a muoversi, calò un silenzio tombale. Il ragazzo di fronte a lei era piegato su sé stesso con le mani a coprirsi il viso ed un evidente tremolio in tutto il corpo, mentre la sorella, alla sua destra, stava con le braccia incrociate ed un adorabile broncio stampato in faccia.
Doveva aspettarsi quella reazione da parte del fidanzato, ma si preoccupò molto comunque. Gli poggiò delicatamente le mani sulle ginocchia in un tentativo di conforto, addolcendosi di colpo.
-Yuyu... come ti senti?-
-Moriremo tutti...-
-No che non moriremo, questo treno è sicurissimo, non avere paura, arriveremo solamente tra un'ora a fronte delle tre che ci metteremmo in macchina.-
-Era meglio l'auto.- sussurrò. Stranamente, quel mezzo era quello a terrorizzarlo meno, a patto di andare ad una velocità moderata, o come al solito avrebbe scatenato il terrore in lui.
La ragazzina sospirò, tirandosi indietro ed appoggiandosi nuovamente sullo schienale. Non sapeva cosa fare per calmarlo, lei era brava solo a percepirli i malanni altrui, ma curarli... non era capace nemmeno di aiutare sé stessa, figuriamoci il prossimo. Si girò verso Ryoko, cercando aiuto con lo sguardo, ma stava giocando con il cellulare, ignorandola completamente.
-Yoyo.-
-Mh?-
-Cosa posso fare per far calmare tuo fratello?-
-Fagli ascoltare la musica.-
-... Giusto!-
Si spostò nel sedile di fronte a quello della rossa, iniziando a frugare nelle tasche del ragazzo alla ricerca del suo telefono. Quando lo trovò, gli porse le cuffie precedentemente collegate.
-Mettiti queste, così potrai passare il tempo senza pensare alla velocità del treno.- lui la osservò, ma ne prese solamente una.
-Vuoi... sentire con me? Avevo promesso che ti avrei fatto ascoltare altro dei Ne Obliviscaris.-
-D-davvero? Certo!- Ad Artemis si illuminaroni gli occhi, amava quando lui le chiedeva di fare qualcosa insieme.
Quando fu certo che lei si fosse messa una delle cuffie, Yuichi fece partire la prima canzone. Iniziò con la batteria seguita da una chitarra, per poi proseguire con una voce in growl cantare accompagnata da un violino.
Il ritmo di quest'ultimo era gestito in modo eccelso, tanto da farle venir voglia di ballare e finì per iniziare a muovere la testa seguendolo, sovrappensiero.
Dopo la prima strofa il cantante lasciò il posto al violinista che iniziò a prendersi la scena, fino a sfociare nella seconda voce.

"Veni ad astra, semper dissolubilis
I dream of immortal night in astral eyes
Where light would die for the last time
Veni ad astra, semper dissolubilis"

Era come se un angelo stesse recitando i suoi versi in latino, mentre il demone lo seguiva a ruota in inglese. Quel ritornello la destabilizzò, era sensazionale, trovava incredibile esistesse qualcosa di tanto soave ma al contempo pesante ed urlato, e capace di sposarsi così bene insieme, formando una melodia unica ed armoniosa.
A quella canzone ne seguirono tante altre, tutte diverse e che continuavano a stupirla; lei aveva sempre ascoltato la musica in modo superficiale, non avrebbe mai e poi mai pensato che qualcuno potesse creare brani tanto elaborati e, soprattutto, con enorme impegno, pensò che tanti artisti avrebbero dovuto prendere esempio da quella band quasi sconosciuta, perché dopo aver sentito loro tutto il resto aveva cominciato a risultarle noioso e ridondante.
Ad un'ora dalla partenza, finalmente il treno si fermò in stazione ed i tre poterono scendere; Ryoko ne era contenta perché stufa di stare lì, Yuichi pure per la fine del calvario ed Artemis un po' meno, la quale avrebbe preferito passare un altro po' di tempo nel magico mondo dei Ne Obliviscaris con la testa appoggiata alla spalla del suo ragazzo.

Håkan era arrivato stranamente in anticipo e li stava aspettando davanti ai binari da circa mezz'ora mentre fumava una sigaretta dopo l'altra. Quella mattina si era svegliato piuttosto nervoso... non ne sapeva il motivo, dopotutto non era passato molto tempo da quando aveva rivisto il suo migliore amico, Artemis e... Ryoko. La pazza.
Forse quel sentimento derivava dalla consapevolezza di incontrarla nuovamente e prontamente litigarci? Non gli andava di discutere con lei, era il suo compleanno, voleva solamente festeggiare.
Buttò a terra la cicca e la pestò con il piede nel momento stesso in cui il treno decelerò fino a fermarsi e le porte si aprirono. Uscì un sacco di gente, ma poi intravide la chioma arancione acceso di Artemis - si era rifatta la tinta? - che gli correva incontro con un braccio allargato ed una valigia enorme nell'altra mano, Yuichi al suo seguito e Ryoko poco più indietro con gli occhi incollati al telefono. La più giovane dei tre gli saltò addosso e lo stritolò in un abbraccio, l'amico lo salutò molto meno affettuosamente e quell'altra non lo degnò nemmeno di uno sguardo, perciò le si avvicinò e con nonchalance le poggiò il gomito sulla spalla e si alzò gli occhiali da sole.
-Buongiorno principessa.-
-Scollati, coglione.- finalmente, gli rivolse un'occhiataccia atroce, facendolo ridere.
-Anche tu mi sei mancata.~-
La lasciò andare solamente perché la sentì quasi ringhiare e, come espresso prima, voleva evitare inutili spargimenti di sangue, perciò si incamminò verso l'uscita della stazione e successivamente in direzione della sua auto.
Sul sedile del passeggero si sedette Yuichi, mentre dietro le due ragazze.
-Allora, siete pronti per la festa migliore di sempre?- chiese il biondo, girando la chiave nel cruscotto.
-Certo, non vedo l'ora!- la risposta di Artemis non tardò ad arrivare, mentre Yuichi si limitò ad annuire, ancora provato dal viaggio.
-E tu che mi dici, Ryoko?-
-Che stavo meglio a casa mia.- borbottò lei, guardando fuori dal finestrino.
-Ci siamo svegliate dalla parte sbagliata del letto stamattina?- ridacchiò lui, prendendola in giro per il suo essere tanto scorbutica.

La villa in cui vivevano i genitori di Håkan era come sempre impeccabile; il prato tagliato corto, le siepi senza una foglia fuori posto ed il marciapiede immacolato. Era la seconda volta che Artemis si trovava in quel posto, ma per lei era sempre una sorpresa avere l'occasione di essere invitata in un luogo che sembrava trasudare denaro da ogni ripiano in marmo presente. Proprio lei, che da piccola viveva in una casa più simile ad una discarica? Si sentiva onorata.
Nell'enorme giardino sul retro erano già stati allestiti dei tavoli dove poi avrebbero messo cibo e bevande, numerose sedie a sdraio a bordo piscina ed un impianto stereo da far invidia ad un concerto death metal; era poco più che mezzogiorno, ma sembrava già stesse per iniziare la festa più esclusiva dell'anno.
-Non è fantastico? Verranno almeno un centinaio di persone stasera, sarà una festa indimenticabile!- Si atteggiò il festeggiato, posandosi le mani sui fianchi.
Ryoko non era affatto una tipa da festa, anzi; odiava le folle, il rumore della musica commerciale e l'abbondanza di ragazzi ubriachi che c'era sempre a quel tipo di cerimonie... avrebbe fatto di tutto pur di poter stare lontana da loro, preferiva di gran lunga la tranquillità di una serata passata a guardare la televisione. Anche Yuichi la pensava a quel modo e per questo non capiva il suo aver accettato l'invito di Håkan tanto facilmente. In quel momento, si sentiva terribilmente sola; sapeva di non poter contare nemmeno su Artemis perché lei amava le feste, lo aveva capito subito quando l'aveva costretta a comprare quel vestito ridicolo.

***

-Peeer favore... fallo per me, Ryoko!-
-Non se ne parla, sai in quanti mi vedranno?-
-Dai, non voglio essere l'unica con un bel vestito addosso. Solo questa volta, tanto non ti vedranno mai più!-
Ryoko si morse il labbro, cercando di evitare lo sguardo supplicante di quegli occhioni neri, totalmente invano. Si ritrovò a sospirare ed annuire, sapendo che se ne sarebbe pentita amaramente.
-... e va bene, ma che sia l'ultima.-
-Sei la migliore, Yoyo!-

Quando Artemis finì di preparare Ryoko, però, non era convinta al massimo.
-Ti ho piastrato i capelli, ti ho truccata, ma... non mi convinci.-
-Bene, mi rimetto i miei ves—-
-Non se ne parla!-
La ragazzina le girò intorno, osservandola in ogni suo dettaglio, finchè non arrivò ad una conclusione: le tolse la molletta che teneva la frangia alzata, la quale risultò estremamente lunga. Senza preavviso, la tagliò di netto con le forbici proprio sopra agli occhi, lasciando le sopracciglia coperte. Completò il tutto piastrando anche quella e mettendole un cerchietto bianco.
La rossa rimase allucinata a quell'azione improvvisa; le aveva... appena tagliato i capelli? Si guardò allo specchio, stropicciandosi gli occhi più volte e sperando fosse stata solo un'allucinazione.
-Non essere così confusa... stai molto meglio!-
-Perché non mi hai chiesto di farlo?!-
-Perché mi avresti detto di no!- piena di rabbia, si mise le mani nei capelli.
-Mi da fastidio che tu abbia preso un'iniziativa del genere, non te lo avrei mai permesso perché mi sarei sentita a disagio, come mi sento a disagio ad essere vestita in questo modo e con queste scarpe ridicolmente vertiginose ai piedi!-
-Scusa...- la più giovane abbassò la testa, mortificata. Sul momento non ci aveva pensato, ma poi si rese conto di aver esagerato con lei, sapeva che Ryoko fosse chiusa in sé stessa, ma non fino a quel punto. Il suo tentativo di spronarla a mostrare tutta la sua vera bellezza le era appena esploso in mano, che fallimento.
-Sono stanca.- Uscì dalla stanza, sbattendo la porta. Per la frustrazione, non si rese nemmeno conto di essere vestita in quel modo; quando se ne ricordò, ormai era tardi. Si trovava in cima alle scale che davano sull'ampia entrata della villa, con suo fratello e Håkan che la fissavano esterrefatti... al secondo quasi cadde la mascella.
-Chi è quella?- affermò il biondo, indicandola.
-Mia sorella, idiota.- rispose l'amico.
-Non vedo nessuna scaricatrice di porto, però.-
-Ah, sì?! Ti faccio vedere io chi è la scaricatrice di porto!- Iniziò a scendere le scale pronta a tirargli un pugno dritto in mezzo ai denti, ma a metà della rampa a causa dei tacchi finì per scivolare e schiantarsi su uno scalino con il didietro.
-Ouch...- era stata davvero una bella botta, così forte da farle venire i lacrimoni e sbavarle tutto il trucco attorno agli occhi. Håkan, ridendo, la raggiunse e le diede un fazzoletto di stoffa per pulire quelle lunghe strisce nere sulle sue guance.
-Ma come ti sei conciata?-
-È stata Artemis. Anzi, ora torno in camera e rimetto i miei vestiti.- Dopo aver mandato a quel paese le scarpe, si alzò dolorante e tentò di tornare indietro, ma lui le afferrò il polso.
-Ormai sei vestita così... perché non ci rimani?-
-Perché dovrei?-
-Sarà una serata elegante!-
-Se ritieni "eleganti" quella camicia a fiori e i jeans al ginocchio...-
Lui si limitò a sorridere. Lei sospirò.
-Uff. E va bene.-
-Ho invitato anche Akito, comunque.-
-Akito?-
-Ha detto che vuole scusarsi con te.-
-Dovrò scusarmi io per essere vestita così male.-
Mentre i due parlavano, proprio colui che stavano nominando entrò dalla porta principale, con il fiatone.
-Ciao, Håkan! Dov'è Ryoko?- Perfetto, nemmeno lui l'aveva riconosciuta. Avevano tutti voglia di scherzare quel pomeriggio?!
Håkan la indicò con il pollice, intento ad accendersi una sigaretta precedentemente messa tra le labbra. Akito guardò Ryoko, Ryoko guardò Akito. Al castano quasi caddero le braccia, ma poi si riprese e salì velocemente le scale fino a raggiungerla, iniziando a fare una serie di inchini.
-Scusa, scusa, scusa, scusa!-
-E per cosa? Non capisco.- Inclinò il capo, osservandolo con confusione.
-Per colpa mia, cioè— la banda di cui ho fatto parte ti ha quasi rapita, mi sento in colpa per essermi avvicinato a quelle persone spregevoli!-
-Non preoccuparti, non sono arrabbiata. Krigsgaldr mi ha detto di non averti mai visto né sentito nominare dal biondino che ci ha fatto rapire. Sapevo già fossi in buona fede.-
-Quindi mi perdoni?!- le prese entrambe le mani, stringendole tra le sue.
-Su questa questione sì... sull'essere un perdente a briscola no.- In quel momento, Håkan, il quale stava facendo un tiro in santa pace, iniziò a tossire di brutto, facendo ridere gli altri due.

Calata la sera, ormai la festa aveva preso piede da un po' e gli invitati si erano moltiplicati; una folla di persone aveva tappezzato l'intero giardino sul retro, ma di Ryoko neanche l'ombra. Era sparita all'improvviso quando la gente aveva iniziato ad arrivare e nessuno l'aveva più vista.
-Che succede, Håk? Ti vedo strano stasera, di solito alla tua festa di compleanno sei sempre scatenato.- Chiese Chie, confusa dal suo comportamento diverso dal solito.
-Beh... a ventidue anni ci si calma un po', no?-
-Ma se fino all'altro ieri avevi ripetuto che ti saresti bevuto una cassa intera di birra ed avresti fatto baldoria tre giorni in fila.- Continuò Suzaku, accanto alla fidanzata. Spilungone dalla lingua lunga.
Håkan assottigliò lo sguardo, sbuffando.
-Scusatemi, vado in bagno—- accampò una scusa, per poi allontanarsi dal gruppetto di amici e rientrare in villa.
"Ma dov'è andata?" si ripeteva, percorrendo i corridoi con ancora il suo cocktail in mano. L'aver completamente perso di vista Ryoko non gli dava pace fin dall'inizio del party: lui voleva parlarle e lei decideva di sparire!
Arrivato all'ultimo piano, finalmente la vide: era seduta sul pavimento del balcone, con la schiena poggiata alla balaustra.
-Che ci fai qui?-
-Dovrei chiederlo io a te: è la tua festa e tu cerchi me.-
-Su o giù, la musica si sente comunque, non fa differenza.- Affermò, sedendocisi accanto. -Allora?-
-Mi sento ridicola, non voglio essere vista da tutta quella gente.-
-Ancora con questa storia...- sbuffò, rivolgendo la testa in sua direzione. -Piuttosto, ti cercavo perché volevo chiederti una cosa.-
-Parla.-
-Continuerai ad essere il volto di Stelle Cadenti?-
-Certo, perché non dovrei?-
-Ultimamente sono successe così tante cose... prima quello che ti fa schiantare, poi il quasi rapimento... e se dovesse succedere qualcos'altro, se tornassi in sella a quella moto madreperla?-
-Ormai ho deciso di farlo. Non posso deludere Krigsgaldr ed abbandonarlo all'improvviso, gli ho promesso che lo avrei aiutato con la mia voce e voglio continuare fino in fondo.-
-Hai paura?-
-No. Il legame atto ad unire me e Drago Divino dello Specchio Primordiale è indissolubile ed elimina tutte le paure. È come se mi proteggesse dall'interno della carta... sento la sua energia scorrere dentro di me ed irradiarmi fino a raggiungere ogni angolo del mio essere.-
Il giovane l'ascoltava con curiosità; l'aveva sempre vista come una ragazza rozza, scorbutica, ma in quel momento... sembrava un'altra. Da come parlava con il cuore in mano, da come i suoi capelli rossi e neri le accarezzavano le spalle ed il petto, gli occhi del colore di quella notte... quella che aveva davanti non sembrava la solita Ryoko, ma come aveva sempre immaginato fosse Stelle Cadenti senza il casco e la tuta da motociclista. Era l'effetto dell'alcol o quello accanto a lui era un angelo in carne ed ossa ma senza le ali piumate?
-... E poi, manca così poco al finale, a quando Krigsgaldr finalmente raggiungerà il quantitativo necessario di energia a spezzare le catene.-
-Davvero...? E quanto?-
-Una singola canzone. Se non avessi fatto l'incidente, il portale dello specchio si sarebbe aperto durante il mio ultimo duello.-
-Quindi vuoi dire che il prossimo sarà l'ultimo?- Lei annuì. -Cosa farete tu e Yuichi con Stelle Cadenti?-
-Stelle Cadenti morirà nell'esatto momento in cui Drago Divino dello Specchio Primordiale tornerà in vita ed il suo regno sarà salvato.-
-Sai... questa notizia un po' mi rattrista.-
-Perché dovrebbe?-
-Beh... perché tutto è iniziato a causa sua, alla cotta che mi ero presa per lei.-
-Già, ricordo... ed io ti morsi il naso. Eri ridicolo.-
-Ora non lo sono più?-
-No, beh— Nel senso— Lo sei sempre, ma in quel momento particolarmente.-
-Sei una paraculo, Ryoko.-
-Io non sono una paraculo!-
-Sì che lo sei!-
-Ripetilo!-
-Pa-ra-cu-lo.-
La rossa gonfiò le guance e lo prese per la camicia a fiori, guardandolo negli occhi con estrema rabbia. Ecco, un momento tranquillo stava per trasformarsi nell'ennesima tragedia e la Ryoko scaricatrice di porto stava tornando alla riscossa, più forte che mai, più violenta che mai.
-Vuoi sperimentare un altro morso al naso, vedo. Stavolta te lo stacco!-
-Provaci, principessa dei camionisti unti ed ubriaconi.~-
Rabbia, rabbia crescente. Quell'idiota sapeva proprio come scatenare la sua furia; presa dalla diretta provocazione, si avvicinò pericolosamente al suo viso nel tentativo di stampargli nuovamente i denti sul setto nasale, ma quest'ultimo la colse alla sprovvista mettendole una mano dietro la nuca ed attirandola a sé, posando le labbra sulle sue.


Angolo autrice
Buonanotte! Sì, buonanotte, perché in questo momento per me sono le 4.20; ottimo orario per scrivere, no?
Sì, ci ho messo un po' a sfornare il capitolo, ma finalmente ce l'ho fatta, ero andata un attimo in fase Fire Emblem super sfrenata sgravata e quindi ho scritto pagine e pagine di un ormai non più adolescente incazzato col mondo e che ha scatenato una guerra per un motivo di cui non si ricorda—
Bene. 
Anyways(?), credo di dovermi proclamare "regina delle kidfic" perché ormai sono il mio pane quotidiano; amo questo genere di storie e scriverle ancor di più, infatti io e due amiche ne abbiamo in cantiere una su FE Three Houses... se mai la porterò a termine (perché devo scriverla IO ovviamente) sarà un delirio.
Dato che sono le 4.25 e sto delirando, vi lascio alla pubblicazione così a crudo e gli errori li controllerò domattina.
Il vostro potenziale sprecato vi dice adieu, al prossimo capitolo!

Jigokuko

Edit della mattina dopo:
Ho controllato e non ci sono errori, wow. Allora devo scrivere solo alle quattro di notte per non farli?
A parte questo, stanotte ho completamente dimenticato di dire qual è il titolo della canzone dei NeO che Artemis e Yuichi stavano ascoltando, ovvero "Beyond the Hourglass"; proviene dal loro EP Hiraeth e sono otto minuti di goduria assoluta, la amo.
Vabb, RICIAO.

   
 
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