Cap 42
Ciò di cui
abbiamo bisogno
Quella notte tre
ragazzi avrebbero deciso il futuro di
due mondi.
Nick aveva preso
il posto di Ben, il capo supremo dei
cacciatori con i nervi troppo poco saldi parlare con il nuovo Re
Tritone
fidanzato con la propria figlia. A differenza dell’uomo, lui
avrebbe saputo
gestire meglio la situazione, conosceva abbastanza bene Elena e aveva
avuto già
a che fare con il modo di agire di Aris per cui era il candidato
perfetto per
il ruolo di contrattatore.
“Quegli
anelli devono essere distrutti” disse
avvicinandosi ai due sulla riva del lago.
Distruggere gli
anelli ed eliminare qualunque forma di
magia fosse stata usata per crearli era stato il loro piano A, ma
adesso che
tutto era stato stravolto anche quell’idea era sfumata e i
piani sarebbero
dovuti cambiare ancora.
“No!
Non possiamo distruggere gli anelli!” Elena non
aveva alcun dubbio su ciò che andava fatto, distruggere gli
anelli o il libro
introvabile con tutte le formule magiche non sarebbe stata la soluzione
più
rapida per tutti i guai che erano già successi.
Nick la
guardò stupito, mentre Aris intuì dove lei
volesse
arrivare.
“Se li
distruggiamo,” iniziò calma
“l’incantesimo che
li lega al tridente sarà sciolto”
“appunto
Elena, lo scopo era proprio quello!”
“no
Nick, non capisci, se distruggiamo gli anelli, fra
cento, duecento o trecento anni a qualcun altro potrebbe venire in
mente di
riforgiarli.”
“Ha
ragione, per quanto io possa giurare di non
forgiare mai nessun nuovo anello, non posso prevedere cosa potrebbe
accadere
nel futuro.” Asserì Aris serio. Poteva giurare su
sé stesso, forse persino
sulla sua discendenza se mai ne avesse avuta una, ma garantire per
cento anni
di successori? Sarebbe bastata una sola alga marcia nel futuro per
riportare in
vita quegli oggetti maledetti, un solo anello debole che avrebbe
spezzato tutto
quello che stavano costruendo adesso. O almeno, che si augurava di
costruire…
Dovevano mettere
fine a quella situazione definitivamente
e dovevano farlo quella notte. E distruggere gli anelli non sarebbe
stata che
una soluzione rischiosa e temporanea.
“e se
si distruggesse il “sistema” con cui vengono
fatti? Il vostro ricettario di formule magiche o quella cosa
lì…”
Aris rivolse il
suo sguardo ad Elena, ricordando il
piano che avevano elaborato quel giorno in piscina, di come un loro
addio
sembrava così inevitabile e di come lo fosse anche adesso
“ci avevamo già
pensato, ma nessuno sa dove siano finiti quegli scritti antichi, ci
vorrebbero
anni per trovarli” e poi non tutto quello contenuto in quel
libro poteva per
forza essere malvagio.
“andrebbe
bene” interruppe timidamente Elena
riflettendo “se li nascondessimo qui sulla terra? Potremmo
scegliere sette
luoghi diversi e disperderli. Nessuno li potrebbe mai ritrovare e
nessuno
potrebbe crearne altri.” Quella era stata la notte
più orribile della sua vita,
ne era certa. A stento si reggeva ancora sulle gambe e ad ogni minuto
che
passava la vista pareva annebbiarsi di più e le gambe
tremare sotto il suo peso
che non riuscivano più a gestire. Doveva resistere ancora un
poco, tenere sotto
controllo il dolore e andare avanti, solo insieme avrebbero potuto
trovare una
soluzione, e conoscendo i trascorsi fra Nick e Aris non si sarebbe
sentita
sicura di lasciare la sorte dei due mondi in mano a loro due. Ma fino a
che
quegli anelli sarebbero stati ancora in circolazione nessuno era
davvero al
sicuro, persino con tritone ridotto ad un pugno di schiuma.
I ragazzi
parvero riflettere un attimo. “potrebbe
funzionare”
“È
una missione molto delicata, di chi potremmo
fidarci? Come sappiamo che voi cacciatori li nasconderete davvero e non
li
terrete per voi? Non so se avete notato, ma io ho di nuovo pinne e
coda…”
sorrise forzatamente Aris.
“dovremmo
trovare qualcuno di cui si fidano entrambe
le parti, magari formare una squadra di sirene e umani che possano
portare a
termine la missione.” Propose Elena
“persone
fidate ovviamente” rimarcò Aris.
“qualcosa
mi dice che tu farai parte della squadra”
disse Nick ad Elena quasi forzando la voce.
“Solo
se lei vorrà ovviamente” lanciò uno
sguardo
severo a Nick che non ammetteva repliche.
“Nick,
tu mi conosci, sai che non farei mai niente che
possa nuocere all’una o l’altra gente.”
“Oserei
dire che forse sei un ponte fin troppo
perfetto per non avere secondi fini” rincarò lui.
Adesso Elena si
girò totalmente verso di lui dando le
spalle ad Aris, poi bisbigliò in maniera tale che solo loro
tre potessero
sentirla. “ma io ho dei secondi fini. Voglio stare con Aris
dal primo giorno in
cui l’ho conosciuto, ma non succederà mai se fra
terra e mare ci sarà ancora
questa guerra. Non dico che dobbiamo tutti amarci e vivere felici e
contenti,
ma mantenere dei rapporti di civiltà. Non sarebbe bello se
non ci fossero più
attacchi da parte delle sirene? Niente più cacce aperte nel
mare contro di
loro? Tutto questo sarà possibile adesso che Aris
è re. Lui sarà il re di cui
abbiamo bisogno, porterà il cambiamento, ma non
può fare tutto da solo,
dobbiamo aiutarlo noi Nick. Ti prego, aiutaci.”
Le sue parole
erano molto accorate, Nick non poteva
definirsi un cuore di pietra, ma sicuramente si considerava una persona
pratica
ed effettivamente sarebbe stato bello se quel mondo ideale dipinto da
Elena, un
mondo dove umani e sirene vivevano insieme, potesse diventare
realtà.
“mettimi
in squadra,” disse serio guardando quei due.
“cosa
ti ha fatto cambiare idea?” chiese lei così
sorpresa
“beh,
forse anche io ho dei secondi fini” lanciò uno
sguardo ad Aris annuendo, Elena gli tornò vicino
suggerendogli che forse era
l’ora di annunciare la loro decisione al resto del bosco
rimasto in attesa.
Aris
cercò di sporgersi dall’acqua il più
possibile
per farsi sentire da tutte le persone presenti “voglio la
pace fra i nostri
popoli,” scandì bene il giovane re
“formeremo una squadra di cacciatori e di
sirene che saranno ambasciatori dei nostri popoli con
l’incarico di nascondere
negli angoli più remoti della terra i sette anelli,
affinché nessuno possa più
trovarli.” Proclamò con voce ferma. Si
voltò per guardare tutti bene in faccia.
Non aveva intenzione di iniziare un discorso eppure le parole non
facevano
altro che fluire dalla sua bocca prima ancora che potesse pensare.
“Non
possiamo cancellare gli errori fatti in tutti
questi anni da entrambi i nostri popoli, ma possiamo scrivere un nuovo
futuro, insieme.
Non
sarà facile, ma tutti i
cambiamenti richiedono uno sforzo, e io credo nella nostra
unione.” Lanciò
uno sguardo carico di significato alla
sua ragazza, che aveva sicuramente avuto il merito di aver innescato
tutto quello.
Lei si fidava ciecamente di lui, aveva sentito spendere parole cariche
di
speranza per quello che sarebbe stato il suo nuovo regno. Se solo lei
fosse
stata al suo fianco anche ad Atlantica…
“deponiamo
le nostre armi ed entriamo insieme in una
nuova epoca, dove il popolo del mare e quello della terra possano
vivere in
armonia. Per anni abbiamo combattuto gli uni contro gli altri, molti
dei nostri
sono caduti sotto le vostre torture, così come molti dei
vostri nelle cacce
selvagge sulla terra. Con il mio regno tutto questo
finirà.”
“belle
parole,” il padre di Elena si fece avanti in
rappresentanza di tutti i cacciatori scettici “ma chi prende
il potere non
sempre rispetta la promesse, diviene avido e crudele, come possiamo
veramente
fidarci?” a braccia spalancate fece un giro su sè
stesso in maniera plateale
raccogliendo lo sguardo e lo scetticismo di tutti i presenti.
Aris fu colto di
sorpresa e il discorso che aveva in
mente si dissolse improvvisamente lasciando al suo posto solo il vuoto.
Fu
ancora una volta Elena a salvarlo “ci vuole un atto di
fede”
“ci
vuole molto più che un atto di fede…”
la derise il
padre.
“ci
vogliono i fatti” parlò Aris lasciando tutti a
bocca aperta.
Lentamente uno
alla volta, stava rimuovendo i quattro
anelli di Alimede dalla base del tridente.
“mi
fido
ciecamente di te” poi fece scivolare nelle mani della ragazza
i restanti
quattro.
Elena
unì gli anelli che teneva in mano con quelli nella
sua tasca, un flebile luce verde fluorescente inizio a circondare i
sette
cerchietti di metallo. Un lieve tepore iniziò a propagarsi
dalle sue mani fin
tutto il corpo.
La collezione
era finalmente al completo.
Il padre di
Elena guardò scioccato la scena, quello
era ben più di un semplice atto di fede.
Si
avvicinò ai ragazzi “una squadra speciale
eh?” i
tre annuirono.
“direi
che si può arrangiare qualcosa, ne parlerò con
gli altri e sceglieremo due persone che accompagneranno Elena nei
luoghi che
riterrà più opportuni”
“mi
sono già offerto volontario, signore”
esordì Nick.
L’uomo
soppesò la sua affermazione, non era che un
ragazzo, eppure aveva gestito molto bene la situazione di
contrattazione, ed in
più avrebbe potuto sorvegliare e proteggere sua figlia.
“bene,
sembra che manchi solo un volontario allora.”
Annuì dando il suo benestare.
“per
la sicurezza della missione sarebbe bene che solo
i membri della squadra conoscessero le destinazioni” aggiunse
Aris. “non appena
tornerò ad Atlantica sceglierò anch’io
due sirene da mandare da voi sulla terra.”
Quella sera le azioni di Nick erano state eroiche, ma si sa, il pesce
perde le
squame ma non il vizio, perciò avrebbe affidato la cura di
Elena a due persone
di cui poteva fidarsi, che avrebbero potuto proteggerla al suo posto
visto che
ormai tornare sulla terra sembrava impossibile.
“non
avrei mai creduto di dirlo in vita mia, ma direi
che abbiamo un accordo…” Ben offrì una
mano al ragazzo
“Direi
proprio di sì” la prese stringendogliela di
rimando.
“è
andato tutto bene” sorrise la ragazza, giusto il
tempo di riporre in tasca gli anelli che le sue gambe vennero meno,
cadde a
terra stremata sbattendo la testa contro il terriccio, voci concitate
gridavano
sopra di lei il suo nome,
ma in un attimo
tutto divenne buio.
***
Un forte odore
di disinfettante e mela cotta le fecero
storcere il naso, voleva dormire ancora, sprofondare in quel sonno
senza sogni
e abbandonarsi a quella piacevole sensazione. Voltò la testa
e aprì gli occhi
ancora intontita, delle voci sopra di lei borbottavano qualcosa.
“ecco,
si sta svegliando”
“shh,
o ci cacceranno tutti via”
“mamma?”
biascicò con la voce impastata
dall’anestesia.
“tesoro”
sua madre le si avvicinò per bisbigliarle
dolcemente “hai avuto un’abbondante trasfusione di
sangue, non ti muovere” la
bionda provò a tirarsi su ma aveva le braccia piene di
tubicini collegati alle
flebo e ai vari macchinari e una gamba ricoperta di garza fino al
ginocchio.
“la
mia…” stava per dire gamba, quando si accorse di
avere una benda anche sulla fronte.
“in un
mese o due vedrai che tornerai come nuova,” sua
madre le sistemò i cuscini amorevolmente, mentre lei metteva
a fuoco il resto
del suo comitato di accoglienza. C’erano suo
“padre”, Nick, Ursula e anche i
genitori di Nick.
“cosa
ci fa tutta questa gente qui?”
“sono
qui per te, ovviamente, sciocchina”
I genitori di
Nick tenevano in mano un grosso ciuffo
di palloncini ad elio. “noi… siamo molto
dispiaciuti per tutto quanto Elena,
senza di te tutto questo non sarebbe stato possibile, perciò
volevamo
ringraziarti, anche a nome dei cacciatori, o meglio dei “guardiani”
come
ci facciamo chiamare adesso”
“quelli
che sono rimasti almeno” si lasciò sfuggire
Nick.
Già,
dopo la stretta di mano c’era stato il completo
black out, cosa era successo dopo? C’erano state proteste?
Avevano tutti
accettato il nuovo piano? Ma soprattutto, Aris dov’era?
“sicuramente
avrai tante domande, Nick potrà
aggiornarti su molte cose, ma non preoccuparti di nulla, hai fatto
tutto il
possibile e sappi che sei stata la vera onda del
cambiamento.” La coppia si
alzò e dopo uno scambio di sguardi uscì dalla
stanza.
“mamma,
papà, vorrei rimanere da sola con Nick e
Ursula”
“speravo
avremmo potuto parlare della nostra
situazione familiare, Elena” le rispose il padre in tono
scorbutico.
“quello
può aspettare, devo essere aggiornata su molte
cose.”
“starai
inchiodata a quel letto per un bel po', non
credo che avrai modo di evitarmi comunque” le rispose Ben
piccato.
Rachel le
sistemò come meglio poteva lo schienare per
farla stare in una posizione quantomeno semi seduta.
“ignoralo tesoro, e pensa
a non affaticati troppo, se hai bisogno questo è il tasto
per chiamare
l’infermiera, io vado a prendere un caffè qui al
bar.” Le diede un bacetto
sulla fronte, poi trascinò fuori Ben che aveva iniziato a
protestare,
“ignoralo? Sono cose da dire a nostra figlia?! Sono pur
sempre il padre io!”
“oh,
Ben, non credo tu sia fatto per la paternità” lo
stava rimbeccando sua madre mentre erano nel corridoio.
Non appena si
furono allontanati abbastanza un fiume
di domande travolse Ursula e Nick “quanto ho dormito? Cosa
è successo dopo?
Aris sta bene? Hanno accettato tutti l’accordo??”
“calma
pesciolino,” le sorrise Ursula “sono passati
solo tre giorni”
“solo
tre giorni?!” era una catastrofe, era
un’eternità di tempo da recuperare e di cose da
sapere.
“andiamo
per ordine” iniziò Ursula. “ovviamente,
come
puoi vedere, non sono morta, e quindi beh, grazie per
l’interessamento…” rise
la strega.
Se ne era
completamente dimenticata, aveva affidato
Ursula a sua madre, l’ultima vola che l’aveva vista
era in fin di vita a lago
cremisi, si sentiva in colpa per non averle chiesto come stava. Il suo
entusiasmo fu leggermente smorzato.
“suvvia
non fare quella faccetta adesso, non hai nulla
da rimproverarti, anzi, ti faccio i miei complimenti per come hai
saputo
gestire la situazione l’altra sera. Hai avuto quel che si
dice, sangue freddo,
e grazie a te è stato possibile evitare un
massacro.”
“Aris
era molto preoccupato per te.” Disse a bassa
voce la strega.
“Preoccupato?”
s’intormise Nick “beh preoccupato è un
eufemismo, il tuo fidanzato pesce stava dando di matto quando sei
svenuta come
una bambola a cui hanno tagliato i fili.”
Elena
arrossì, le dispiaceva di averli fatti
preoccupare tutti.
“a
malincuore Aris è dovuto ritornare ad Atlantica,
per ora li c’è una bella baraonda”
continuò la strega “riceviamo aggiornamenti
dal regno tramite messaggeri dalla spiaggia vicino casa tua, non appena
ti
sarai ripresa meglio ti racconteremo tutti i dettagli ma per adesso
è inutile
sovraccaricarti di inutili preoccupazioni… e parlando di
preoccupazioni,”
l’anziana tirò fuori una busta verde alga con il
suo nome scritto in dorato in
bella grafia. “questa è per te, ci ha chiesto di
consegnartela non appena ti
fossi svegliata.”
Elena prese la
lettera fra le mani, era impaziente di
leggere cosa le avesse scritto, ma avrebbe aspettato di essere da sola
prima di
aprirla.
“lì
sul comodino ti ho messo della carta e una penna
per tutte le lettere che vorrai scrivere, mi occuperò io di
fargliele avere,
fintanto che tu sarai qui in ospedale”
La carta era
dello stesso colore della lettera che
aveva appena ricevuto, e vi era appoggiato di sopra un cilindro dorato
con una
punta bianca che doveva probabilmente essere la penna.
“sono
carta e inchiostro speciali come puoi
immaginare, fabbricati ad Atlantica che non sbiadiscono o si rovinano
sott’acqua.” Le spiegò sorridendo, poi
continuò il suo racconto “a corte
c’è molto
trambusto per via della morte del Re Tritone, adesso Aris in quanto
unico erede
maschio dovrà essere incoronato come legittimo nuovo re di
Atlantica. Nel
momento in cui verrà incoronato la sua parola
sarà ufficialmente legge,”
“quando
avverrà l’evento?”
“fra
poco meno di qualche giorno, si tratta più che
altro di organizzare la grande sfarzosa festa che ci sarà
subito dopo
l’incoronazione.” Liquidò la faccenda
con una scrollata di spalle.
Elena
guardò la sua gamba fasciata, sentiva tirare i
punti attraverso le garze.
“oh
tesoro,” le fece eco lei, “mi dispiace moltissimo
che non potrai partecipare, so quanto Aris ci tenesse, e quanto tu
ovviamente
tenevi ad essere presente, ma nemmeno con il mio migliore incantesimo
posso guarire
la tua gamba così velocemente.”
“i
fiori della notte?” chiese lei in ultima speranza.
“ho
usato personalmente l’ultima scorta rimasta, e non
sarà luna piena che fra due settimane…”
le disse delusa la strega.
Non
c’era modo di andare a quell’evento. Aris sarebbe
stato incoronato e lei non sarebbe stata presente. Che ingiustizia era
mai
quella? Le salirono le lacrime agli occhi, ma doveva tenere duro e
ascoltare il
resto della storia.
“tu
potrai andare?”
“sì,
piccola mia,” le rispose con un sorriso triste la
strega “e prometto di raccontarti tutto quando
tornerò da te.”
“tornerai
da me?” già, com’era possibile? La sera
della battaglia aveva visto la strega del mare trasformarsi in un
enorme
piovra, “non credevo avresti potuto riacquisire la tua forma
umana dopo quella
trasformazione al lago…”
“non
lo credevo possibile nemmeno io, non so bene
come, ma nel momento in cui Aris si è disfatto degli anelli,
una parte dei miei
poteri che mi era stata sottratta da tritone ha ritrovato la strada per
tornare
da me.”
“significa
che puoi trasformarti a tuo piacimento?
Come le sirene?” chiedeva sempre più incredula
Elena.
“si
mia cara, e credo che le sorprese per noi esseri
acquatici siano appena iniziate, ho il sospetto che gli anelli non
controllassero solamente i mari come avevamo sempre pensato,
è come se d’un
tratto la parte più primordiale delle sirene si fosse in
qualche modo
attenuata.”
“pensi
che gli anelli controllassero le sirene?” si
intromise Nick che fino a quel momento non aveva proferito parola
“non
ne siamo ancora sicuri, ma sembra che disfarci di
quegli oggetti stia portando più benefici di quel che
pensassimo…” rispose lei.
“sarà
meglio che vi lasci soli, so che anche voi avete
le vostre questioni da discutere,” si alzò dalla
sedia con agilità, Elena la
guardò come se fosse la prima volta, non c’era
quasi più traccia della fragile
donna che aveva conosciuto in quella grotta, sembrava in forze,
determinata e
pronta alla nuova vita che sarebbe cominciata di lì in
avanti.
Ursula le si
avvicinò al letto per bisbigliarle
qualcosa di privato. “Aris mi ha chiesto di vegliare su di
te,”
“sono
chiusa in ospedale, non credo avrai molto da
“vegliare”, se c’è qualcuno
con cui dovresti stare quello è lui, non vorrei che
stesse da solo ora che ha davvero bisogno di circondarsi di persone di
cui si
fida.”
“cercherò
di dividermi come posso,” le sorrise la
strega avvicinandosi per guardarla dritta negli occhi “spero
che non rimanga
solo a lungo…” poi le indicò la lettera
che teneva ancora in grembo. A passi
lenti si allontanò verso la porta, sull’uscio si
girò “chiamami non appena
avrai risposto”, spinse la porta ed uscì,
lasciando Elena in completa balia dei
suoi pensieri.